Visualizzazioni totali

mercoledì 8 giugno 2016

Verdini e Renzi, adesso è scontro: cosa si sono detti (e la minaccia)

Verdini e Renzi, adesso è scontro: (la minaccia)



Denis Verdini è furibondo. Quella frase pronunciata da Matteo Renzi che collega il pessimo risultato delle amministrative all'alleanza con Ala lo fa imbestialire. "Da un anno Bersani e Speranza massacrano Renzi, e adesso sarebbe colpa di Ala? L'errore, piuttosto, è stato non partire subito con il partito della Nazione...", avrebbe detto Verdini ai suoi fedelissimi secondo un retroscena di Repubblica. Non vuole essere il capro espiatorio di nessuno Verdini: "Non scherziamo, il Pd ha perso a sinistra, non ha mobilitato i suoi".

Minaccia - E se Renzi dovesse escludere i verdiniani, dovrà pagarne le conseguenze: premesso che "al Senato, ormai lo sanno tutti, siamo decisivi" e che "il Partito democratico non può fare a meno di noi", "non lo aiuteremo più. E vediamo se sarà capace di andare avanti. Ma sia chiaro che a quel punto i nostri voti li impiegheremo per un altro governo. Si scordi di andare al voto anticipato". E per far traballare il governo "non serve molto", minaccia, "basta un colpetto sul primo provvedimento utile".

Resa dei conti - Ma se la situazione non dovesse precipitare, in tema di referendum la linea di Verdini non cambia: "Noi ci impegneremo. Poi a ottobre", spiega Ignazio Abrignani, "brindiamo tutti, oppure ci suicidiamo tutti... ". Intanto c'è da vedere cosa succederà, il 20 giugno, a urne chiuse. Secondo Verdini Renzi non romperà il patto: "L'accordo reggerà", scherza: "Matteo non farà come quel marito tradito che per fare un dispetto alla moglie... ".

martedì 7 giugno 2016

Panarello arriva la verità dei periti: la rivelazione che cambia tutto

Panarello arriva la verità: la rivelazione che cambia tutto



Veronica Panarello ha una “personalità non armonica” ma “capace di intendere e di partecipare al processo”. Sono le conclusioni in sintesi dei periti che hanno eseguito gli esami psichiatrici sulla mamma di Andrea Loris Stival. L’accertamento è stato disposto dal Gup di Ragusa davanti alla quale la donna è sotto processo con l’accusa di avere ucciso il figlio Loris, di 8 anni, e di averne poi occultato il cadavere nel canalone di contrada Mulino Vecchio a Santa Croce Camerina, il 29 novembre del 2014. Veronica non sarebbe quindi “pazza” e  rischia trent'anni per l'omicidio del figlio. 

Caivano (Na): L'opposizione chiede le dimissioni del Sindaco Monopoli

Chiusura Ufficio Giudice di Pace di Afragola Le opposizioni chiedono le dimissioni del Sindaco Monopoli


Dal 1 luglio 2016 non avremo più il Giudice di Pace ad Afragola. Un servizio molto importante anche per Caivano. Caso strano ad Acerra e Vallo di Lauro riportano l'Ufficio, e il Sindaco Monopoli contribuisce a chiudere quello di Afragola perché non ha 20.000 €. I primi segnali del probabile DISSESTO FINANZIARIO? Insomma, Monopoli che viene da una lunga opposizione sul territorio, e vivendo da dentro le molteplici difficoltà del Comune di Caivano, appena insediato, assume un Capo di Staff, in questo caso il dott. Giovanni De Cicco per un importo di circa 40 mila euro per l'intero mandato, soldi tra l'altro dei caivanesi, e, come appunto lamentano le opposizioni, taglia per 20 mila euro l'anno, l'unico presidio di Giustizia presente su Napoli Nord. Un paradosso. Un controsenso. Si all'informazione amica, si alle ulteriori spese che pendono sulle spalle dei cittadini, ma no al Giudice di Pace di Afragola. Ai cittadini l'ardua sentenza. 

La tragica verità sull'incidente di Salom Ecco perché è morto il giovane Luis

La tragica verità sull'incidente di Salom. Ecco perché è morto il giovane Luis



Arriva una dura verità sul tragico incidente che domenica scorsa ha ucciso il pilota spagnolo di moto2 Luis Salom. Secondo le indagini dei periti della Sag team, la caduta del 24enne maiorchino alla curva 12 della pista di Montmelò non è stata causata da un guasto meccanico, ma da una frenata ritardata. Una tragica fatalità dovuta a un errore umano quindi: "una frenata di 6 km/h più lenta del suo giro più veloce - hanno dichiarato i tecnici - a causa di una minore accelerazione in uscita dalla curva 11".

PEZZE DA NOVANTA In due 20mila preferenze Chi sono le regine del Cav

Forza Italia, Gelmini e Carfagna regine delle preferenze: insieme fanno quasi 20mila voti



La scelta ha pagato. Qualcuno deve aver sollevato perplesso il sopracciglio quando ha visto il nome di Maria Stella Gelmini, ex coordinatrice regionale di Forza Italia in Lombardia ed ex ministro, nelle liste per il consiglio comunale milanese. E invece ha avuto ragione lei e chi l'ha voluta in quella lista. Perchè con quasi 12mila preferenze la Gelmini è stata una tra le candidate alle amministrative più votate d'Italia e ha sicuramente spinto Forza Italia al grande risultato milanese coi suoi numeri e col suo nome. Ora, lei ha detto che a Palazzo Marino ci resterà. Magari in caso di vittoria è possibile che Parisi la scelga per la squadra di governo della città. O forse, come illustri precedenti tipo Letizia Moratti, è possibile che la Gelmini dopo qualche mese in Comune, decida di passare ad altro. Ma comunque il suo contributo è stato determinante per gli azzurri, e lo sarà anche nelle settimane che ci portano al ballottaggio. Numeri leggermente inferiori ma sicuramente degni di nota ha messo da parte anche un'altra big azzurra in corsa domenica: Mara Carfagna. Pure lei, come la Gelmini, ex ministro, ha incassato oltre 5.500 preferenze da capolista azzurra a Napoli, contribuendo a spingere Lettieri al ballottaggio contro De Magistris.

VOCE DEVASTANTE La mossa di Marchini "che cambierà tutto"

La voce devastante su Marchini. "Questa mossa cambierà tutto"



Il secondo turno delle Amministrative potrebbero funzionare da prove generali per grandi manovre politiche nazionali dal sapore un po' retrò ma che sembrano ancora resistere tra le aspirazioni dei principali partiti di maggioranza e opposizione. Per il centrodestra il voto del 5 giugno nelle grandi città chiamate alle urne è stato uno tsunami. Fatta eccezione per Milano, dove il pareggio tra il renziano Beppe Sala e il moderato Stefano Parisi tiene accesa la fiammella della speranza, o per Napoli, dove il candidato di Forza Italia Gianni Lettieri ha strappato un biglietto per il ballottaggio contro un rampante Luigi De Magistris, nelle altre città come Roma e Torino il centrodestra spaccato sarebbe in teoria fuori da tutti i giochi.

Appunto in teoria, perché di fatto nessuno può considerarsi abbastanza nemico da non concepire un apparentamento, magari informale, se il soggetto da sconfiggere è un nemico ben più temibile. Su questo scenario si muoverebbero Partito Democratico e Forza Italia, alle prese con nuovi tentativi di patto del Nazareno, grazie a sostegni incrociati da nord a sud.

Un'anticipazione de Il Foglio sostiene che esistano già accordi di massima stretti tra i candidati rimasti esclusi, sia dem che azzurri, a favore dell'altro e soprattutto contro l'avversario grillino di turno. Per esempio a Torino, dove Piero Fassino dovrà vedersela contro Chiara Appendino, il candidato azzurro Osvaldo Napoli difficilmente darà consiglio ai suoi elettori di votare per la grillina. Stesso discorso, ma a parti inverse, a Napoli, dove la dem Valeria Valente si ritrova davanti al dubbio amletico se sostenere il ribelle De Magistris o il più ragionevole Gianni Lettieri. E che dire dell'accordo degli accordi, quello a Roma tra l'escluso di lusso Alfio Marchini e il dem in affanno Roberto Giachetti. Nella capitale, la grillina Virginia Raggi è andata vicina al 40%, i pentastellati romani già parlano di miracolo, e un po' miracolati di sentono anche dalle parti del Nazareno, visto che Giorgia Meloni ha mancato il ballottaggio per un'incollatura.

Caos nel quartier generale della Raggi Rocco Casalino sbrocca coi giornalisti

M5S, tensione al quartier generale della Raggi: Rocco Casalino sbrocca coi giornalisti



Momenti di tensione al quartier generale del Movimento 5 Stelle a Roma. Sono decine i giornalisti appostati nella speranza di carpire una dichiarazione tra i tanti big che stanno seguendo la sfida elettorale di Virginia Raggi. La notte è lunga, carica di emozioni e di contrordini, con annunci di interventi poi smentiti. 

"O così, o andatevene" - I giornalisti si assiepano intorno al responsabile della comunicazione del M5S al Senato Rocco Casalino, ex concorrente della storica prima edizione del Grande Fratello. Quando si sparge voce che i parlamentari grillini romani parleranno in diretta alle tv prima di incontrare i cronisti presenti (e in attesa da ore) parte la rivolta. Casalino, però, non si piega e anzi parte al contrattacco: "Io non lavoro per voi - avrebbe ribadito a chi lo contestava, secondo quanto riferisce l'agenzia Askanews -, io faccio ciò che serve a noi. Se non vi va bene potete anche andarvene".