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martedì 7 giugno 2016

La tragica verità sull'incidente di Salom Ecco perché è morto il giovane Luis

La tragica verità sull'incidente di Salom. Ecco perché è morto il giovane Luis



Arriva una dura verità sul tragico incidente che domenica scorsa ha ucciso il pilota spagnolo di moto2 Luis Salom. Secondo le indagini dei periti della Sag team, la caduta del 24enne maiorchino alla curva 12 della pista di Montmelò non è stata causata da un guasto meccanico, ma da una frenata ritardata. Una tragica fatalità dovuta a un errore umano quindi: "una frenata di 6 km/h più lenta del suo giro più veloce - hanno dichiarato i tecnici - a causa di una minore accelerazione in uscita dalla curva 11".

PEZZE DA NOVANTA In due 20mila preferenze Chi sono le regine del Cav

Forza Italia, Gelmini e Carfagna regine delle preferenze: insieme fanno quasi 20mila voti



La scelta ha pagato. Qualcuno deve aver sollevato perplesso il sopracciglio quando ha visto il nome di Maria Stella Gelmini, ex coordinatrice regionale di Forza Italia in Lombardia ed ex ministro, nelle liste per il consiglio comunale milanese. E invece ha avuto ragione lei e chi l'ha voluta in quella lista. Perchè con quasi 12mila preferenze la Gelmini è stata una tra le candidate alle amministrative più votate d'Italia e ha sicuramente spinto Forza Italia al grande risultato milanese coi suoi numeri e col suo nome. Ora, lei ha detto che a Palazzo Marino ci resterà. Magari in caso di vittoria è possibile che Parisi la scelga per la squadra di governo della città. O forse, come illustri precedenti tipo Letizia Moratti, è possibile che la Gelmini dopo qualche mese in Comune, decida di passare ad altro. Ma comunque il suo contributo è stato determinante per gli azzurri, e lo sarà anche nelle settimane che ci portano al ballottaggio. Numeri leggermente inferiori ma sicuramente degni di nota ha messo da parte anche un'altra big azzurra in corsa domenica: Mara Carfagna. Pure lei, come la Gelmini, ex ministro, ha incassato oltre 5.500 preferenze da capolista azzurra a Napoli, contribuendo a spingere Lettieri al ballottaggio contro De Magistris.

VOCE DEVASTANTE La mossa di Marchini "che cambierà tutto"

La voce devastante su Marchini. "Questa mossa cambierà tutto"



Il secondo turno delle Amministrative potrebbero funzionare da prove generali per grandi manovre politiche nazionali dal sapore un po' retrò ma che sembrano ancora resistere tra le aspirazioni dei principali partiti di maggioranza e opposizione. Per il centrodestra il voto del 5 giugno nelle grandi città chiamate alle urne è stato uno tsunami. Fatta eccezione per Milano, dove il pareggio tra il renziano Beppe Sala e il moderato Stefano Parisi tiene accesa la fiammella della speranza, o per Napoli, dove il candidato di Forza Italia Gianni Lettieri ha strappato un biglietto per il ballottaggio contro un rampante Luigi De Magistris, nelle altre città come Roma e Torino il centrodestra spaccato sarebbe in teoria fuori da tutti i giochi.

Appunto in teoria, perché di fatto nessuno può considerarsi abbastanza nemico da non concepire un apparentamento, magari informale, se il soggetto da sconfiggere è un nemico ben più temibile. Su questo scenario si muoverebbero Partito Democratico e Forza Italia, alle prese con nuovi tentativi di patto del Nazareno, grazie a sostegni incrociati da nord a sud.

Un'anticipazione de Il Foglio sostiene che esistano già accordi di massima stretti tra i candidati rimasti esclusi, sia dem che azzurri, a favore dell'altro e soprattutto contro l'avversario grillino di turno. Per esempio a Torino, dove Piero Fassino dovrà vedersela contro Chiara Appendino, il candidato azzurro Osvaldo Napoli difficilmente darà consiglio ai suoi elettori di votare per la grillina. Stesso discorso, ma a parti inverse, a Napoli, dove la dem Valeria Valente si ritrova davanti al dubbio amletico se sostenere il ribelle De Magistris o il più ragionevole Gianni Lettieri. E che dire dell'accordo degli accordi, quello a Roma tra l'escluso di lusso Alfio Marchini e il dem in affanno Roberto Giachetti. Nella capitale, la grillina Virginia Raggi è andata vicina al 40%, i pentastellati romani già parlano di miracolo, e un po' miracolati di sentono anche dalle parti del Nazareno, visto che Giorgia Meloni ha mancato il ballottaggio per un'incollatura.

Caos nel quartier generale della Raggi Rocco Casalino sbrocca coi giornalisti

M5S, tensione al quartier generale della Raggi: Rocco Casalino sbrocca coi giornalisti



Momenti di tensione al quartier generale del Movimento 5 Stelle a Roma. Sono decine i giornalisti appostati nella speranza di carpire una dichiarazione tra i tanti big che stanno seguendo la sfida elettorale di Virginia Raggi. La notte è lunga, carica di emozioni e di contrordini, con annunci di interventi poi smentiti. 

"O così, o andatevene" - I giornalisti si assiepano intorno al responsabile della comunicazione del M5S al Senato Rocco Casalino, ex concorrente della storica prima edizione del Grande Fratello. Quando si sparge voce che i parlamentari grillini romani parleranno in diretta alle tv prima di incontrare i cronisti presenti (e in attesa da ore) parte la rivolta. Casalino, però, non si piega e anzi parte al contrattacco: "Io non lavoro per voi - avrebbe ribadito a chi lo contestava, secondo quanto riferisce l'agenzia Askanews -, io faccio ciò che serve a noi. Se non vi va bene potete anche andarvene".

lunedì 6 giugno 2016

"Risparmiatori ingannati, ho le prove" E la Gabanelli chiede al big di dimettersi

Milena Gabanelli: risparmiatori ingannati dalla banche. Vegas si dimetta subito



"O è in grado di produrre la smentita a questa lettera a lei indirizzata (protocollo numero 11038690) o credo che responsabilmente lei debba dimettersi". Milena Gabanelli ha chiesto in diretta durante la puntata di Report su Rai 3 di domenica 5 giugno le dimissioni del presidente della Consob, Giuseppe Vegas.

Durante il programma è stato mostrato un documento della divisione emittenti della Consob che risale al 3 maggio 2011 e che riguarda i prospetti informativi delle offerte pubbliche di vendita e sottoscrizione o di scambio di strumenti finanziari non-equity. Nella lettera la Consob invita gli enti emittenti a non inserire le informazioni sugli scenari di probabilità nel prospetto degli strumenti finanziari come le obbligazioni che le banche hanno venduto alla clientela, e si citano tra questi anche la Banca Popolare di Vicenza.

Vegas, sostiene la Gabanelli, "ha violato la regola Consob che prevede di raccomandare alle banche l'utilizzo di uno strumento che al risparmiatore dice: acquistando per esempio queste obbligazioni hai il 62% di probabilità di perdere metà del tuo capitale. Certo, è una probabilità, non è scritta nella pietra, ma è uno strumento utilissimo per il risparmiatore. Perché non è stato utilizzato nel corso di tutti questi anni dove Vegas si è sempre difeso dicendo: ma non sono mica stato io a vietarlo, è l'Europa che non lo vuole e comunque è uno strumento ingannevole. Allora, di sicuro in questi casi a essere stati ingannati", ha continuato la Gabanelli, "sono stati i risparmiatori, che invece la Consob deve tutelare". Anzi, "l'Europa invita ogni Paese a fare del proprio meglio per dare le informazioni chiare. E allora chi ha preso l’iniziativa di far sparire lo strumento che le informazioni chiare le dava? Vegas stesso. E la prova è in questa lettera datata Roma 3 maggio 2011".

Renzi flop dà la colpa ai candidati Poi attacca il vero nemico: chi è

Renzi: "I flop Pd sono colpa dei candidati". Poi attacca la Lega



Matteo Renzi in fuga, nella conferenza stampa sul voto alle amministrative. Il premier e segretario del Pd si presenta con un po' di ritardo in diretta tv, bruciato sul tempo sia da Giorgia Meloni sia da Matteo Salvini. E parte parlando non del Pd, ma degli altri partiti: da Forza Italia (che, dice "va bene a Milano ma malissimo altrove"), dai 5 Stelle ("bene a Roma e Torino ma non sfondano da nessuna altra parte"), dalla Lega ("Se Salvini è contento per aver preso il 2,7% a Roma, gli faccio tanti auguri. Se poi consideriamo che a Milano Forza Italia ha preso il doppio della Lega..."). E solo in fondo arriva al suo di partito, per dire che "non siamo andati bene, perchè noi siamo una squadra a cui piace vincere dappertutto e sempre e se non lo facciamo, diciamo che non va bene". Quindi, scarica le responsabilità dei flop ai candidati ("Alle amministrative il risultato dipende dal singolo candidato" e stigmatizza il "caso Napoli" dove anticipa una soluzione commissariale dopo le due sconfitte del 2011 e 2016.Poi sibila: non dimenticate che, anche dove non abbiamo vinto al primo turno, i nostri candidati hanno preso intorno, ma spesso di più, del 40%". 

Renzi nero, riunione segreta del Pd La frase disperata. Cosa succede

Renzi tesissimo, riunione segreta del Pd: la frase disperata. Cosa succede adesso



Questa volta Matteo Renzi è davvero "preoccupato". Seduto al tavolo nella sua stanza a Largo del Nazareno, riporta Repubblica in un retroscena, il presidente del Consiglio, ai suoi fedelissimi, esprime tutta la sua "preoccupazione". Non se lo aspettavano, sono scioccati. Gli exit poll riservati di Palazzo Chigi non riportavano una così devastante avanzata dei 5 stelle.  

Ma i grillini avanzano. Volano a Roma, sfidano Piero Fassino a Torino. "Se facciamo 4 ballottaggi su 5 è un risultato su cui si può lavorare", aveva detto Renzi appena chiusi i seggi. Ma ora la situazione è "allarmante". Ora il presidente del Consiglio deve scegliere cosa fare: stare con Denis Verdini o ripristinare l'Ulivo? Difficile rispondere adesso. Il nemico non è più Silvio Berlusconi ma Beppe Grillo. Il clima al Largo del Nazareno è tesissimo. Ma non c'è tempo da perdere. Il Pd perderà facilmente Roma, rischia a Torino e Milano. Bisogna sfruttare al massimo queste due settimane prima del ballottaggio: Renzi avrebbe già in mente una campagna elettorale più aggressiva.  E soprattutto sarà costretto a sedersi al tavolo con Sel e Sinistra italiana.