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venerdì 1 aprile 2016

Decine di infiltrati nei nostri aeroporti: così i terroristi ci massacreranno

Infiltrati nei nostri aeroporti: così i terroristi ci massacreranno


di Mauro Zenon



LA SCOPERTA
Infiltrati nei nostri aeroporti: così i terroristi ci massacreranno. Cinquanta simpatizzanti dello Stato islamico lavorerebbero attualmente all' aeroporto di Zaventem e avrebbero avuto il ruolo di «spie» nei tragici attentati dello scorso 22 marzo. A lanciare la pesante denuncia è la polizia aeroportuale di Zaventem, tramite una lettera indirizzata alle autorità belghe e riportata ieri dal sito Het Belang Van Limburg. Gli agenti affermano di aver «continuamente denunciato la mancanza di sicurezza», di aver più volte comunicato alle loro gerarchie che una quinta colonna islamista operava clandestinamente in aeroporto e lavorava nei «duty-free, nei servizi di pulizia e tra gli addetti ai bagagli», «ma nessuno ha ascoltato». Secondo la denuncia della polizia aeroportuale, gli attentatori di Bruxelles avrebbero usufruito di queste persone: «Per noi è evidente che i terroristi si sono serviti dell' aiuto di persone che hanno fatto ricognizioni, prima di passare all' azione», hanno scritto gli agenti, mentre fonti della polizia hanno confermato la presenza di «falsi turisti» sempre più numerosi all' aeroporto, «persone conosciute per aver combattuto in Siria, noi le abbiamo arrestate e segnalato la loro presenza, ma non sappiamo cosa sia stato fatto di queste informazioni».  Secondo quanto riportato da una fonte della polizia citata dai media belgi, i 50 simpatizzanti dell' Isis che lavorerebbero tuttora all' aeroporto di Zaventem, «dispongono di tesserini di sicurezza e possono arrivare fino alla cabina di pilotaggio di un aereo». «In passato - ha aggiunto la fonte - abbiamo ritirato il badge a diverse persone perché esprimevano simpatie per l' Isis, ma certamente non siamo riusciti ad arrivare a tutti».

INFILTRATI 
Una situazione simile si era verificata a dicembre a Parigi, con l' annuncio del ritiro dei tesserini di sicurezza a 70 agenti che lavoravano all' aeroporto Charles de Gaulle ed erano schedati «S» (sicurezza dello Stato) per radicalizzazione. Ma ad essere coinvolte nell' ascesa del comunitarismo islamico erano anche altre società pubbliche francesi come La Poste, la Ratp (trasporti parigini) e Sncf (ferrovie francesi), come raccontato dall' inchiesta pubblicata a novembre dal Figaro. Ieri, Vincent Gilles, presidente del sindacato di polizia SLFP, ha affermato che «tra il personale addetto ai bagagli (di Zaventem, ndr), ci sono diverse persone che hanno acclamato gli attentati di Parigi», confermando dunque la presenza di una quinta colonna islamista anche in Belgio. In Francia, lo scorso anno, è stato l' attuale sindaco di Nizza, Christian Estrosi, a evocare l' esistenza di una «quinta colonna islamista». Ma prima di lui, un altro membro di spicco della destra neogollista aveva impiegato questa formula per descrivere la realtà delle cellule dormienti distribuite su tutto il territorio francese che lavorano per favorire l' espansione dell' islam radicale. Si tratta di Jacques Myard, che all' indomani dell' attentato terroristico di Londra del 2013 che costò la vita a un soldato denunciò il pericolo crescente rappresentato dagli «assassini islamisti», divenuti una «quinta colonna» nelle «banlieue d' Europa», non solo in quelle francesi. Molenbeek, nella narrazione politico-mediatica, non esisteva ancora, gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi e del 22 marzo a Bruxelles non si erano ancora verificati, ed entrambi, va da sé, furono trattati come degli invasati. Ora però non sono più solo loro a denunciare l' esistenza di uno Stato nello Stato, di innumerevoli cellule dormienti - ma nemmeno troppo dormienti - che operano clandestinamente sul suolo francese, belga e più in generale europeo per destabilizzare gli Stati.

LA DENUNCIA 
Proprio ieri, Samia Ghali, senatrice di origini algerine del Partito socialista e figura emblematica della gauche marsigliese, ha dichiarato in diretta televisiva che «esistono dei campi di addestramento nei quartieri», dove i giovani imparano ad utilizzare il kalashnikov, come nei territori occupati dallo Stato islamico in Siria e in Iraq. «Siamo in Francia, nel XXIesimo secolo e sono qui a chiedere che venga eretto un muro in una scuola affinché i proiettili dei kalashnikov o dei fucili non vengano ritrovati nel cortile della ricreazione», ha aggiunto la senatrice di origine algerine, invocando la necessità di «disarmare questi quartieri». Le dichiarazioni tranchant di Samia Ghali fanno eco a quanto affermato domenica dal ministro della Città, della Gioventù e dello Sport, Patrick Kanner, che squarciando il velo di ipocrisia che copre l' esecutivo di cui fa parte ha sottolineato l' esistenza di «un centinaio di Molenbeek» in Francia. Intere zone dove sono i jihadisti a dettare legge, i terroristi di Parigi e di Bruxelles sono degli eroi, quelli di Charlie Hebdo se la sono cercata, e la sharia ha sostituito le norme della République. All' aeroporto belga 50 dipendenti fanno il tifo per l' Isis.

Il fidanzato imbarazzante della Guidi Sputtanato, ecco che cosa scriveva

Il fidanzato imbarazzante della Guidi. Sputtanato, ecco che cosa scriveva



Al telefono Gianluca Gemelli, compagno dell'ex ministro allo Sviluppo Economico Federica Guidi, si teneva aggiornatissimo sugli sviluppi dei provvedimenti del governo che interessavano le società petrolifere per le quali lavorava. Eppure pubblicamente esternava su Twitter frasi al vetriolo contro la "Casta" in perfetto stile grillino. Non era per niente un tweettatore appassionato il signor Gemelli, gli ultimi messaggi pubblicati sono tweet automatici generati da un videogioco a gennaio 2015. Un anno prima, il compagno dell'ex ministra ne aveva sempre per tutti. Il 26 maggio 2014 scriveva: "Ora non ci sono più scusanti... Avanti con le riforme o di corsa al voto!!!".

Gianluca Gemelli ‎@tweens74
È avvilente dover constatare che non abbiamo offerta politica credibile, l'Italia ha perso l'occasione Renzi!!!

21:19 - 9 Feb 2013

Basta scorrere un paio di messaggi prima e si arriva già al 9 febbraio 2013, quando scriveva: "È avvilente dover constatare che non abbiamo offerta politica credibile, l'Italia ha perso l'occasione Renzi!!!". A Gemelli piacciono tanto i punti esclamativi, un amore antico che si ritrova anche nei messaggi appena precedenti, con un salto al dicembre 2011, era già forte la sua anima antisistema: "Ai politici... Se non adeguate i vs stipendi a quelli europei non potete permettervi di chiedere sacrifici. La gente è stanca di voi!!!".

Gianluca Gemelli ‎@tweens74
A tutti i politici... Il governo ha carta bianca per tartassare i cittadini ma non può abbassare gli stipendi dei parlamentari... BUFFONI!!!

21:27 - 10 Dic 2011

Come uno qualunque, Gemelli le spara senza pudore: "A tutti i politici... Il governo ha carta bianca per tartassare i cittiadini ma non può abbassare gli stipendi dei parlamentari... BUFFONI!!!". Finché non si arriva all'esordio sul social, era il 3 dicembre 2011 e il rivoluzionario imprenditore del petrolio attaccava: "Perché Francia e Germania hanno fatto l'accordo con la Svizzera e da noi tartassano sempre gli stessi???". Eppure le conoscenze nell'esecutivo non gli mancavano, certi interrogativi anzi poteva farli anche sul divano di casa.

Verdini, una mossa clamorosa: sono guai, tutti adesso mollano Renzi

Verdini, la mossa a sorpresa che mette nei guai Renzi



Isolato e "trivellato": Matteo Renzi non può fidarsi più nemmeno di Denis Verdini. Mentre al Senato sul terzo settore Ala ha di fatto salvato il governo votando sì all'emendamento del governo (con 3 voti di scarto sul quorum richiesto), è fuori da Palazzo Madama che si scatena la bagarre. A sorpresa, i verdiniani si uniscono al fronte trasversale dei No Triv, tutti quelli che al referendum del 17 aprile sulle trivelle voteranno no. Il peso elettorale di Verdini & Co., forse, è limitato, ma dal punto di vista politico e mediatico la "chiamata alle armi" (così l'ha definita il senatore Antonio Scavone) rischia di essere molto, molto pesante nelle prossime settimane. 

Tutti (o quasi) contro Renzi - La partita si gioca innanzitutto sul quorum: Renzi (con la maggioranza del Pd) si è esposto invitando gli elettori italiani a non votare. Se vincerà l'astensionismo, potrà dire di aver vinto. Ma se questo non accadrà, allora avrà perso in ogni caso. E si ritroverà solo con tutto il peso della sconfitta, perché contro di lui, a favore del sì al referendum, c'è un pezzo del Pd (la minoranza, ma non tutta), Forza Italia, la Lega Nord, Sel, Gal e, ovviamente, il Movimento 5 Stelle. A unire chi protesta c'è anche la scelta del governo di non unire in un unico election day referendum e amministrative (modo scontato per abbassare la percentuale di votanti) con costo aggiuntivo di 360 milioni di euro. "L'equivalente - ha ironizzato il verdiniano Scavone - delle royalty derivanti dall'estrazione del petrolio".

Caivano (Na): Sveglia Caivano, propone l’adozione del “Baratto amministrativo”

Caivano (Na): Sveglia Caivano, propone l’adozione del “Baratto amministrativo”


Nino Navas

Introdurre anche a Caivano lo strumento del “Baratto amministrativo” come forma di cittadinanza attiva e sostegno per quella fascia di cittadinanza in difficoltà.

La proposta arriva dall’associazione socio – culturale, presieduta da Tonia Mormile, che nei prossimi giorni protocollerà al comune un documento in cui si chiede all’amministrazione comunale di prendere in seria considerazione l’adozione di questa misura che in altri comuni sta funzionando in  maniera molto efficace.

Secondo quanto stabilito dall'articolo 24 della legge numero 164 del 2014 i Comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione al territorio da riqualificare. Gli interventi possono riguardare, la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio urbano o extraurbano.” In base al tipo di intervento, tocca poi al Comune, secondo lo Sblocca Italia, a decidere se ridurre del tutto in parte alcune tasse.

“Riteniamo che questa misura potrebbe essere molto utile anche per la nostra comunità – afferma Nino Navas, fondatore di Sveglia Caivano - chi ha difficoltà a far quadrare i conti potrebbe in questo modo, rendendosi utile per la comunità, saldare i suoi debiti con il Comune sistemando le aree verdi della città, effettuando la manodopera in piazze e strade. Ma anche il recupero di aree e beni immobili inutilizzati. Un sistema che farebbe contento chi, magari essendo disoccupato, ha tempo a disposizione e debiti insoluti. Le tasse dovute, in questo caso, sarebbero trasformate in ore da dedicare alle attività in favore della comunità. Auspichiamo – conclude Navas – che su questa opportunità che il legislatore offre si possa aprire un dibattito anche tra le forze politiche che guidano la nostra città e che al più presto l’argomento possa essere portato anche in Consiglio comunale”.

Nelle mani delle persone che ha ucciso La decisione finale sul terrorista Salah

Salah Abdeslam, sì all'estradizione in Francia



La giustizia del Belgio ha deciso che Salah Abdeslam può essere estradato in Francia. Lo hanno annunciato i procuratori federali, spiegando che Francia e Belgio adesso discuteranno di come procedere al trasferimento. Un legale di Salah aveva precedentemente riferito che il suo cliente ha fatto cadere l’obiezione iniziale all’estradizione in Francia e che è disposto a collaborare con le autorità francesi. Ora, dunque, quella che è considerata la "mente" degli attacchi a Parigi dello scorso 13 novembre, finirà tra le mani delle autorità francesi.

Porno-scandalo, l'uomo più famoso della radio italiana con la prostituta. La foto lo inchioda, ma poi... / Guarda

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Marco Mazzoli, popolarissimo conduttore di Radio 105 con il famigerato Zoo, si perde nella notte milanese e Novella 2000 lo paparazza in dolce compagnia. È circa l’una e mezza di domenica notte e Mazzoli, a bordo della sua Mercedes bianca, si accosta a lato strada, forse per chiedere informazioni a una signorina che passeggia nella primavera non più gelida. E pare che Marco Mazzoli abbia trovato una donzella particolarmente generosa oltre che decisamente scostumata. "Non si è limitata a indicargli la strada giusta, ma si è offerta anche di accompagnarlo", scrive Novella. 

La sorpresa - Da Miami, dove era in vacanza, era arrivata anche la reazione della moglie di Mazzoli che non l'ha presa proprio benissimo: "Tu sei morto!" gli avrebbe detto, come riporta Giornalettismo. Peccato però che sia tutta una messa in scena, architettata tra lo speaker di Radio 105 e la redazione delle Iene. La finta paparazzata serviva per promuovere il film "On air. Storia di un successo" ispirato al programma radiofonico condotto dallo stesso Mazzoli. 

Il colpaccio: "Giletti a Mediaset" La sorpresa: occhio alla De Filippi

Ribaltone Giletti: lascia la Rai per Mediaset, la mediatrice è la donna più potente della tv



Massimo Giletti, uno degli uomini-simbolo della Rai, mattatore della seguitissima Arena la domenica pomeriggio, sarebbe pronto a fare il salto della quaglia e passare a Mediaset. Lo mormora il settimanale Oggi in edicola, aggiungendo che la mediazione del passaggio sarebbe nelle mani niente meno che di Maria De Filippi. Scrive Oggi: “Che cosa ci facevano il 30 marzo pomeriggio all’Hotel de Russie di Roma, Massimo Giletti, Giorgio Restelli, direttore risorse artistiche di Mediaset, e Alessandro Salem, direttore generale dei contenuti Mediaset? Semplice: definivano gli ultimi dettagli del clamoroso passaggio di Massimo Giletti dalla Rai a Mediaset”. E poi sembra che "dietro all’abbandono della Rai da parte del giornalista, nato e cresciuto nell’azienda pubblica, ci sia anche la manina di Maria De Filippi".

Ancora incerta la data del passaggio. Se nella prossima stagione o in quella successiva. Non è la prima volta che circola la voce di un addio di Giletti alla Rai. Questa volta le indiscrezioni sono più insistenti che mai. La domanda è: Giletti resterebbe legato alla domenica pomeriggio, suo habitat ormai consolidato. Se sì, cosa ne sarebbe della infaticabile Barbara D'Urso?