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martedì 1 marzo 2016

PENSIONI, ECCO L'ULTIMA RAPINA Quando (e di quanto) te la tagliano

Pensioni, arriva l'ultima rapina. Ecco quando e quanto te la tagliano



La mente di Matteo Renzi è già tutta proiettata alle prossime elezioni politiche per le quali sta preparando un altro colpo di teatro sulla falsa riga delle 80 euro in busta paga. Il governo ha intenzione di anticipare il taglio delle tasse già annunciato per il 2018 di un anno, ma stavolta il regalino per gli italiani rischia di costare carissimo ai lavoratori dipendenti. Come scrive Repubblica, il governo è intenzionato a ridurre la pressione fiscale agendo sul peso del cuneo fiscale. Questo potrà comportare da un lato un possibile aumento dei soldi in busta paga, ma un altrettanto possibile alleggerimento delle future pensioni.

Il piano - Già durante la scorsa estate, il bocconiano Tommaso Nannicini, all'epoca consigliere economico del premier e oggi promosso a sottosegretario di Palazzo Chigi, aveva messo nero su bianco una strategia che prevedeva il taglio di sei punti percentu8ali sul cuneo dei neo-assunti, divisi a metà tra lavoratore e datore di lavoro. Nannicini nel suo editoriale su l'Unità del 18 agosto scorso aveva scritto: "Ora si apre la partita del taglio strutturale al cuneo contibutivo del tempo indeterminato, perché sempre e per tutti un contratto permanente pesi meno in termini di costo del lavoro".

L'alternativa - C'è chi nel governo ha sollevato anche una strada diversa dal taglio sul cuneo, come il viceministro dell'Economia Enrico Morando che ipotizzava un intervento per ridurre le aliquote irpef. Vorrebbe dire buste paga più ricche per tutti, ma per lo Stato significherebbe un esborso insostenibile, quindi l'ipotesi resta puro esercizio di stile. Il piano di Nannicini, invece, può valere più o meno sei miliardi di euro, la metà del bonus lavoro del 2015, ma senza costi aggiuntivi per lo Stato.

Il trucco - Il piano dell'ex consigliere economico di Renzi prevede anche l'opzione di destinare i tre punti tagliati dal cuneo del lavoratore non per la busta paga, ma per la previdenza integrata. In un modo o nell'altro per lo Stato è un affare: se arrivano soldi in più in busta paga, ci pensa l'aliquota Irpef a risucchiarli, se invece vanno alla pensione integrativa, ci pensa l'aumento della tassazione per i fando pensione a divorarli, visto che il prelievo è passato dall'11,5% al 20%.

Non solo Ennio Morricone: ecco tutti gli Oscar italiani

Non solo Ennio Morricone: ecco tutti gli Oscar italiani



La notte degli Oscar è in Italia soprattutto la notte di Ennio Morricone, ennesimo talento del cinema nostrano a portare a casa la prestigiosa statuetta. Perché il Belpaese, nonostante le difficoltà, occupa uno dei capitoli principali della storia del grande schermo: basta pensare al numero di premi vinti. L'Italia è al primo posto, con 13 Oscar, nella categoria miglior film. Quattro se li è aggiudicati solo Vittorio De Sica, con 'Sciuscià', 'Ladri di biciclette', 'Ieri, oggi e domani' e 'Il Giardino dei Finzi Contini'. Quattro anche per Federico Fellini, vincitore a Hollywood con 'La strada', 'Le notti di Cabiria', '8 ½', 'Amarcord'. Ma hanno vinto anche Elio Petri con 'Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto', Giuseppe Tornatore con 'Nuovo Cinema Paradiso, Gabriele Salvadores con 'Mediterraneo, Roberto Benigni con 'La vita è bella' e Paolo Sorrentino con 'La grande Bellezza'. Due attrici italiane, Anna Magnani con 'La rosa tatuata', e Sophia Loren con 'La ciociara', hanno vinto il premio come miglior attrice, ma nessuna delle due era presente alla cerimonia. C'era invece nel 1997 Benigni, primo attore non angolofono a vincere la statuetta da protagonista. Prima di Morricone, anche un altro compositore è stato amato dagli americani: Giorgio Moroder, vincitore per la migliore colonna sonora con gli indimenticabili motivi di 'Fuga di mezzanotte', 'Flashdance' e 'Topgun'. Il successo italiano nelle cosiddette 'categorie tecniche' dimostra la validità del nostro cinema e dei nostri professionisti: 33 premi in tutto, un vero e proprio bottino che va dalle scenografie di Dante Ferretti per Hugo Cabret, agli straordinari effetti speciali di Carlo Rambaldi per ET e Alien.

Bersani-Letta, ritorno e trappola: il loro uomo per riprendersi il Pd

Trappolone finale. Bersani e Letta, il ritorno: il loro uomo per riprendersi il Pd



Il passato che ritorna ha i nomi di Pier Luigi Bersani ed Enrico Letta, i due grandi silurati da Matteo Renzi. Il tandem composto dal "premier mancato" e dal "premier per poco" ha un piano per far fuori l'attuale presidente del Consiglio dalla segreteria del partito: candidare Roberto Speranza al congresso democrat, e riuscire a farlo vincere. Certo, un piano non semplicissimo, ma che potrebbe trovare il sostegno di ulivisti, cattolici, liberal e renziani delusi. Roberto Speranza, insomma, contro Enrico Rosssi e Michele Emiliano, i governatori di Toscana e Puglia che hanno già annunciato la loro corsa.

In caso di sconfitta al congresso di Bersani e Letta, nel Pd, potrebbe succedere di tutto. Anche una scissione, così come caldeggiata (da tempo) da Massimo D'Alema, per dar vita a un partito simile al vecchio Pds. Prima, però, i rottamati proveranno a riprendersi il Pd: prima tappa il 12-14 marzo a Perugia, dove si terranno gli "stati generali" di Area Riformista, un partito nel partito. In quest'occasione verrà lanciata ufficialmente la candidatura di Speranza. Ma perché il piano dei frondisti abbia successo, Renzi dovrebbe passare per una debacle elettorale: fari puntati, dunque, sulle amministrative a Roma, Napoli e Milano. Se il premier "collezionasse" almeno due ko, la strada per Speranza sarebbe un poco meno impervia.

Torna lo scatto alla risposta: un salasso Telefonia, l'operatore che ti massacra

Torna lo scatto alla risposta: un salasso. Telefonia, l'operatore che ti massacra



Una pessima sorpresa per i telefoni fissi: raddoppiano i costi delle chiamate da casa per i clienti Tim, il nuovo marchio Telecom che copre anche il fisso. Infatti, come si legge in un annuncio pubblicato sui principali quotidiani, dal primo aprile il prezzo delle chiamate a consumo verso i telefoni fissi e i cellulari nazionali dell'offerta Voce e della linea Isda (in buona sostanza quelli che hanno solo la vecchia linea telefonica di base e non hanno aderito alle offerte a forfait) aumenterà da 10 a 20 centesimi al minuto. Ma non è tutto: è previsto anche uno scatto alla risposta pari a 20 centesimi. La mazzata è servita.

lunedì 29 febbraio 2016

ECCO IL SUO CANDIDATO Salvini, ora è terremoto: chi ha scelto, i risultati

Ecco il suo candidato. Ora è terremoto-Salvini: chi ha scelto, i risultati



Quasi finite le primarie fai-da-te di Matteo Salvini per Roma. Il leader della Lega Nord, in una conferenza stampa a Montecitorio, ha fornito i primi dati a scrutinio ancora in corso. Il risultato però è delineato: "In ventiquattr'ore quasi 15mila persone sono uscite di casa per esprimere la loro opinione ed è qualcosa che deve servire a tutto il centro destra". In testa c'è Alfio Marchini (1.450 voti). Seguono Irene Pivetti (1.300), Francesco Storace (1.250) e Guido Bertolaso (1.050). "A metà dello spoglio nessun candidato arriva alla maggioranza - ha aggiunto Salvini - non dico tutti sullo stesso piano, ma ci sono poche percentuali di differenza". Sorprende comunque Bertolaso, fieramente osteggiato da Salvini, tanto che il segretario del Carroccio ha ammesso: "Evidentemente la sua proposta ha una sua dignità". Forte di questi dati, Salvini ha suonato la carica invocando le primarie: "I gazebo erano una roba nostra, non rappresenta tutti, ma dà un risultato". E ancora: "Fermiamoci un attimo e ragioniamo se non sia il caso di coinvolgere tutti i cittadini in una giornata di partecipazione e di scelta popolare", perché "così il centrodestra a Roma perde e fa il più grande regalo possibile a Matteo Renzi".

IL PREZZO DI SUO FIGLIO Ecco quanto lo ha pagato: le cifre, imbarazzo per Nichi

Ecco quanto ha pagato il figlio Tobia. Le cifre che imbarazzano Vendola



Negli Stati Uniti avere un figlio da una madre surrogata è facile. Basta avere i soldi. Il costo, riporta il Corriere della sera, si aggira tra i 135mila e i 170mila euro. Tanto avrà speso Nichi Vendola con il suo compagno Eddy Testa per avere il piccolo Tobia Antonio. Una spesa che lievita se aumentano il numero dei tentativi per averlo e se la gravidanza è gemellare. 

Con quella cifra non solo paghi il bambino ma anche la cittadinanza americana e la certezza che quel bambino sarà figlio dei genitori internazionali e che la madre surrogata non avrà alcun diritto. Per questo si parla di un giro d'affari pazzesco destinato a crescere: più di 2.000 bambini nati ogni anno, il triplo di 10 anni fa, molti dei quali per coppie straniere. La California è la meta più gettonata dai gay italiani cui la pratica è preclusa nell'Europa dell'Est, per esempio.

Farinetti che coltellata a Renzi La frase che sputtana Matteo

Oscar Farinetti sveglia Renzi: "Per l'Italia quattro anni di m..."


di Franco Bechis



Lo dice senza fronzoli: «Siamo nella merda». E spiega pure perché: «lo siamo perchè mancano i posti di lavoro». Non basta? Aggiunge: «e per farvi coraggio voglio dire che secondo me stiamo entrando in un periodo di tre o quattro anni che saranno ancora più complicati del periodo 2009-2014. Ma è scritto che è così. Perché in quel periodo là almeno avevamo i Brics che tiravano, per cui esportavamo là. Adesso ci vengono a mancare anche quelli».

Queste parole non escono da una notoria Cassandra, dall' ultimo degli economisti catastrofisti. E nemmeno da un gufo di quelli che Matteo Renzi accusa di macumbe e gesti iettatori solo per oscurare i grandi passi avanti che le sue decisioni avrebbero fatto fare all' Italia. Nossignori, a dire che domani sarà ancora peggio è stato ieri a Roma l' imprenditore più renziano che ci sia: Oscar Farinetti, il fondatore e padrone di Eataly. E lo ha fatto a casa Renzi, proprio nella stessa sala dove ieri mattina era passato per un saluto il presidente del Consiglio e capo del partito di maggioranza: davanti ai giovani riuniti per la scuola di formazione politica del Pd.

I rischi di internet - Farinetti non ha fatto il gufo: ha raccontato la realtà presente, uscendo dallo schema ottimismo/pessimismo che secondo lui è il modo con cui si può guardare il futuro prossimo. Se sei ottimista pensi che un problema possa avere nel tempo una soluzione, e lavori su quella strada. Se sei pessimista invece pensi che le soluzioni non ci siamo mai, e quindi non fai nulla e ti culli nella difficoltà. Ma guardare la realtà è esercizio da realista. E Farinetti ha imbastito una lezione sicuramente interessante, anche se probabilmente urticante per la narrazione dell' esecutivo.

Per Renzi, che non ha presenziato allo show, a dire il vero il Farinetti di ieri sarebbe stato indigesto e urticante sotto molti altri aspetti assai poco diplomatici nel momento politico attuale. Farinetti è stato pesantissimo nei confronti dei cattolici, e alla platea di ragazzi che lo stava ascoltando ha pure detto: «Mi spiace di dirlo ai democristiani che ci sono fra voi. Ma la cosa più giusta detta da Karl Marx è che la religione è l' oppio dei popoli». Ha divagato su materie non sue come la storia patria, perdendosi in luoghi comuni sulla divisione fra conservatori neofobici (che avrebbero paura della novità) e innovatori, sostenendo che il Medioevo era il simbolo dei primi e l' impero romano (e poi il Rinascimento) dei secondi. Nella sua verve anticattolica si è fatto anche trascinare più in là, attaccando acidamente Angelino Alfano perchè «può dire scemenze, tanto poi va a confessarsi e lo perdonano pure».

Farinetti non è filosofo, politico o pensatore e si è visto bene ieri. È un imprenditore, comunque la si pensi, di successo. E quella prospettiva di tre quattro anni più neri di quelli che abbiamo vissuto merita di essere ascoltata sul serio. Secondo il fondatore di Eataly a determinare il ciclo negativo dell' economia c' è un solo responsabile: Internet. Che è la più grande invenzione della storia dell' umanità, dopo il fuoco. Ma che oggi produce un solo effetto: distruggere posti di lavoro in società fondante sul modello consumistico, che hanno le loro economie costruite alla base proprio sui posti di lavoro.

Farinetti lo ha spiegato ai giovani Pd con parole colorite. Raccontando che internet come il fuoco «è una invenzione che cambia il destino, la postura, l' essenza degli umani. Il colpo di fortuna è nascere nell' epoca di una invenzione straordinaria. La sfiga è che per domarla ci vuole un po' di tempo. Il fuoco ci misero migliaia di anni a domarlo. E noi siamo nella stessa situazione di allora. Abbiamo inventato una macchina straordinaria che si chiama Internet. E siamo sicuri che è una invenzione meravigliosa, che ci rimetterà di nuovo a posto, che creerà posti di lavoro, che ci farà vivere di nuovo in un' era fantastica, che risolverà un sacco di problemi del pianeta. Tuttavia siamo come nel momento in cui fu scoperto il fuoco: ci stiamo bruciando i piedi, stiamo dando fuoco alle foreste. Non riusciamo a domarlo».

Insulti e giudizi - Oggi quella straordinaria invenzione secondo Farinetti ha due scopi: «nella attività economica distruggere posti di lavoro. Nel privato la usiamo per insultarci o per giudicare». Il giudizio popolare non va giù al fondatore di Eataly, che subito se la prende con il sito più famoso per giudizi nel suo settore: «Grazie a internet diventiamo tutti giudici, tipo questa cagata di Trip Advisor. Io sono contro Trip Advisor, perché secondo me bisogna usare dei professionisti. Sono i politici a dovere fare politica, gli imprenditori a dovere fare impresa. E devono essere quelli che capiscono di cibo a giudicare il cibo».

Con uno scenario immediato così nero, ai ragazzi però Farinetti ha dato una soluzione: «avessi la vostra età, saprei su cosa puntare. Fino ad oggi si è costruito un modello sociale ed economico per godere. Ora sappiamo che il mondo finirà. E il lavoro del futuro dovrà basarsi non più sul godere, ma sul durare. Funzioneranno tutte le attività che cercheranno di allontanare il più possibile la fine del mondo, cercando di ritrovare un rapporto con la terra, con l' aria e con l' acqua». E su quelle la politica dovrebbe investire.