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martedì 1 marzo 2016

Torna lo scatto alla risposta: un salasso Telefonia, l'operatore che ti massacra

Torna lo scatto alla risposta: un salasso. Telefonia, l'operatore che ti massacra



Una pessima sorpresa per i telefoni fissi: raddoppiano i costi delle chiamate da casa per i clienti Tim, il nuovo marchio Telecom che copre anche il fisso. Infatti, come si legge in un annuncio pubblicato sui principali quotidiani, dal primo aprile il prezzo delle chiamate a consumo verso i telefoni fissi e i cellulari nazionali dell'offerta Voce e della linea Isda (in buona sostanza quelli che hanno solo la vecchia linea telefonica di base e non hanno aderito alle offerte a forfait) aumenterà da 10 a 20 centesimi al minuto. Ma non è tutto: è previsto anche uno scatto alla risposta pari a 20 centesimi. La mazzata è servita.

lunedì 29 febbraio 2016

ECCO IL SUO CANDIDATO Salvini, ora è terremoto: chi ha scelto, i risultati

Ecco il suo candidato. Ora è terremoto-Salvini: chi ha scelto, i risultati



Quasi finite le primarie fai-da-te di Matteo Salvini per Roma. Il leader della Lega Nord, in una conferenza stampa a Montecitorio, ha fornito i primi dati a scrutinio ancora in corso. Il risultato però è delineato: "In ventiquattr'ore quasi 15mila persone sono uscite di casa per esprimere la loro opinione ed è qualcosa che deve servire a tutto il centro destra". In testa c'è Alfio Marchini (1.450 voti). Seguono Irene Pivetti (1.300), Francesco Storace (1.250) e Guido Bertolaso (1.050). "A metà dello spoglio nessun candidato arriva alla maggioranza - ha aggiunto Salvini - non dico tutti sullo stesso piano, ma ci sono poche percentuali di differenza". Sorprende comunque Bertolaso, fieramente osteggiato da Salvini, tanto che il segretario del Carroccio ha ammesso: "Evidentemente la sua proposta ha una sua dignità". Forte di questi dati, Salvini ha suonato la carica invocando le primarie: "I gazebo erano una roba nostra, non rappresenta tutti, ma dà un risultato". E ancora: "Fermiamoci un attimo e ragioniamo se non sia il caso di coinvolgere tutti i cittadini in una giornata di partecipazione e di scelta popolare", perché "così il centrodestra a Roma perde e fa il più grande regalo possibile a Matteo Renzi".

IL PREZZO DI SUO FIGLIO Ecco quanto lo ha pagato: le cifre, imbarazzo per Nichi

Ecco quanto ha pagato il figlio Tobia. Le cifre che imbarazzano Vendola



Negli Stati Uniti avere un figlio da una madre surrogata è facile. Basta avere i soldi. Il costo, riporta il Corriere della sera, si aggira tra i 135mila e i 170mila euro. Tanto avrà speso Nichi Vendola con il suo compagno Eddy Testa per avere il piccolo Tobia Antonio. Una spesa che lievita se aumentano il numero dei tentativi per averlo e se la gravidanza è gemellare. 

Con quella cifra non solo paghi il bambino ma anche la cittadinanza americana e la certezza che quel bambino sarà figlio dei genitori internazionali e che la madre surrogata non avrà alcun diritto. Per questo si parla di un giro d'affari pazzesco destinato a crescere: più di 2.000 bambini nati ogni anno, il triplo di 10 anni fa, molti dei quali per coppie straniere. La California è la meta più gettonata dai gay italiani cui la pratica è preclusa nell'Europa dell'Est, per esempio.

Farinetti che coltellata a Renzi La frase che sputtana Matteo

Oscar Farinetti sveglia Renzi: "Per l'Italia quattro anni di m..."


di Franco Bechis



Lo dice senza fronzoli: «Siamo nella merda». E spiega pure perché: «lo siamo perchè mancano i posti di lavoro». Non basta? Aggiunge: «e per farvi coraggio voglio dire che secondo me stiamo entrando in un periodo di tre o quattro anni che saranno ancora più complicati del periodo 2009-2014. Ma è scritto che è così. Perché in quel periodo là almeno avevamo i Brics che tiravano, per cui esportavamo là. Adesso ci vengono a mancare anche quelli».

Queste parole non escono da una notoria Cassandra, dall' ultimo degli economisti catastrofisti. E nemmeno da un gufo di quelli che Matteo Renzi accusa di macumbe e gesti iettatori solo per oscurare i grandi passi avanti che le sue decisioni avrebbero fatto fare all' Italia. Nossignori, a dire che domani sarà ancora peggio è stato ieri a Roma l' imprenditore più renziano che ci sia: Oscar Farinetti, il fondatore e padrone di Eataly. E lo ha fatto a casa Renzi, proprio nella stessa sala dove ieri mattina era passato per un saluto il presidente del Consiglio e capo del partito di maggioranza: davanti ai giovani riuniti per la scuola di formazione politica del Pd.

I rischi di internet - Farinetti non ha fatto il gufo: ha raccontato la realtà presente, uscendo dallo schema ottimismo/pessimismo che secondo lui è il modo con cui si può guardare il futuro prossimo. Se sei ottimista pensi che un problema possa avere nel tempo una soluzione, e lavori su quella strada. Se sei pessimista invece pensi che le soluzioni non ci siamo mai, e quindi non fai nulla e ti culli nella difficoltà. Ma guardare la realtà è esercizio da realista. E Farinetti ha imbastito una lezione sicuramente interessante, anche se probabilmente urticante per la narrazione dell' esecutivo.

Per Renzi, che non ha presenziato allo show, a dire il vero il Farinetti di ieri sarebbe stato indigesto e urticante sotto molti altri aspetti assai poco diplomatici nel momento politico attuale. Farinetti è stato pesantissimo nei confronti dei cattolici, e alla platea di ragazzi che lo stava ascoltando ha pure detto: «Mi spiace di dirlo ai democristiani che ci sono fra voi. Ma la cosa più giusta detta da Karl Marx è che la religione è l' oppio dei popoli». Ha divagato su materie non sue come la storia patria, perdendosi in luoghi comuni sulla divisione fra conservatori neofobici (che avrebbero paura della novità) e innovatori, sostenendo che il Medioevo era il simbolo dei primi e l' impero romano (e poi il Rinascimento) dei secondi. Nella sua verve anticattolica si è fatto anche trascinare più in là, attaccando acidamente Angelino Alfano perchè «può dire scemenze, tanto poi va a confessarsi e lo perdonano pure».

Farinetti non è filosofo, politico o pensatore e si è visto bene ieri. È un imprenditore, comunque la si pensi, di successo. E quella prospettiva di tre quattro anni più neri di quelli che abbiamo vissuto merita di essere ascoltata sul serio. Secondo il fondatore di Eataly a determinare il ciclo negativo dell' economia c' è un solo responsabile: Internet. Che è la più grande invenzione della storia dell' umanità, dopo il fuoco. Ma che oggi produce un solo effetto: distruggere posti di lavoro in società fondante sul modello consumistico, che hanno le loro economie costruite alla base proprio sui posti di lavoro.

Farinetti lo ha spiegato ai giovani Pd con parole colorite. Raccontando che internet come il fuoco «è una invenzione che cambia il destino, la postura, l' essenza degli umani. Il colpo di fortuna è nascere nell' epoca di una invenzione straordinaria. La sfiga è che per domarla ci vuole un po' di tempo. Il fuoco ci misero migliaia di anni a domarlo. E noi siamo nella stessa situazione di allora. Abbiamo inventato una macchina straordinaria che si chiama Internet. E siamo sicuri che è una invenzione meravigliosa, che ci rimetterà di nuovo a posto, che creerà posti di lavoro, che ci farà vivere di nuovo in un' era fantastica, che risolverà un sacco di problemi del pianeta. Tuttavia siamo come nel momento in cui fu scoperto il fuoco: ci stiamo bruciando i piedi, stiamo dando fuoco alle foreste. Non riusciamo a domarlo».

Insulti e giudizi - Oggi quella straordinaria invenzione secondo Farinetti ha due scopi: «nella attività economica distruggere posti di lavoro. Nel privato la usiamo per insultarci o per giudicare». Il giudizio popolare non va giù al fondatore di Eataly, che subito se la prende con il sito più famoso per giudizi nel suo settore: «Grazie a internet diventiamo tutti giudici, tipo questa cagata di Trip Advisor. Io sono contro Trip Advisor, perché secondo me bisogna usare dei professionisti. Sono i politici a dovere fare politica, gli imprenditori a dovere fare impresa. E devono essere quelli che capiscono di cibo a giudicare il cibo».

Con uno scenario immediato così nero, ai ragazzi però Farinetti ha dato una soluzione: «avessi la vostra età, saprei su cosa puntare. Fino ad oggi si è costruito un modello sociale ed economico per godere. Ora sappiamo che il mondo finirà. E il lavoro del futuro dovrà basarsi non più sul godere, ma sul durare. Funzioneranno tutte le attività che cercheranno di allontanare il più possibile la fine del mondo, cercando di ritrovare un rapporto con la terra, con l' aria e con l' acqua». E su quelle la politica dovrebbe investire.

Il pizzino: "Sa cosa deve fare..." Prova devastante contro Napolitano

"Sa bene quello che deve fare...". Il "pizzino" che demolisce Napolitano



Gli Stati Uniti spiavano Silvio Berlusconi: è la novità della settimana. E, in tandem con Bruxelles, cospiravano per la sua caduta. Strategie e complotti con epicentro a Washington, insomma, testimoniati da una serie di carte e documenti che, ora, sono state scovate. A trovarle è stato Andrea Spiri, professore della Luiss, che ha scovato al Dipartimento di Stato di Washington i "fogli che scottano" dopo la progressiva desecretazione avvenuta tra ottobre 2012 e dicembre 2015.

Parte di questi documenti sono stati pubblicati da Il Giornale. Si torna così a novembre 2011, con lo spread in volo, l'assedio a Berlusconi e i "sorrisetti" di Merkel e Sarkozy. Ed è il 12 novembre quando il sottosegretario alla crescita economica Robert Hormats invia una mail a Jacob Sullivan, capo dello staff del segretario di Stato Hillary Clinton. Hormats si rifà a un rapporto inviato il 9 novembre dall'ambasciatore David Thorne. Nella missiva si legge: "Continuano i battibecchi politici, ma la direzione generale è fissata". E la direzione è un cambio di governo: quello che ha poi portato Mario Monti a Palazzo Chigi.

La corrispondenza prosegue con un misterioso omissis. Quindi Thorne riprende: "Sono anche intervenuti la Merkel e Sarkozy. Lo spread è sotto il picco, ma ancora molto alto. L'Italia sa quello che deve fare. David". "Spero - riprende Hormats - che Thorne abbia ragione, che l'Italia sappia quello che deve fare. Dovremmo vedere se Monti può farcela con gli insofferenti e se può portare dalla sua parte l'opinione pubblica. Egli è molto brillante, ma le sue capacità politiche e motivazionali andranno verificate". E mister Hormats aveva ragione: Monti, infatti, si sarebbe rivelato un totale disastro.

La frase più pesante, però, è quel "l'Italia sa quello che deve fare". Era tutto già scritto, già deciso, insomma. E il grande burattinaio era l'allora capo dello Stato, quel Giorgio Napolitano avrebbe brigato per il crollo dell'ultimo esecutivo Berlusconi: quando gli Usa scrivevano "l'Italia sa quello che deve fare" era fin troppo facile individuare in Re Giorgio il referente. Eppure, Napolitano, oggi ha scelto di tacere: il presunto regista del complotto ha annunciato che non risponderà alle domande su ciò che è accaduto in quelle settimane.

Il sondaggio che cambia il centrodestra Chi è il big che batte Salvini e il Cav

Sondaggio sulla fiducia nei leader: Toti meglio di Salvini e Berlusconi



Con le amministrative ormai a qualche settimana di distanza, fervono i sondaggi. Uno particolarmente interessante, anche per i risultati parzialmente inattesi, è quello realizzato da Tecnè e illustrato sul quotidiano "Il Giorno". Mostra la fiducia nei leader politici in una scala che va da 0 (nessuna fiducia) a 100 (massima fiducia) e mette al primo posto la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni con un punteggio di 36 su 100. La sorpresa è al secondo posto, dove si piazza quello che, a questi livelli, è da considerarsi un outsidere: Giovanni Toti. Con 35 punti su 100, il consigliere politico di Berlusconi passato dall'Europarlamento prima di diventare governatore della Liguria, precede Matteo Renzi (34 su 100), il grillino Luigi Di Maio (31 su 100), Beppe Grillo e Matteo Salvini (30 su 100), Silvio Berlusconi con 29 su 100.

I giudici entrano in Forza Italia Ordine a Berlusconi: "Cosa devi fare"

Il giudice a Forza Italia: "Riassumere subito la dipendente licenziata"



Dopo essere entrati per anni a gamba tesa nella politica italiana nel suo complesso, i giudici entrano ora direttamente dentro Forza Italia. E lo fanno addirittura dando ordini a Silvio Berlusconi, che del partito è stato storico fondatore ed è tuttora indiscusso numero uno. Il tribunale civile di Roma ha infatti accolto il ricorso di una dipendente licenziata da Forza Italia, ordinandone l'immediata riassunzione. Una bella rogna per la tesoriera azzurra Maria Rosaria Rossi, per la quale la sentenza rischia di tramutarsi in un precedente a favore dei 95 lavoratori che sono stati messi alla porta dal partito nei mesi scorsi.

Come riporta il quotidiano "La Repubblica", la pronuncia, emessa lunedì scorso dal giudice Maria Gabriella Marrocco sottolinea "l'illegittimità della procedura di cassa integrazione fin dal suo momento originante". Per questo, si legge, la lavoratrice "fondatamente pretende di essere riammessa nel posto di lavoro con le mansioni e l'inquadramento orario preesistenti e di vedersi corrispondere la retribuzione dal momento della sospensione in poi".