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sabato 27 febbraio 2016

PIANO DIABOLICO Le mani di Equitalia e Pd sui nostri conti correnti

Le mani nei nostri conti correnti: il piano diabolico di Equitalia e Pd



Contro l'evasione fiscale ci vogliono poteri speciali. Lo sostiene l'amministratore delegato di Equitalia Enrico Maria Ruffini davanti alla commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria. Insomma, i risparmi degli italiani (conti correnti, depositi, azioni, obbligazioni), scrive il Giornale, sono in pericolo.

"Allo scopo di consentire che siano intraprese azioni di recupero puntuali ed efficaci", spiega Ruffini, "sarebbe importante accordare alle società del gruppo la fruibilità, in forma massiva e a cadenze ravvicinate, di informazioni attuali in ordine alla consistenza effettiva dei rapporti che i debitori intrattengono con gli operatori finanziari". In sostanza, se diventasse legge, gli esattori con un clic potrebbero passare subito all'incasso, saltando l'eventuale verifica in contraddittorio (anche giudiziario) con il cittadino interessato. 

Tra il 2000 e il 2015 su 1.058 miliardi di crediti da riscuotere Equitalia ne ha intascati solo 51, il 5 per cento. E ora tira dritto, forte anche di una promessa del Pd, che in Commissione Finanze del Senato, attraverso la relatrice Lucrezia Ricchiuti, aveva fatto: "Restituire al concessionario pubblico efficienza di recupero", garantire "libero accesso a tutte le informazioni finanziarie che riguardano i contribuenti, come i conti bancari italiani e quelli all'estero, la compravendita di auto o di imbarcazioni, i conti titoli".

Gira una voce su Renzi, "Lo abolirà". Altra mancia elettorale (con fregatura)

"Abolirà il bollo auto": la mossa elettorale di Renzi (con fregatura)



Bonus 80 euro, bonus per i 18enni, il concorsone scuola. Ad ogni scadenza elettorale, Matteo Renzi ha sempre preparato un'arma in grado di convincere gli scettici a votare per lui e per il Pd. D'altronde, tra le capacità innegabili del premier va riconosciuta quella di trasformare ogni appuntamento con le urne in un referendum sulla propria persona. E si sa, se quella persona elargirà qualche mancia, qualche elettore si lascerà pur convincere. Ora il voto incombe ancora ma a differenza degli ultimi 2 anni il governo ci arriva con il fiatone, tra Pd spaccato, maggioranza-Frankenstein e provvedimenti non sempre graditi all'elettorato, anche quando rivisti e corretti come nel caso delle unioni civili. Come ricorda Francesco Verderami sul Corriere della Sera, Renzi ha speranze concrete di vittoria solo a Milano, mentre da Napoli a Roma passando per Bologna le prospettive per i suoi candidati sono decisamente complicate. Urge, dunque, un colpo a sorpresa. Secondo il retroscenista del Corsera l'asso nella monica è lì lì da essere calato in tavola: "Nella maggioranza - scrive - circola voce sull'abolizione del bollo auto". Mossa assai gradita a tutti gli italiani possessori di un mezzo. La fregatura? Dietro l'angolo, perché "il conto è da lasciare alle Regioni".

Una pioggia di miliardi per Putin: l'accordo (di guerra) con la Cina

Una pioggia di miliardi per Putin: l'accordo (di guerra) con la Cina



L'intervento dei caccia russi in Siria è stato uno dei migliori spot per l'industria militare di Mosca che nel 2016 cominciano a incassare le prime grosse commesse da diversi Paesi. I cinesi, per esempio, sono rimasti particolarmente colpiti dai Sukhoi Su-35S, ammirati anche al Singapore Airshow la scorsa settimana, come riporta Italia Oggi, a tal punto che anche l'agenzia Tass conferma la volontà di Pechino di acquistare almeno 24 caccia all inclusive. Una commessa del valore di 2 miliardi di dollari. La Cina sarebbe la prima potenza a dotarsi dei caccia russi, ma non l'ultima di quest'anno. A ruota c'è l'interesse anche dell'India, già intenzionata a comprare 40 caccia da Vladimir Putin, in particolare il modello Su-30Mki, sviluppato in collaborazione con l'aeronautica militare indiana e assemblato in India. Altre richieste arrivano al Cremlino dal nord africa, tutte da definire, e dall'Indonesia, pronta a sostituire la sua flotta fatta degli obsoleti caccia americani, gli F-5E/F.

La rinascita - Per l'aviazione russa è uno dei momenti più floridi, almeno stando ai dati dell'agenzia Rosobornexport, specializzata nell'intermediazione degli scambi commerciali import-export per la Russia. Mosca può vantare un portafoglio di ordini da 20 miliardi di euro solo per i velivoli. Un giro d'affari sviluppato da una delle tecniche di marketing più banali che esistano: "L'aumento della domanda - ha detto Sergey Kornev, capo dipartimento export - è stato facilitato dalla convenienza economica dei modelli russi, dalla reputazione della Russia come partner affidabile e dalla cooperazione tecnica e militare stretta con i vari paesi".

Eccezionale impresa dell'italiano Moro: nessuno al mondo ci era riuscito

Eccezionale impresa dell'italiano Moro: nessuno al mondo ci era riuscito



Simone Moro è diventato il primo uomo nella storia a scalare il Nanga Parbat, 8.125 metri in Pakistan, durante la stagione invernale. Assieme a lui anche lo spagnolo Alex Txicon e il pakistano Alì Sadpara. L'impresa era stata tentata 31 volte prima della riuscita, con la cordata che è arrivata in cima alle 11.37 (ora italiana). Per Moro, ormai un simbolo dell'alpinismo italiano e mondiale, si tratta del quarto ottomila scalato durante l'inverno. All'appello degli 8000, solo il leggendario K2 non è ancora stato scalato da nessuno durante la stagione invernale. Il gruppo era partito dal campo 4 a 7200 metri e ora sta effettuando la discesa. Tamara Lunger, altoatesina, si è fermata qualche metro prima della vetta. 

Finisce un'epoca nel calcio mondiale Eletto il nuovo numero 1 della Fifa

Gianni Infantino eletto presidente della Fifa: prende il posto di Blatter



Finisce un'epoca nel calcio mondiale, quella di Sepp Blatter: Gianni Infantino è il nuovo presidente della Fifa. Il dirigente svizzero di origine italiana, segretario generale della Uefa, ha raccolto al secondo turno 115 voti, più del necessario (ne bastavano 104) per ottenere la presidenza della Federazione internazionale. Battuta la concorrenza dello sceicco Salman Bin Ibrahim al Khalifa, che si è fermato a 88 voti. Appena 4 preferenze per il principe Alì di Giordania, zero per Jerome Champagne. Il quinto candidato, Tokyo Sexwale, si era ritirato prima che prendessero il via le votazioni.

Marina, arriva la maxi stangata Ecco come la vogliono punire

Mondadori-Rcs: gli ordini dell'Antitrust a Marina Berlusconi




Erano attese da tempo le prescrizioni dell'Antitrust sull'acquisto di RCS Libri da parte di Mondadori. E l'Authority per la concorrenza non ha avuto mano morbida con la casa editrice di Segrate, che per l'acquisto di RCS Libri ha sborsato 126 milioni di euro.

Come scrive Il Fatto Quotidiano, la prescrizione  più importante è la rinuncia da parte del gruppo guidato da Marina Berlusconi a Bompiani e Marsilio (Sonzogno compresa). La vendita dei due marchi ridurrà, secondo le stime, del 4-5% la quota di mercato che Rcs Libri (10-12% totale) porta in dote a Mondadori (25%). L' aggregato, insomma, dovrebbe valere - a cessioni fatte - il 32% del mercato più ricco.

Altro punto all'ordine del giorno era l'acquisizione dei diritti d'autore. Mondadori dovrà rinunciare per tre anni al diritto di opzione sulle opere future, al diritto di preferenza per il rinnovo e al diritto di prelazione per le opere in raccolta. Data la durata media dei contratti, ha scritto Segrate nella sua memoria, l' effetto di questa misura si trascinerà fino al 2029.

Quanto alla distribuzione degli e-book Mondadori è obbligata per tre anni alla messa a disposizione dell' intero catalogo a condizioni eque, trasparenti, non discriminatorie e orientate ai costi a tutte le piattaforme di vendita che ne facciano richiesta. Poi c' è il tema delle librerie: Mondadori e Rcs Libri, in proprio e in franchising, sono colossi della vendita al dettaglio: per i prossimi tre anni e mezzo dovranno garantire la "presenza di un numero di titoli editi da soggetti terzi pari ad almeno il 40% del totale dei titoli esposti e farlo in modo adeguato e in numero proporzionale rispetto a quanto avviene per i titoli Mondadori e Rcs Libri della medesima tipologia.

Pd esploso: renziani contro sinistra dem Quello sfottò: "E' colpa vostra se..."

Il Pd esplode sopra la mina Verdini. Speranza: "Congresso subito". La Serracchiani: "Tutta colpa tua"



Dalle unioni civili al "tutti contro tutti". Il Pd uscito a pezzi dalla trattativa sul ddl Cirinnà sta vivendo ore da psicodramma. Roberto Speranza, ex capogruppo alla Camera e leader dei dissidenti dem, ha invocato chiaro e tondo "un Congresso, subito". Non nel 2017, dunque, ma nelle prossime settimane, perché la linea decisa dal premier Matteo Renzi, che ha ceduto ad Angelino Alfano sulle adozioni gay e ha imbarcato i voti di Denis Verdini, non può più essere tollerata. L'ingresso ufficioso dei verdiniani nella maggioranza con il voto di fiducia "tocca l'identità profonda del Partito Democratico - spiega Speranza -. Il Pd è nato per essere cardine del centrosinistra", invece "giorno dopo giorno rischia di diventare altro e per me questo non è accettabile". Dunque, è la sfida a Renzi, "non si può più stare zitti ed è il momento che si faccia una discussione vera sulla identità del Pd e l’identità di un partito si può decidere solo in un congresso, chiediamo che si faccia il congresso anticipato". La differenza con il governo Letta (in cui il Pd era a braccetto con Scelta Civica e Forza Italia), Speranza spiega: "L'appoggio di esponenti di centrodestra è diverso, perché allora era indispensabile avere quei voti per far nascere un governo. Ora si tratta di un governo che già esiste. È indispensabile ricordare la dialettica dinamica parlamentare di quei giorni". Il punto, è la sua accusa durissima a Renzi, è che ora "sta cambiando la prospettiva politica: si sta costruendo un patto organico con residui del berlusconismo".

Serracchiani raggelante - Le parole di Speranza, che raccolgono ampio consenso nell'ala sinistra del partito (non a caso già giovedì Pierluigi Bersani aveva invocato un congresso anticipato), trovano la replica stizzita dei renziani della prima ora e non. "A Speranza ricordo che Verdini ha votato la fiducia al governo Monti e l'ha votata al governo Letta, oltre ad aver votato ieri per le unioni civili, passaggio storico atteso da anni - commenta Debora Serracchiani, vicesegretaria del Pd -. Il gruppo di Verdini non c'entra nulla con il Pd, non fa parte  del nostro partito e mai ne farà parte. L'unico a tenere quotidianamente insieme il Pd e Verdini è proprio Speranza, che insegue i propri fantasmi o forse più semplicemente le dichiarazioni dei Cinque Stelle e di Forza Italia". Poi la battuta, raggelante: "Forse, più che al congresso del Pd, vuole candidarsi a segretario di Ala? Sicuramente avrebbe più chance. Se invece vuole candidarsi segretario del Pd si accomodi, ci metta la faccia al prossimo congresso. Vedremo chi vincerà e chi perderà". Tradotto: prove tecniche di scissione.