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sabato 30 gennaio 2016

Ecco il popolo del Family Day in piazza Gli organizzatori: "Siamo 2 milioni"

Il popolo del Family Day al Circo Massimo. Gli organizzatori: "Siamo 2 milioni"




Si è concluso sulle note di Nessun dorma dalla Turandot di Puccini il Family Day al Circo Massimo. Una sorta di avvertimento che arriva dalla piazza che oggi ha detto no alle unioni civili, alle adozioni omosex e all’utero in affitto. Un monito, che in chiusura della kermesse aveva indirizzato direttamente ai politici, Massimo Gandolfini, leader del Family day, raccogliendo l’applauso più forte della giornata. "Al momento delle elezioni dovremo ricordare chi si è messo dalla parte della famiglia e dei bambini e chi se ne sarà dimenticato rendendo possibile l’abominevole pratica dell’utero in affitto", ha detto il medico bresciano. "Seguiremo i prossimi passaggi della legge minuto per minuto e valuteremo chi ha raccolto il messaggio della piazza e chi lo ha preso per metterselo sotto i tacchi. Dovete valutare bene la vostra coscienza, perché un giorno dovrete rendere conto delle vostre azioni" ha detto chiudendo il suo intervento.

I numeri - Un appello secco, forte del placet della tanta gente presente in piazza, da cui a più riprese si dava notizie dal palco del circo Massimo, prima un milione, per arrivare ai due, comunicati sul finire della giornata. Numeri enormi che, come succede in questi casi, dovranno essere confrontati con quelli delle forze dell’ordine, che potrebbero essere diversi. Le richieste del popolo del Family Day, oggi le hanno ascoltato in diretta alcuni politici che si sono fatti vedere sotto al palco, in un evento che non prevedeva nessun intervento di parlamentari, ma che avrà, come era nelle previsioni, grande significato politico in vista dell’iter del ddl Cirinnà, che martedì arriva in senato per il voto.

I politici - Tra i membri del governo in piazza, il ministro per l’Ambiente Gianluca Galletti: "Sui valori irrinunciabili siamo liberi - sottolinea ai cronisti che lo accerchiano - . Non ci può essere nessun patto di governo su questi valori, e come ha detto Renzi, correttamente, c’è libertà di coscienza. La famiglia - ha ricordato, sottolineando di parlare a titolo personale - è quella costituita da un uomo e da una donna e bisogna tutelare la parte debole, che sono i bambini che hanno diritto ad avere un padre e una madre" sottolineando che "sarebbe perciò un errore che il Parlamento non tenga conto del messaggio che arriva dalla piazza". I più numerosi tra i parlamentari al Circo sono i centristi. Renato Schifani, senatore di Ap, punta sulle unioni civili "dicendo però no ai matrimoni gay". 

In ogni caso, per l’ex presidente del Senato "questa è una piazza bellissima e festosa ma non contro Renzi, perchè la legge è di iniziativa parlamentare, il governo non c’entra". "Ascolteremo tutto quello che questa piazza chiede - ha detto il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa - e porteremo in Parlamento le istanze contro il ddl Cirinnà soprattutto dicendo no alle stepchild adoption". Per Eugenia Roccella (Idea) oggi arriva "un secco no alla legge Cirinnà, e un invito ai parlamentari ad essere coerenti fino in fondo e a interpretare la volontà popolare", mentre Carlo Giovanardi usa l’ironia: "Vorrei vedere due uomini da soli su un’isola deserta se riescono a fare un figlio, dopo possiamo allora parlare di diritti". Gli fa eco Maurizio Gasparri di Forza Italia: "Siamo qui per ascoltare questo popolo che si è riunito in questa piazza. Cercheremo soprattutto di dire no all’utero in affitto - ha spiegato il senatore di Forza Italia - e dalla prossima settimana porteremo in Parlamento le istanze che questa splendida piazza sta portando avanti, in una discussione che durerà settimane". In linea il collega di partito Renato Brunetta, che spiega come "la Cirinnà non è la strada giusta, non si può equiparare una relazione omoaffettiva al matrimonio, non si può correre il rischio di aprire all’utero in affitto. Questa piazza merita ascolto. Renzi, come credo, è una persona intelligente, e terrà conto del messaggio di oggi. Se non lo farà, andrà a sbattere". "Il Senato non potrà non ascoltare il messaggio che è arrivato oggi dal Circo Massimo a Roma, in una delle più gigantesche manifestazioni popolari del Dopoguerra", dice ancora il senatore azzurro Altero Matteoli. "Sono qui al Family day in veste di esponente politico e di donna. E se Dio vorrà la prossima volta sarò qui anche in veste di madre visto che ho appreso da poco di aspettare un bambino - dice Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, all’arrivo in piazza - Per questo sono ancora più arrabbiata per il ddl Cirinnà".

FAMILY DAY O NO? Salvini, Cav e scelte dolorose Chi va in piazza, chi rinuncia

Il Notiziario sul web sostiene il Family Day -  A Roma: governo e partiti divisi, chi sarà in piazza e chi no




Una famiglia (politicamente) allargata per il Family Day: oggi in piazza a Roma (appuntamento alle 12 al Circo Massimo, inizio vero e proprio alle 14) il popolo di chi vuole difendere la "famiglia tradizionale" contro il ddl Cirinnà e le aperture a unioni civili e coppie gay comprenderà esponenti di destra e di sinistra, in un mosaico che supera decenni di contrapposizioni tradizionali e che al tempo stesso genera non pochi imbarazzi dentro e fuori il Parlamento. 

Nel governo - Cosa fa il Pd, che ha appoggiato con molti suoi uomini le manifestazioni di una settimana fa a favore delle unioni civili? Ufficialmente non sarà in piazza, ma parteciperà un suo autorevole esponente "catto-dem", Bepppe Fioroni. E il governo? Ci sarà il ministro dell'Ambiente dell'Udc, Gianluca Galletti, mentre quello dell'Interno Angelino Alfano ci sarà "con il cuore" così come Beatrice Lorenzin (che però ha un alibi di ferro: è in viaggio in Cina). Ovvia la presenza di Paola Binetti, che sperava però in una adesione più entusiastica da parte di Ncd, con tanto di minaccia: "Se rinuncerà a votare secondo i suoi principi non escludo la separazione di Udc e lo scioglimento di Area popolare". 

A destra - Anche a destra qualche distinguo a fatto rumore. Mara Carfagna ha detto che non condivide i toni della piazza, Nunzia De Girolamo ha scritto al Papa annunciando che voterà a favore del ddl Cirinnà. Ci saranno invece i parlamentari di Lega e Fratelli d'Italia, guidati da Giorgia Meloni, così come i forzisti Renato Brunetta e Maurizio Gasparri. I governatori nordisti Roberto Maroni e Giovanni Toti scenderanno nella capitale, Luca Zaia ha preferito spedire una delegazione, il sindaco di Verona Flavio Tosi capitanerà un gruppo di sindaci. Non ci sarà invece Matteo Salvini. Motivo più personale che politico: è divorziato. Mancherà pure Silvio Berlusconi, presente invece nel 2007: da allora per lui è cambiato tutto, soprattutto in casa.

Il cachet di politici, giornalisti & co: quanto prendono per andare in tv

Tutti i cachet dei programmi tv. Giornalisti e politici: quanto guadagnano




Programma tv che vai, gettone che trovi. Uno dei tormentoni del telespettatore medio è interrogarsi su se e quanto siano pagati gli ospiti nello studio del programma che si sta guardando. A svelare qualche retroscena ci ha pensato un articolo del quotidiano La Notizia che ha preso in esame i cachet pagati per le ospitate in diverse trasmissioni televisive, soprattutto talk show e programmi di infotainment sportivo. Un giro di "rimborsi" e cachet che riguarda personaggi dello spettacolo e anche qualche giornalista e politico, anche se per la maggior parte partecipano ai programmi gratuitamente.

I più ricchi - A pagare meglio di tutti la presenza in tv è Mediaset, che per esempio ha sborsato 20mila euro per ogni partecipazione di Claudio Amendola al Grande Fratello o 5mila per avere Vladimir Luxuria. Un po' meno quotati Alba Parietti e l'opinionista Giampiero Mughini, habitueé anche di Tiki Taka, che incassano tra i 1500 e i 2000 euro a presenza. Sulle stesse cifre viaggiano altri ospiti frequenti nel programma di Pierluigi Pardo, vedi Melissa Satta e Giuseppe Cruciani. Proprio il conduttore della Zanzara potrebbe presto veder aumentare le sue quotazioni se dovesse accettare l'avventura a Ballando con le stelle. Cifre più contenute a Mattino 5, dove si oscilla tra le 500 e le 2000 euro.

I più poveri - Le ospitate in Rai sono un affare meno succulento per chi frequenta gli studi della tv pubblica. Al Processo del lunedì la più pagata sarebbe stata Mara Maionchi, il cui compenso però non è noto. Ma non se la passa male neanche l'onnisciente Andrea Scanzi del Fatto quotidiano, che per ogni apparizione ha intasca tra le 1000 e le 1500 euro. Non sempre però viale Mazzini riconosce un gettone di presenza, quando c'è di norma non va oltre le 500 euro, fatta eccezione per chi si presta a fare il giudice in programmi come Ballando o Tale e Quale: per personaggi come Zazzaroni, Lippi, Goggi e Proietti i cachet salgono.

Visibilità - I più sfortunati sono gli ospiti dei programmi di La7, con le dovute eccezioni. Chi viene chiamato per partecipare alle levatacce di Omnibus, o a Coffe Break, oppure l'Aria che tira, il compenso sarà solo un ricco pacco di visibilità. Solo per qualcuno viene previsto il rimborso del taxi. Certo non tutti sono così bistrattati. A coccolare i suoi ospiti ci pensa per esempio Lilli Gruber che mantiene un giro fisso di ospiti sin dall'inizio della stagione, vedi Damilano, Cacciari, Travaglio e il solito onnisciente Scanzi. Con loro concorda un pagamento forfettario con tanto di contratto.

RAI 3 OKKUPATA L'assalto finale dei renziani: che succede in viale Mazzini

RAI 3 OKKUPATA I renziani vogliono la testa di Giannini




Sale la tensione a Rai3 dopo quella frase pronunciata da Massimo Giannini, conduttore di Ballarò, su Maria Elena Boschi. L'ex direttore di Repubblica aveva parlato di "rapporto incestuoso" a proposito del caso della Banca Etruria, e ora i renziani vogliono la sua testa.

In primis, riporta il Giornale, c'è stato l'attacco di Michele Anzaldi, renziano, membro della commissione di Vigilanza, che ha chiesto a Giannini e ai dirigenti "che guadagnano quattro volte più del premier" di "rispondere" e che in realtà vuole il suo licenziamento. Poi è stata la volta di diversi esponenti renziani del Pd, che hanno a vario titolo attaccato Giannini.

Il conduttore di Ballarò finora non ha commentato le critiche: "Risponderò nella puntata di Ballarò di martedì prossimo", ha annunciato il giornalista. "Io non ho mai varcato il limite della mancanza di rispetto delle persone. Solo chi voleva in maniera subdola equivocare poteva farlo". 

Clamorosa lettera contro Renzi: la rivolta mai vista alla Farnesina

Caso Calenda, la lettera degli ambasciatori e dei diplomatici contro Matteo Renzi




I diplomatici italiani in rivolta contro Matteo Renzi. La gaffe delle statue velate per la visita dell'iraniano Rohani, visto da qualcuno come una maliziosa vendetta da parte della Farnesina nei confronti del premier, potrebbe non essere un caso, perché ora arriva la conferma ufficiale. Due lettere, una firmata da 230 diplomatici in carriera, l'altra da 24 ambasciatori di grado, protestano per la nomina del viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda a rappresentante permanente dell'Italia presso l'Unione europea. A non andar giù al corpo diplomatico non è tanto l'uomo, quanto il metodo: praticamente mai era stato preferito un politico a un diplomatico di carriera. Tra l'altro, Renzi non era stato tenero con il rappresentante sostituito, Stefano Sannino, giudicato poco combattivo. Uno schiaffo per tutta la categoria. 

"Qua è pieno di rissosi" - La prima lettera, come scrive anche il Corriere della Sera, è stata inviata al segretario generale Michele Valensise e al capo di gabinetto del ministro Elisabetta Belloni ed esprime "sorpresa e preoccupazione" per la scelta di Calenda e "il declino di autorevolezza dell'Amministrazione degli Affari esteri". Si chiedeva di rivedere la decisione, ma Renzi ha tenuto duro. Unico risultato: poter incontrare i due destinatari della lettera. Un caso politico, visto che al secondo dei due summit ha partecipato anche il ministro Paolo Gentiloni. Valensise ha spiegato che la designazione di Calenda è da considerare una eccezione, e non la regola. Molti però non sono stati convinti e qualcuno ha anche commentato con amara ironia una battuta di Renzi in persona: "Serviva uno rissoso? Ma qui è pieno di gente rissosa. Il punto è se basta battere i pugni". 

La protesta degli ambasciatori - Con Renzi i giovani ambasciatori si sono detti "profondamente disorientati": "Non ci si improvvisa ambasciatori, si diventa diplomatici non solo col superamento di un concorso pubblico fra i più selettivi, ma attraverso un percorso di professionalità, responsabilità e continue valutazioni". La scelta di un politico per Bruxelles "equivale a ignorare tutto questo" e per questo "le chiediamo fin da ora una conferma della sua eccezionalità e del fatto che non si avranno in futuro altre nomine politiche". Toni di fatto confermati anche dalla lettera degli ambasciatori di grado, che lanciano un "fermo e pressante appello a contribuire a ristabilire il clima di motivazione, coesione e fiducia, specialmente nelle più giovani generazioni di diplomatici"

Caivano (Na): Qerelle Forza Italia Nino Navas lascia il partito Scaricato da chi lo sosteneva in campagna elettorale

Caivano (Na): Qerelle Forza Italia Nino Navas lascia il partito Scaricato da chi lo sosteneva in campagna elettorale


Nino Navas

Nino Navas, storico esponente e sostenitore di Forza Italia, ha lasciato il partito. Ad annunciarlo lo stesso Nino Navas al Giornaledicaivano.it del giornalista Francesco Celiento, nella quale chiarisce d'averlo fatto dopo aver anticipato tale decisione al primo cittadino Simone Monopoli. Coerenza e lealtà - fa evincere Navas - all'interno della Missiva. Navas punta il dito anche contro un noto sito web molto vicino al sindaco che lo accusa riportando una cronistoria che nulla centra con la politica vera. Da precisare che lo stesso sito web che oggi lo accusa al punto da indurre Navas a rivolgersi ai suoi legali per costatarne eventuali estremi di querela a mezzo stampa, alle scorse competizioni elettorali lo sosteneva e lo difendeva anche dagli attacchi politici dell'attuale opposizione, uno dei tanti casi, la questione dei gelati Winner Taco, che lo stesso candidato al consiglio comunale, in una delle sue manifestazioni regalava ai partecipanti come gadget. Insomma, la solita politica che punta a scaricare il proprio alleato nel momento in cui tenta di formulare un pensiero. Lo si fa senza stile, senza professionalità, entrando nel personale. Navas l'ennesima vittima politica del sistema? Avanti un altro. Chi sarà il prossimo? 

Di seguito la Missiva che Nino Navas invia a ilgiornadedicaivano di Francesco Celiento:

Nei giorni scorsi, un piccolo quotidiano on line di provincia che non di rado, al posto di fare reale informazione viene utilizzato come “macchina del fango”, ha pubblicato un articolo ‘contra personam’ completamente fuorviante e con fatti descritti assolutamente non veritieri sul mio conto.

Proprio per questo intendo precisare alcune circostanze riportate, approfittando dello spazio che il Suo giornale, sempre attento alle dinamiche del territorio, mi concede.

In primo luogo, non mi sono mai definito “capo dei ribelli”, espressione giornalistica che ha utilizzato Lei, direttore, per semplificare la situazione di serrato confronto all’interno del partito di Forza Italia.

Personalmente posso dire di essere un imprenditore prestato alla politica che ha cercato in questi mesi di mettere a disposizione del sindaco i propri contatti e  la propria esperienza per realizzazione di progetti a favore del territorio e della comunità. E della bontà, oltre che dell’efficacia del mio contributo, il primo cittadino ne ha avuto sempre prova.

Anzi in più di un’ occasione sono stato compulsato, nonostante non ricoprissi alcuna carica, ad occuparmi di diverse questioni e problemi tanto da essere in varie circostanze delegato ufficialmente. (prot 21265/2015, prot 16160/20150, prot 16512/2015).

Anche per quanto riguarda la vicenda del coordinamento della locale sezione di Forza Italia le cose sono andate in maniera diversa. L’invito ad assumere il ruolo di commissario mi è stato fatto direttamente dai due fratelli Monopoli, Luca (coordinatore dimissionario) e Simone, sindaco di Forza Italia.

Io, semplicemente per spirito di servizio, ho dato la mia disponibilità a traghettare il partito fino all’individuazione del nuovo coordinatore da scegliere attraverso la partecipazione collegiale ed il voto di tutti gli iscritti.

Dunque, da un lato, mi si chiede di dare il mio contributo sottraendo tempo prezioso alle mia attività e dall’altro si scrive che il sottoscritto  “vuole fare qualcosa”. Un vero caso di dissociazione mentale o molto più semplicemente di contraddizione.

Per quanto riguarda la vicenda della prima riunione della cabina di regia, anche qui,voglio precisare come la stessa fu anticipata la mattina ed io trovandomi già in comune per un incontro tra me, il sindaco, ed un altro imprenditore lo stesso Monopoli mi invitò a prendervi parte. Del resto è noto come il sindaco ha come sua consuetudine quella di tenere sempre riunioni allargate al di là dei ruoli dei partecipanti, ruoli che solo quella mattina sono stati fatti valere. Ma va bene così.

Ed ancora, per quanto riguarda il documento firmato da una parte consistente dei candidati e sottoscritto dallo stesso ex vicesindaco, questo è giunto dopo una riunione e una condivisione rispetto ai contenuti. Non ho notizia di smentite pubbliche da parte di nessuno dei sottoscrittori.

In relazione, invece, alle ultime due riunioni di partito, le sole alle quali non ho partecipato, voglio puntualizzare che la mia assenza è stata dovuta dal fatto che gli incontri non sono stati convocati dal coordinatore pro – tempore. Del resto in tutte e due le occasioni si è avuta, non a caso, una esigua partecipazione.

Voglio ulteriormente ribadire che la mia è unicamente una passione civile perché non vivo di politica ma ad un certo momento della mia vita sento la necessità di dare un contributo in termini di impegno per la crescita di un territorio dove le imprese di famiglia sono presenti da oltre quarant’anni.

Questa mattina, in un incontro con il sindaco, gli ho preannunciato che avrei lasciato Forza Italia perché non condivido più il modo in cui viene gestito il locale circolo e per la mancanza di un coordinatore realmente terzo rispetto alle parti.

In conclusione di questa mia lettera, al sindaco che comunque è chiamato ad un compito gravoso e non facile, gli dico di guardarsi bene dal “cerchio magico” di cui si è circondato che in soli otto mesi è stato capace di far calare in maniera drammatica il consenso di cui godeva. La mia decisione è certamente sofferta e attendo di confrontarmi prossimamente con i miei riferimenti sovra comunali del partito.

Visto che l’articolo a cui ho fatto riferimento all’inizio di questa lettera contiene numerose circostanze non vere oltre che nefandezze sul mio conto, sto verificando con i miei legali se vi sono i presupposti per una querela per diffamazione a mezzo stampa.

Nel ringraziarLa, voglio evidenziare che tutto quanto ho riportato nella presente ha un comune denominatore: riscontri e testimonianze.

venerdì 29 gennaio 2016

Caivano (Na): Esclusiva Si spacca la maggioranza? Consiglio Comunale deserto Monopoli messo in un angolo

Caivano (Na): Si spacca la maggioranza? Consiglio Comunale deserto Monopoli messo KO


di Gaetano Daniele



I nodi vengono al pettine: Monopoli è giunto al capolinea. Stasera grande figuraccia del sindaco Monopoli che, in consiglio comunale non può contare su una maggioranza politica e neanche numerica, atteso che, i mal di pancia che erano presenti nelle varie formazioni che gli hanno consentito sebbene al ballottaggio di raggiungere lo scranno di sindaco del comune di Caivano, stasera non aveva neanche  i numeri per sedersi a discutere. Infatti, il consiglio comunale in seconda convocazione alle ore 19.00 è andato deserto. Forse perchè si era sbagliato nelle convocazioni? o forse perchè la famosa fase 2 è fuori fase? Evidentemente Monopoli ha perso la bussola. Basta al Sindaco Monopoli dettare legge attraverso una gestione familiare o a pochi noti del cerchio magico? Tra l'altro le possibili schermaglie, anzi, addirittura sarebbero quasi venuti alle mani, di alcuni consiglieri comunali che, discutendo animatamente si sono incorsi in reciproche offese. Monopoli quindi, in questi ultimi 8 mesi di amministrazione ha visto cambiato un segretario e ha visto la trasmigrazione di molti consiglieri comunali da un gruppo ad un altro sarebbe nell'angolo. Stamattina le dichiarazioni anche del suo amico e più volte delegato, certo Nino Navas, lasciavano intravedere qualche maretta, anzi, dire maretta è dir poco, e intanto la città proprio in questi momenti in cui si aggiudica la gara d'appalto per la NU  è allo sbando. La città si aspetta appunto risposte che tardano ad arrivare. Le dimissioni del vicesindaco Bellastella, e le dimissioni dell'ex Assessore Sorrentino, quote rosa, evidentemente erano già un segnale, ma adesso la situazione è ancora più stringente, vedremo gli eventi, ma la città aspetta tempestive risposte. Qualcuno parla di inesperienza, radio caivano parla di incapacità politica palese e manifesta, adesso attendiamo le risposte da parte di questa amministrazione e attendiamo soprattutto le manovre che questo Sindaco dovrà mettere in essere, speriamo che il tutto si risolva nella esclusiva e dettato interesse del Comune e della Città.