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domenica 17 gennaio 2016

Attenzione alla strana macchia sul collo Indizio di una gravissima malattia / Foto

La strana macchia sul collo: prova a lavarla via, ma non riesce. Occhio: dal medico la terribile scoperta




Questa ragazza, Pantera, aveva una strana macchia sul collo: provava a lavarla, senza ottenere risultati. La macchia restava. Così la madre si è rivolta a un medico, che quando ha visto la macchia non ha avuto dubbi. La diagnosi? Un diabete di tipo 2, legato all'alimentazione dell'adolescente. La ragazzina, 14 anni, decisamente sovrappeso, aveva iniziato a manifestare i primi sintomi della malattia proprio con la macchia che potete vedere nella foto: l'anello scuro, infatti, è uno dei principali segnali del diabete. Quella particolare macchia infatti tende a formarsi attorno al collo, o anche sotto le ascelle e in corrispondenza dell'inguine. È segno che l'insulina non funziona correttamente e che il corpo non riesce a metabolizzare gli zuccheri. Una dieta adeguata, esercizio fisico e la diagnosi tempestiva, però, potranno garantire a Pantera una vita normale

Allarme: c'è un'epidemia di meningite Il nuovo batterio resistente ai farmaci

Allarme: c'è un'epidemia di meningite. Il nuovo batterio resistente ai farmaci




E' epidemia in Toscana di meningocco C. Continua infatti ad allungarsi la lista dei malati, nonostante il vaccino e l'antibiotico. Sembra che il batterio riesca a rifugiarsi nell'organismo di chi finora non veniva aggredito, ovvero gli over 45.

Da tredici mesi a questa parte in Toscana, riporta Repubblica, ci sono stati la metà dei casi (34) riscontrati in tutta Italia, sette persone sono morte. L'Istituto superiore di sanità è in allarme e al momento si stanno cercando portatori sani per avviare nuove campagne di vaccinazione. Nei prossimi giorni, quindi, migliaia di cittadini saranno sottoposti a un tampone alla gola per trovare il batterio.

Finora hanno aderito 230 mila toscani di età compresa fra 11 e 20 anni (i più a rischio) e fra 20 e 45. Ma visto che si è alzata l'età di chi viene colpito dalla malattia si sta prendendo in considerazione l'ipotesi di estendere l'offerta del vaccino addirittura fino a 60 anni.

Il protagonista di questa epidemia è un clone del meningococco C chiamato St-11. Un batterio molto aggressivo e resistente. I primi casi provocati in Toscana risalgono al 2012, quando all'ospedale di Livorno finirono quattro persone dell'equipaggio di una nave da crociera.

Ora Renzi promuove il suo amichetto Il super regalo: chi nomina (e dove)

Regala la super-poltrona all'amico. Renzi, il caso degli 007 informatici




Da parte di Matteo Renzi arriva un grande regalo al suo amico Marco Carrai. La nomina sarà ufficiale nei prossimi giorni, quando la presidenza del Consiglio promuoverà il decreto con il quale nascerà l'Agenzia per la sicurezza informatica, che verrà inserita al vertice del nostro sistema investigativo. Bene, secondo quanto scrive Il Fatto Quotidiano, Renzi avrebbe deciso di affidare la poltrona di "capo degli 007 informatici"  proprio al suo amico Carrai, che verrà così nominato "super sceriffo" nella lotta del governo contro gli hacker.

I titoli - Carrai, per inciso, è esperto di sicurezza informatica. Lo schema che ha in mente il premier, sempre secondo il Fatto, prevede che l'agente Carrai e i suoi uomini siano incardinati sotto il Dis, diretto dall'ambasciatore Giampiero Massolo, per avere la copertura operativa necessaria. Il team, però, dipenderà direttamente da Marco Minniti, il sottosegretario che ha la delega sui servizi di sicurezza. Insomma, Carrai ha tutte le carte in regola per ricoprire l'incarico, poiché figura anche tra i soci fondatori di Cys4, una società di sicurezza informatica. Eppure, il suo legame con Renzi, non può sgomberare il campo dal sospetto che Carrai, in un qualche modo, abbia goduto di un "trattamento privilegiato".

Pazzesco Higuain, Napoli inarrestabile: steso il Sassuolo, adesso tenta la fuga

Callejon-Higuain, il Napoli inarrestabile: steso il Sassuolo e tenta la fuga




Il Napoli sempre più capolista: in attesa della partita della Juventus e dopo il pari dell'Inter con l'Atalanta, in un San Paolo in delirio dopo la conquista del titolo di campione d'inverno, i partenopei si impongono contro il Sassuolo per 3-1. Ancora una volta, un super-Higuain, autore di una doppietta. Per il Napoli la partita inizia male: dopo tre minuti il vantaggio del Sassuolo, con un rigore trasformato da Falcinelli (penalty concesso per fallo di Albiol su Sansone). Dopo il vantaggio gli emiliani non mollano, si espongono e cercano di fare la partita. Ma dura poco: al 19esimo il pari degli azzurri. In rete Callejon: Insigne si inventa un assist dal fondo e l'attaccante anticipa tutti e, di testa, infila Consigli. Al 29esimo un'altra occasione di un ottimo Sassuolo con Politano, ma al 42esimo il Napoli trova il vantaggio: in rete sempre lui, ancora Gonzalo Higuain, che insacca di piatto su assist di Hamsik. Nella ripresa il Napoli fa la partita, ma il Sassuolo non va sotto, pur non riuscendo a rendersi pericoloso. La seconda frazione di gioco scivola via senza particolari emozioni, se non nelle battute finali, quando un monumentale Sassuolo sfiora il pareggio. Dunque una mezza follia di Reina, che rischia di regalare ancora il pari agli emiliani. Poi, l'apoteosi, il meraviglioso secondo gol di Higuain: per il (mostruoso) argentino si tratta della 20esima rete in campionato (alla prima giornata del girone d'andata: cifre da assoluto capogiro). Tre punti, dunque, per Maurizio Sarri. Il Napoli ora vola davvero e guarda tutti dall'alto in basso: i punti di vantaggio sull'Inter sono 4, mentre quelli sulla Juve (impegnata domenica in trasferta contro l'Udinese) sono cinque.

sabato 16 gennaio 2016

L'Italia pronta alla guerra in Libia: ha già schierato quattro caccia

A UN PASSO DALLA GUERRA L'italia schiera quattro caccia in Libia: Allarme, "la sicurezza è peggiorata"




Quattro cacciabombardieri nella base di Trapani Brugi, pronti per la ricognizione. E' la mossa dell'Italia contro la Libia. "La decisione - fa sapere lo Stato Maggiore della Difesa - è maturata a seguito dei recenti sviluppi nell' area dei Paesi del Nordafrica e del conseguente deterioramento delle condizioni di sicurezza". Armarli - come spiega il quotidiano Il Giorno - sarebbe un gioco da ragazzi. E' una reazione quindi dovuta alla crisi libica che giunge a uno snodo molto delicato. 

La decisione - “Nell’ambito delle predisposizioni tese ad assicurare la sicurezza degli interessi nazionali nell’area del Mediterraneo Centrale – indicano le forze armate italiane – è stata incrementata la capacità di sorveglianza e acquisizione informazioni ridislocando, temporaneamente, quattro velivoli Amx del 51° Stormo di Istrana (Treviso)”. Questa misura, viene indicato, “si va ad inserire tra quelle adottate, in precedenza, dal Governo nell’area mediterranea relative all’operazione “Mare sicuro” posta in essere a tutela dei molteplici interessi nazionali e per assicurare coerenti livelli di sicurezza”.

venerdì 15 gennaio 2016

Caivano (Na): Il Partito Democratico replica al Capogruppo di Forza Italia Gaetano Ponticelli

Caivano (Na): Il Partito Democratico replica al Capogruppo di Forza Italia Gaetano Ponticelli 




Gent.mo Direttore,
abbiamo letto sul suo blog l'intervista resa dal Dott. De Cicco, pardon, dal consigliere Gaetano Ponticelli e, rilevando le enormi nefandezze riportate, intendiamo sottoporle la seguente replica.

Con molta probabilità il capogruppo di Forza Italia ha la memoria corta oppure è stato ben indotto a ritrattare  quanto precedentemente dichiarato, delle due l'una.

E' bene ricordare al Consigliere Ponticelli che proprio qualche mese fa, lo stesso, unitamente a tutti i consiglieri di Forza Italia, richiedevano formalmente al Sindaco Monopoli " una revisione collegiale degli incarichi" e, cosa ben più grave,  di "disporre ogni opportuna iniziativa tesa a garantire il ripristino della legalità e della trasparenza della vita amministrativa".

A fronte di tale dichiarazione il primo cittadino, mortificando tutti i consiglieri del suo stesso partito, con una risposta ancora più aberrante così replicava "Con i problemi e le emergenze che vive Caivano è inconcepibile che gli sforzi dei consiglieri comunali siano solo orientati verso gli incarichi da affidare, come loro stessi chiedono, ai professionisti del loro gruppo. Così come è una pessima abitudine verificare che la politica al posto di preoccuparsi dei problemi da risolvere dedichi tutta la sua attenzione agli appalti ed alle imprese...... gli stessi consiglieri che chiedono incarichi si permettono di indicare il ripristino della legalità" .

Di fronte a questo indecente conflitto di interessi (chissà se legittimi) in casa della maggioranza, il consigliere Ponticelli avrebbe fatto bene a spiegarci perchè a quel documento non è seguita alcuna azione politico-amministrativa di verifica e controllo e soprattutto quale sia stato il prezzo pagato per rasserenare gli animi nel maggior Partito di governo.

Fortunatamente tale indagine non spetta al Partito Democratico, bensì alle competenti Autorità opportunamente  investite al riguardo.

A tal proposito, ringraziamo il consigliere Ponticelli per le parole di stima nei confronti dell' On. Manfredi, ma, al contempo, restiamo perplessi ed amareggiati dalle  dichiarazioni rese nei confronti del Partito Democratico locale.

Il capogruppo del partito di Forza Italia afferma che in caso di una verifica ci sarebbero molte illegittimità in vari settori a cause delle passate Amministrazioni, di cui,  guarda caso, faceva parte egli stesso nel medesimo Partito dell'ex Sindaco Falco. 

Non potendo accettare morali  dettate dal trasformismo, siccome il PD locale non ha nulla da nascondere, ne da temere, invitiamo ufficialmente il consigliere Ponticelli a denunciare agli Organi competenti le illegittimità di cui è a conoscenza e, perchè no, i condizionamenti sull'attività politico amministrativa, dalle politiche sociali alle attività produttive.

 A tal punto sarebbe interessante confrontarsi sui fatti concreti e fare in modo che ciascuno si assuma le giuste responsabilità.

Anche noi attendiamo con impazienza questo famoso "bilancio delle cose fatte" millantato dall'amministrazione.

E' stato proprio il nostro capogruppo consiliare a chiedere a gran voce, nella prima seduta di consiglio comunale, che il sindaco Simone Monopoli e la sua amministrazione facessero, nei primi sei mesi, un'operazione verità su tutto l'operato delle amministrazioni precedenti e soprattutto sull'operato del PD.

In tal modo sarebbe stata fatta chiarezza su tutto il fango che il sindaco Monopoli ed i suoi collaboratori hanno versato sul PD locale, negandosi miseramente ad ogni pubblico confronto.

Purtroppo dobbiamo constatare che, al di là delle tante chiacchiere e delle continue bugie, quotidianamente pubblicizzate da giornalisti sul libro paga del comune di Caivano, a tutt'oggi l'amministrazione Monopoli si è sottratta a questa operazione verità, preferendo la strategia della diffamazione e dell’autocelebrazione.

Non sappiamo quale sia la programmazione futura per lo sviluppo del territorio, ma, abbiamo piena coscienza dell'elevato numero di incarichi affidati e delle somme urgenze quotidianamente decretate.
Le importanti gare paventate dalla maggioranza, a dispetto di quanto propagandato, non sono state ancora espletate ed abbiamo grandi perplessità su quali potranno essere gli esiti.

Di certo registriamo che il Segretario Comunale, fortemente voluto dal Sindaco e dallo stesso invitato al controllo degli atti amministrativi, a distanza di pochi mesi dall'insediamento, ha lasciato il Comune di Caivano a causa di presunte distanze territoriali dai luoghi di origine, ben note al momento del conferimento dell'incarico.

Questi sono i fatti concreti che dovrebbero  destare perplessità nel capogruppo di Forza Italia. Sconcertati dalla disomogeneità, inefficienza ed incapacità dell'attuale amministrazione vogliamo pensare che  l'Onorevole Manfredi sia stato indotto in errore dalle parole dei consiglieri di Forza Italia, poichè, in mancanza, il Comune di Caivano potrebbe subire anche l'onta dello scioglimento.

Per dovere di cronaca, tale evenienza, con le passate amministrazioni, non si è mai verificata. Infine, vogliamo ricordare che il PD + la lista Civica NOI PER CAIVANO, formata in buona parte da Giovani Democratici, ha intercettato alle ultime elezioni comunali circa il 18% dei votanti, tradotti in circa 3.700 voti di lista. Esprimendo cinque Consiglieri Comunali senza il premio di maggioranza. Siamo passati dal 9,5% elezioni 2010, a circa il 18% elezioni 2015. 

Se questo per il consigliere Ponticelli è fallimento, abbiamo forti dubbi sulla sua attendibilità.

Partito Democratico Caivano

giovedì 14 gennaio 2016

"Da domani ci saranno quattro Papi" La profezia di Giampaolo Pansa

Pansa: "I quattro Papi che guideranno Repubblica"


di Giampaolo Pansa



Il modello inaugurato dal Vaticano sta facendo scuola. All' ombra di San Pietro ci sono due papi. Uno effettivo, Bergoglio, l' altro emerito, Ratzinger. A Repubblica, il giornale posseduto da Carlo De Benedetti, ce ne saranno ben tre, a partire dal 15 gennaio. Un papa super emerito, Eugenio Scalfari, il fondatore del quotidiano. Un secondo papa in procinto di diventare emerito: Ezio Mauro, che ha guidato la testata per vent' anni e lascerà il 14 gennaio, nel quarantesimo compleanno di Rep. E infine il terzo papa, Mario Calabresi. Sarà lui ad affrontare la fatica di offrire ogni giorno un prodotto ormai elefantiaco, un malloppone complicato persino da sfogliare. Dove il lettore trova di tutto, dalle acute analisi di Bernardo Valli sul terrorismo del Califfato nero sino ai consigli destinati alle madame sessantenni per non farsi sfuggire il loro ragazzo giocattolo.

Vale la pena di parlare di Repubblica dalle colonne di un giornale come Libero, estraneo alla strapotenza del super foglio di Largo Fochetti? Penso di sì, dal momento che siamo di fronte a uno dei bunker di questa stagione politica, una ridotta armata, uno dei fortini che dovrebbero resistere al caos informativo, culturale e morale degli anni disperati che stiamo vivendo. Voglio dire subito che non credo nella fine della carta stampata, per molti destinata a sparire sotto lo tsunami diabolico del web. I giornali tradizionali vivranno, soprattutto in Italia. In casa nostra, la popolazione invecchia. Gli anziani attivi si moltiplicano. Stanno, anzi stiamo, diventando il pilastro che evita il crollo di un sistema politico allo sfascio. Dunque chi lavora per i giornali che si acquistano in edicola non deve disperarsi: il da fare ci sarà sempre.

Bisogna riconoscere che si è rivelato lungimirante Barbapapà Scalfari quando, in compagnia di Carlo Caracciolo, tra la fine del 1975 e l' inizio del 1976 decise di fondare un nuovo quotidiano, diverso da tutti gli altri in commercio. Nessuno credeva al buon esito dell' impresa. Quando Eugenio cercava contributi finanziari, andò a trovare anche Carlo De Benedetti. Ma l' Ingegnere decretò che per il progetto scalfariano non esisteva spazio. E si limitò a dargli un assegno di cinquanta milioni di lire. Ma a titolo personale e senza accettare in cambio nessuna azione.

Virtù e vizi - Se oggi mi chiedessero quale delle virtù di Eugenio mi ha più colpito nei quattordici anni di lavoro con lui, direi la tenacia testarda nel realizzare i suoi sogni. Alla pari con la dedizione assoluta al compito che si era scelto. Per Scalfari, Repubblica è stata tutto: madre, moglie, amante, figlia. Anche quando ha venduto il giornale all' Ingegnere, era il 1989, diventando straricco insieme a Caracciolo, ha seguitato a occuparsene. Per l' intero giorno, dal mattino alla sera tardi, tutti i giorni, tutti i mesi, tutti gli anni. Il merito, e anche la colpa, dei tanti mutamenti di Rep, sono soprattutto suoi. Dal giornale libertino dei primi anni, un contenitore di opinioni diverse sempre pronto a contraddirsi, si è passati al giornale caserma, dove si canta un solo inno di battaglia. Innanzitutto contro il centrodestra e il suo leader, Silvio Berlusconi. Ma pure contro tutto quello che non sta in sintonia con il pensiero unico repubblicano. Se qualcuno mi chiedesse quale sia questo pensiero, saprei rispondere in un modo solo: abbiamo sempre ragione noi e torto gli altri. Una convinzione che si adatta a tutti i soggetti autoritari. L' apprezzerebbe persino il dittatore comunista della Corea del Nord.

Un percorso tracciato - Ezio Mauro, il secondo dei papi, ha camminato per vent' anni lungo il percorso tracciato da Eugenio. Per di più con una lucida freddezza che è inutile attribuire all' esempio di Piero Gobetti, di Norberto Bobbio o della moralità piemontese. Ezio è sempre stato un allievo di se stesso. Un giornalista molto attrezzato, ma gelido. Lo compresi quando, dopo i miei primi lavori revisionisti sulla guerra civile, mi disse: «Giampaolo, dovresti ritornare a scrivere libri per i tuoi vecchi lettori». Gli risposi no e mi resi conto che dovevo prepararmi ad andarmene dal Gruppazzo dell' Ingegnere. Qualche anno fa, intervistato in pubblico da un giornalista fuori classe come Antonello Piroso, alla domanda su che cosa pensasse di Mauro, Cidibì rispose: «È il direttore migliore che ci sia in Italia. Non lo manderò mai via. Resterà a Repubblica sino a quando lo vorrà lui». Dunque la partenza di Ezio dopo il ventennio di Scalfari, sarebbe dovuta soltanto a una sua scelta. Dal poco che trapela dall' interno del giornale, ora dovrebbe entrare nella squadra dei papi emeriti. Gli stanno già preparando uno studio adatto al nuovo ruolo. E al proposito enunciato da Ezio: «Adesso voglio riprendere a fare del giornalismo sul campo». Una via d' uscita inevitabile per un signore che in ottobre avrà appena 68 anni, un ragazzino rispetto ai 92 di Scalfari.

Del terzo papa, Calabresi, conosciamo soltanto la storia, personale e professionale, sino a oggi impeccabile. Tutto il resto è da scoprire. Perché è stato scelto lui per sostituire Mauro? Il suo arrivo a Largo Fochetti è dovuto alla volontà di almeno un paio di poteri forti, come Sergio Marchionne, il super capo della Fiat, e Matteo Renzi, l' attuale presidente del Consiglio? Se c' è stato l' intervento di forze esterne al gruppo De Benedetti, credo che non lo sapremo mai. Nell' Italia di oggi nessuno ha voglia di praticare del giornalismo investigativo su testate pesanti. Comunque, qualcosa si potrà intuire dall' atteggiamento della Rep di Calabresi nei confronti di due super big come Renzi e Marchionne. Sarà questo il vero banco di prova del figlio di Luigi Calabresi, il commissario dapprima linciato e poi assassinato con il consenso entusiasta di una quota rilevante della rossa borghesia italica. Accanto ai tre papi non bisogna dimenticare che il terzetto è in realtà un quartetto. Esiste infatti un pontefice che per il momento si astiene dall' apparire in pubblico, ma conta molto, come succede a tutti i proprietari di media. Winston Churchill era solito dire: «Io non parlo mai con i direttori dei giornali. Parlo soltanto con i loro padroni». Ma a questo punto esiste una domanda inevitabile: che padrone è, nel 2016, l' ingegner De Benedetti?

L'incognita ingegnere - Oggi è un signore che a novembre compirà 82 anni, ancora energico, volitivo, non alieno dai battibecchi, come ho constatato di persona. Ma sta attraversando una congiuntura sfavorevole. Si trova alle prese con una brutta faccenda: il processo per l' amianto all' Olivetti di Ivrea. La pubblica accusa di quel tribunale pare molto agguerrita. Per di più si muove sullo sfondo del processo torinese per l' amianto dell' Eternit, a Casale Monferrato. I giudici di Torino hanno comminato anni di carcere ai due ultimi proprietari di quella maledetta fabbrica della morte.

Una delle prove che attendono Calabresi sarà l' atteggiamento di Rep nei confronti del processo di Ivrea, se mai ci sarà. Sotto questi e altri chiari di luna, non risulterà facile per lui e i tre papi che lo affiancano. Ma siamo in tempo di guerra, come ci ricorda di continuo il papa vero, Bergoglio. Per di più, il destino di ciascuno di noi sta scritto nelle stelle. Dobbiamo affrontarlo con dignità, sapendo che nessuno può cambiarlo.