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domenica 6 dicembre 2015

"Per la Siria", e gli taglia la gola: è terrore nella metro a Londra

Londra, taglia la gola a un uomo in metropolitana: "Questo è per la Siria"




Un uomo ha tentato di tagliare la gola a una persona e ha attaccato altre tre persone nella stazione di Leytonstone della metropolitana di Londra urlando "Questo è per la Siria". Lo riportano i media britannici spiegando che l'aggressore è stato "neutralizzato" dai taser della polizia ed è stato arrestato. L'attacco è avvenuto intorno alle 19 (ora locale). L'uomo, secondo quanto riporta il Daily Mail, avrebbe minacciato alcune persone con un coltello dopo aver ferito gravemente un uomo. Alcuni testimoni oculari hanno raccontato che l'uomo, durante l'attacco, gridava "Questo è per la Siria" e "Tutto il vostro sangue sarà sparso". 

sabato 5 dicembre 2015

La rivolta degli studenti islamici: cos'è successo in una scuola italiana

Milano, si parla di Islam a scuola e i musulmani se ne vanno: "È già tutto scritto nel Corano"




Si fa presto a parlare di integrazione. I guai arrivano se c'è chi non è disposto ad ascoltare. Quanto andato in scena nell'aula magna dell'Istituto tecnico commerciale Schiapparelli di Milano fornisce un esempio inquietante: circa 300 studenti delle ultime due classi, di età compresa tra i 17 e i 19 anni, sono riuniti a parlare di Isis e Islam. Sul palco siedono due giornalisti del Corriere della Sera e i rappresentanti degli studenti. In platea c'è anche una quarantina di giovani musulmani: sono loro a far scattare le proteste. 

"Il Corano dice tutto" - Si sta parlando di guerra per la successione tra sunniti e sciiti, tema più storico che religioso. Amina, di religione islamica, si alza e prende la parola: "Chi l'ha detto che sciiti e sunniti si scontrano sulla successione? Per l'Islam non ci può essere successore di Maometto. E comunque è tutto spiegato nel Corano. Non servono altri libri, il Corano spiega tutto, dice tutto". I relatori cercano di spiegare che il Corano è stato scritto prima dello scisma, e dunque difficilmente potrebbe fornire una spiegazione "laica" di quanto accaduto nella storia. Ed è questo il problema: di "laico", i giovani musulmani presenti nell'Aula magna, sembrano avere poco o nulla. "Sono una quarantina di studenti musulmani che la appoggiano sempre quando parla. Per noi è davvero difficile replicare. In genere gli studenti italiani restano zitti, non sanno bene cosa dire, non hanno argomenti", spiega Andrea, uno dei due rappresentanti di istituto. 

Fuori dall'aula - I giornalisti del Corriere sottolineano come il mondo occidentale sia impregnato di cultura rinascimentale e illuministica, da Voltaire a Rousseau, e che per il nostro mondo sia scontato farsi domande e avere dubbi su tutto, religione in testa. Amina e i ragazzi musulmani, però, escono dall'aula. La loro visione della religione non ammette contestazioni

La furbata-Renzi sulle pensioni Si inventa una nuova tassa

Arriva una nuova tassa con la scusa delle pensioni




Sì, bella l'idea di mandare in pensione prima circa 36mila lavoratrici: si chiama "Opzione donna" e il governo Renzi, con l'ennesimo spottone, l'ha lanciata qualche settimane fa. Prevede un anticipo dell'entrata in pensione di qualche mese, in cambio di un ricalcolo contributivo dell'assegno. Ma le belle idee costano. E abbiamo già avuto modo di vedere quanto costino quelle di Renzi. Servono soldi, per "Opzione donna", e quindi serve una tassa. Tassa nuova o tassa in più? Tassa in più. Nella legge di stabilità che si sta discutendo in parlamento è incluso un emendamento, che è già stato approvato dalla commissione Lavoro della Camera e dovrà ora andare al vaglio della commissione Bilancio, che prevede il raddoppio della famigerata "Tobin Tax", il prelievo dello 0,2% sulle operazioni finanziarie che è stato introdotto con la Finanziaria del 2013. Alla voce copertura di "opzione donna", si stabilisce che "l'aliquota dello 0,2% sul valore della transazione prevista dalla vecchia legge sia sostituita con l'aliquota dello 0,4%". Con buona pace del fatto che gli studi comparativi mettano l'Italia in fondo alle classifiche dei Paesi dove conviene investire".

Jet russo abbattuto e petrolio dall'Isis: Erdogan chiuso in un angolo chiede aiuto a De Benedetti

Su "Repubblica" lo spot a tutta pagina per la Turchia




A Pagina 10 c'è Putin che strilla contro Erdogan a proposito della ormai famosa vicenda del petrolio che Ankara acquisterebbe dall'isis: "Ve la faremo pagare" minaccia dal titolo di testata lo zar di Mosca. Trentacinque pagine più in là, a tutta pagina la "Tigre del Bosforo" pubblicizza la sua velocità e perseveranza con lo slogan: "Spicca il volo con la Turchia". Lo spot di dubbio gusto (vallo a dire ai parenti del pilota del jet russo abbattuto, che "spicca il volo con la Turchia") campeggia a pagina 45 di "La Repubblica". Unico tra i grandi quotidiani italiani ad ospitare oggi la pubblicità del gigante turco, che dal punto di vista dell'immagine internazionale sta conoscendo il punto più basso della sua storia dai tempi del genocidio operato nei confronti degli armeni. Nella pagina si vede il grande ponte sul Bosforo, che collega la parte europea con quella asiatica di Istanbul, con l'immagine di un container sollevato in cielo da decine di uccelli. No, non di aerei. Quelli, almeno, ce li hanno risparmiati.

La proposta della Santanchè alla Lucarelli: "Vieni con me, ti voglio..."

Daniela Santanchè offre a Selvaggia Lucarelli la direzione di Novella Duemila




Daniela Santanché starebbe corteggiando per questioni di lavoro Selvaggia Lucarelli. Come riporta il sito Dagospia qualche giorno fa la Pitonessa avrebbe invitato a pranzo la giornalista de Il Fatto quotidiano in gran segreto per farle una proposta molto allettante. L'esponente di Forza Italia è la neoproprietaria di due giornali di gossip nazionali molto venduti: Novella 2000 e Visto. E proprio durante questo pasto di affari la Santanché avrebbe proposto alla Lucarelli la direzione di Novella 2000. Alcune indiscrezioni però sostengono che comunque Selvaggia non accetterà e rimarrà fedele a Marco Travaglio. 

Renzi: Il Natale? Ma chissenefrega E il preside pro-islam resta dov'è

Il preside pro-islam della scuola di Rozzano resta al suo posto


Foto dell'Istituto di Rozzano in carenti condizioni di agibilità

Alcune classi dell'Istituto di Rozzano

Tanto rumore per nulla. Marco Parma resta al suo posto. Per chi non ricordasse il suo nome, è il preside che in una scuola di Rozzano, alle porte di Milano, aveva sostituito la "Festa musicale di Natale" con una laica "Festa d'inverno" per non irritare gli scolari e le loro famiglie di credo diverso rispetto a quello cristiano. ne era venuto fuori un circo, con titoloni sui giornali. Il preside anti-Natale o pro-islam aveva pure ricevuto la non gradita visita del leader leghista Matteo Salvini, che ne aveva approfittato anche per immortalare le condizioni di grave degrado dell'istituto comprensivo Garofani. "Anzichè pensare al Natale, il preside veda di rimettere in buone condizioni la sua scuola" aveva tuonato Salvini, postando le immagini sulla sua pagina fecebook. nei giorni scorsi, poi Parma ha ricevuto un'altra visita: quella degli ispettori del ministero dell'Educazione, che non hanno rilevato anomalie nella condotta del preside tali da giustificarne il sollevamento dall'incarico. "Abbiamo appurato che questo preside non ha interferito nelle decisioni che riguardano il Natale, e per giunta ciascuna scuola ha l'autonomia di interpretare il valore del Natale come altri valori con gli strumenti di iniziativa che ritiene" è stato il commento del ministro dell'educazione Stefania Giannini.

LA SFIDA DEL DRAGONE Navi, soldati e una base La Cina prepara la guerra

La Cina aprirà una sua base militare a Gibuti




Va bene fare affari in Africa con miniere, petrolio e grandi opere. Ma alla Cina il business non basta più. Pechino, che negli ultimi vent'anni è diventata la potenza dominante nel continente nero, vuole ora metterci gli scarponi. Quelli dei suoi soldati, oltre agli scafi delle navi e alle carlinghe dei suoi jet da caccia. Dal 2008, come scrive il quotidiano Italia Oggi, le forze navali cinesi eseguono pattugliamenti dell'oceano Indiano nord-occidentale in funzione anti-pirateria. Finora le navi e il personale di Marina si appoggiavano alle basi di altri Paesi, come la Francia e gli Stati Uniti, presenti nella zona. Rifornendosi da loro in fatto di armi, carburante e viveri.

Ora, però, gli occhi a mandorla di Pechino sono puntati più che mai verso il Corno d'Africa, perchè il presidente del piccolo stato di Gibuti ha dato il suo ok (in cambio di sonanti yuan) alla creazione di una base militare cinese entro i confini del Paese, che si trova in una posizione ultra-strategica anche per i traffici tra Europa e Asia, trovandosi lungo la rotta che attraversa il canale di Suez nelle due direzioni.

Se da un lato il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato che lo scopo di questo insediamento a Gibuti è quello di agevolare il contributo alla pace nell' area, dall' altro molti osservatori sono convinti che Pechino ne approfitterà per difendere i propri interessi commerciali e strategici. Attualmente la Cina conta più di 22 mila aziende con un valore superiore a mille miliardi di dollari (926 mld euro) all' estero. Per proteggerle ci si affida principalmente alla collaborazione con le nazioni interessate, investendo per favorire il loro sviluppo. Spesso, però, ciò non basta e gli interessi delle imprese sono minacciati. E allora anche le basi militari, i soldati e le navi possono fare la loro parte per garantire una maggiore tranquillità a chi si trova oltreconfine in situazioni precarie.