La multa è finta, il vigile fa i soldoni: quanto ha intascato in 2 anni di attività illecita
di Dino Bondivalli
Si sarebbe appropriato in maniera illecita di 65.924 euro l’addetto all’ufficio cassa dell’ufficio della polizia locale di via Friuli, che era stato rimosso dal suo incarico e trasferito nel mese di febbraio dopo che un’indagine interna ai “ghisa” aveva fatto emergere un buco negli incassi derivati dalle multe. A tanto ammonterebbe infatti il “bottino” di cui l’uomo si è indebitamente appropriato tra il 2013 e l’inizio del 2015 secondo la ricostruzione fatta dagli stessi vigili.
Una goccia nel mare rispetto ai 140 milioni di euro incassati da Palazzo Marino nel 2014 grazie alle multe. Ma comunque una somma ingente, che l’agente della polizia locale ha già cominciato a risarcire.
L’uomo, che è stato indagato per peculato e che ha chiesto il patteggiamento, ha infatti già versato nelle casse comunali un assegno da 10.500 euro, che la giunta Pisapia ha deliberato nei giorni scorsi di accettare a titolo di “acconto per risarcimento dei danni patrimoniali e morali derivati al Comune di Milano”. Solo una prima rata, alla quale si dovranno aggiungere tutte quelle necessarie per saldare quanto sottratto e, in aggiunta, una somma che Palazzo Marino ha chiesto per il danno di immagine derivato dal comportamento del ghisa.
La condotta illecita dell’agente si sarebbe infatti protratta per più di un anno, attraverso un meccanismo tanto semplice quanto apparentemente efficace. Stando alle prime ricostruzioni l’addetto avrebbe incassato il denaro in contanti versato dai cittadini per le contravvenzioni e, anziché registrare l’entrata e chiudere la pratica a carico dell’automobilista, si sarebbe limitato a rilasciare una ricevuta intascandosi il denaro.
Un escamotage che ha inizialmente funzionato ma che alla lunga non è passato inosservato. Nonostante il caos agli sportelli di via Friuli, frutto del boom di contravvenzioni emesse in seguito all’attivazione dei nuovi autovelox, il progressivo aumento degli ammanchi di cassa ha infatti fatto scattare il campanello d’allarme e la conseguente indagine interna. Il risultato finale è stata la denuncia nei confronti dell’agente. E, per quanto riguarda la cifra frutto dell’illecito, il sequestro di beni patrimoniali dell’uomo per 65.924 euro disposto dal Gip in attesa dell’udienza.