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martedì 1 dicembre 2015

Profezia "mortale" sulla MotoGp: le parole dell'ex manager di Rossi

Carlo Fiorani, l'ex manager di Valentino Rossi: "Sorride, ma può strangolare. Non dimentica né perdona: ne vedremo delle belle"




Valentino Rossi è tornato a sorridere a Monza, vincendo il rally al volante di una Ford Fiesta M-Sport. Un sorriso, certo, a distanza di (quasi) un mese dal termine del motomondiale del "biscottone" spagnolo e dei veleni. Ma la rabbia e il rancore per quanto successo in MotoGp non possono essere cancellati: la stagione 2016 si preannuncia rovente (e, per ora, il Dottore ha deciso di non parlarne). Chi invece ha parlato di ciò che potrebbe accadere è Carlo Fiorani, manager Honda attualmente in Superbike, che per quattro anni ha lavorato con Valentino in Motogp.

"Lo prende e lo strangola" - Fiorani, insomma, è uno che conosce benissimo il Dottore, e spiega: "Ha il dente avvelenato e, sapendo come è fatto, sicuramente vorrà vendicarsi. È astuto quanto implacabile - aggiunge -. Quando ce l'ha con qualcuno è capace di sorridergli per farlo tranquillizzare, ma un secondo dopo lo prende per il collo e lo strangola. Nel 2016 - profetizza - ne vedremo delle belle. Perché Rossi non dimentica, né perdona". I riferimenti, tutt'altro che casuali, sono tutti per Jorge Lorenzo e Marc Marquez. E sul rapporto di Rossi con il pilota della Honda, Fiorani mostra di non avere dubbi: "Tra lui e Marquez ormai c'è una frattura insanabile. Amici o semplici avversari non lo saranno più".

Ricorso al Tas - Infine, una postilla, che potrebbe ulteriormente agitare le acque. Si torna al ricorso presentato al Tas dal Dottore: il Tribunale arbitrale dello sport di Losanna non ha ancora emesso la definitiva sentenza sulla penalizzazione che ha costretto Rossi a partire dall'ultima piazza a Valencia. In linea del tutto teorica, il verdetto positivo potrebbe annullare l'esito del Gp spagnolo e togliere il titolo a Lorenzo in favore del Dottore, leader in classifica fino all'ultima gara. Ipotesi, va detto, profondamente improbabile: se il Tas avesse voluto solo prendere tempo prima di emettere la sentenza avrebbe congelato, e quindi sospeso, il provvedimento emesso dalla direzione gara dopo Sepang. Se non lo ha fatto, con discreta approssimazione, il Tribunale ha già deciso. Ma qualunque definitiva decisione verrà presa, c'è da scommetterci, sarà altra benzina sul fuoco.

Higuain (e due pali) megl 'e Pelè Inter ko, Napoli primo in classifica

Serie A, Napoli- Inter : doppietta di Higuain e un gol di Ljajic. Finisce 2-1 al San Paolo




La sfida da scudetto al San Paolo se l'aggiudicano i padroni di casa. Tutto merito di un mostruoso Higuain, capocannoniere della Serie A con 12 reti. Dopo soli due minuti dal fischio d'inizio dell'arbitro Orsato i partenopei si portano in vantaggio grazie al Pepita. L'attaccante argentino sul tocco di Callejon controlla un pallone dentro l'area e scarica un destro violentissimo sul quale Handanovic non può nulla. Al 29' l'Inter ha l'occasione di pareggiare con Guarin che però spreca tutto: il calcio a giro con il sinistro sfiora la traversa e finisce sul fondo. I nerazzurri restano in dieci al 44' quando Negatomo, già ammonito, si prende un cartellino rosso per una brutta entrata su Allan. Il giapponese era stato schierato a sorpresa dal tecnico nerazzurro Mancini, ma il ritorno in una partita così importante è stato ampiamente deludente. 

La ripresa - Nel secondo tempo Mancini rinuncia a Icardi per mettere in campo Telles e cercare di riequilibrare la squadra rimasta in dieci. Ma gli animi sono molto accesi. Dopo soli 5 minuti si sfiora la rissa per un duro intervento in scivolata di Guarin su Allan. Al 62' un incontenibile Higuain fa doppietta: sull'appoggio di testa di Albiol brucia in velocità Miranda e Murillo spiazzando ancora una volta il portierone sloveno. Ma l'Inter non ci sta e reagisce. E cinque m inuti più tardi (67') arriva la rete di Ljajic che con il sinistro la mette nell'angolino dove Reina non arriva. Passato il 90' sembra finita e invece arrivano grossissime emozioni: al 48' l'Inter prende due clamorosi pali prima con Jovetic e poi Miranda sempre di testa. Finisce 2-1. I partenopei si portano così in testa alla classifica sorpassando gli avversari e distaccandoli di un punto a quota 31.

IL PRESIDE PRO-ISLAM Pensava a vietare il Natale La sua scuola è un cesso / Foto

Matteo Salvini posta su Facebook le foto del degrado della scuola anti-presepe





"Se qualcuno ritiene di favorire i nostri bambini, negando quelle che sono le nostre tradizioni, è fuori di testa": così il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, al suo arrivo a Rozzano davanti ad una delle sedi dell'Istituto comprensivo Garofani, al centro del caso del presunto rinvio del concerto natalizio. Salvini si è augurato che il preside dell'istituto "vada a fare un altro lavoro nella vita". "Abbiamo rimesso al suo posto Gesù Bambino e ribadito che i Canti di Natale non danno fastidio a nessuno ma bambini, insegnanti e genitori si meritano una scuola migliore", prosegue Salvini che sottolinea: "Renzi, se ci sei batti un colpo e vieni a visitare la scuola di Rozzano. Dov'è finita la tanto decantata buona scuola? E i soldi per la messa in sicurezza? Di certo qui a Rozzano non sono mai arrivati. Tetti crollati abbandonati in cortile, buchi nei bagni tappati con nastro adesivo per pacchi nel tentativo di fermare i topi". E le foto postate sul profilo Facebook dell'esponente del Carroccio lo confermano, il degrado è ovunque.

La "buona scuola" - Prima di visitare l'interno della scuola il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini impugnando un megafono, ha invitato "tutte le mamme e tutti i papà, di tutte le religioni, a spiegare ai loro bambini che la convivenza è bella ma il 25 dicembre rimane la festa di Natale". "Penso che anche i bambini di altre religioni siano contenti di festeggiare il Natale , e se non ci penserà il preside a farlo, ci pensino le mamme e i papà. Ora, però occupiamoci di soffitti, lavagne e muri che sono le cose più importanti, non le canzoni di Natale", ha proseguito il leader della Lega Nord . Davanti alla scuola Salvini è stato applaudito da militanti ma anche da cittadini rozzanesi.

Mentana vara il partito centrodestra Primo davanti a Pd e M5S / I dati

Sondaggio tg La7: il partito di centrodestra prima forza politica del Paese




C'è un dato inequivocabile, nel consueto sondaggio di Emg per il Tg di La7: l'emorragia di voti del Pd. Continua, inarrestabile. Nella consultazione di questa settimana, il partito di Renzi lascia sul terreno altri due decimi di punto rispetto al 23 novembre, calando al 30,3%. Di contro, i 5 Stelle proseguono la loro arrampicata, con un altro +0,3% che li spinge al 27,9%, ovvero a poco più di due punti percentuali da quella che fino a qualche mese fa pareva una corazzata inespugnabile.

letteralmente la Lega Nord di Matteo Salvini, che in sette giorni guadagna un altro 0,6% fino al 15,9%. Cedono lo 0,1% sia Forza Italia (al 12%) sia i Fratelli d'Italia (al 4,8%). Il dato interessante è che i tre partiti del centrodestra insieme costituiscono di gran lunga la prima forza politica del Paese: col 32,7% delle preferenze sono infatti nettamente davanti sia al Pd che ai grillini. Il problema è che l'Italicum , la legge elettorale voluta da Renzi, considera il risultato non della coalizione, ma della lista. Per cui, per far valere quel 32,7%, Forza Italia, Lega e FdI dovrebbero presentarsi alle elezioni con una lista unica. Cosa che al momento, viste le resistenze forti in alcuni ambienti di Forza Italia nei confronti del Carroccio, appare un processo complicato.

Lo stesso Italicum che al primo turno favorirebbe il Pd, rischia però di vederlo franare al ballottaggio che è previsto se nessuna delle liste raggiunge (come pare da tutti i sondaggi) la soglia del 40% che al primo turno dà diritto al premio di maggioranza. Al secondo turno, infatti, i renziani verrebbero nettamente sconfitti, nelle intenzioni di voto, dai grillini. E con una "forbice" che si allarga di un ulteriore 0,2% rispetto alla rilevazione precedente: 52,4% contro 47,6%. In caso di ballottaggio con una ipotetica lista di centrodestra, invece, Il Pd avrebbe la meglio, ma con un margine di vantaggio appena superiore ai tre punti. E vista l'emorragia di voti democratici...

lunedì 30 novembre 2015

Pensioni, vietato sapere quanto prendi Inps: niente soldi per le buste arancioni

Inps, Tito Boeri: "Spediremo solo 150mila buste arancioni"




La farsa delle buste arancioni. Potrebbe essere questo il titolo delle ultime dichiarazioni del presidente dell'Inps Tito Boeri a proposito della simulazione della pensione futura: "Ne manderemo solo una piccola parte, ne spediremo circa 150 mila, entro Natale, perché non ci è stata data l'autorizzazione dai ministeri per superare il vincolo di spesa, la spesa per spedizioni è contingentata".

La retromarcia - Boeri, a margine dell'assemblea nazionale sull'amianto, ha aggiunto che, qualora i fondi vengano sbloccati in sede di legge di stabilità, le rimanenti buste verranno spedite dopo Natale. Il nome "Busta arancione", deriva dalla scelta cromatica utilizzata dal primo Paese, la Svezia, che anni fa ha scelto di spedire a casa dei contribuenti l'importo della pensione futura.

CI TASSANO PURE LE BICICLETTE La folle mossa del Pd sulle due ruote

Proposta Pd: una tassa anche sulle biciclette




L'ultima trovata del Pd è la bici tax, una tassa sulla bicicletta. L'idea è del senatore Pd Marco Filippi, capogruppo in Commissione Lavori pubblici a Palazzo Madama. Riporta il Giornale che nel suo emendamento alla riforma del codice della strada c'è la proposta di applicare questo balzello per le due ruote: "Individuare criteri e modalità d'identificazione delle biciclette nel sistema informativo del Dipartimento per i trasporti", "attraverso un'idonea tariffa per i proprietari".

In sostanza, chiarificano le associazioni dei ciclisti che sono già sul piede di guerra, ci saranno una targa e un bollo da pagare anche per le biciclette. Criticato su Twitter, il senatore del Pd si è poi difeso dicendo di non essere stato capito: "Per favore leggere tutti, l'emendamento è riferito a cicli adibiti a trasporto di merci o persone per attività commerciali: la sicurezza è la priorità!". Ma la spiegazione non sembra convincente dato che parla di "biciclette e veicoli a pedali adibiti al trasporto, pubblico e privato, di merci e di persone". Insomma, tutte le biciclette.

Messi pronto a lasciare Barcellona: "1 milione di euro a settimana". Già in corso la trattativa

Messi pronto a lasciare Barcellona: "Stipendio da 1 milione di euro a settimana", trattativa già in corso




Quando i soldi non sono un problema, perché porsi limiti? Sarà la domanda che si sono fatti gli emiri ammalati di pallone che tra Parigi e Manchester negli ultimi giorni hanno deciso di fare follie pur di avere i due giocatori più forti al mondo nelle proprie squadre. L'ultima offertona è dello sceicco Mansour, proprietario del Manchester City che, secondo quanto riporta il Sun, stanco delle sberle raccolte in questa stagione, ha deciso di dare una svolta al suo club portando in Inghilterra Lionel Messi. Per strapparlo al Barcellona, lo sceicco ha offerto all'argentino uno stipendio da 800mila sterline, circa 1,1 milioni di euro. Solo una settimana fa, il Psg aveva offerto a Cristiano Ronaldo circa 355mila euro a settimana per lasciare il Real Madrid. Ma nel caso dello sceicco Mansour la trattativa sarebbe già partita, con i rappresentanti di Messi che stanno valutando un ingaggio annuale di circa 40 milioni di sterline all'anno, circa 57 milioni di euro, compresi bonus e diritti d'immagine. Messi ha un contratto con il Barcellona fino al 2018 con una clausola rescissoria di 250 milioni di euro. Ma sembra che per lo sceicco la cifra non sarebbe un problema e i catalani potrebbero essere disposti a scendere anche sui 170 milioni.