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martedì 24 novembre 2015

SCOPPIA LA GUERRA Turchi abbattono aereo russo Paura nei cieli: allarme rosso

Aereo abbattuto in Turchia, è giallo




Scenari da guerra in Turchia. I caccia F-16 di Ankara hanno abbattuto un aereo russo che si è poi schiantato vicino al confine fra Turchia e Siria perché aveva violato lo spazio aereo della Turchia nei pressi della frontiera siriana e aveva ignorato gli avvertimenti (ben dieci in cinque minuti secondo l'esercito turco). I due piloti si sarebbero salvati grazie al paracadute. Mosca, che conferma la notizia dell'abbattimento, sostiene invece che il loro aereo - un Su-24 russo - non aveva violato lo spazio aereo turco ma era in territorio siriano.

Il premier turco, Ahmet Davutoglu, ha ordinato al ministero degli Esteri di consultare Nato e Nazioni Unite sugli ultimi sviluppi relativi all'accaduto lungo il confine con la Siria. Il presidente Erdogan è stato informato dal capo dell'esercito sull'abbattimento dell'aereo da guerra e parlerà di questo con Davutoglu. 

LA GRANDE BUGIA DI RENZI Per il salvataggio delle 4 banche il governo userà i nostri soldi (tanti)

Per salvare le banche quasi un miliardo e mezzo di euro dei contribuenti


di Francesco De Dominicis



Altro che niente effetti per il contribuente, come sostengono governo e Pd. Pesa per 1,4 miliardi di euro sui bilanci pubblici il salvataggio delle quattro banche vicine al crac a cui l’esecutivo di Matteo Renzi ha dato il via libera domenica pomeriggio. L’impatto sulle finanze dello Stato è la conseguenza di due aspetti distinti dell’operazione concertata dalla Banca d’Italia e dai principali gruppi creditizi del Paese scesi in soccorso di Banca Marche, Carichieti, Cariferrara e PopEtruria. Da una parte ci sono sgravi fiscali per gli istituti per circa 1 miliardo, dall’altra 400 milioni che la Cassa depositi e prestiti “impegna” a garanzia della liquidità anticipata” da IntesaSanpaolo, Unicredit e Ubibanca. Il totale, è pari a quasi un miliardo e mezzo.

Vediamo i dettagli. L’operazione poggia sul nuovo Fondo di risoluzione delle crisi creato da Bankitalia la scorsa settimana e previsto dalle nuove regole europee sul cosiddetto bail in (il sistema che prevede un contributo di azionisti, obbligazionisti e correntisti con depositi superiori a 100mila euro per ripianare le perdite degli istituti in fallimento). Il Fondo è alimentato da contributi obbligatori versati da tutte le banche. La legge parla di 5-600 milioni l’anno, cifra insufficiente a sostenere il paracadute per i quattro istituti quasi falliti. Di qui l’idea di anticipare i versamenti degli anni successivi fino ad arrivare ai 3,6 miliardi complessivi necessari per l’intero piano: 1,8 miliardi sono stati utilizzati per creare il capitale delle quattro nuove banche (Nuova Banca Marche, Nuova Carichieti, Nuova Cariferrara e Nuova PopEtruria) operative già da ieri mattina; 1,7 miliardi sono serviti per ripianare una parte delle perdite e altri 140 milioni sono la dote per la bad bank, vale a dire la scatola in cui sono stati fatti confluire tutte le sofferenze (prestiti non rimborsati) dei quattro istituti salvati.

Il dettaglio, per la verità, non conta granché rispetto agli effetti finali sul versante fiscale. Tutti i 3,6 miliardi pagati dalle banche sono defiscalizzati, si possono detrarre dai versamenti di Ires, l’imposta pagata dalle società e quindi anche dagli istituti. L’aliquota prevista per questo tipo di sgravio è pari al 27,5%:ne consegue che nelle casse dello Stato arriverà, quest’anno, meno Ires per 990 milioni. Qualcuno potrebbe obiettare che quello stesso sgravio sarebbe stato ottenuto, comunque, nel corso dei prossimi anni, visto che i contributi (di fatto una assicurazione) al Fondo di via Nazionale sono obbligatori. Può darsi. E’ pur vero, tuttavia, che l’effetto di cassa è immediato perché sul bilancio pubblico italiano sarà registrato in un colpo solo un “buco” di quasi un miliardo. Senza dimenticare che se nei prossimi anni, in caso di crac di altre banche (non auspicabili, ci mancherebbe), serviranno ulteriori versamenti, di fatto straordinari, visto che il Fondo ha bruciato in anticipo le risorse future.

Poi c’è il discorso della Cdp, una società pubblica controllata dal Tesoro (azionista all'80%). La Cassa è stata chiamata in causa – magari come prova per un’operazione più complessa, su tutti i 200 miliardi di sofferenze del sistema bancario – per mettere sul piatto ben 400 milioni di euro a garanzia della liquidità concessa da Intesa, Unicredit e Ubi al Fondo. I tre big bancari del Paese, dunque, andranno a bussare alla spa di via Goito se qualcosa non funzionerà in Bankitalia.

E veniamo alle bugie. Quelle di palazzo Chigi, anzitutto: “Il decreto non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico E ancora: “Il governo rende a istituti e lavoratori un futuro, senza soldi pubblici” scrive il Partito democratico nel suo account ufficiale su twitter. Quelle di Filippo Taddei (responsabile economico del Pd) che su twitter ha parlato di un piano”senza soldi pubblici o tasse ai correntisti”. Sulla stessa linea il deputato democrat Ernesto Carbone (“il decreto banche è senza fondi pubblici”). E non dice la verità nemmeno Bankitalia quando nel comunicato stampa diffuso per illustrare l’intera manovra sostiene che “lo Stato, quindi il contribuente, non subisce alcun costo in questo processo”. Magari la soluzione ideata dall’industria bancaria è il male minore, perché il fallimento di Banca Marche, Carichieti, Cariferrara e PopEtruria avrebbe provocato un terremoto nella fiducia dei risparmiatori, col rischio di vedere file di correntisti agli sportelli di tutte le banche (e un disastro per la circolazione del denaro nel circuito finanziario). Ma il denaro pubblico è stato utilizzato. E non va sottaciuto

La rivoluzione di Equitalia: ecco come cambiano le tasse

Equitalia, cambia tutto: la fusione




A Equitalia cambia tutto. La società di riscossione abbandona la suddivisione in Equitalia Nord, Centro e Sud per riportare tutto in un'unica entià sotto il controllo della capogruppo Equitalia holding. E' la terza volta, spiega Italia Oggi, che Equitalia cambia "veste"  dal 2006, anno in cui è stata costituita un'unica realtà per la riscossione dei tributi.  

I conti - Resterà sempre viva invece Equitalia giustizia, la società del gruppo che si occupa della riscossione dele spese di giustizia e delle pene pecuniarie in seguito ai provvedimenti giudiziari passati in giudicato. Italia Oggi poi si concentra anche sui bilanci della società che ha visto al 31 dicembre del 2014 un incremento dei volumi di riscossione di quasi il 4% rispetto al 2013. 

Ferrari sbarca anche a Piazza Affari: dopo New York, Marchionne raddoppia

Ferrari presenta la domanda di quotazione a Piazza Affari




Ferrari e Fe New annunciano il deposito della domanda per la quotazione, in connessione con la prevista separazione di Ferrari da Fiat Chrysler Automobiles, delle azioni ordinarie Ferrari sul Mercato telematico azionario organizzato e gestito da Borsa italiana. È quanto si legge in una nota della casa di Maranello. Nel contesto della separazione, ricorda il comunicato, Ferrari si fonderà in Fe New che immediatamente prima della fusione deterrà le azioni di Ferrari ora in capo a Fiat Chrysler Automobiles. Fe New prenderà quindi il nome di Ferrari e le sue azioni ordinarie saranno quotate sul Mta e sul New York Stock Exchange. Ecco perché conviene comprare le azioni del Cavallino

lunedì 23 novembre 2015

"Mario Draghi candidato premier": Silvio Berlusconi svela l'arma finale

Silvio Berlusconi: "Vorrei Mario Draghi candidato premier. Alessandro Sallusti a Milano? Strepitoso"




Lontano dalla politica? Forse. O forse no. Tanto che Silvio Berlusconi, ai suoi, ha detto che un italiano su quattro potrebbe ancora votarlo. Dunque, non è il momento del disimpegno. Certo, forse non sarà lui il candidato, ma il "lavoro politico" del Cavaliere continua. Così, in occasione della seconda giornata della Scuola di formazione politica della Lega Nord-Noi con Salvini, nel corso di un intervento, Berlusconi svela la sua carta. Un vecchio pallino, in verità. Il Cav spiega che vorrebbe Mario Draghi candidato premier. Difficile, forse, convincere il governatore della Bce, ma Silvio ci riprova, per giunta "in casa" del Carroccio.

Pagelle da Cav - "Se noi come centrodestra non saremo in campo insieme, al ballottaggio andranno i Cinque Stelle e il Pd - avverte -, e vinceranno i Cinque telle". Poi, però, riserva a Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, due tra i più in vista tra i grillini, una battuta tutt'altro che dura: "Di Maio e Di Battista - spiega il Cav - sono perfetti, avercene". Dunque su Matteo Salvini: "È bravissimo, sa parlare alla gente e dire alla gente quello che vuole sentirsi dire. Ha portato la Lega dal 3% al 15 per cento. Con Salvini - sottolinea - siamo sempre andati d'accordo, perché siamo milanisti". Le "pagelle politiche" del leader di Forza Italia si arricchiscono poi con la "promozione" di Giorgia Meloni: "Ha portato il suo partito dal 2% al 5%, tutti insieme possiamo fare il 40 per cento". Non poteva, infine, mancare una battuta su Alessandro Sallusti, il "suo" candidato sindaco a Milano, definito sinteticamente da Berlusconi "un candidato strepitoso".

Perquisizioni e sequestri: caos in studio da Fabio Fazio

Fabio Fazio sul nuovo Rischiatutto: "Concorrenti e pubblico verranno perquisiti, i cellulari e tablet sequestrati"




Dopo le polemiche per l'ospitata pagata a caro prezzo di Yanis Varoufakis, parla Fabio Fazio, che in un'intervista a Il Messaggero scaccia le accuse e si difende spiegando che "l'80% degli ospiti vengono gratis. Come Madonna e Bono. A volte, invece, investiamo pur avendo un budget ridicolo. Ma non ha senso parlare di costi senza parlare di ricavi. Se fai il salumiere il prosciutto prima di venderlo devi comprarlo". Dunque, per Fazio, va tutto bene, anche se Che tempo che fa è stato tra i pochissimi soggetti televisivi a pagare per portare in studio il compagno Yanis. Dunque il conduttore parla della prossima esperienza di Rischiatutto, remake della storica trasmissione che condurrà: "Siamo pronti ad andare in onda", spiega. Dunque, un dettaglio sulla trasmissione: "Al Rischiatutto rispondi solo se sai la risposta, senza telefonini o internet: il pubblico in studio consegnerà cellulari, tablet, iWatch. Li perquisiremo - spiega -. Sarà quasi un reality, ma senza tradirne la storia". Trasmissione blindata, dunque.

Aria artica dal Nord, l'inverno è arrivato Che tempo farà regione per regione

Meteo, arriva l'aria artico: gelate al Nord




Fredde correnti artiche provenienti dal Nord Europa (Attila) si stanno infiltrando nel Mediterraneo e saranno responsabili di un calo delle temperature che sull'Italia si avvertirà a partire da oggi: sarà un freddo tipico di inizio inverno assolutamente normale e che non avrà nulla di eccezionale; si avvertirà maggiormente al Nord dove le minime al mattino si avvicineranno allo zero. Per oggi è atteso un parziale miglioramento del tempo: venti in attenuazione, tendenza ad ampie schiarite e con poche e isolate precipitazioni al Centrosud. Nella prima parte della prossima settimana è atteso un nuovo peggioramento: in molte regioni torneranno le piogge e a metà settimana soffieranno venti molto forti; ci sono ancora delle incertezze sul reale coinvolgimento del Nord Italia, al momento non sono però escluse nevicate a quote collinari tra basso Piemonte, Liguria ed Emilia. E' quanto rende noto il centro Epson meteo.

Lunedì cielo generalmente nuvoloso. Le eventuali schiarite saranno più probabili su zone alpine e prealpine. Il tempo sarà instabile sulle regioni peninsulari e sulle Isole, dove nel corso della giornata saranno possibili alcune precipitazioni deboli, sparse e intermittenti. Al Nord il rischio di precipitazioni sembra al momento limitato ai settori a sud del Po e in particolare su basso Piemonte, bassa Lombardia ed Emilia Romagna. Questi fenomeni assumeranno carattere nevoso fino quote collinari sul basso Piemonte, su Emilia Occidentale e nella zone dell'Oltrepo: a Cuneo si potrebbe vedere qualche fiocco di neve. Temperature minime in calo ovunque in generale calo, e al Nord avremo le prime deboli e locali gelate. Massime in sensibile calo al Nordovest, in lieve ulteriore calo all'estremo Sud, stazionarie altrove. Il clima sarà invernale al Nord, e al Nordovest e in Emilia i valori saranno piuttosto contenuti con massime a una cifra. Rischio di gelate al Nord nella notte successiva. Venti in generale attenuazione, ancora moderati di Bora sull'alto Adriatico di Maestrale sul mare di Sardegna, di Scirocco sullo Ionio.