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sabato 26 settembre 2015

Caivano (Na): Morte di Giuseppe Peluso, si indaga per sapere la verità

Caivano (Na): Morte di Giuseppe Peluso, si indaga per sapere la verità



(ilgiornaledicaivano)




CAIVANO (Francesco Celiento) – Sono trascorsi diversi giorni dalla morte del giovane caivanese Giuseppe Peluso, ingegnere e persona molto attiva per la comunità a nord di Napoli, ma tanti ancora sono gli interrogativi sull’incidente, avvenuto lunedì 7 settembre 2015 intorno alle ore 17,30. Lunedì scorso 21 settembre, c’è stata una fiaccolata per ricordare Peppe, a una settimana esatta dalla sua morte, e per tenere ancora accese le luci su una vicenda che non ha ancora una dinamica ben definita.

La famiglia, affranta dal dolore, vuole vederci chiaro e cerca attraverso le nostre pagine e quelle di tutti i media dei testimoni che abbiano potuto vedere l’attimo dell’incidente o che sono arrivati poco dopo: avranno magari sicuramente notato dei particolari che sono sfuggiti alle forze di polizia.

Giuseppe Peluso mentre percorreva la “Perimetrale di Scampia”, la bretella che collega Capodichino con l’Asse Mediano, nel tratto tra Scampia e Mugnano di Napoli, a bordo di una Ducati 600 grigia, stretto forse da una Ford Focus, condotta da un 48enne moldavo, residente ad Afragola, perdeva l’equilibrio sbattendo contro il guardrail e morendo praticamente all’istante.

Uno schianto forse troppo forte da poter consentire al giovane ingegnere di poter riequilibrare il mezzo.

Ci sono però tanti quesiti: non si sa ancora con precisione dove sia stata tamponata la moto, gli inquirenti studiano la probabile dinamica, dopo aver fatto tutte le misurazioni del caso nell’area dell’incidente; sul posto intervennero tempestivamente gli agenti della Polizia Municipale dell’unità infortunistica stradale di Napoli, diretti dal capitano Ciro Colimoro, e un’ambulanza del 118. Tante le domande che i familiari si pongono e chiedono aiuto a chi può aver visto qualcosa negli ultimi attimi di vita del giovane Peppe.

Sotto pesante accusa anche la scarsa visibilità, dovuta soprattutto alla carenza di adeguata illuminazione e l’intensa vegetazione (piante e alberi) che rende poco visibili le uscite.

Chi ha testimonianze può inviarle all’email ilgiornaledicaivano@gmail.com oppure a ilnotiziario2011@libero.it

venerdì 25 settembre 2015

Arriva il primo negozio "stupefacente": pasta, olio e caffè a base di cannabis

Il primo negozio che vende pasta, olio e caffè alla cannabis


di Claudia Osmetti 



Tagliatelle, cioccolato, olio. Tutto preparato con un ingrediente particolare: la canapa. Già, perché in viale Umbria a Milano ha aperto i battenti il primo «hemp shop», ossia il primo negozio specializzato in prodotti derivati dalla canapa. Lo gestisce Marco, un ragazzo giovanissimo che ne è anche il titolare, e si chiama «Sir Canapa». Qui, pochi metri quadri a ridosso del centro storico, potete trovare di tutto: dai vestiti alla cosmesi. E attenzione: non serve avere 18 anni. «I nostri prodotti sono privi del principio attivo», spiega Marco, «la carta d’identità la chiediamo solo a chi vuole comprare semi da collezione». Questa sera ci sarà l’inaugurazione ufficiale, con tanto di dibattito sugli aspetti terapeutici della cannabis promosso dai Radicali. «L’idea che avevo era di offrire qualcosa di più rispetto ai tradizionali “grow shop” che esistono già anche a Milano e che si occupano esclusivamente del settore agricolo: le potenzialità della canapa sono infinite».

Lamberto Sposini di nuovo in tv: ritrova il sorriso in compagnia di un'amica-collega

Mara Venier e Lamberto Sposini: di nuovo insieme in uno studio televisivo




"Alle prove di Striscia ...Lamberto e' venuto a trovare Antonio Ricci e tutti gli amici.....Lamberto era felicissimo !!!!!!", così Mara Venier pubblica la foto su Instagram del sorriso ritrovato di Lamberto Sposini. Ultimamente il giornalista sembra stare molto meglio ed essersi finalmente ripreso dal gravissimo malore che nel maggio 2011, poco prima di andare in onda con La vita in diretta dagli studi di via Teulada, lo aveva colpito.  La Venier che lo affiancava nella conduzione quel maledetto giorno, è sempre rimasta accanto all'amico durante tutti questi anni passati, dimostrandogli affetto e attaccamento, come dimostra lo scatto. I fans hanno commentato la foto entusiasti: "Che bella questa foto. L'amicizia che vi lega e' ancora più bella" e ancora: "Voi a striscia?ma magariiii".

Scacco a Bernie di Marchionne: è caos La Red Bull dice addio alla Formula Uno?

Formula 1, Red Bull pronta a lasciare il mondiale senza i motori Ferrari: lo scacco matto di Sergio Marchionne a Bernie Ecclestone




Il futuro della Red Bull in Formula 1? Potrebbe deciderlo il presidente della Ferrari, Sergio Marchionne, sempre più influente e sempre più a suo agio nel fatato mondo del circus. Mentre la Ferrari crede nell'impresa impossibile, ossia strappare un mondiale che pare già assegnato alla Mercedes di Lewis Hamilton, su altri tavoli si decide quel che sarà della prossima stagione. Qualche giorno fa vi avevamo dato conto della possibilità che Maranello fornisca i motori alla Red Bull, possibilità confermata da Marchionne in persona. La scuderia "con le ali" si attendeva la fornitura dalla Mercedes, che però si è tirata indietro all'ultimo. A quel punto è entrata in gioco la Ferrari, pronta a fornire la sua power unit per due ragioni: la prima, una Red Bull motorizzata Mercedes potrebbe diventare irraggiungibile (meglio non rischiare, dunque); la seconda; difficilmente il motore progettato per un'auto riesce a rendere al meglio su una monoposto, la Red Bull appunto, che al contrario non è stata confezionata su misura.

Bernie all'angolo - Eppure, ora, secondo indiscrezioni di stampa, Marchionne avrebbe (leggermente) frenato sull'ipotesi di fornire la power unit alla scuderia di Milton Keynes. E messa alle strette, la Red Bull, sarebbe pronta al gesto clamoroso: senza motori Ferrari o Mercedes lascerà la Formula 1. Uno scenario che, per inciso, preoccupa il patron del circus, Bernie Ecclestone, che perderebbe una delle scuderie più forti del mondiale. Così Bernie spinge affinché si trovi un'intesa: "Marchionne è favorevole, ma spaventato che il suo team possa innervosirsi e soprattutto possa ritrovarsi indebolito". Ecclestone, insomma, caldeggia l'intesa, al solito "intromettendosi" in affari che tecnicamente dovrebbero riguardarlo ben poco. E, certo, è lo stesso Ecclestone che ha messo in dubbio la sopravvivenza del gp di Monza, e del quale, l'astuto Marchionne, potrebbe vendicarsi "spingendo" la Red Bull fuori dal mondiale. Uno scenario certo contorto, e per ora soltanto ipotetico. Di sicuro, c'è che nella trattativa con la Ferrari, la Red Bull spinge per ottenere tutti gli sviluppi del propulsore in tempo reale. Un rifiuto di Marchionne in tal senso potrebbe avere effetti devastanti: per la Red Bull, certo. Ma anche per Ecclestone.

Juve, corna e amori: bomba su Agnelli quella voce di Dago su John Elkann

Dagospia, l'indiscrezione: John Elkann, la rabbia contro Andrea Agnelli dopo la separazione con Emma Winter




È il gossip del mese, forse dell'anno, quello che riguarda Andrea Agnelli, la sua separazione da Emma Winter e la passione per la moglie turca dell'ormai ex amico, Francesco Calvo, che non a caso ha abbandonato la Juventus. La donna che avrebbe scatenato la passione del presidente bianconero è la turca Deniz Akalin. Un affare intricato, che ora, Andrea, starebbe pagando caro. Per prime le indiscrezioni di Chi, che lo descrive in "solitudine", e alle prese con un trasloco: ha lasciato la casa in cui viveva per trasferirsi in un nuovo appartamento. Ma non è tutto. A voce si aggiunge voce. E l'ultima indiscrezione è quella rilanciata da Dagospia, informatissimo sul caso. Tempo fa, Dago, aveva ipotizzato che lo scandalo avrebbe permesso a John Elkann di togliere Andrea Agnelli dalla Juventus. Una voce che, ad oggi, non ha trovato alcuna conferma. Eppure, ora, sempre su Dagospia, appare un emblematico flash: "John Elkann asfalta il cugino Andrea Agnelli. Lo scippo della moglie di un proprio dipendente, con conseguente rottura matrimoniale (la consorte del presidente dalla Juve gode della comunione dei beni!), non appartiene allo stile della nostra famiglia...". Un messaggio obliquo, trasversale, allusivo. Cosa succede in casa Juve?

Verdini e i suoi denunciati: l'accusa E adesso spunta quel brutto sospetto

M5S contro Denis Verdini: "È compravendita di parlamentari, andiamo in Procura"




"Questa è compravendita". I pentastellati sono pronti ad andare in Procura per denunciare Denis Verdini per la sua "campagna acquisti per Matteo Renzi in Parlamento: "Ho appena parlato col nostro capogruppo al Senato", sbotta Alessandro Di Battista che annuncia all'Huffingtonpost: "Ci sono tutti gli estremi per denunciare la compravendita che si sta verificando. Nelle prossime ore Gianluca Castaldi andrà in Procura". "E' il più ampio processo di trasmigrazione di questa legislatura. Solo oggi alla Camera sono passati altri tre parlamentari dall'opposizione alla maggioranza, insieme a Verdini. In tutto siamo già a sette. E' un fenomeno su cui è lecito avere il sospetto che non si tratti di casi di coscienza".

Di fatto sono nove i transfughi dal centrodestra al gruppo di Verdini: dopo il senatore Francesco Amoruso, che tre giorni fa ha annunciato l'addio a Forza Italia per entrare nella verdiniana Ala, e dopo Domenico Auricchio, ieri mercoledì 23 altri sette deputati di Forza Italia e un senatore hanno deciso di abbandonare Silvio Berlusconi per entrare nella formazione guidata dal toscano. Si tratta dell'ex ministro dell'Agrigoltura, Francesco Saverio Romano, quindi Ignazio Abrignani, Luca D'Alessandro, Monica Faenzi, Giuseppe Galati, Giovanni Mottola e Massimo Parisi.

Anche un "big" molla Alfano: Ncd kaputt Ecco perché il suo partito scompare

Anche Quagliariello molla Alfano: Ncd rischia l'estinzione


di Fausto Carioti



Gaetano Quagliariello lascia la maggioranza e mette un piede e mezzo fuori dal Nuovo Centrodestra, partito del quale è tuttora il coordinatore nazionale. È questa la convinzione che ha lasciato in Senato il discorso pronunciato ieri in aula dall’ex ministro durante il dibattito sulle riforme istituzionali. Non è il solo, dentro Ncd, a meditare l’addio: l’Italicum, legge elettorale che non contempla alleanze, sta spingendo l’intera compagine governativa degli alfaniani a confluire nel partito della Nazione di Matteo Renzi, ma molti sono quelli che non intendono seguire Angelino Alfano e Beatrice Lorenzin lungo tale strada. Questa dinamica, e il rientro della diaspora in Forza Italia iniziato con Nunzia De Girolamo, sembrano destinate a segnare la fine di Ncd.

Alludendo proprio a questo, nel suo intervento Quagliariello ha detto che «sarebbe paradossale che le forze popolari italiane perdessero per legge ogni spazio di autonomia e diritto di rappresentanza». «Le riforme non sono in discussione», ha assicurato, «ma, un minuto dopo, questo dibattito sulle riforme ne genererà un altro, che investirà sia i rapporti interni a una coalizione di governo che la legge pone fuori-legge, sia la collocazione politica. È un problema che personalmente mi riguarderà», ha avvisato il senatore, convinto che riguarderà tutti quelli che come lui «hanno fin qui contribuito al cammino delle riforme, ma non intendono consentire l’estinzione della propria cultura politica». Insomma, bolle in pentola qualcosa di nuovo e alternativo a Renzi.

Un discorso a tratti anche ruvido, che però non può aver sorpreso Alfano. Diverse volte, nelle ultime settimane, Quagliariello aveva manifestato al ministro dell’Interno preoccupazione per un quadro politico destinato a togliere ogni spazio di autonomia all’area moderata. Problema che Quagliariello intendeva porre con chiarezza agli alleati di governo. Lui e Alfano si erano confrontati prima dell’intervento alla festa nazionale dell’Udc di due domeniche fa, e un ultimo colloquio tra i due si è svolto alla vigilia dell’intervento in aula di Quagliariello. Senza però trovare un’intesa.

Dinanzi ai rifiuti di Renzi a tenere in considerazione un alleato piccolo, ma sempre leale come Ncd, Quagliariello aveva proposto all’ala “governativa” del partito il ritiro dall’esecutivo: di fatto, il passaggio a un appoggio esterno. Proposta respinta. A quel punto Quagliariello ha alzato il tiro su una battaglia sgradita al premier che comunque Ncd portava avanti (invano) da mesi: la riforma dell’Italicum, introducendo il premio di maggioranza alla coalizione, in modo da garantire dignità e sopravvivenza a chi non vuole stare né con Renzi né con Salvini.

La posizione assunta, per i toni e per i contenuti, è senza ritorno. E in aula Quagliariello ha fatto intendere che lo stesso malessere riguarda altri di Ncd, che non si faranno annettere dal Pd né oggi né mai. I parlamentari vicini a lui assicurano che nessuno pensa a un ritorno nell’ovile berlusconiano, ma la convivenza nella maggioranza si è fatta difficile, se non impossibile. È presto per fare conte e non ci sarebbe ancora stato alcun reclutamento ufficiale, ma dentro Ncd raccontano che, in calce al disegno di legge presentato da Quagliariello per cambiare l’Italicum, ci sono già diciassette firme di senatori di Area Popolare.