Travaglio incassa 15mila euro per il Fatto
di Chiara Giannini
Meno male che Marco Travaglio, appena pochi mesi fa, diceva che «senza finanziamenti pubblici si lavora meglio, ma sapere che si possa contare solo sulle proprie forze e sull' apprezzamento dei lettori migliora l' indipendenza e il lavoro dei giornalisti». Il direttore del Fatto Quotidiano ha accettato dal Comune di Pietrasanta un contributo di 15mila euro per l' organizzazione, all' interno della festa del giornale di cui è direttore, del suo spettacolo «Slurp».
Che Il Fatto «non riceve alcun finanziamento pubblico», appare scritto chiaramente sotto la testata in prima pagina, ma stando alla determina dirigenziale 1056345 dell' amministrazione comunale pietrasantina, il Comune al cui vertice c' è Massimo Mallegni, sindaco di Forza Italia, ha stanziato 15mila euro «quale compartecipazione all' organizzazione della manifestazione per le spese tecniche relative all' organizzazione dell' iniziativa».
La somma suddetta è stata versata in favore della fondazione «La Versiliana» che ha stipulato una «convenzione con la società editoriale Il Fatto spa» per la manifestazione nata «dalla collaborazione tra il Comune di Pietrasanta e la società editoriale Il Fatto e che» come si legge ancora nel documento « si articola nell' organizzazione di incontri con illustri giornalisti, scrittori e personaggi dello spettacolo e della vita pubblica, all' insegna della libera informazione e della satira nella pluralità delle voci».
Peraltro, nella delibera si legge che «il Comune e la fondazione intendono collaborare, insieme alla società editoriale Il Fatto, all' organizzazione della manifestazione della festa con ripartizione di impegni e oneri da definirsi sotto apposita convenzione». Ma non è tutto perché Marco Travaglio non solo ha preso senza fiatare il finanziamento pubblico del Comune di Pietrasanta, ma in apertura dell' evento si è rifiutato di salire sul palco della Versiliana con il sindaco Mallegni perché è stato colpito dalla legge Severino, nonostante, dopo una sospensione, sia stato reintegrato in quanto innocente.
Travaglio è rimasto seduto in platea, senza fiatare. È stato lo stesso primo cittadino a spiegare al pubblico: «Avrei gradito la presenza anche del direttore del vostro giornale, che non se l' è sentita di stare al fianco di uno che è stato colpito dalla legge Severino. Mi dispiace perché è mancato il confronto. Magari ne avremo occasione più avanti».
A difendere il direttore è intervenuta, arrampicandosi sugli specchi, anche Cinzia Monteverde, amministratore delegato de Il Fatto, la quale ha spiegato che «non è vero che Travaglio non voleva salire sul palco con Mallegni. La verità è che è meglio che Travaglio stia fuori dagli incontri istituzionali perché di solito li rovina tutti».
Come si ricorderà, il sindaco di Pietrasanta fu arrestato e costretto a fare sei mesi tra arresti domiciliari e carcere in seguito alle accuse dell' ex capo dei vigili urbani Antonella Manzione e alle disposizioni del fratello di lei, Domenico. Una storia che finì con l' assoluzione di Mallegni in Cassazione. A giugno scorso il provvedimento di sospensione, poi revocato.
«La scelta di Travaglio di non salire sul palco con me» ha spiegato Mallegni «è roba da non credere. Il direttore ha avuto una visione miope e poco lungimirante, anche perché io tengo alla festa del Fatto e sono pronto a sottoscrivere un patto pluriennale per mantenerla.
Con Cinzia Monteverdi non abbiamo mai avuto problemi, non capisco perché Travaglio sia venuto a Pietrasanta e abbia accettato i finanziamenti pubblici dal mio Comune se mi disprezza così tanto. Lui» prosegue il sindaco «sa benissimo che sono stato reintegrato e che sono stato assolto da ogni accusa». E ha proseguito:
«Quando ho appreso che non sarebbe salito sul palco ho preso il microfono e o detto al pubblico che il sindaco di Pietrasanta non è né brutto né cattivo e che, sicuramente, non morde i direttori dei giornali. Ho ottenuto tre applausi e credo sia un buon risultato, visto che di solito, quando accadono queste cose, la gente tira le uova». Alla domanda «cosa vorrebbe dire a Travaglio?», Mallegni si è limitato a rispondere: «Niente, se non che spero che il prossimo anno il Fatto Quotidiano cambi direttore».