Visualizzazioni totali

giovedì 27 agosto 2015

Caivano (Na): Alfonso Castelli lascia Farsa Italia e abbandona il consiglio comunale anzitempo

Caivano (Na): Alfonso Castelli lascia Farsa Italia e abbandona il consiglio comunale anzitempo 



Alfonso Castelli
Consigliere comunale

Partenza flop in tutti i sensi per il neo Sindaco, Simone Monopoli che, dopo aver prodotto il nulla in questi ultimi 3 mesi, o meglio solo prebende ad amici e amici di amici, si ritrova a fare i conti con chi è fuori dai schemi, difatti, a ribellarsi al sistema, questa volta, da indiscrezioni, è stato il consigliere comunale di Forza Italia, Alfonso Castelli, che lascia appunto, anzitempo l'aula consiliare, esternando frasi sfottò nei confronti del Sindaco Monopoli: "Che sto a fare qui, lo stronzo?". Insomma, partenza con pernacchio per Monopoli. Nuove e dettagli nel prossimo Post. 

mercoledì 26 agosto 2015

Caivano (Na): Ferrante a casa. Monopoli zitto zitto, a piccoli passi, sta costruendo la sua squadra di governo composta da amici

Caivano (Na): Il segretario comunale Ferrante a casa. Monopoli zitto zitto, a piccoli passi, sta costruendo la sua squadra di governo composta da soli amici




Vittorio Ferrante
ex Segretario comunale 

fonte foto: ilgiornaledicaivano.it

Subito. Uno due ed è fatta! Ferrante a casa! Difatti, il segretario comunale Vittorio Ferrante, al primo giorno di lavoro dopo le ferie, si ritrova sulla scrivania la lettera di licenziamento firmata dal Sindaco Simone Monopoli. La decisione era nell'area. Dopo l'inserimento dell'amico carditese, Giovanni De Cicco a capo di Staff, e dopo l'affidamento della spazzatura all'amico del V° Settore, Vito Coppola, e dopo piccoli accorgimenti come il caso Lucio Laurenza che oggi approda in consiglio comunale, per essere liquidato. Insomma, al Sindaco Monopoli, non resta che rimpiazzare il segretario comunale con un altro suo fedele o con chi dall'alto del partito, Forza Italia, gli viene indicato, anche se lo stesso Sindaco Monopoli, cade in contraddizione con quanto dichiarato sul periodico Caivano Press, del giornalista Francesco Celiento, con precisione nel numero di fine giungo scorso, quando dichiarava di non voler rimuovere il segretario comunale, Vittorio Ferrante. In breve, la scelta è, come lo è stato per l'amico De Cicco, appunto, di esclusiva competenza del Sindaco Monopoli. In pool position, Giulia Risi, già segretario comunale ad Arzano, Comune sciolto da poco per Mafia, e in molti comuni del salernitano. Per Ferrante, invece, non resta che aspettare la scelta della Prefettura. 

LA SENTENZA DELLA CASSAZIONE Medico non si accorge del tumore? Paga i danni (anche dopo tanti anni)

Cassazione, diagnostica tardi il tumore medico condannato dopo 20 anni




La Cassazione, a distanza di oltre vent’anni dai fatti, ha riconosciuto il risarcimento danni ai familiari di una donna deceduta in seguito ad un carcinoma dell’utero che le era stato diagnosticato tardivamente. La Suprema Corte, accogliendo il ricorso dei familiari della donna di origini siciliane, ha osservato che "l’omissione della diagnosi di un processo morboso  terminale assume rilievo causale non solo in relazione alla chance di  vivere per un (anche breve) periodo di tempo in più rispetto a quello poi effettivamente vissuto ma anche per la perdita da parte del paziente della chance di conservare, durante quel decorso, una migliore qualità della vita intesa come possibilità di programmare il proprio essere persona e, quindi, in senso lato l’esplicazione delle proprie attitudini psico-fisiche in vista e fino a quell’esito".

Sulla base di questi presupposti, la Terza sezione civile ha disposto un nuovo esame del caso davanti alla Corte d’appello di Palermo che dovrà quantificare il giusto risarcimento per i famigliari della donna dal momento che "l’erroneità della conclusione tratta dalla corte di merito si è riverberata nel mancato riconoscimento di un ristoro dei danni subiti dalla donna con  particolare riguardo alla perdita di chance di sopravvivenza ovvero anche solo alla possibilità di meglio prepararsi alla propria fine vivendo consapevolmente, pur in tale contingenza, il proprio essere persona".. Come ricostruisce la sentenza di piazza Cavour, nel 1992 la donna  aveva effettuato per cinque volte controlli clinici in seguito a preoccupanti perdite ematiche ma soltanto il 23 febbraio del 1993, dopo il ricovero all’Istituto Materno Infantile, le fu diagnosticato il carcinoma  "ciò da cui può desumersi con certezza - annota la Suprema Corte - che il carcinoma era già presente all’atto delle visite" effettuate dal ginecologo.

"Cacciate quella donna dalla Rai" Caso Marò e India: Lega all'attacco

Marò, la proposta del leghista Buonanno: "La Rai sospenda l'annunciatrice indiana, finché i militari non tornano"




Finché l'India si rifiuterà di consegnare all'Italia il marò Salvatore Girone, la Rai dovrebbe sospendere una sua nota annunciatrice di origini indiane. La proposta, chissà quanto provocatoria, arriva dall'europarlamentare della Lega Gianluca Buonanno che fa appello alla Rai perché: "Sospenda immediatamente l'annunciatrice indiana di Rai 3 (la giovane Sarita Agnes Rossi, che comunque è cittadina italiana)". La battaglia del leghista è partita dai microfoni di Klauscondicio, il programma di Klaus Davi trasmesso sul suo canale Youtube: visto che la Rai vive di fondi pubblici - ha detto il sindaco di Borgosesia (Vercelli) - io la sospenderei subito, perché fino a che non si risolve la situazione dei Marò, dato che è indiana, rispondiamo pane al pane e vino al vino". La sentenza del Tribunale di Amburgo che ha sì sospeso i procedimenti a carico dei militari italiani, ma ha anche respinto le richieste di rimpatrio, ha scatenato la reazione di tutta la Lega e buona parte della politica italiana. Quella di Buonanno è una delle prime proposte di "boicottaggio" verso l'India: "Non mi sembra che in Italia manchino le annunciatrici carine, brave e sveglie - ha detto ancora Buonanno - se è bravissima, bene, ma tutt le volte che annuncia il telegiornale o un programma televisivo dovrebbe dire 'voglio i Marò a casa e mi vergogno di essere indiana per quello che l'India sta facendo all'Italia'". Davi però fa notare al leghista che la sua proposta potrebbe esser vista come una ritorsione diretta all'annunciatrice, ma Buonanno non cede di un metro: "Bisognerebbe obbligarla a dire che è contro le decisioni del governo indiano che stanno prendendo in giro l'Italia e gli italiani da oltre tre anni, e che si vergogna di avere queste origini dato che l'Italia l'ha accolta bene e le ha dato pure un lavoro con soldi pubblici".

L'allarme: "L'Italia sarà un deserto" Quali regioni spariranno, e quando

Lo studio sulla desertificazione dell'Italia: entro 80 il Mar Mediterraneo e il Sud Italia saranno una conca di polvere




I cambiamenti climatici e la cattiva gestione delle risorse idriche porterà il deserto africano ad avanzare fino al centro Italia. A rivelarlo è uno studio del Cnr sul rischio desertificazione per quasi un quinto del territorio italiano, per lo più concentrato nelle regioni della Sicilia, Puglia, Molise e Basilicata. Già oggi due miliardi di persone vivono in zone a ridosso di aree siccitose. Secondo i ricercatori italiani, i fenomeni migratori di oggi sono destinati ad aumentare visto che buona parte di quelle popolazioni saranno spinte a lasciare il luogo in cui vivono.

Le regioni - Mauro Centritto, direttore dell'Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Cnr, sostiene che: "Il 72% delle terre aride ricadono in Paesi in via di sviluppo, la correlazione povertà-aridità è dunque chiara. Se si guarda l'Italia, gli ultimi rapporti dicono che è a rischio desertificazione quasi il 21% del territorio nazionale, il 41% del quale si trova al Sud. Sono numeri impressionanti". Secondo lo studio, buona parte delle regioni italiane sono destinate a trasformarsi in deserto: "In Sicilia le aree che potrebbero essere interesate da desertificazione sono addirittura il 70%, in Puglia il 57%, nel Molise il 58%, in Basilicata il 55%, mentre in Sardegna, Marche, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania sono comprese tra il 30 e il 50%".

Quando - La ricerca del Cnr sarà presentata domani nel padiglione Expo Italia e proverà a sollecitare interventi rapidi per mettere in pratica azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici, il tempo a disposizione è pochissimo: "Entro la fine di questo secolo - aggiunge Centritto - le previsioni parlano, per il bacino del Mediterraneo, di aumenti delle temperature tra i 4 e i 6 gradi e di una significativa riduzione delle precipitazioni, soprattutto estive: l'unione di questi fattori genererà forte aridità".

Le soluzioni - Per contrastare i cambiamenti climatici, gli scienziati sono d'accordo che è importante intervenire sulle politiche energetiche, che spingano per lo sfruttamento più di risorse rinnovabili che di quelle più inquinanti come petrolio e carbone. Ma contro la desertificazione: "sarà insufficiente, perché il fenomeno è legato anche alla cattiva gestione del territorio". Senza interventi adeguati, si andrà incontro alla dust bowlification, la conca di polvere.

La crisi e le due grandi paure per l'Europa Occhio, perché una si sta già avverando

Deflazione ed euro forte: le due grandi paure per l'Europa dallo sboom della Cina




La parola chiave per comprendere le grandi paure che agitano la finanza mondiale, oggi e soprattutto domani, è deflazione. I prezzi calano (e sarebbe una buona notizia per i consumatori) perché c'è poca domanda (ergo: non ci sono abbastanza consumatori), di conseguenza entrano in sofferenza i produttori (costretti a produrre di meno e a incassare di meno) e lo Stato (meno tasse da mungere alle imprese, meno incassi dall'Iva). È quanto rischia di accadere in Cina ed è già accaduto in Italia e in Europa, che non a caso lo scorso marzo ha reagito con l'iniezione da 350 miliardi di euro del Quantitative Easing fortemente voluto da Mario Draghi.  Come ricorda anche Federico Fubini sul Corriere della Sera, l'obiettivo dell'inflazione al 2% (tasso fisiologico, salutare) è ancora lontano, ma l'Eurozona respira. Il guaio è che ora tutto potrebbe peggiorare. L'indice 5y5y forward, che "predice" l'inflazione tra 5 anni per i 5 successivi, è all1,61%, più basso di un anno fa, quando Draghi si disse preoccupato perché, appunto, troppo basso. Si sente puzza di deflazione. 

Euro debole, euro forte - C'è poi un altro fronte delicatissimo che preoccupa l'Europa e rischia di farla cadere di nuovo. L'euro, fino a oggi, aveva goduto di una debolezza molto utile per i paesi esportatori (la Germania, certo, ma anche l'Italia). Il guaio è che la svalutazione della Cina sullo yuan (oggi Pechino ha abbassato i tassi di un ulteriore quarto di punto) si accompagna a quella degli altri paesi Brics ed emergenti (la Russia, il Brasile). Per questo molti investitori potrebbero ripiegare sull'euro come "moneta-rifugio", rendendola troppo forte e penalizzante per chi esporta. L'Italia, appunto. In un circolo vizioso in grado di ri-bloccare non solo la finanza, ma pure l'economia reale.

Renzi-gaffe sull' Imu e la Tasi Ma il suo ministro lo sputtana

Renzi: "Via Imu e Tasi per tutti dal 2016". Ma il suo ministro lo smentisce




All'inizio aveva parlato di settembre. Poi, evidentemente, l'estate e qualche giorno di vacanza devono averlo fatto tornare coi piedi per terra e oggi il premier Matteo renzi intervenendo a Pesaro dopo aver fatto tappa al Meeting di Rimini ha annunciato che " il prossimo anno verranno tagliate Tasi e Imu per tutti". Renzi ha aggiunto che "abbassare le tasse è una scommessa che non si fa solo per un anno. Nel 2017 ci concentreremo sull'Ires cioè sulle tasse sulle imprese, oggi al 31% per portarla al 24% sotto la Spagna, e poi nel 2018 interverremo sull'Irpef".

Neanche il tempo di finire su agenzie e siti di informazione, che il premier è però stato smentito da un membro del suo stesso governo, nella persona del sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti. «Sì al taglio della Tasi sulla prima casa. Ma non per tutti. Deve restare per gli immobili di valore maggiore per finanziare, con 1,2 miliardi, la deducibilità al 100% per le imprese  dell’Imu sui capannoni" ha spiegato il numero due di Piercarlo Padoan. Il provvedimento sulla casa, spiega il leader di Scelta Civica, "rientra nella manovra da 25-30 miliardi che andremo ad approvare: c’è da lavorare sul fronte delle  coperture con tagli di spese e tagli delle agevolazioni fiscali. "Escludendo gli immobili di valore maggiore, il taglio del carico  fiscale sulla casa sarebbe comunque pari a due terzi dell'ammontare attuale" ha concluso Zanetti.