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giovedì 11 giugno 2015

UNA SUPER-TASSA SUI MUTUI Ecco quando la banca la fa scattare

Cassazione, se la banca chiede il recesso di un mutuo la tassa aumenta del 1600%




Una sentenza della Cassazione del 6 febbraio scorso (la n. 2188) ha sorprendentemente sovvertito le regole e la prassi finora applicate per il calcolo delle imposte sui mutui in caso di recesso. I giudici hanno stabilito che l'imposta sostitutiva dello 0,25% sul capitale erogato non è applicabile al contratto di mutuo nel quale è prevista la possibilità per la banca o la finanziaria che ha emesso il mutuo di recedere per giustificato motivo. La clausola, riporta il Sole 24 ore, è presente con varie sfaccettature in qualsiasi contratto di questo genere e porta ad una vera e propria mazzata per chi ha ricevuto il finanziamento. Il mutuo infatti dovrà essere tassato con l'imposizione ordinaria, cioè con un'aliquota del 2% sull'importo garantito, pari al 1600% in più. La decisione della Cassazione rappresenta un velato disincentivo alla finanziabilità delle imprese e va in controtendenza anche con la decisione dell'Agenzia delle entrate che aveva ritenuto di non voler più riscuotere queste imposte (risoluzione n.121/2011).

L'abbaglio - Il quotidiano di Confindustria sospetta che la Cassazione abbia confuso la clausola di recesso ad nutum, quindi completamente discrezionale, con quella per giustificato motivo. Finora tutte le regole vigenti, e la prassi consolidata negli istituti eroganti, prevedevano che in caso di recesso ad nutum, il mutuo poteva essere recesso in qualsiasi momento: se era la banca a chiedere di interrompere il rapporto, poteva chiedere al cliente l'immediato rientro del finanziamento. A parti inverse, era il soggetto finanziato a poter restituire quando voleva il capitale ricevuto con gli interessi. I giudici sarebbero stati vittime di una svista, perché nella stessa sentenza sono citati dei precedenti che fanno chiaro riferimento ai casi di recesso ad nutum. Rimane per ora la situazione incredibile dell'imposizione al Fisco italiano di riscuotere crediti che la stessa Agenzia delle entrate non ritiene di dover riscuotere, in barba a chi viene ad investire in Italia che spera di sapere da subito a quali costi di natura fiscale deve andare incontro per pianificare i propri investimenti.

mercoledì 10 giugno 2015

Tragica corrida, il toro incorna il matador Lo colpisce proprio lì: perde il......

Corrida, il toro si ribella: matador incornato perde un testicolo




Poteva finire in tragedia la corrida andata in scena il 7 giugno scorso a Madrid. Il matador Marco Galán, come dimostra un video trasmesso da ToroTv, stava cercando di infilzare il toro con le banderillas, ma l’animale si è ribellato e lo ha incornato colpendolo nel basso ventre. Fortunatamente il torero è riuscito ad alzarsi e andare in infermeria. Ma ha perso un testicolo.

Il vegano: "Mangio solo questo, fa bene" Sfiora il dramma: operato per 420 calcoli

Cina, un uomo mangiava tofu tutti i giorni, Gli trovano più di 420 calcoli nei reni




Il tofu, un alimento che si ricava dalla soia con un procedimenti simile a quello con cui si produce il formaggio dal latte, è diffusissimo in tutto l’Oriente. Ma si sa, il troppo stroppia. Così un uomo cinese, che si vantava delle proprietà benefiche di questo cibo, è stato operato d’urgenza dopo che nei sui reni sono stati trovati più di 420 calcoli. Il 55enne ha detto ai medici di bere pochissima acqua e di mangiare quotidianamente tofu, fino a che non ha cominciato ad avvertire forti doloro addominali. E la tac ha rivelato l’origine del malessere: i suoi reni erano pieni di “sassi”.

Al TgLa7 si cambia, la scelta di Mentana: "Ecco il giornalista che mi sostituirà"

Enrico Mentana: ecco chi mi sostituirà




Enrico Mentana ha scelto il suo sostituto - ovviamente solo quando ce ne sarà bisogno - alla conduzione del TgLa7 la sera. Sarà Paolo Celata, che prende il posto di Armando Sommajuolo, che è andato in pensione dopo trent'anni in tv, riporta ItaliaOggi. 

Paolo Celata è passato dallo sport (per Tmc) alla politica (con La7) e adesso sarà il vice conduttore dell'edizione serale del tg di Mentana, che viaggia attorno al milione di telespettatori, tra il 4 e il 6% di share.

I numeri elettorali che fanno piangere la bellissima (e lanciatissima) Carfagna

Campania, il flop di Forza Italia a Salerno: i numeri che fanno piangere Mara Carfagna



I dolori di Mara Carfagna: lanciatissima a livello nazionale, deve incassare una battuta d'arresto nella "sua" Campania. A una settimana abbondante dalle elezioni regionali, dentro Forza Italia si continua a fare i conti sui voti persi, tanti. Il campanello d'allarme arriva soprattutto da Salerno, dove però il ko era da mettere in preventivo: come sottolinea anche Italia Oggi, nel feudo del sindaco Vincenzo De Luca, candidato Pd ineleggibile ma diventato governatore battendo Caldoro, il partito di Silvio Berlusconi si è fermato all'11,41%, ben al di sotto della media regionale del 17,81 per cento, risultato peggiore fra tutti i capoluoghi. A Salerno città, poi, si è toccato il minimo: 7,76 per cento (De Luca ha incassato il 69%, sceso al 53% nella provincia). Sul banco degli imputati è finito il coordinatore provinciale Enzo Fasano, certo, ma anche il suo precedessore: la Carfagna, appunto, che era in carica quando alle europee 2014 Forza Italia subì un'altra sconfitta bruciante. Alle politiche 2013 il Pdl unito incassò nella provincia il 28,18%, alle Europee 2009 addirittura il 43,22% (ma era un'altra era geologica per la politica e per il centrodestra). Per risollevare le sorti mai così nere dal 2005 (11,41% alle regionali), il coordinatore regionale Domenico De Siano starebbe pensando di inviare a Salerno un commissario (Italia Oggi fa il nome di Antonio Fasolino) per sostituire Fasano. Un colpo duro per la Carfagna, che ha imposto Fasano come coordinatore. Ma lei tira dritto, forte di un appeal mediatico e politico che dentro Forza Italia (e il futuro Partito repubblicano) pare al momento avere pochi rivali.

Caivano (Na): Ecco la nuova "Squadra" di Monopoli?

Caivano (Na): La "Nuova "Squadra" di Governo? 


  1. E le promesse fatte agli elettori, mai più traditori nelle nostre liste?
  2. E le promesse fatte agli elettori: "Continuità nella Discontinuità?
  3. E chi decantava tanto che Monopoli aveva chiuso le porte in faccia a Giamante e ai Socialisti ora che dicono?, che scrivono? Che Monopoli non sa niente?
  4. E chi al primo turno mentre Monopoli era in testa scriveva "che schifo", ora che fa, lo sostiene, lo appoggia, per un assessorato o per un incarico?
  5. E ai sostenitori e agli alleati di Monopoli che al primo turno scrivevano e decantavano, no ai Socialisti, ora sottostanno alla volontà di Monopoli?
  6. E ora a Monopoli sta bene far entrare, laddove dovesse vincere, un partito ed un candidato sindaco bocciato dall'elettorato caivanese? 


Dicette ‘o prevete: fa’ chello ca dico io ma nun fa’ chello ca facc’io....

















La profezia del Nobel: "L'Euro farà crac E l'Italia sarà subito spazzata via"

Grecia, Joseph Stiglitz: "Se Atene dall'euro, a repentaglio il futuro dell'Italia"




Se davvero la Grecia dovesse uscire dall’euro sarebbe un disastro per tutti. Una crisi economica che coinvolgerebbe a catena anche Spagna e Italia, soffocate da una troppo rigida politica dell’austerità. A dirlo non è un catastrofico oppositore della Merkel ma Joseph Stiglitz, professore alla Columbia University e premio Nobel per l’economia nel 2001. “A poco più di dieci anni dalla sua nascita – ha dichiarato l’economista – la prima vera crisi della moneta europea non può arrivare a questo risultato. Indurrebbe un clima di sfiducia che aprirebbe la strada a nuove crisi”. Crisi in cui noi, già indeboliti, saremmo direttamente coinvolti.

Effetto contrario - Stiglitz si è espresso sul pacchetto di aiuti che l’Europa ha concesso alla Grecia e sulla strategia poco flessibile ai singoli modelli economici dei vari Paesi membri e poco attenta al welfare. “Sono molto preoccupato – ha confessato – del fatto che ci si limiti ad applicare un modello rigido fatto solo di austerità, con il rischio di mettere a repentaglio il futuro di molti, dalla Spagna alla Grecia all’Italia”. La prova che le imposizioni di Bruxelles non sono state efficaci sta nel fatto che la Grecia, dopo tutti gli sforzi fatti, è anche riuscita a crescere e a fare progressi sulla politica fiscale, ma nonostante questo “le ricette di austerità hanno provocato una contrazione del 25% del Pil greco, il contrario di quello che la troika si auspicava con quelle misure”.

La soluzione - Pochi giorni fa Stiglitz ha firmato un appello, insieme ad altri economisti e intellettuali europei, per chiedere all’Europa di evitare il rischio di default greco e di ripensare la sua strategia. E ieri a Milano, in occasione dell’inaugurazione del centro di ricerca dell’Università Cattolica “Complexity Lab in Economics”, ha proposto la sua soluzione. Ci vorrebbe, quindi, “una riforma dell’Eurozona che punti a una vera unione bancaria, a garanzie uniche sui depositi, alla possibilità di emettere eurobond, a una politica industriale integrata e soprattutto al cambiamento di statuto della Banca centrale europea che metta tra i suoi obbiettivi anche occupazione e crescita, non solo stabilità dei prezzi”. Il problema attuale, insomma, è che Bruxelles si sta ostinando ad applicare dei modelli rigidi ancorati al passato, che hanno già dimostrato la loro inefficacia in più occasioni. Il mercato europeo e mondiale è diventato molto più volatile, e occorre quindi ripensare un nuovo approccio per evitare che “un blackout singolo finisca per coinvolgere tutto il sistema”. Italia compresa.