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domenica 7 giugno 2015

I vigili e lo scandalo del mocassino: le cifre che fanno infuriare l'Italia

Foggia, i mocassini dei vigili costano il triplo rispetto a Siena


di Salvatore Dama 



Fuggi da Foggia. Ma con la calzatura giusta. Il comune non bada a spese per rinnovare la dotazione di scarpe della Municipale. Per 188 paia di mocassini si spenderanno 24mila euro, cioè 127 euro l’uno, più spiccioli.

La notizia? È che, per vestire le estremità dei vigili di Siena nei mesi estivi, il comune toscano spende un quinto. Cioè 5.035, con un costo di 39 euro a paio. Lo riferisce il Corriere del Mezzogiorno, aggiungendo le motivazioni del comandante dei vigili del capoluogo pugliese: l’uniforme è il primo riferimento della legalità. Come possono i tutori della legge fare il proprio dovere con la scarpa della collezione 2014?

Che poi c’è anche la giustificazione ambientale. A quelle latitudini d’estate l’asfalto fuma. Foggia è uno dei comuni più caldi d’Europa. Insieme a Siviglia, riferisce sempre il Corriere. In Spagna magari i vigili girano con le espadrillas, ma l’Italia è la patria di Ferragamo e Tod’s. E a Foggia, in agosto, ci vuole la scarpa che respira. 
Giraci tu, per il Tavoliere, con la calzatura da due soldi. E poi sai che bolle. Per cui dalla Puglia respingono i paragoni con l’efficienza del Nord. Insegui pure i costi standard e poi ai piedi ti trovi la mocassa di cartone.

Semmai il problema è la procedura con cui sono state acquistate le scarpe. Non c’è stata una gara ma, a quanto pare, si è proceduto con una nota diretta del comandante dei Vigili che ha autorizzato il pagamento. A Foggia dicono che la decisione è stata preceduta da una ricerca di mercato. In via della Spiga, forse. A Siena invece hanno utilizzato la centrale unica d’acquisto della Pubblica Amministrazione. Così come avevano fatto per le calzature invernali, spendendo 52 euro a paio.

Sì, ma a Foggia è lotta dura a calli, vesciche e duroni. E poi, o mamma, gli odori. Facciamo un raffronto e vediamo quali effluvi producono, a fine servizio, i mocassini senesi da 39 euro. E sentiamo invece che profumo di cuoio libererà a sera la calzatura foggiana. Poi ne riparliamo.

Missili sul continente, terrore in Europa Guerra, è tutto pronto: l'ultima mossa

Guerra fredda Usa-Russia, l'idea di Washington: missili in Europa per proteggersi dalla minaccia del Cremlino




Venti di guerra, sempre più alti, di giorno in giorno. Nel giorno in cui Vladimir Putin lancia la sua sfida agli Usa e alla Nato dalle colonne del Corriere della Sera, sul Vecchio Continente si allunga un'altra ombra: quella dei missili. Un'ipotesi, calteggiata da Washington, ossia portare testate missilistiche in Europa per contrastare la minaccia russa. Si tratta della risposta ai test militari del Cremlino con vettori a medio raggio, esercitazioni che secondo gli Usa avrebbero determinato una violazione degli accordi. Dunque l'amministrazione Obama starebbe pensando a nuove strategie per contenere la minaccia russa sull'Europa, e tra queste strategie, appunto, c'è il potenziamento delle forze militari dei Paesi alleati e dei futuri partner. Le ultime indiscrezioni vengono rilanciate dal Wall Street Journal, secondo il quale siamo di fronte a una sostanziale riedizione della Guerra Fredda. Sempre il Wsj spiega che alcuni funzionari Usa vorrebbero far aderire il Montenegro alla Nato, sempre per circoscrivere l'orbita d'influenza di Mosca.

Juve, dopo la finale un altro incubo La squadra si scioglie: che succede

Juventus, dopo la sconfitta in finale di Champions League la pioggia di addii: una squadra (già) da ricostruire




La finale di Champions è già acqua passata, la sconfitta contro il Barcellona è amara. Ma, come detto, è già il passato. E la Juve guarda al futuro. Anzi, è costretta a guardare al futuro, perché la squadra verrà rivoluzionata e deve essere sostanzialmente ricostruita. Si parte da due nomi "da novanta", quelli di Andrea Pirlo e Tevez. Resteranno? Difficile. Le lacrime del primo al termine del match di Berlino "puzzavano" di addio: le sirene a stelle e strisce, è arcinoto, suonano da tempo. Il secondo, Carlitos, dovrebbe parimenti andarsene, o per tornare al suo Boca Juniors, oppure per andare al Psg, pronto a ricoprirlo d'oro. E non è finita: in partenza ci sarebbero anche Pogba e Vidal. Niente di sicuro, ma è possibile (anzi, probabile) che se ne vadano (e perdere Pogba sarebbe un "affare" davvero complesso, ma sulle sue tracce ci sono tutti i top-club del mondo). Da par suo, Allegri non vorrebbe perdere nessuno dei due, ma in caso di offerte (pesanti) la società scavalcherebbe il mister nelle decisioni. Infine Llorente: molto probabile che lasci Torino. Squdra, dunque, da ricostruire. Marotta è già al lavoro: per Dybala e Khedira gli affari sono già stati chiusi. Ora gli obiettivi sono Witsel, Nainggolan e Allan. Quindi rientreranno dai prestiti Rugani e Berardi. Infine, sullo sfondo, restano Cavani e Benatia. Certo, il mercato è ancora tutto da fare, ma per la Juve, dopo la finale di Champions, il futuro sembra un po' meno roseo.

(Ri)scatta l'invasione dall'Africa Quattordici barconi puntano sull'Italia

Quattordici barconi dall'Africa verso l'Italia con tremila immigrati




A Berlino la finale di Champions League. E mentre l'Europa pallonara si è gustata Juventus-Barcellona, con la vittoria del Barca, una vera e propria flotta di navi è in rotta dall'Africa verso le nostre coste meridionali. Addirittura 14 barconi, con a bordo secondo stime dell'Unhcr circa tremila immigrati, sono stati avvistati dalla Marina inglese che sta pattugliando le acque tra la Libia e la Sicilia. Il copione è sempre lo stesso: quando l'anticiclone arriva sull'Europa meridionale e quindi anche sull'Italia portando sole, caldo, e assenza di venti o perturbazioni, lì'orda lascia le coste del nordafrica, sicura di essere intercettata nel giro di qualche giorno dalle navi europee che la traggono in salvo e a riva.

All'asta il campo di concentramento La sorpresa: ecco chi se lo è comprato

Polonia, all'asta il campo di concentramento. Lo comprano gli ex deportati




Non ci stanno che la memoria dell'Olocausto venga messa in vendita. E così gli ex deportati hanno deciso di acquistare il campo di concentramento di Belzec, uno dei primi esclusivamente di sterminio eretti dai nazisti, che la Polonia ha messo all'asta con offerta minima di 39mila euro. Una svendita che significa "smantellamento" per l'Aned, Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti, che ha fatto già un appello a Federica Mogherini, perché la Ue intervenga presso le autorità polacche chiedendo di bloccare la vendita, e se necessario acquisti in prima persona a nome dei popoli d' Europa quel luogo della Memoria. Se la Commissione non dovesse accogliere l'appello, l'Aned, rivela Repubblica, organizzerà azioni d'acquisto con le altre associazioni di ex deportati. Aperto nel 1942, a Belzec furono uccisi 500000 ebrei in soli 10 mesi, donne, bambini, anziani, ebrei, zingari e slavi, quasi la metà rispetto ai più tristemente famosi Auschwitz e Birkenau, ma in un tempo decisamente inferiore. Non solo. Belzec è anche legata al ricordo dell'eroe della resistenza polacca Jan Karski, primo testimone dell'Olocausto e ufficiale dei corpi scelti, addestrato dagli inglesi.

L'asta - Il campo, dove è ancora in piedi la "Kommandatur" delle Ss e dispone di terreno di 620 metri quadri, verrà messo all'asta il 22 giugno. Per salvare la memoria, spiega a Repubblica Dario Venegoni, vicepresidente dell'Aned, "la via maestra è un intervento politico della Ue, ma noi come Aned siamo pronti a partecipare a sottoscrizioni per comprare quel lotto e quell'edificio e cederlo al vicino Memoriale. "Ci siamo già mossi così con successo una volta, negli anni Sessanta", continua Venegoni. "Scoprimmo che terreni ove sorgeva Gusen, campo annesso a Mauthausen, erano stati venduti. Allora insieme all'Amicale francese dei superstiti di Mauthausen abbiamo acquistato il lotto dove sorgeva ancora il forno, e ne abbiamo fatto un Memoriale visitato ogni anno da decine di migliaia di persone".

La sfida dell'ex ministro Passera: "Mi candido a sindaco di Milano"

Milano, l'ex ministro Corrado Passera annuncia la candidatura a sindaco per il 2016




L'ex superministro del governo Monti, Corrado Passera, ha annunciato di volersi candidare a sindaco di Milano per le prossime elezioni del 2016. Il leader di Italia Unica, il suo nuovo partito, ha anticipato di voler cominciare da subito con un "giro d'ascolto" della città per definire il programma. "Se in giro c'erano ancora dubbi - ha detto l'ex banchiere - ora sono stati fugati". Dopo quella di Vittorio Sgarbi, la candidatura di Passera è la seconda figura politica che si è proposta per correre alle prossime comunali di Milano prevedibilmente per una coalizione di centrodestra.

Missili, armi e le minacce alla Nato Putin: "Verso la 3 guerra mondiale"

Vladimir Putin: "Attaccare la Nato mai, ma loro ci minacciano. Gli Usa vogliono la leadership in Europa"





Valdirmi Putin conta sull’Italia per riuscire a disinnescare la crisi apertasi con l’Occidente lo scorso anno sulla crisi ucraina. "L’Italia ha dato e dà un contributo notevole allo sviluppo del dialogo tra la Russia e l’Europa e anche con la Nato in generale. Tutto ciò crea rapporti speciali tra i nostri due Paesi", ha detto il presidente russo in una lunga intervista rilasciata a Paolo Valentino per il Corriere. "La visita dell’attuale presidente del Consiglio italiano in Russia è stata un segnale molto importante della disponibilità dell’Italia all’ulteriore sviluppo di questi rapporti. Noi siamo pronti e disposti ad andare avanti tanto quanto lo saranno i partner italiani. Spero che anche il mio viaggio a Milano (10 giugno) serva a questi obiettivi", ha puntualizzato Putin spiegando la rilevanza delle relazioni tra Roma e Mosca. "Non è stata colpa della Federazione Russa se i rapporti con i Paesi dell’Unione Europea si sono deteriorati. Non siamo stati noi a introdurre certe limitazioni nel commercio e nell’attività economica. È stato fatto contro di noi e siamo stati costretti ad adottare contromisure. Però i rapporti tra Russia e Italia effettivamente hanno sempre avuto carattere privilegiato sia in politica che nell’economia". L’inquilino del Cremlino tanto apprezza l’Italia quanto non nasconde la sua delusione per come, dice, è stato tratta dall’Europa: "Ho l’impressione che sia l’Europa a cercare di costruire con noi rapporti puramente su base materiale ed esclusivamente a proprio favore. Parlo per esempio dell’energia, dell’accesso sui mercati europei negato alle nostre merci nel campo nucleare, nonostante i tanti accordi".

Missili Usa - Putin risponde ai Paesi della Nato, come i baltici e la Polonia, che si sentono minacciati dalla Russia. "Le spese militari degli Stati Uniti sono superiori alle spese militari di tutti i Paesi del mondo messi insieme. Quelle complessive della Nato sono 10 volte superiori a quelle della Federazione Russa. La Russia praticamente non ha più basi militari all’estero. La nostra politica non ha un carattere globale, offensivo o aggressivo". Poi fa degli esempi: "A volte mi fanno osservare che i nostri aerei volano fin sopra l’Oceano Atlantico. Il pattugliamento con aerei strategici di zone lontane lo facevano solamente l’URSS e gli USA all’epoca della guerra fredda. Ma la nuova Russia, all’inizio degli anni Novanta, lo ha abolito, mentre i nostri amici americani hanno continuato a volare lungo i nostri confini. Per quale ragione? Così alcuni anni fa abbiamo ripristinato questi sorvoli: ci siamo comportati aggressivamente? Vicino alle coste della Norvegia ci sono i sommergibili americani in servizio permanente. Il tempo che ci mette un missile a raggiungere Mosca da questi sottomarini è di 17 minuti. E volete dire che ci comportiamo in modo aggressivo?.

L'aggressività della Nato - Il presidente russo accusa poi la Nato dell’allargamento a Est. "Noi non ci muoviamo da nessuna parte, è l’infrastruttura della Nato che si avvicina alle nostre frontiere". E ancora:  "Gli Stati Uniti sono unilateralmente usciti dall’Accordo sulla difesa antimissile, l’Abm, la pietra angolare su cui si basava gran parte del sistema di sicurezza internazionale". "Tutto quello che noi facciamo è semplicemente rispondere alle minacce nei nostri confronti", specifica Putin. "E lo facciamo in misura limitata, ma tale da garantire la sicurezza della Russia. O qualcuno forse si aspettava un nostro disarmo unilaterale? Un tempo avevo proposto ai nostri partner americani di costruirlo insieme in tre il sistema di difesa anti-missile: Russia, Stati Uniti, Europa. Questa proposta è stata rifiutata. Allora ci siamo detti, questo è un sistema costoso e ancora non ne conosciamo l’efficacia. Ma naturalmente per garantire l’equilibrio strategico, svilupperemo il nostro potenziale offensivo strategico e penseremo a sistemi in grado di superare la difesa antimissilistica. E vi devo dire che abbiamo fatto notevoli progressi in questa direzione".

Tattiche - Putin infine nega ogni tipo di atteggiamento minaccioso nei confronti della Nato. "Solo una persona non sana di mente o in sogno può immaginare che la Russia possa un giorno attaccare la Nato", tuona il presidente nell'intervista al Corriere. "Sostenere quest’idea non ha senso, è del tutto infondata. Forse qualcuno può essere interessato ad alimentare queste paure. Io posso solo supporlo. Ad esempio gli americani non vogliono tanto il ravvicinamento tra la Russia e l’Europa. Non lo affermo, lo dico solo come ipotesi. Supponiamo che gli USA vogliano mantenere la propria leadership nella comunità atlantica. Hanno bisogno di una minaccia esterna, di un nemico per garantirla. E l’Iran chiaramente non è una minaccia in grado di intimidire abbastanza. Con chi mettere paura? Improvvisamente sopraggiunge la crisi ucraina. La Russia è costretta a reagire. Forse tutto è fatto apposta, non lo so. Ma non siamo noi a farlo. Voglio dirvi: non bisogna aver paura della Russia. Il mondo è talmente cambiato, che oggi le persone ragionevoli non possono immaginare un conflitto militare su scala così vasta. Noi abbiamo altre cose da fare, ve lo posso assicurare".