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giovedì 26 marzo 2015

Caivano (Na), ESCLUSIVA il Notiziario: Intervista Video al dott. Giuseppe Papaccioli

Caivano (Na), ESCLUSIVA il Notiziario: Intervista Video al dott. Giuseppe Papaccioli 


di Gaetano Daniele 

Dott. Giuseppe Papaccioli
Dirigente Asl Regione Campania
già Sindaco di Caivano 

il Notiziario - Intervista Video al dott. Giuseppe Papaccioli. Meritocrazia al centro del dibattito. Papaccioli: Devolviamo il 95% dei compensi (gettoni di presenza etc) ai giovani, al futuro, a coloro i quali si diplomano con il massimo dei voti


mercoledì 25 marzo 2015

Chi sono i padroni comunisti d'Italia: i sei cinesi che ci stanno comprando

Non solo Pirelli: chi sono i manager cinesi che stanno comprando le aziende italiane




 Ren Jianxin

Lo "sgrassatore" Ren Jianxin è solo l'ultimo dei padroni cinesi d'Italia. Il nuovo mister Pirelli, partito dalla campagna e dai detergenti chimici per caldaie e diventato miliardario esperto nel rastrellare aziende in crisi o decotte in giro per il mondo, entra nel ristretto novero di imprenditori e finanzieri comunisti che stanno facendo la fortuna dei grandi marchi italiani, acquistati a suon di miliardi di euro. Se questa sarà anche la fortuna dei lavoratori italiani, che vedono i loro posti "psicologicamente" meno garantiti da un proprietario straniero, si vedrà.

Il banchiere - Il pioniere dei manager alla conquista dei gioielli nostrani è stato Zhou Xiaochouan. Il 67enne che ha fatto fortuna con software per simulare la liberalizzazione dei prezzi e che dal 2002 è governatore della People's Bank of China nonostante abbia superato i limiti di età imposti da Pechino siede nei consigli d'amministrazione di Eni, Enel, Generali, Fca, Mediobanca, Saipem e Telecom, il gotha del capitalismo pubblico e privato italiano. Nel 2014 ha fatto salire tutte le partecipazioni oltre il 2%, rendendole di fatto "ufficiali" e visibili. In qualche modo, è stato questo il segnale ai connazionali: l'Italia può e deve diventare terreno di conquista per i figli e nipoti di Mao. 

L'elettricista - Manager della più grande società pubblica mondiale nel settore dell'energia, State Grid of China, il 62enne Liu Zhenya si è sempre detto contrario alle liberalizzazioni interne ma in compenso ha fatto shopping all'estero. In Italia ha messo le mani sul 35% di Cdp Reti, la holding in cui sono detenute le quote di controllo di Terna (elettricità) e Snam (gas).

Il timoniere - Uno dei "capitani coraggiosi" in Patria, Tan Xuguang è un grande appassionato di nautica, almeno a giudicare dall'acquisto nel 2012 del 75% del Gruppo Ferretti, colosso nel segmento degli yacht di lusso. A capo della Wei Chai, società statale dello Shandong, ha avuto in passato qualche screzio con i vertici comunisti ed è tuttora parlamentare. Lo scorso anno ha venduto in Cina uno yacht da 60 milioni di euro. Paradossi, ma non cinesi.

La stilista - La moda è uno dei fiori all'occhiello del made in Italy, elemento trainante delle esportazioni soprattutto in Estremo Oriente. Logico dunque che dalla Cina in combinazione con la crisi economica sia scattata la corsa ad accaparrarsi qualche marchio storico. Non solo emiri, dunque: Zhu Chong Yun, stilista con oltre 400 boutique del suo marchio Marisfrolg tra Cina, Singapore, Macao e Corea del Sud, ha acquistato da Mariuccia Mandelli il brand Krizia e conta un patrimonio da 510 milioni di dollari.

L'allenatore - Nulla in confronto al tesoro di Wang Jianlin, ex colonnello di 60 anni con 28 miliardi di dollari in saccoccia. C'è lui dietro la maxi-operazione da un miliardo che ha portato all'acquisizione di Infront, l'advisor che gestisce i diritti tv del calcio italiano. Il calcio è un suo pallino: ha già acquistato il 20% dell'Atletico Madrid e ora punta un grande club, in Inghilterra o in Italia. Non a caso, nelle ultime settimane si è parlato spesso di un suo interessamento concreto per il Milan, attraverso il gruppo Wanda. 

Golpe 2011, Zapatero fa tremare l'Europa: "Cena e pressioni, così fecero fuori il Cav"

Golpe 2011, l'ex premier spagnolo Luis Zapatero: "Pressioni da Usa, Ue e Fmi su Cav e Tremonti, volevano cambiare governo all'Italia"





Il golpe del 2011 contro Silvio Berlusconi? C'è stato. A ribadirlo è un insospettabile, non certo tacciabile di simpatie per il leader di Forza Italia: José Luis Zapatero, socialista e all'epoca dei fatti premier della Spagna. Anche lui era presente all'ormai famigerato G20 di Cannes, dove secondo varie ricostruzioni si sarebbero consumate le trame per cambiare guida a Palazzo Chigi, passando dal Cavaliere al professore Mario Monti, decisamente più incline a far rispettare i diktat dell'Ue al nostro Paese. 

La cena ristretta e le pressioni sul Cav - Dopo le rivelazioni assai rumorose dell'ex capo del Tesoro americano Tim Geithner, di un esperto analista internazionale come Edward Luttwak e i succulenti indizi disseminati dalle interviste di Alan Friedman, arrivano dunque anche le parole pesanti di Zapatero. "Berlusconi e Tremonti subirono pressioni fortissime affinché accettassero il salvataggio del Fmi - ha spiegato a La Stampa -. Gli Usa e i sostenitori dell'austerità volevano decidere al posto dell'Italia, sostituirsi al suo governo". Cosa che poi che poi puntualmente è accaduta, con le dimissioni di Berlusconi a novembre. Come ricorda Giuliano Ferrara sul Foglio, è pur vero che siamo in un'epoca in cui la sovranità nazionale spesso non è illimitata e deve fare i conti con le esigenze degli alleati e del contesto internazionale (in questo caso, l'Unione europea). Ma è altrettanto vero che a risolvere i problemi, o perlomeno a tentare di farlo, deve essere un governo regolarmente eletto (come fu quello del Cavaliere, a differenza di quanto capitato poi con Monti e pure Letta e Renzi) e con ancora pieni strumenti nelle proprie mani. Già nella sua autobiografia El Dilema, l'ex premier spagnolo aveva ricordato quella cena ristretta con Obama, Fmi e vertici Ue per pianificare "il martellamento" ai danni di Berlusconi, per spingerlo ad accettare lo stesso trattamento riservato alla Grecia. Nulla di nuovo, insomma, ma un altro inquietante tassello per disegnare il mosaico di quei mesi di tensione e pressioni, a cui si deve aggiungere la questione (ancora non del tutto chiara) dell'innalzamento esagerato dello spread e il declassamento dell'Italia ad opera delle agenzie di rating Standard & Poor's e Fitch su cui sta indagando la Procura di Trani.

Brunetta: "Renzi, cosa aspetti?"  -"Di cosa c’è ancora bisogno per avere una Commissione d'inchiesta sui fatti oscuri che nell'estate-autunno del 2011 portarono alle dimissioni dell'ultimo governo eletto dai cittadini: il governo Berlusconi?", è la domanda di Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia. Brunetta, all'epoca ministro della Funzione pubblica, torna ad alzare la voce: "Abbiamo chiesto la Commissione parlamentare d’inchiesta sui fatti del 2011, e da mesi il Pd non ne vuol sentire parlare. Un atteggiamento  inaccettabile. Che ne pensa il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella?".

LA RIVOLUZIONE DELLO ZODIACO Arriva l'Ofiuco, il tredicesimo segno

L'oroscopo che cambia: il tredicesimo segno zodiacale è l'ofiuco





Se fino ad oggi avete creduto di essere nati sotto il segno del sagittario probabilmente vi sbagliate, il vostro segno è l'Ofiuco, colui che tiene il serpente. Nell'era del cambiamento anche i segni zodiacali sembrano non essere più quelli di una volta. Quella che pensavamo essere la nostra stella, in più di duemila anni, ha accumulato un mese di ritardo rispetto allo zodiaco tracciato in cielo dai greci. Il risultato è che 86 persone su 100 devono rivedere la loro personalità.

La scoperta - Secondo un articolo di Repubblica, "la colpa di questo stravolgimento astrale è l'andamento irregolare della terra. - Ma questo fenomeno spaventoso non sconvolge solo le nostre identità - ma scuote anche la nostra fiducia nella stella polare. Fra 13milla anni, infatti, per indicare il Nord punteremo il dito verso Vega. Ma altri 13mila anni e l'Orsa Minore sarà di nuovo la strada da seguire per il settentrione". E dall'osservatorio di Padova dell'Istituto nazionale di astrofisica è arrivata la conferma del fenomeno che ha scombussolato la sfera celeste. La precessione (la rotazione dell'asse di rotazione di un corpo attorno ad un asse) ha causato questi spostamenti nella posizione della galassia. Gli studiosi hanno quindi dichiarato che, se si prende il punto di vista di un osservatore sulla Terra, si scopre che delle 88 costellazioni esistenti, 12 (anzi 13) vengono periodicamente coperte dal Sole. Questo dimostrerebbe come chi è nato sotto un determinato segno, ad oggi, non può più esserne tanto sicuro.

La polemica -  Gli astrologi però si sono chiaramente difesi per spiegare il fenomeno. Sembrerebbe infatti che gli esperti delle stelle non utilizzerebbero lo zodiaco degli astronomi, ma uno zodiaco tropicale, che rimane sempre fisso. Ma i chiaroveggenti non sono gli unici che risentirebbero di questo spostamento celeste. Infatti come la mettiamo con chi si è tatuato il segno zodiacale? O con chi ha affidato la propria intera esistenza basandosi sugli astri? Sicuramente con questa nuova verità le certezze di molti verranno scosse. E chi lo sa, forse tra qualche anno non si scopriranno altri segni oltre l'ultimo Ofiuco.

martedì 24 marzo 2015

Alfano rischia lo strappo col governo Nervi tesi in aula sulla prescrizione

Prescrizione, si allungano i tempi per tutti reati e per la corruzione. Ncd e Udc si astengono contro il governo





Per i reati di corruzione ci saranno tempi di prescrizione più lunghi. La Camera ha approvato la riforma della ex Cirielli con 274 sì, 26 no, 121 astenuti. Hanno votato a favore Pd, Fdi, Per l'Italia-Centro democratico, Scelta Civica. Hanno votato contro Lega, Forza Italia, Psi. Formazione inedita tra gli astenuti: con i grillini e Sel c'è anche Area Popolare (Ncd-Udc). Il testo che ora passa all'esame del Senato.

L'aumento - Per far decorrere il termine della prescrizione base dei reati di corruzione propria e impropria e in atti giudiziari i tempi aumentano della metà. Per esempio, per la corruzione ex art. 319 portata dalla legge Severino fino a 8 anni, il processo dovrà intervenire entro 12 anni pena l'estinzione del reato. La prescrizione resta sospesa per due anni dopo la sentenza di condanna in primo grado e per un anno dopo la condanna in appello. La sospensione però non vale in caso di assoluzione.

Quando viene sospesa - Oltre alle ipotesi già previste dal codice, la prescrizione sarà sospesa anche nel caso di rogatorie all'estero (6 mesi), perizie complesse (3 mesi) e istanze di ricusazione. L'interruzione della prescrizione ha effetto per tutti coloro che hanno commesso il reato. La sospensione limitatamente agli imputati nei cui confronti si sta procedendo. In linea con le convenzioni internazionali e gli ordinamenti europei, per i più gravi reati contro i minori (violenza sessuale, stalking, prostituzione, pornografia etc.) la prescrizione decorre dal compimento del diciottesimo anno.

Precipita un aereo low cost: è giallo La Francia è sotto choc: "148 morti"

Francia, precipita Airbus della Germanwings: 148 persone a bordo, "tutti morti"





Un Airbus A320 della compagnia GermanWings in volo tra Barcellona e Dusseldorf con 148 persone a bordo si è schiantato in una zona montuosa nel sud della Francia, nella regione di Digne. Il ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve si sta recando nella zona del disastro, secondo il premier François Hollande "non ci sono superstiti". L'Unità di crisi della Farnesina si è immediatamente attivata con la rete diplomatico-consolare per verificare l'eventuale coinvolgimento di italiani.

"Problemi tecnici" - L'aereo della low cost tedesca della Lufthansa aveva a bordo 142 passeggeri e sei membri dell'equipaggio. Era decollato alle 10 dall'aeroporto di Barcellona, in Spagna, ed è scomparso un'ora dopo dai radar, mentre sorvolava le Alpi dell'Alta Provenza, nei pressi di Barcelonette. Due elicotteri della gendarmeria francese hanno localizzato il relitto del volo GWI18G tra Prads-Haute-Bleone e Barcelonnette. Al momento dello schianto le condizioni meteorologiche nella zona erano buone, ma sembra che i piloti avessero segnalato problemi e che il velivolo "volasse troppo basso". L'A320 ha una fusoliera lunga 37 metri e un'apertura alare di 34 metri. L'unico precedente di un Airbus A320 precipitato in Francia risale al 20 gennaio del 1992, quando un velivolo di questo tipo si schiantò nei pressi di Mont Sainte-Odile. Il bilancio dell'incidente, come ricorda la stampa francese, fu di 87 morti.

Papà è onorevole Pd, per lei assunzione lampo alle Poste Il caso che imbarazza Renzi (e la sinistra fa finta di nulla)

Matteo Renzi in imbarazzo: l'assunzione sprint alle Poste della figlia dell'onorevole Pd Di Gioia

di Tommaso Montesano 



Non serve neanche cercare conferme. Basta digitare, una volta effettuato l’accesso a LinkedIn, il social network per lo sviluppo dei contatti professionali, il suo nome e cognome: Silvia Di Gioia. Ed ecco che compare l’attuale occupazione della signora: «Specialist sanità integrativa presso Poste Vita S.p.A.». Incarico che Di Gioia ricopre, con contratto a tempo indeterminato, dal febbraio 2014. Cinque mesi dopo l’insediamento di suo padre, il deputato eletto con il Pd Lello Di Gioia, alla presidenza della «commissione parlamentare di controllo sull’attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale». Enti tra i quali ricade, sostiene il sito Dagospia, proprio Poste Vita, a sua volta appartenente al più ampio gruppo di Poste Italiane.

Libero ha provato a contattare Di Gioia padre, un pugliese di origini socialiste arrivato alla terza legislatura (da eletto in Sardegna, però). Niente da fare. Dalla segreteria del suo ufficio a Montecitorio, il messaggio è stato chiaro: «Il presidente è fuori fino a martedì (oggi, ndr). Prendo nota della chiamata e la giro senz’altro all’onorevole che valuterà un’eventuale replica». 
In Poste, i colleghi della signora fanno quadrato: «Si è trattato di una normale assunzione. Non è che la figlia di un deputato non debba lavorare». Osservazione sacrosanta che nel caso di Maurizio Lupi e del figlio Luca, tuttavia, non ha impedito a parte delle opposizioni e allo stesso Pd di chiedere, e poi di ottenere, le dimissioni dell’esponente del Nuovo centrodestra dalla carica di ministro delle Infrastrutture. 

Le storie sono simili. Due politici (Lupi e Di Gioia), due figli (Luca e Silvia). Ministro delle Infrastrutture (in seguito dimissionato) Lupi padre; presidente della commissione sul controllo della previdenza Di Gioia padre. Due lavori, quelli dei figli, vicini all’attività pubblica del genitore: ingegnere Lupi figlio; incaricata dello «sviluppo fondo di assistenza sanitaria integrativa» Di Gioia figlia.
Silvia, come risulta dal suo profilo lavorativo, è assunta in Poste Vita un anno e due mesi fa. Quando al vertice del gruppo c’era un management diverso dall’attuale, che si è insediato a maggio dello scorso anno. Fatto sta che Di Gioia figlia, secondo la ricostruzione di Dagospia, prima strappa un contratto a tempo determinato, poi quello più pesante: a tempo indeterminato. Il tutto dopo aver lavorato, salvo una breve esperienza a Milano come audit interno presso Faschim, un fondo sanitario integrativo, sempre a Foggia, la sua provincia natale: tre anni e un mese come impiegata negli uffici della Regione; cinque anni come business controller all’ospedale Opera Don Uva. Senza dimentare la politica: è alle cronache una sua designazione come tesoriere della Federazione giovanile socialista (Fgs) nel dicembre 2011.

Quanto al padre, dopo il ritorno in Parlamento a distanza di cinque anni, arriva l’elezione alla guida della commissione bicamerale per il controllo sugli Enti di previdenza ( 21 giugno 2013). Incarico in forza del quale Di Gioia ha avuto l’opportunità di ascoltare anche Bianca Maria Farina, amministratore delegato di Poste Vita. Per il deputato eletto con il Pd, ma poi transitato nel gruppo Misto tra i socialisti che fanno capo al senatore Riccardo Nencini, leader del Psi, non è un periodo fortunato. Qualche giorno fa il quotidiano La Repubblica ha svelato il contenuto di un’informativa della Squadra mobile di Foggia nell’ambito di un’inchiesta della procura soprannominata Goldfinger.

Nel mirino dei magistrati, il furto del 2012 nel caveau della filiale del Banco di Napoli: 165 cassette di sicurezza svaligiate per un bottino di 15 milioni di euro. Ebbene, nel documento della Polizia compare anche il nome di Di Gioia, che tuttavia non risulta indagato. Il deputato, infatti, avrebbe fatto da mediatore con i rapinatori per far avere indietro una parte di quella refurtiva a uno dei proprietari delle cassette di sicurezza forzate. Di Gioia ha negato tutto: «Non ho aiutato nessuno e non frequento certa gente. Sono una persona perbene, non frequento pregiudicati». La storia, comunque, l’ha parecchio scosso. Al punto da spingerlo a disertare l’Aula di Montecitorio. «Mi vergogno, non ho avuto nemmeno il coraggio di presentarmi», ha confessato a Repubblica. Chissà da oggi come si regolerà.