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lunedì 19 gennaio 2015

Multe a raffica, i vigili urbani hanno una nuova arma: ecco come funziona e dove colpisce gli automobilisti

Multe a raffica, arriva il telelaser: l'ultima arma dei vigili urbani




Dopo la riduzione dei tempi del "giallo" ai semafori, arrivano nuovi strumenti per beccare gli automobilisti più furbi e sanzionarli a suon di multe. La tecnologia gioca contro l'automobilista che da quando viene "fotografato" dagli autovelox ha imparato a collezionare le sanzioni. Ma come se non bastasse l'autovelox ecco che debutta il "Telelaser ultralight con digicam"  e consente di monitorare la velocità di ogni mezzo. Il nuovo strumento è entrato in azione sulla Pontina e in appena 5 ore gli agenti hanno scattato 220 fotografie di veicoli che procedevano a velocità superiore ai 90 Km/h, con punte di 190 kh/h. 

Gli altri macchinari - Ma la lista dei macchinari elettronici che sanzionano gli automobilisti non finisce qui. In molte città i vigili hanno in dotazione il 'Targa System' : strumento che in pochi secondi è in grado di individuare le automobili senza assicurazione, con la revisione scaduta o rubate. Il Targa System cattura le immagini dei veicoli che viaggiano anche oltre i 90 chilometri orari, e può funzionare anche di notte, con la pioggia e in condizioni di visibilità scarsa. Oltre ai controlli su assicurazioni, revisioni e furti, il sistema segnala anche i veicoli inseriti nelle black-list o sottoposti a fermo amministrativo. A Roma, come racconta motorlife, la Polizia Municipale ha a disposizione anche lo 'Street Control', un super-vigile elettronico capace di fare fino a 6 multe al minuto. Si tratta del dispositivo dotato di telecamera che permette ai vigili urbani di immortalare mezzi privati parcheggiati in modo irregolare o veicoli rubati. "In un minuto di tempo un vigile a piedi con il taccuino scrive un verbale, nello stesso tempo il sistema street control prepara sei multe" ha spiegato la vice comandante dei vigili urbani. 

Il Fatto attacca Fazio per Charlie Hebdo: "La tua trasmissione succursale di..."

Il Fatto Quotidiano attacca Fabio Fazio per Charlie Hebdo





Fabio Fazio nel mirino del Fatto Quotidiano. Il conduttore di Che tempo che fa è stato bacchettato dal quotidiano di Travaglio e Padellaro per aver mostrato in studio durante la diretta una copia di Charlie Hebdo senza però ricordare che la copia del settimanale satirico era stata distribuita in Italia proprio dal Fatto. E così parte un attacco durissimo per Fazio: "Perché non ha citato il Fatto? Forse gli stiamo antipatici - si legge sul quotidiano si Travaglio e Padellaro - . Forse non voleva scontentare Repubblica e Corriere di cui la sua trasmissione è una succursale televisiva". E ancora: "No sa fare il suo lavoro perché ha omesso una notizia, è una persona scorretta". Insomma tra il Fatto e Fazio è guerra aperta. Il conduttore risponderà agli attacchi di Travaglio&Co?

RENZI IN CADUTA LIBERA Il sondaggione: la Lega fa boom

Renzi in caduta libera, perde sei punti, la Lega a un passo da Forza Italia





Graduatoria dei partiti invariata ma cambia, e parecchio, il consenso delle forze politiche in campo. Secondo sondaggio Ipsos pubblicato sul Corriere della Sera, il Pd, pur mantenendo il primato, fa segnare una flessione rispetto alle Europee di ben sei punti, mentre la Lega è in forte crescita, al 12,8%, e risulta più che raddoppiata rispetto alla consultazione elettorale del maggio scorso.

Gli altri partiti si mantengono su livelli sostanzialmente stabili: il Movimento 5 Stelle si conferma la seconda forza politica (20,6%) nonostante i deludenti risultati alle elezioni regionali in Emilia-Romagna e in Calabria. Col 14,8% Forza Italia si conferma al terzo posto, in flessione rispetto alle europee e incalzata dalla Lega, ormai a un passo dal partito berlusconiano. A seguire Ncd e Udc che sommati superano il 5%, Sel, sostanzialmente stabile al 3,8%, e Fratelli d’Italia che si mantiene sopra il 3%.

Anche il dato dell’astensione si mantiene stabile e riguarda un elettore su tre. Stando ai numeri del sondaggio, il centrodestra, se fosse unito, varrebbe il 36,3% contro il 38,6 del centrosinistra. E il governo? La flessione di consenso registrata tra settembre e dicembre sembra essersi stabilizzata.

Da Fazio in scena il Salvini Show I leghisti esultano: "Asfaltato!"

Matteo Salvini da Fabio Fazio a "Che tempo che fa": "Greta e Vanessa? Io non avrei pagato il riscatto. Via le prostitute dalle strade"





"Sono soddisfatto. Penso si essere riuscito a parlare chiaro". A botta calda, appena finita la sua intervista a Che tempo che fa su Raitre, Matteo Salvini esulta su Facebook e raccoglie l'ovazione della sua torcida leghista. "Vai capitano, l'hai asfaltato!", scrivono in tanti. L'asfaltato sarebbe Fabio Fazio, il padrone di casa che non gode di molte simpatie presso il popolo (e i telespettatori) di centrodestra. Nella tana del nemico il segretario del Carroccio entra col sorriso. Sempre su Facebook Salvini prima di andare in onda regala anche una chicca: "Chiacchierata prima della trasmissione con Fazio. Che dire... Su alcune cose pare che siamo anche d'accordo!". Su Twitter, poi, il martellamento è stato costante e "in tempo reale".


Matteo Salvini        ✔ @matteosalvinimi

Non accetto che un musulmano non voglia farsi curare da un medico donna.
#chetempochefa #Salvini
20:44 - 18 Gen 2015

Il caso Greta e Vanessa - Poi però, a telecamere accese, inizia la bagarre. Il piatto forte naturalmente è la liberazione delle due cooperanti lombarde Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, rapite in Siria lo scorso luglio. "Ho rispetto per chi fa volontariato, ma sarebbe meglio non farlo nelle zone di guerra o pericolose - spiega Salvini incalzato da Fazio -. La prossima volta, sarebbe meglio se facessero volontariato un po' più vicino". Sul presunto riscatto pagato ai jihadisti sequestratori, il leghista è categorico: "Io non pago il riscatto a nessuno. Se dovesse capitare a me, non pago perché metto a rischio altre centinaia di lavoratori. Fossi stato in Renzi, non avrei pagato, avrei provato a portarle a casa in altra maniera". Il botta e risposta si sposta rapidamente sul tema Islam: "Nel nome dell'Islam troppi ritengono il resto del mondo inferiore, da sottomettere - spiega Salvini -. Quando arrivi a casa mia e mi dici che non ti fai curare da un medico donna, io ti rispondo allora torna da dove sei venuto". "L'Islam interpretato in maniera fanatica è un problema, non è una religione come le altre", puntualizza ancora il segretario ed eurodeputato leghista che propone poi di "controllare chi finanzia moschee e luoghi di culto islamici, ad esempio se è l'Arabia Saudita".


Matteo Salvini        ✔ @matteosalvinimi

Se avessero fatto volontariato un po' più vicino, sarebbe stato meglio
#chetempochefa #gretaevanessa 
20:40 - 18 Gen 2015

"Via le prostitute dalle strade" - Fazio chiede conto anche delle posizioni etico-sociali della Lega su prostituzione e nozze gay. "Non do giudizi morali, ma la prostituzione c'è e va regolamentata, togliendola dalle strade", prosegue Salvini, che sulla questione dei diritti agli omosessuali è netto: "Non scimmiottiamo matrimoni, un bambino ha bisogno di una mamma e di un papà". Fazio prova a incastrarlo virando sui suoi apprezzamenti per Putin, non un esempio di liberalità: "Putin sui diritti umani ha i suoi limiti, ci mancherebbe altro. Io sono perché lo stato non entri nella camera da letto. Ognuno deve vivere la propria sessualità con chi vuole e come vuole, ma ritengo che la società abbia bisogno di un nucleo fondante e che un bambino adottato va dove c'è una mamma e un papà". Di sicuro, però, "tra Renzi e Putin scelgo Putin con tutti i suoi limiti".

"Io più di sinistra di Renzi" - Al pubblico di Fazio strappa più di qualche applauso, stupendo i prevenuti. "Fossimo per conto nostro, senza la gabbia di matti europea, staremmo meglio", dice, o ancora "Non trovo posti al mondo dove si viva meglio che in Italia, ma ci stan togliendo voglia di vivere, tanti emigrano" e "L'Italia può stare insieme se valorizza le sue bellezze e le sue diversità, da Nord a Sud", Salvini di sinistra? "Io sicuramente sono più a sinistra di Renzi. Ci vuole poco, lo so, ma io conosco tanti operai, tante fabbriche. Lui conosce, probabilmente, più banchieri". Fazio incassa, i leghisti davanti al televisore festeggiano come se fossero allo stadio.

Borsa, azioni, Btp, obbligazioni: cosa sta per succedere ai nostri soldi

Borsa, azioni, Btp, inflazione: cosa succede ai nostri soldi con il quantitative easing di Draghi

di Claudio Antonelli 



Giovedì prossimo sarà uno spartiacque. Per i cittadini europei e soprattutto per chi è riuscito a mettere da parte un po' di risparmi. In titoli o in obbligazioni. Il 22 gennaio infatti si riunirà il direttivo della Banca Centrale europea per dare il via al quantitative easing, l’iniezione di liquidità tramite azioni dirette nel mercato aperto degli asset finanziari. L’obiettivo di Mario Draghi è quello di far risalire l'inflazione. 

L’acquisto di titoli del debito pubblico da parte di Francoforte è l’opzione principale sul tavolo delle trattative e sicuramente quella su cui sono maggiormente puntati i riflettori dei mercati, ma è anche un’ipotesi che ai tedeschi non piace per niente. Per cui Draghi dovrà trovare una soluzione di compromesso che li liberi dalla sensazione di essere quelli che alla fine dovranno pagare per tutti. Almeno così recita la vulgata. La realtà dei fatti è però ancora lungi dall'essere compresa. «Per essere efficace l’acquisto di titoli di Stato dovrà essere grande», ha detto ieri Benoit Coeure, il francese che Draghi ha individuato come il responsabile del Qe. Secondo il Financial Times, significa che l’eventuale programma della Bce sarà quantificato intorno ai 500 miliardi di euro, o più fino a che l’inflazione europea ariverà al 2%. Per il tedesco Spiegel, Berlino avrebbe proposto a Draghi un piano di acquisto di bond calmierato dalle banche centrali dei singoli Paesi. Purtroppo la Bce non è la Federal Reserve e nemmeno la Banca nazionale svizzera per cui la mediazione politica avrà un ruolo principale, probabilmente con l'effetto di creare comunque delusione nei mercati. Pregiudicando alla fonte, se così fosse, l'effetto stesso del Qe sull’inflazione e sulla vita reale. 

Resta da comprendere che ne sarà delle attività finanziarie (titoli, obbligazioni ed azioni) e dei loro prezzi. Il risultato potrebbe essere un calo generalizzato dei rendimenti obbligazionari in tutta l'eurozona e un ulteriore restringimento dei differenziali relativi ai titoli di Stato dei Paesi periferici. Anche se i mercati obbligazionari hanno già iniziato a scontare questo scenario e i differenziali si stanno restringendo verso i minimi pluriennali. «I mercati», spiega a Libero Mario Seminerio portfolio advisor e in passato gestore di fondi, «tendono ad anticipare determinate mosse delle banche centrali. In questo caso bisognerà comprendere quanto i prezzi degli asset siano già allineati alla realtà. Se il Qe dovesse rivelarsi di entità e portata modesta, con alta probabilità i mercati ne saranno delusi. In questa circostanza ci si potrebbe attendere una corrente di vendite sui titoli di Stato, un conseguente rialzo dei rendimenti, un calo dei prezzi e un’ondata di vendite su Piazza Affari». Nel caso in cui Draghi dovesse armare il bazooka e mettere in campo un Qe senza limitazioni, magari vicino ai mille miliardi, la situazione cambierebbe parecchio. «In tal caso», prosegue Seminerio, «vi sarebbe un’ulteriore corrente di acquisti sui Btp e sulla Borsa, gonfiandone i valori. Il Btp decennale, per fare un esempio, che ora vale circa 130 potrebbe avere una robusta riduzione dello spread, un aumento del prezzo e un ulteriore calo dei rendimenti». 

L’esperienza degli Usa dimostrò che il primo Qe della Fed provocò una discesa del treasury decennale dal picco del 4% di metà ottobre 2008 al 2,2% dei primi di gennaio 2009. Ma nel nostro caso, i rendimenti sono già scesi notevolmente. Grandi contrazioni sono difficili. Difficile invece stimare l’impatto sugli investimenti immobiliari. Sicuramente, le banche alleggerita dai titoli di Stato potrebbero erogare più mutui. Al contrario le case italiane varrebbero meno e attirerebbero acquirenti stranieri. Su tutti questi scenari, campeggerebbe il calo della moneta unica. «Teoricamente c'è da aspettarsi una ulteriore discesa. Viste le attuali dinamiche l’euro potrebbe anche dirigersi verso la parità rispetto al dollaro. Tuttavia non è semplice prevederne l’andamento perché parliamo di una valuta che rappresenta un’area che è pur sempre in avanzo di bilancia commerciale, e questo tende a rafforzare il cambio a parità di ogni altra condizione.

Dunque non potrà svalutarsi oltre determinate soglie. Senza dimenticare che le migliorate prospettive economiche dell’area euro e le migliori aspettative di Eps (earnig per share) delle azioni europee determinerebbero flussi finanziari in entrata spingendo in rialzo il cambio». Insomma le Borse potrebbero cominciare un rally fenomenale. Ai tempi del prima Qe Usa, l’SP500 registrò un rialzo del 65%. Anche nell'attuale situazione Ue, lo spazio per un rialzo dei mercati azionari europei esiste ed è concreto. «Ma tutto dipenderà», conclude Seminerio, «dalle mosse reali della Bce». 

Sequestrati due pescherecci italiani: allarme in Egitto, ambasciata in allerta

Egitto, fermati due pescherecci italiani: ambasciata al Cairo in massima allerta 





Due pescherecci italiani sono stati fermati dalle autorità egiziane. La notizia è confermata dalla Farnesina. Non ci sono dati certi sul numero degli uomini dell'equipaggio. L'ambasciata italiana al Cairo segue la vicenda con la massima attenzione.

domenica 18 gennaio 2015

"Andate a lavorare e ridateci i soldi" La rabbia contro Greta e Vanessa

"Mandiamole a lavorare per ridarci i soldi". La rabbia contro Greta e Vanessa

di Matteo Pandini 



Due eserciti contrapposti, agguerriti e con migliaia di soldati. Su Facebook. Da una parte la pagina «Greta e Vanessa finalmente libere». Dall’altra quella «Greta e Vanessa lavorino gratis per ripagarci il riscatto di 12 milioni». Tesi del primo schieramento: evviva, le due volontarie rapite in Siria sono tornate a casa, il governo non ha sganciato un centesimo e chi la pensa diversamente non capisce un tubo.

Argomentazione dell’altra fazione: le due sciagurate se la sono andata a cercare, riportarle a casa ci è costato un capitale che servirà per finanziare i tagliagole. In altre parole, queste qui sono le «stronzette di Aleppo» come ha sintetizzato l’altro giorno il sito Dagospia. A sua volta sommerso da lettere velenose sulle cooperanti.

Tanto per capire il clima, a un certo punto del pomeriggio la pagina a favore delle fanciulle ha sventolato bandiera bianca: «A causa degli insulti abbiamo dovuto chiudere pure lo spazio che consente agli utenti di mandare messaggi privati. Complimentoni per la vostra umanità e solidarietà». Un film già visto o quasi. Dopo Natale, quando spuntò il video con le due ragazze che imploravano la liberazione (erano sotto due mantelli neri che lasciavano scoperto il volto), ecco dopo quel video in Italia non tutti si impietosirono. Anzi. Sempre su Facebook nacque il gruppo battezzato «delle italiane rapite non ce ne frega un c...» con contorno di insulti e fotomontaggi pesanti. Scoppiò la polemica e la pagina venne chiusa dopo una raffica di segnalazioni indignate.

Eppure, da quando è rimbalzata la lieta novella delle ventenni liberate (e sane e salve), dalla pancia del Paese che smanetta sui social è tracimata un’antipatia o addirittura un odio con pochi precedenti. Nemmeno lo sciagurato Francesco Schettino, per dire, ha incassato così tanti insulti e manifestazioni di antipatia viscerale. Anche se Greta e Vanessa hanno dalla loro gran parte del circo mediatico. Lucia Annunziata. Beppe Severgnini. Roberto Saviano. Di più.

Nella Bergamo di Vanessa come nella Varese di Greta, i giornali locali hanno censurato gli insulti ricevuti via mail, sui siti, sui social network. Non sono mancati editoriali indignati contro «l’odio della rete». Rosella Del Castello, direttrice di Bergamonews.it, ha scritto: «Sono schifata dai commenti della gente. Sono impaurita ma soprattutto arrabbiata dal numero di attacchi superficiali, volgari, cattivi contro due giovani». E la Provincia di Varese ha titolato un pezzo «l’amore per Greta più forte delle offese». Ma la furia che schizza dai social è irrefrenabile. «Per loro 12 milioni di dollari, per gli imprenditori che si sono ammazzati per poche migliaia di euro niente…» ringhia un fotomontaggio contro le cooperanti. «Grazie ragazze», si vede in un’altra immagine: ritrae dei tagliagole incappucciati, armi in pugno. E ancora. L’ennesimo post: «I 12 milioni sborsati dalla pubblica amministrazione (...) non saranno investiti in opere umanitarie, bensì in stragi». E giù una raffica di commenti, parecchi irripetibili. Un utente pubblica la foto di Aldo Moro con quella di Greta e Vanessa, per ricordare che per lo statista dc «non si tratta» e per le giovani «si danno 12 milioni».

Non va meglio nel gruppo «Greta e Vanessa libere», che nelle intenzione dei fondatori doveva essere gemello della pagina a favore delle due. E invece. Scorrendo la bacheca, anche qui gli insulti sono una moltitudine. Il tutto innaffiato da riferimenti sui marò, al grido «riprendiamo i nostri soldati» e «rimandiamole in Siria». Dato che gli eccessi non sono mai da una parte sola, ecco che salta su una tizia: «Sono contenta che questi due angeli in terra siano tornate dai propri cari, i marò stanno bene dove stanno. Sono dei delinquenti e devono pagare per il loro reato». Ecco un altro utente: «Greta e vinci», scrive perfido. Si naviga nel veleno.