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giovedì 15 gennaio 2015

Il dipendente del McDonald's: "Ecco cosa non dovete ordinare mai"

Il dipendente del McDonald's: "Non ordinate mai il McCafè"





"Evitate di mangiare al Mc Donald’s". Nascosto dal nickname "Envirometh", un dipendente di McDonald's, catena numero uno al mondo tra i fast food, ha confessato su Reddit cosa non va proprio mangiato nei locali della catena di fast food numero 1 al mondo. "Se proprio siete costretti ad andare al Mc Donald’s ci sarebbe qualcosa che non dovreste ordinare. Io lavoro al Mc Donald’s e mi assicuro che tutte le persone a me care non ordinino mai tutto ciò che esce dalle macchinette Mc Cafè, dato che queste sono regolarmente trascurate, praticamente in tutti i Mc Donald’s. Non solo lo staff non riceve formazione per la pulizia e la manutenzione delle macchinette, ma quasi in ogni ristorante Mc Donald’s in cui sono stato, anche ai manager che si occupavano della formazione non fregava nulla. Tutte le bevande del Mc Cafè passano attraverso una macchinetta talmente sporca da far paura".

"Nel 2015 il crac e la fuga dall'euro": funesto report dei big della finanza

Moody's: "Perché nel 2015 la grande fuga dall'euro è possibile"





Un report, firmato dal colosso del rating Moody's, che pronostica un 2015 di fuoco (o di rottura) per la moneta unica. La possibilità, infatti, è che inizi una grande fuga dall'euro. L'epicentro della crisi è sempre quello ellenico. Moody's scrive: "Le recenti turbolenze politiche e le elezioni anticipate hanno aumentato il rischio di un'uscita dalla Grecia dalla area dell'euro". E dopo Atene, il possibile diluvio. Infatti secondo gli analisti dell'agenzia di rating, anche se la possibilità di un'uscita della Grecia è più bassa rispetto al 2012 (quando la crisi economica toccò il picco massimo), le minacce dei comunisti di Syriza e dei neonazisti di Alba Dorata relative a un'addio all'euro, per quanto non totalmente credibili, non possono essere sottovalutate. Se per caso Atene però optazsse per una svolta radicale, le implicazioni negative per il credito degli altri paesi membri di Eurolandia sarebbero significative.

Verso il voto - Rischio inferiore rispetto al 2012, ma il rischio c'è. Occhi puntati, ora, sul 25 gennaio, giorno delle elezioni anticipate in Grecia. Più che da Alba Dorata, oggi, il rischio deriva da Syriza, molto in alto nei sondaggi. Colin Ellis, l'economista che ha firmato il report del colosso del rating, spiega: "Qualunque uscita dalla moneta unica sarebbe un momento determinante per l'euro, mostrerebbe che l'unione monetaria è divisibile, non irreversibile". E ancora: "Anche se l'uscita della Grecia oggi potrebbe probabilmente innescare una nuova recessione nel resto dell'Eurozona, l'impatto di credito sarebbe meno pronunciato che nel 2012 perché il rischio contagio da un'uscita della Grecia dall'euro è più basso e i politici ormai si sono dotati di strumenti più forti per limitare i danni da un tale evento". Infine l'ultimo allarme, che riguarda anche l'Italia: "Ci sono altri Paesi dell'area euro che hanno un alto debito e alti tassi di disoccupazione e devono fronteggiare i rischi di deboli prospettive economiche e deflazione", conclude Ellis.

"Renzi era il mio capo, ora sono piena di debiti e depressa Il motivo? Mi ha sfruttata e non mi hai mai pagato..."

Renzi, la ghost writer se ne va sbattendo la porta: "Mi ha sfruttato e non mi ha mai pagato"





Altro che cambiare verso e rottamazioni. Per Matteo Renzi il binomio giovani e lavoro equivale ancora a sfruttamento. Ai dati agghiaccianti sulla disoccupazione, all'ennesimo schiaffo alle partite Iva che avrebbero dovuto dare un'opportunità ai giovani si aggiunge ora un'altra chicca, davvero squallida se confermata, che la dice lunga sul premier democratico. Andrea Marcolongo è la giovane ghost-writer della quale si è servita Renzi fin dal 2013, quella che gli ha scritto - tra l'altro - il discorso d'apertura del Semestre di presidenza italiana in Ue con la citazione della generazione Telemaco. Ora, stanca di essere sfruttata dal premier, ha deciso di andarsene da Palazzo Chigi sbattendogli la porta in faccia. 

La protesta - Nata a Milano nel 1987, grecista e allieva della Scuola Holden di Alessandro Baricco, Andrea dopo avergli regalato titoli di libri, citazioni, immagini, metafore da usare nei suoi discorsi, ha inviato una mail di congedo a Matteo rivelando un aspetto del "dietro le quinte" che lascia davvero poco spazio al fraintendimento. "Non sono mai stata pagata, a parte una mensilità", si è sfogata la donna a Panorama, anche se precisa che non è per i soldi che se n’è andata. "Eravamo tutti così. Viaggi a Roma e lavori mai pagati, so di persone che si sono indebitate e sono andate dallo psicologo perché distrutti dalle promesse". 

Le promesse - Le promesse, racconta Andrea a Panorama, erano: "La prossima settimana si risolve tutto, dai che è fatta, manca solo un foglio". Ma quei soldi non sono mai arrivati. L'unico mese che le hanno accreditato qualcosa la giovane scrittrice politica non sa neanche chi lo ha fatto: la Fondazione Open di Renzi, il Pd o la Presidenza del Consiglio. Di certo c'è il grande impegno che le veniva chiesto e che lei metteva in quel che faceva. Alla fine però ha mollato. Mi era impossibile continuare", taglia corto la Marcolongo. "Non è facile per una donna, e non aggiungo altro, ma sono fiera di quello che ho fatto, perché il ghost-writer è una professione riconosciuta e molto stimata in tutto il mondo". Forse, ma non in Italia. Prima di questa presa di posizione nessuno aveva sentito parlare di lei e adesso che è fuori dal giro, fa notare David Allegranti, anche quei pochissimi amici che aveva nel ristretto gruppo intorno al presidente del Consiglio non li sente quasi più. Perché l'isolamento è il destino di chi lascia il clan renziano. 

mercoledì 14 gennaio 2015

Sorprendente Ferrara, Elefantino sempre più controcorrente: chi è il suo candidato (democratico) al Colle...

Ferrara sempre più controcorrente: ecco chi è il suo candidato (dem) al Colle...





Dalla penna di Giuliano Ferrara spunta un nome a sorpresa. Il nome che non t'aspetti. Nell'editoriale su Il Foglio in edicola oggi, il direttore dice chiaramente che se fosse Renzi sceglierebbe sicuramente Pier Luigi Bersani. L'elefantino dà delle argomentazioni molto chiare e fa un'analisi come al solito molto arguta. "Prodi per esempio ha troppo curriculum, ha vinto due volte contro Berlusconi, poi ha perso in modo triste la guida del paese, per molti anni è stato re a Bruxelles, ma non ha lasciato un ricordo unanimamente fervoroso né lì né nel partito parlamentare che dovrebbe eleggerlo, epperò ha statura internazionale nel senso che sanno chi è, lo ricevono, lo incaricano all'Onu ecc". Stesso discorso vale per Massimo D'Alema: nelle scorse elezioni del Presidente della Repubblica sulla carta poteva anche andare, ma la sua - è questo in sintesi il ragionamento di Ferrara - è una figura troppo ingombrante. "I proCav pensavano che potesse giocare brutti scherzi da ex comunista, e gli anti-Cav temevano potesse fare patti bicameralisti con l'Arcinemico". Per questi motivi alla fine fu scelto Napolitano: un senatore a vita, dunque un quasi pensionato in riserva della Repubblica, ripescato e incoronato non per il suo peso ma per la sua mancanza di peso combinata con una reputazione generale di rispettabilità. 

Né troppo forte né troppo debole - E da qui la riflessione su Bersani: "Bersani è precisamente quel tipo di riserva repubblicana che esercita una forte influenza politica. Bersani ha perso tutto quello che poteva perdere". Ferrara cita quindi le elezioni per la guida del Pd contro Renzi, poi le elezioni come candidato premier ("non è riuscito a trasformare la mezza sconfitta con il Senato senza maggioranza in una manovra politica virtuosa".  Secondo Ferrara un politico con queste caratteristiche, che ha peso ma non troppo, che è influente ma non troppo, che non viene considerato come una minaccia dal partito di maggioranza,  può essere un buon candidato. In più, secondo Ferrara. "Bersani non è lo spettro di un presidente burattino nelle mani del royal baby". Inoltre, aggiunge, Berlusconi non ha "obiezioni di principio contro lo smacchiatore di giaguari. Il ragionamento è semplice: il Cav potrebbe votarlo per poi denunciare la scelta "di parte" nel caso dovesse rivelarsi un presidente a lui ostile...

La minaccia in tv a Daniela Santanchè La jihadista italiana: "Fai attenzione..."

Quando l'italiana convertita all'Islam disse alla Santanché...





Era il mese di ottobre del 2009. A Pomeriggio 5, nello studio di Barbara D'Urso c'è una giovane donna italiana Maria Giulia Sergio che si è appena convertita all'Islam.. Adesso si chiama Fatima AzZahara Il capo coperto dal niqab, la donna spiega che lei si sente molto integrata e che "l'Islam dice che la donna deve seguire un codice di abbigliamento. La donna non va in giro con le braccia e le gambe nude". Poi uno scontro con Alessandra Mussolini: "Vorrei dire alla signora Mussolini che integrazione non vuol dire andare in giro nude". La giovane italiana si scagliò poi contro Daniela Santanché due volte. La parlamentare azzurra, che si è fatta paladina della battaglia contro il velo integrale, è stata definita "spargitrice di odio e di violenza". "Tutti questi personaggi a telecamera accesa fanno i falsi moderati e a telecamera spenta gli spargitori di odio e violenza". 

Si toglie dai piedi, non dalle tasche Quanto ci costerà l'ex Napolitano

Giorgio Napolitano se ne va, ma continuerà a costarci una valanga di soldi





Giorgio Napolitano non è più presidente della Repubblica, non abiterà più nella reggia del Quirinale, ma continuerà a godere dei tanti benefici che aveva promesso di sforbiciare e che invece ancora gli spettano come senatore a vita. Re Giorgio non dovrà affatto rinunciare infatti all'addetto alla persona, ovvero un maggiordomo, all'auto di servizio, allo chauffer, ai cento metri quadrati di ufficio a Palazzo Giustiniani, ai telefoni satellitari, ai collegamenti televisivi e telematici. Nè a un nutritissimo staff: un capo ufficio, tre funzionari, due addetti ai lavori esecutivi, altri due a quelle ausiliari e, a scelta, addirittura un consigliere diplomatico o militare. Una pletora di persone alla quale obbligatoriamente si aggiungono gli agenti di pubblica sicurezza e i carabinieri addetti alla scorta e alle postazioni previste presso le abitazioni private del presidente. A conti fatti, una trentina di persone che forniranno i loro servizi nell’arco delle 24 ore.  Ovviamente a tutto questo si aggiunge, secondo un documento pubblicato dal Fatto Quotidiano, il diritto ad utilizzare un dipendente della carriera di concetto o esecutiva del segretariato generale del Quirinale con funzioni di segretario distaccato nel suo nuovo staff. Altri due dipendenti del Colle possono invece essere trasferiti presso la sua abitazione privata romana di via dei Serpenti, con mansioni l’uno di guardarobiere e l’altro di addetto alla persona. Per non parlare poi del vitalizio da senatore a vita.

"Moretti vergogna, a lavorare, sei una..." Ricoperta d'insulti al bar. S'infuria, e...

"Vergognati, vai a lavorare, sei una...". Alessandra Moretti ricoperta di insulti al bar perde le staffe e...





E' stata ricoperta di insulti mentre stava facendo colazione con i figli in una pasticceria Alessandra Moretti. L'eurodeputata del Pd stava ordinando le frittelle per i suoi bambini in un noto locale di Vicenza, la pasticceria Bolzani, quando, riporta il Giornale di Vicenza, è stata avvicinata da un uomo sui 45 anni che ha cominciato a prenderla a male parole: "Fai schifo, vai a casa... Voi politici... siete tutti ladri" e ancora: "Sei un'imbecille, vergognati".

La Moretti, che è candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione Veneto e che darà il via alla sua campagna elettorale giovedì 15 gennaio, non è la prima volta che viene presa di mira da questo energumeno. Poco prima di Natale, infatti, era stata aggredita verbalmente sempre in quella pasticceria, sotto gli occhi della titolare Cinzia Bolzani e di altri clienti. Allora la Moretti non reagì ma questa volta ha cercato di placarlo: "Stia calmo, non sa quello che dice" e poi vedendo che l'uomo non si calmava ha urlato: "Ora chiamo i vigili, ripeta a loro quello che mi ha detto". Ma all'arrivo degli agenti l'aggressore si era già dileguato. Ora però rischia una denuncia per ingiurie.