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lunedì 22 dicembre 2014

Il papà di Renzi davanti ai pm in segreto Ecco cosa ha detto e sul figlio....

Tiziano Renzi interrogato a Genova




Il papà del premier, Tiziano Renzi, è stato interrogato nelle scorse settimane, in gran segreto, a Palazzo di Giustizia di Genova. Secondo quanto scrive il Secolo XIX. Tiziano è riuscito a dribblare i cronisti nascondendosi sotto un grande cappello. E' stato sentito nell'ambito dell’inchiesta sul fallimento della sua ex società “Chil Post”, fascicolo in cui è accusato di bancarotta fraudolenta. Il verbale dell'interrogatorio è stato secretato ma una cosa è emersa: Tiziano ha detto che suo figlio "non c'entra niente". 

"Non ti legge nessuno, ti porto in tribunale, guarda che io...". Caprarica scatenato: ecco con chi ce l'ha...

Antonio Caprarica ad Aldo Grasso: "Io snobbone? Ti leggono in dodici"




Dopo l'addio ad Agon Channel di Antonio Caprarica e le accuse di Aldo Grasso sul Corriere che lo ha definito uno "snobbone" arriva la risposta velenosa dell'ex corrispondente Rai. "Aldo Grasso un critico? Ma lo leggono in dodici, per fare una citazione manzoniana. Se continua a dirmi che a Londra ho fatto lo snobbone e mi sono concesso chissà quali lussi, questa è la volta che lo querelo. Ce l’avessi io la rendita di posizione di cui gode Grasso", ha affermato Caprarica a La Zanzara su Radio 24. Poi la stoccata finale: "Ha una colonna quotidiana per sparare a zero contro tutti i suoi nemici e salvare regolarmente tutti i suoi amici. Questa in alcune zone d’Italia viene definita mentalità di un certo genere". Insomma tra Caprarica e Grasso è guerra aperta. 

Revisioni auto videosorvegliate: Così il Grande Fratello stana i furbetti

Revisione auto: sarà videosorvegliata dal 2015




Il "Grande Fratello" arriva anche nei centri autorizzati per le revisioni di auto e moto. Dal primo gennaio saranno dotati di sistemi di videosorveglianza per monitorare in tempo reale il corretto svolgimento delle attività di controllo. La revisione, che deve essere eseguita obbligatoriamente per la prima volta dopo quattro anni dalla data d'immatricolazione e successivamente ogni due, dal 2015 sarà quindi filmata con una telecamera. La tariffa per l'operazione resterà invariata a 65,68 euro. L'installazione di videocamere, decisa dal governo, serve per evitare che vengano eseguite particolari “promozioni” di vetture o moto non perfettamente a norma di legge. Le videocamere quindi riprenderanno le operazioni di manutenzione e le comunicheranno in real time alla Motorizzazione Civile, come sancito dal nuovo protocollo per le revisioni denominato “Mctcnet2”.

I costi - Ma questo cambiamento non è una buona notizia per i meccanici e i centri di revisione. Il nuovo sistema di controllo previsto dal nuovo protocollo però non sembra ben visto dai centri di revisioni in quanto hanno dovuto affrontare immancabili aumenti di costi e nuovi adempimenti burocratici da esplorare. I centri autorizzati hanno infatti già sostenuto una spesa di almeno 10.000 euro per l'adeguamento dei macchinari e dei software, a fronte di una tariffa ministeriale che, ricorda la Cgia, è ferma da oltre 7 anni. "La nuova normativa, innanzitutto, comporterà - spiega Roberto Bottan, Presidente sia degli Autoriparatori sia della Cgia - una maggiore sicurezza dei dati, un'imparzialità dei risultati e uno stop alle frodi sulle revisioni". 

Bancomat e carte a rischio truffatori: Le tecniche per la clonazione

Natale, truffe a bancomat e alle carte di credito: ecco come difendersi




Natale, tempo di acquisti ma anche di truffe. Gli italiani in questi giorni si riversano nei negozi per gli acquisti per le feste e usano molto spesso il bancomat o le carte per pagare. Il periodo ideale per i truffatori per agire e clonare le carte per svuotare i conti correnti. La Polizia di Stato ha diffuso un video con qualche consiglio per evitare amare sorprese sotto l'albero. La clonazione delle carte di credito e dei bancomat è un fatto molto preoccupante, che sempre di più innervosisce i possessori e gli utilizzatori delle carte magnetiche per i pagamenti. Sempre più frequenti sono i casi di clonazione di carte di credito o di bancomat. 

Le tecniche - I malviventi, infatti, hanno come obiettivo quello di acquisire le informazioni contenute nella banda magnetica della carta ed il codice pin che serve per autorizzare qualsiasi operazione bancaria. Per questo negli sportelli bancomat modificati viene inserito innanzitutto uno “Skimmer”, ovvero un lettore di codici che registra i dati della carta e che si può vedere controllando per bene l’alloggio nel quale si inserisce la carta.

Come difendersi - Altro elemento da considerare per quanto riguarda il pin è la presenza di un foro proprio in direzione della tastiera, che potrebbe nascondere una telecamera, e la manomissione della tastiera. Muovendo un po’ i tasti, infatti, se c’è stata una manomissione si può notare lo spostamento dell’intera tastiera, che ha ricoperto quella originale. Per proteggere il proprio pin dalla telecamere occorre sempre coprire la tastiera con la mano. Piccoli accorgimenti che però possono sventare tentativi di clonazione di carte di credito o bancomat. In ogni caso il video rimanda al 113 per qualsiasi dubbio possa sorgere sull’eventuale manomissione dello sportello. 

Badanti,baby sitter, barista e camerieri I "mini-lavori" che ti danno uno stipendio

Badanti. baby sitter, camerieri: i minilavori che danno stipendio




Si stanno diffondendo sempre più i "lavori a chiamata": badanti, baby sitter e camerieri. Secondo la Cgia di Mestre cresce sempre di più, nel 2014, il ricorso al “lavoro a chiamata”, diffuso nei settori del commercio, della ristorazione/turismo e dei servizi e solitamente retribuito con “voucher”. Da quando questo sistema di pagamento è entrato in vigore, nel 2012, il loro utilizzo è più che triplicato, passando dalle 23 milioni 800 mila ore vendute a 71 milioni 600 mila ore stimate per il 2014. Con questo metodo di pagamento si è notevolmente ridotto il ricorso al "nero". Questo tipo di lavoro,  in assenza di un accordo scritto tra committente e prestatore d’opera, garantisce a quest’ultimo una copertura assicurativa e il pagamento dei contributi previdenziali per la durata del lavoro a chiamata.

La dichiarazione - Il presidente della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, ha infatto detto: “Grazie all’introduzione di questa formula è stato possibile far emergere una quota di sommerso che altrimenti sarebbe stata difficile da contrastare.In più, chi viene assunto per poche ore con questi buoni può menzionare nel suo curriculum questa esperienza. Inoltre, per limitare l’utilizzo improprio di questi buoni, il legislatore ha stabilito che ognuno di questi deve essere orario, datato e numerato progressivamente. Tuttavia, la possibilità di aggirare la norma non manca: purtroppo, questa possibilità è presente in qualsiasi caso, figuriamoci quando si tratta di un accordo che, come in questa fattispecie, è di natura verbale”.

Manovra, ultimo esame della Camera Può saltare un bonus: ecco chi rischia

Legge di stabilità all’ultimo esame della Camera




La commissione Bilancio della Camera non ha ancora terminato le votazioni degli emendamenti presentati al testo. In commissione sono state presentate circa 130 proposte di modifica, 50 sono state dichiarate inammissibili. Il governo non dovrebbe porre la questione di fiducia sulla legge di stabilità nell'ultimo passaggio per l'approvazione definitiva a Montecitorio. Se il governo non porrà la fiducia i tempi del passaggio in aula potrebbero essere più brevi e dunque il via libera definitivo arriverebbe già domani. I gruppi parlamentari hanno comunque avvertito i deputati di tenersi pronti anche ad arrivare a martedì.

I nodi da sciogliere - I tecnici della Camera hanno espresso cautela sulla scelta di concedere il credito d'imposta ai piccoli imprenditori senza dipendenti, previsto nella legge di stabilità. Nella loro relazione scrivono: "Andrebbe acquisita la valutazione del Governo circa la compatibilità con la normativa europea, al fine di evitare eventuali procedure di infrazione, tenuto conto che il beneficio è limitato a specifiche categorie di contribuenti". Per i tecnici della Camera andrebbe anche valutato "se possano determinarsi effetti connessi a possibili comportamenti elusivi (lavoro sommerso) adottati al fine di fruire del predetto credito d'imposta".

"Figa vero? Ora mi metto a urlare!". Quagliariello manda via la sorella di Carminati e rovina un matrimonio: ecco perché...

Quagliariello manda via la sorella di Carminati e rovina un matrimonio

di Franco Bechis 


Il 18 maggio scorso Massimo Carminati, il Nero di Mafia Capitale, telefona al titolare di Unibar, Giuseppe Ietto. E – intercettato come sempre- gli passa la sorella Micaela, che sta cercando lavoro. Lei spiega: “Mah… Io adesso sto lavorando, ma credo che a fine maggio finisco. Finisco, ma sono tanti anni che sto lì, a una fondazione- Magna Carta, quella di Quagliariello. Capito? E solo che ormai il lavoro c’è poco e che di conseguenza, insomma…”E in effetti il segretario Ncd Gaetano Quagliariello pochi giorni dopo chiude il rapporto con Micaela Carminati, che per anni aveva lavorato in segreteria alla sua fondazione con uno stipendio di circa 950 euro al mese. Lei trova subito lavoro all’Unibar di Ietto, dove si occupa di relazioni esterne. Quel che il politico attento ai valori non negoziabili non può sapere è che mandando via la sorella del Nero diventa responsabile indirettamente di una crisi coniugale. A scoprirla sono gli investigatori qualche giorno dopo, grazie a una cimice piazzata sulla Mercedes di Ietto. Quell’assunzione di Micaela non va proprio giù alla moglie di Ietto, Livia, che in auto fa una scenataccia di gelosia. Livia chiede al marito: “Ma chi è questa? E’ una mega figa? Eh? E’ una mega figa??”. Lui prova a schermirsi: “Io non prendo le mega fighe”. Ma Livia insiste e attacca. E Ietto si fa serio: “Non fare la ragazzina!”. La moglie chiede più particolari su quell’assunzione, insospettita dal riserbo assoluto del coniuge: “Adesso me lo dici… No, adesso me lo dici, se no mi incavolo! Guarda, adesso mi metto ad urlare”. E ancora: “Ecco perchè non mi porti più in giro!! Ho capito! Adesso porti lei, giusto?”. Lui cede solo sul nome: “Si chiama Micaela”, e dice di avere fatto un favore a un amico, di fidarsi. Lei non cede: “Ma io non mi fido mica, sai! Non mi fido proprio…”. E va a finire male, con una scenataccia.