Poveri di spirito, che fastidio i vip che piangono miseria
di Francesco Borgonovo
Va bene, lo sappiamo, anche i ricchi piangono. Però, quando piangono, ai poveri girano un pochino le balle. Soprattutto quando il motivo della lacrimazione è di natura squisitamente economica. Ecco, più o meno è questa la sensazione che si prova in questi giorni, visto che la nuova moda del vip italico è quella di stracciarsi le vesti lamentando miseria. Se va avanti così, fra un pochino troveremo agli angoli delle strade presentatrici tivù che chiedono l’elemosina esibendo il cartello: «Aiutatemi, devo pagarmi una rinoplastica» (quanto a sgrammaticatura, molte non avrebbero nulla da invidiare al mendicante medio). Alla mensa della Caritas sgomiteranno i conduttori di game show («Prendo la pasta al pomodoro, l’accendiamo!») e scopriremo da commoventi servizi su Novella 2000 che i giudici di Masterchef sono stati fermati ai cancelli di Sky con le tasche piene di bistecche e addirittura intere porzioni di bucatini («Dovevamo pur sfamare le nostre famiglie...»).
L’aspetto più incredibile, poi, è che a lagnarsi, non sono oscure starlette dimenticate da decenni ridotte a campeggiare all’Isola dei famosi manco fosse un campo rom. Non sono ex tronisti, ex gieffini, ex velini assortiti costretti a misurarsi con l’ingrato mondo del lavoro perché la celebrità è giustamente finita. No. A stracciarsi le vesti sono affermati professionisti, celebrità che da anni stanno ben piantate sotto i riflettori e che probabilmente hanno dimenticato che vuol dire avere il fiato del mutuo sul collo e non hanno nemmeno idea di che significhi la parola «cassaintegrazione». Ha cominciato Marco Baldini, costretto a mollare il programma radio con Fiorello perché assillato giorno e notte dalle richieste dei creditori. Del suo caso si è già occupato su queste pagine Alessandro Dell’Orto. Ci limitiamo ad aggiungere che forse, fra tutti, Baldini è quello che irrita meno. È affetto da una dipendenza raggelante. Come diceva un saggio: nella sua colpa sta la pena, e a consumarsi è soprattutto lui. Resta che, a sentirlo accusare di ingratitudine gli ex amici perché non sganciano liquidi dopo che ha perso al tavolo milioni di euro, la bile ribolle.
Ma ecco che, a farci dimenticare le disgrazie baldiniane, arriva Enzo Iacchetti. A dire il vero, qualche rimostranza economica il nostro l’aveva già avanzata nei mesi passati, prendendosela con il presidente indonesiano dell’Inter. «Thohir non piace più a nessuno», dichiarò risentito. Poi si capì il motivo: «Mi ha tolto la tessera per andare allo stadio, adesso manderà in tribuna qualche vip indonesiano». E il tifoso medio si domandava: ma scusa, pagare il biglietto come i comuni cristiani no? Ma sbagliava prospettiva, il tifoso.Avrebbe dovuto indignarci perché i vip stranieri vengono a rubare il lavoro ai vip italiani, anche loro vittime dell’immigrazione sregolata. Tutti noi avremmo dovuto commuoverci subito, prima che fosse troppo tardi. Perché ora il quadro è ben più funesto. Intervistato da Stop, Iacchetti ha raccontato di essere preda dell’angoscia. «Pian piano sto consumando i soldi guadagnati in passato», ha detto. «Negli anni 90 sono riuscito a mettere via qualcosa,ma a causa del mio grande entusiasmo e delle tasse li sto spendendo tutti». Grande entusiasmo sta per «gioco d’azzardo». E infatti Iacchetti precisa: «Quando c’è una scommessa mi ci buttano sempre dentro». Certo, lo buttano gli altri a forza. A questa tremenda preoccupazione se ne aggiunge un’altra: quella di perdere il lavoro a Striscia la notizia. «Mi chiamano per un periodo sempre più stretto e questo mi dispiace. Non vorrei che presto o tardi mi dicano ciao ciao». Immaginiamo schiere di operai in lacrime, pensando al povero conduttore con cui condividono il destino: loro sbattuti fuori dalla catena di montaggio, lui allontanato dalla tivù. Antonio Ricci dev’essere proprio terribile, peggio di Elsa Fornero. Prima illude uno per anni pagandolo un botto, e poi...
Ci toccherà avvisare Matteo Salvini e chiedere che la Lega si occupi anche degli showmen esodati. Sicuramente il leader del Carroccio troverebbe un alleato pronto a sostenere l’iniziativa: Beppe Grillo. Quello che fa indigestione di tartufo bianco prima dei comizi. Lo stesso che nei giorni scorsi ha lanciato un grido di dolore: «Il mio 730 è a zero da quattro anni, sono l’unico che fa politica e ci ha rimesso dei soldi». In effetti il suo reddito è calato: solo 7500 euro (netti) al mese nel 2013. Ne ha a stento per mantenere la Mercedes classe A e gli appartamenti a Rimini, in Francia e in Svizzera. Una vita da pezzente, abbiam visto gente residente sotto i portici della Stazione di Milano che se la passava meglio.
Ah, in che mondo viviamo, se un vip non può nemmeno permettersi di sputtanare i denari con le scommesse. Un mondo in cui se guadagni milioni di euro per anni e te li bruci nel vizio nessuno ti dà una pacca sulla spalla. Ma perché il governo non agisce? Perché non istituisce un fondo? Dopo la Cassa del Mezzogiorno, la Cassa del Mezzobusto. Sussidi per le celebrità alla canna del gas, perché abbiano garantito il minimo necessario, tipo le cene da Cracco, lo stadio nel salotto vip e la vacanza in yacht. E dire che gli imprenditori, per via della crisi, si suicidano. Che pappemolli, pensassero a chi sta peggio di loro: alle stelle del video. Gente in difficoltà che, non potendo permettersi entrambi, si è trovata a scegliere tra il necessario e il superfluo. E con grande sacrificio ha scelto il superfluo.