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mercoledì 22 ottobre 2014

Teatro Lirico: Si può ridere anche sui reumatismi Magenta, venerdì 24 al teatro lirico

Si può ridere anche sui reumatismi  Magenta, venerdì 24 al teatro lirico


Paolo Cevoli 

Non è vero che le malattie reumatiche colpiscono solo gli anziani, non è tutta colpa dell’umidità… forse è meglio andare dal medico, quello giusto. Questi gli obiettivi dell’evento che si terrà venerdì 24 ottobre 2014 al Teatro Lirico di Magenta, dalle ore 20 alle ore 22, dove i comici di Zelig Claudia Penoni e Paolo Cevoli coinvolgeranno il pubblico con le loro gag e sapranno tradurre in un linguaggio divertente gli aspetti quotidiani delle malattie reumatiche. L’Ospedale di Magenta con la sua struttura avanzata di reumatologia e il suo personale specializzato diretto dalla dottoressa Magda Scarpellini proporrà un approfondimento sulle malattie reumatiche perché artrite, artrosi, osteoporosi e malattie del connettivo sono tra le malattie reumatiche più diffuse in Italia. Ma chi sa distinguere e riconoscere un’artrite da un’artrosi? Più di un italiano su dieci soffre di malattie reumatiche. I dati parlano chiaro: quasi 4 milioni di persone colpite da artrosi nel nostro paese, 1.700.000 colpite da artriti di ogni tipo e almeno 100mila persone colpite da connettiviti, 700mila con reumatismi extra articolari, senza contare l’osteoporosi con l’elevato rischio di frattura. Le malattie reumatiche creano maggiori disagi soprattutto alle donne e per alcune patologie i primi sintomi possono insorgere già in età giovanile. Questo è per esempio il caso dell’artrite reumatoide, una patologia che interessa 320mila persone solo in Italia. Non c’è cura senza prevenzione e informarsi in questo caso non costa nulla, la serata è a carattere gratuito e prevede la distribuzione di materiale informativo e quiz per riconoscere eventuali sintomi di malattie reumatiche. Durante la serata sarà inoltre presentata l’iniziativa ‘Porte aperte in 0spedale’ che si terrà il 9 novembre presso l’ospedale di Magenta dalle ore 10 alle 16: una giornata pensata per i cittadini, dove sarà possibile avere consulenze reumatologiche gratuite e la piena disponibilità dei reumatologi dell’Ospedale di Magenta, coordinati dalla dottoressa Magda Scarpellini.

Roma (e Italia) a lezione dal Bayern: Totti & co. travolti 7-1 all'Olimpico

Champions League, Roma travolta dal Bayern Monaco: 1-7 all'Olimpico

di Claudio Brigliadori 



Il Bayern Monaco demolisce con un clamoroso 7-1 la Roma e cancella in una notte i sogni di ripresa del calcio italiano. In Europa siamo ancora lontanissimi dai migliori. In un Olimpico strapieno (70mila spettatori) basta mezz'ora ai bavaresi allenati da Pep Guardiola per far tornare con i piedi sulla terra la banda di Rudi Garcia, entusiasmante in patria e convincente in Champions League nei primi due turni. Ma Robben e compagni non sono né il Cska Mosca né il Manchester City (che non a caso si è fatto rimontare sul 2-2 in Russia, a sorpresa) e lo si capisce subito: è l'olandese volante a segnare all'8' con un tiro dei suoi, mancino a giro appena dentro l'area. Da qui inizia il massacrato, uno spettacolo a metà tra una lotta tra gladiatori (con la Roma nella parte scomoda della vittima sacrificale) e un dejà-vu di quell'infausto 1-7 subìto dai giallorossi in casa del Manchester United nel 2007. Anche se la mente non può tornare al Maracanazo di quest'estate e all'umiliante 7-1 della Germania al Brasile.

La lezione dei fenomeni - Semplicemente, c'è una squadra di fenomeni implacabili di fronte a una di ragazzini spauriti, e anche capitan Totti non può che assistere inerme. Al 23' Gotze si libera magicamente al limite, scambia con Muller, tacco di ritorno e tiro che s'infila sul primo palo. Roma suonata, Bayern senza pietà e al 25' Bernat sfonda sulla sinistra, cross al centro e zuccata in volo del bomber Lewandowski. Che bambola, e che botta di Robben che fa 4-0 al 30' piegando le mani a un sorpreso De Sanctis. Lo stadio è ammutolito, i giocatori di Garcia litigano tra loro, increduli. Ma il primo tempo di passione non è ancora finito: Manolas entra in scivolata in area e tocca con la mano il pallone giocato da Alaba, rigore (generoso) trasformato dal solito, totale Muller per il 5-0. 

Bayern senza pietà - L'inizio di ripresa serve solo a dimostrare che la Roma ha almeno cuore: il Bayern si accontenta di amministrare, non infierisce e Gervinho e Florenzi sfiorano in tre occasioni il gol (prima palo, poi doppio straordinario Neuer), prima che lo stesso Gervinho segni l'1-5 dell'onore, in contropiede. Stuzzicati, i campioni di Germania ci tengono e mettere in chiaro le cose. Guardiola toglie Lewandowski e Gotze e manda in campo Ribery e Shaqiri, due che in Serie A sarebbero stelle indiscusse ma che nel Bayern sono costretti a fare spesso panchina. Risultato: usano De Sanctis per prendersi rivincite personali, segnando rispettivamente il sesto (delizioso tocco sotto) e il settimo gol (dribbling sul portiere dopo una ribattuta impacciata dello stesso).

Qualificazione alla portata - La situazione nel girone E è ancora più che buona, con il Bayern virtualmente qualificato agli ottavi con 9 punti, la Roma a 4, il City a 2 (e dovrà giocare all'Olimpico nell'ultimo turno) e il Cska a 1. La qualificazione, insomma, è tutta da giocare, ma chi sperava in un confronto alla pari con i maestri tedeschi è pregato di ripassare. Si spera senza dover attendere l'anno prossimo.   

Svelati tutti i segreti della Boschi: a vuotare il sacco è l'ex fidanzato

Maria Elena Boschi, parla l'ex fidanzato: "Vi racconto la nostra storia"




Lui si chiama Tommaso Romoli, ha 39 anni, è ovviamente toscano, fiorentino per la precisione. E lui, per inciso, è anche l'ex fidanzato di Maria Elena Boschi, la bella ministra delle Riforme del governo Renzi. Tommaso è stato pizzicato dall'indomabile Alfonso Signorini, che lo ha intervistato per Chi. "Maria Elena Boschi e io - spiega - siamo stati insieme per un anno. Lei aveva vent'anni, io venticinque". Dunque, poiché la Boschi è classe 1981, la storia risale al 2001. "Studiavamo entrambi - ricorda lui -: io per superare l'esame da notaio, lei ancora alla facoltà di legge". Quindi un po' di miele: "Lei era la ragazza più sveglia dell'Università, già allora era chiaro che aveva la stoffa per superare le altre. E' stata una bella storia, la nostra".

La profezia - Oggi Romoli fa il notaio, ha lasciato Firenze: il suo studio è a Cembra, in provincia di Trento, a Riva del Garda. E Romoli ha deciso di raccontare a Chi la sua storia con la donna più corteggiata d'Italia, che più volte ha detto di essere alla ricerca del grande amore e ha espresso il desiderio di avere tre bambini. "La nostra storia - riprende Tommaso - è finita come finiscono tante storie a vent'anni. Perché ci si scopre diversi, perché alla fine le strade divergono. Insomma nessuna tragedia. Siamo rimasti in buoni rapporti. Le ho fatto anche le congratulazioni per la nomina a ministro. Con Maria Elena al Governo mi sento tranquillo". Infine, la profezia: "E' una tosta. Tra qualche anno la vedrei bene al Colle". Maria Elena, quando avrà l'età necessaria, sulla poltrona che oggi è di Giorgio Napolitano?

Moretti, caporioni e Miss Supercazzola: tutti i candidati di Renzi alle Regionali

Regionali, i candidati Pd di Matteo Renzi per le elezioni 2015: sorpresa Alessandra Moretti in Veneto




Da Montecitorio all'Europarlamento, e ora in corsa per la poltrona di governatore del Veneto. Dovrebbe essere Alessandra Moretti, ex bersaniana di ferro riposizionatasi con prontezza tra le fila dei renziani della seconda ora, il nome forte del Pd per la sfida al leghista Luca Zaia. Dopo l'elezione alla Camera del 2013 la scalata della bella vicentina è stata fulminea: a maggio capolista dem a Strasburgo, per volontà proprio di Matteo Renzi, ruolo "centrale" come spesso ribadito dal premier ma evidentemente un parcheggio di lusso, perché il segretario-presidente del Consiglio sa che la partita politica si gioca tutta in Italia. Come sottolinea HuffingtonPost.it, che traccia il toto-candidati del Nazareno, le elezioni regionali che si consumeranno tra autunno 2014 e primavera 2015 saranno un test fondamentale per il gradimento popolare di Renzi, che punta a ribadire l'exploit delle ultime Europee e, se possibile, migliorarlo. 

Bonaccini e... Vasco Errani - Sono nove le Regioni chiamate alle urne. Oltre al Veneto, ci sono Calabria, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Umbria, Marche, Campania e Puglia. Per ogni appuntamento, Renzi sta studiando una candidatura "conciliante", in grado cioè di compattare il partito soprattutto là dove la componente minoritaria (bersaniana-cuperliana in testa) è molto forte. Quindi pochi renziani duri e puri e molti nomi buoni per tutte le stagioni. E' il caso per esempio dell'Emilia, con Stefano Bonaccini vincitore di primarie decisamente turbolente, con la sfida mancata contro il renziano Doc Richetti e l'inchiesta giudiziaria sulle spese pazze. Bonaccini, come la Moretti, è un renziano "riposizionato" con buoni agganci nello zoccolo duro dei dem più rossi d'Italia. E nel pacchetto emiliano c'è anche il probabile ricollocamento dell'ex potentissimo governatore Vasco Errani, dimissionario dopo la condanna a un anno per falso. Potrebbe diventare prossimo sottosegretario all'Economia.

Rossi ed Emiliano blindati - Se a livello nazionale il sogno di Renzi è il "partito della Nazione" che strizza l'occhio ben oltre i recinti della sinistra, a livello regionale il premier sembra molto più attento a usare manuale Cencelli e bilancino. In Toscana e Puglia, per esempio, vincono gli uomini forti Enrico Rossi e Michele Emiliano, talmente radicati sul territorio da essere quasi battitori liberi, signori e padroni del Pd locale indipendentemente dal potere di Direzioni e segreterie. Entrambi sono nati e cresciuti lontano dal renzismo ma non hanno fatto la guerra a Matteo e i frutti si vedranno al momento opportuno.

Morani in rampa di lancio - Anche in Umbria la dalemiana Catiuscia Marini, governatrice uscente, non si tocca. Più congestionata la situazione in Campania, con il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca che sfida il bassoliniano Andrea Cozzolino, mentre Renzi vorrebbe un terzo nome meno divisivo, come accaduto (senza risultati) in Emilia Romagna. Dubbi ancora in Liguria e nelle Marche, dove però Alessia Morani (sì, quella delle supercazzole in diretta a Ballarò e delle gaffe continue) è la grande favorita. Tutto deciso, infine, in Calabria, con il bersaniano Mario Oliverio che ha sconfitto il renziano Gianluca Callipo. 

Sforbiciata Iva per chi ristruttura casa Punito chi acquista: le tasse s'impennano

Casa, ristrutturazioni con Iva al 4%. Ma arriva il salasso sugli acquisti




In arrivo una significativa sforbiciata sull'Iva per chi effettua interventi edili secondo quanto previsto dagli incentivi per l'efficientamento energetico. Sforbiciata anche per la ristrutturazione di casa e per gli arredi: l'Iva cala dal 10 al 4 per cento. Ma a fronte di questa notizia arriva il maxi-rincaro sempre sull'Iva, che passa dal 4 al 10%, per le nuove case vendute da imprese, una misura necessaria per compensare i minori incassi. E' quanto prevede il cosiddetto Sblocca Italia, che dopo un iter travagliato è sbarcato ieri, lunedì 20 ottobre, in aula per la discussione generale. Sul testo parecchie novità dell'ultim'ora, tra cui quelle sull'Iva, dovute a un emendamento del M5s che rende più conveniente realizzare lavori nella propria abitazione, servendosi di misure rifinanziate nella legge di Stabilità. Tra queste misure l'ecobonus e il bonus casa, le cui detrazioni Irpef al 65% e al 50% che vengono prorogate nel 2015, risulteranno appetibili - come sottolinea Italia Oggi - grazie al taglio Iva fino al 4% (misura compensata però dal rincaro per le nuove costruzioni direttamente vendute dalle imprese).

Legge di Stabilità, il Quirinale gela Matteo Renzi: "Oggetto di attento esame"

Legge di Stabilità, il Quirinale gela Matteo Renzi: "Oggetto di attento esame"




La manovra del governo Renzi "sarà oggetto di un attento esame" da parte del Quirinale. La nota ufficiale dell'ufficio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano usa, come logico, formule caute e diplomatiche ma il messaggio partito del Colle è chiaro: la legge di stabilità, così com'è, non va. Alla vigilia del Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre, Napolitano ha incontrato il premier Matteo Renzi per un'ora e mezzo. Al centro del faccia a faccia il gran pasticcio della finanziaria che rischia di schiantarsi contro il no della Commissione Ue. Il falco rigorista Jyrki Katainen alla Rai da Strasburgo ha commentato laconico: "Analizziamo i numeri, speriamo tutto vada per il meglio". Sibillino, e un po' inquietante. Dal canto suo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei Sandro Gozi assicura: "La legge di stabilità è compatibile e coerente con impegni Ue, e il governo italiano è tranquillo".

Non c'è la copertura - Non è un caso che Napolitano non abbia ancora concesso il via libera, perché manca la "bollinatura" della Ragioneria di Stato alla manovra annunciata una settimana fa da Renzi e dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. I giorni sono passati e il governo ha cercato la difficilissima quadra, pressato da un lato da Napolitano e dall'altro da Bruxelles. Il provvedimento, sottolineano dal Quirinale, "è per sua natura molto complesso", anche perché da giorni sta andando avanti il balletto dei numeri sul fondo di sicurezza, da 3 miliardi, che l'Ue vorrebbe far usare a Renzi. Nel frattempo, Regioni e Comuni hanno alzato la voce contro i tagli che li obbligherebbe a tassare ulteriormente i contribuenti. Mercoledì alle 18.30 i governatori si riuniranno per presentare in un documento ufficiale le richieste all'esecutivo. "Questa manovra mi convince ma deve essere resa sostenibile", ha spiegato il rappresentante delle Regioni Sergio Chiamparino.

Aliquote Irap e pensioni rinviate - La questione, a suo modo, è semplice: i conti non tornano. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha annunciato che nella legge di stabilità "definitiva" dovrebbero esserci "500 milioni per rendere strutturale il 5 per mille". Ma occhio, perché sul welfare e sulla lotta alla povertà c'è "un problema di quantità di risorse": "Non sono quelle che ci si poteva attendere - ha ammesso Poletti davanti ai senatori -, c'è ancora un pezzo di lavoro da fare nella fase della discussione parlamentare perché su alcuni capitoli ci sono ancora problematicità". L'aumento retroattivo delle aliquote Irap e quelle sui fondi pensione hanno provocato la rivolta dei sindacati, con la segretaria della Cgil Susanna Camusso che suona la carica chiamando tutti in piazza il 25 ottobre a Roma. 

"Renzi con una mano dà 80 euro Ma con l'altra aumenta le tasse"

"Renzi con una mano dà 80 euro Ma con l'altra aumenta le tasse"


di Luca Romano 



L'ex premier rivendica il ruolo dei suoi governi: "Renzi sostiene di aver abbassato le tasse e di essere il primo ad averlo fatto. Ricordo che gli unici Governi che hanno davvero abbassato le tasse sono stati i nostri". 

Una bocciatura secca alla politica fiscale, molti dubbi su quella estera e una precisazione sulla riforma elettorale. Silvio Berlusconi, in un'intervista al Tg5, tocca tutti i temi in cima all'agenda politica dle momento, a partire da quelli interni al suo partito e alle presunte voci di un imminente scioglimento.
Che smentisce con decisione: "Un'assurdità".

Sulla manovra il Cavaliere alza un muro: "Il Premier attuale con una mano ha dato gli 80 euro a qualcuno, con l’altra ha aumentato le tasse sulle case, sui negozi, sui capannoni e anche sui risparmi a tutti. Il saldo è dolorosamente negativo per tutte le famiglie. Oggi - prosegue - la legge di stabilità sta andando nella stessa direzione: per fare bella figura si taglia un pò di Irap, l’imposta rapina di Prodi sulle imprese, ma il conto lo pagheranno i cittadini che vedranno aumentare le tasse locali e che magari vedranno anche tagliati i servizi locali essenziali. Il governo fa bella figura, ma la fa con i soldi delle famiglie. E il Paese non riparte. Siamo davvero sulla strada sbagliata".

Berlusconi va all'attacco e rivendica il ruolo dei suoi governi: "Il premier sostiene di aver abbassato le tasse e di essere il primo ad averlo fatto. Ricordo che gli unici Governi che hanno davvero abbassato le tasse sono stati i nostri. Abbiamo cancellato l’imposta di successione, quella sulle donazioni, la tassa sulla casa, abbiamo introdotto la no tax area per le famiglie meno agiate, abbiamo ridotto gli scaglioni dell’imposta sulle persone fisiche, l’Irpef e altre imposte ancora"

Ma uno dei fascicoli più scottanti sul tavolo del governo riguarda le riforme: "Ci confrontiamo con Renzi nella ricerca di una legge elettorale che favorisca la governabilità del Paesr - ha spiegato Berlusconi - e che, naturalmente, vada bene a tutte e due le parti in causa".

Se sulla politica economica (ma anche su quella estera) le strade di Berlusconi e Renzi sono ben distanti, si riavvicinano sulla politica italiana. "Vuole un partito unico di centrosinistra? Noi vogliamo la stessa di Renzi ma nel centrodestra. Noi italiani dal 1948 ad oggi purtroppo - prosegue il Cav - non abbiamo mai imparato a votare e ultimamente, anche a causa della par condicio che assegna al più piccolo partito che si presenta per la prima volta lo stesso spazio televisivo e radiofonico che assegna ai partiti più grandi, favorendo così il frazionamento del voto, per ottenere una maggioranza in Parlamento siamo costretti a mettere insieme una coalizione di molti partiti. È stato così nella prima Repubblica, è così ancora adesso".

Silvio Berlusconi stronca senza mezzi termini le indiscrezioni di stampa che parlavano di un Cavaliere prossimo alla "chiusura" del movimento: "Forza Italia è il partito della libertà e rappresenta molti milioni di italiani che amano la libertà e vogliono restare liberi. Io sono al lavoro tutto il giorno e tutti i giorni perchè voglio che Forza Italia, rinnovata e rafforzata, torni a vincere". Il Cavaliere non lascia, ma anzi rilancia: "Io, sebbene sia stato privato dei miei diritti politici e in parte anche della mia libertà nel modo estraneo alla democrazia che tutti conoscono, lavoro per convincere gli elettori moderati, quei 24 milioni di elettori che non hanno votato alle recenti elezioni europee perchè amareggiati, delusi, disgustati dalla politica e dai politici, ad uscire dalla delusione, dalla rassegnazione e a tornare la prossima volta a votare per confermare di essere la maggioranza nel Paese e vincere di nuovo le elezioni con noi, con Forza Italia".