Renzi: "Dal 2015 una tassa unica sulla casa". Nel frattempo pagano anche gli affittuari
di Sandro Iacometti
Per quanto ormai tartassati al di là di ogni umana sopportazione, i proprietari di casa al salasso annuale ci hanno fatto il callo. Tra coloro che il 16 ottobre dovranno passare alla cassa, però, c’è anche un gruppo di esordienti che finora aveva avuto a che fare solo con oneri condominiali e balzelli sui rifiuti. Con la nuova Tasi ad aprire il portafoglio saranno anche gli inquilini. Chi vive in affitto dovrà farsi dare dal proprietario le rendite catastali dell’immobile e delle relative pertinenze, calcolarsi la sua bella tassa su una quota che va dal 10 al 30% dell’aliquota Tasi per le abitazioni locate fissata del proprio comune, compilare un F24 o un bollettino postale dedicato. Qualche esempio? A Roma si pagherà il 20% sulla base di un’aliquota allo 0,8 per mille, a Milano il 10% sulla stessa aliquota. I più spremuti sono i locatari di Biella, 30% su un’aliquota del 3,3 per mille, dove il balzello però è stato già andato all’incasso prima dell’estate. Occhio, però, all’importo. Se sarà sotto i 12 euro la legge stabilisce che nulla è dovuto. Comunque il premier Matteo Renzi proprio ieri ha promesso: «Dal 2015 ci sarà un’unica tassa» nei Comuni che poi decideranno l’aliquota.
Salasso assicurato - Il conto alla rovescia è comunque scattato per tutti. La stangata è assicurata. Anche per le prime case. Le ultime elaborazioni del Servizio Politiche Territoriali della Uil calcolano che per una famiglia su due il conto sarà quest’anno più salato dell’Imu 2012. Su 336 famiglie residenti in 84 città capoluogo oggetto del campione di indagine, il 51,8% dovrà vedersela con una Tasi più pesante di quanto pagato con l'Imu due anni fa.
Prima e seconda rata - L’appuntamento del 16 ottobre riguarda il pagamento della prima rata per gli oltre 5mila comuni che hanno deliberato le aliquote in ritardo. Il 16 dicembre, invece, insieme alla vecchia Imu per le seconde case, sarà la volta del pagamento della seconda rata per gli oltre 2mila comuni che avevano già deciso a giugno e per quei circa 700 comuni che non lo hanno ancora fatto, dove la Tasi si verserà in un’unica soluzione all’aliquota base dell’1 per mille.
La base imponibile - La base imponibile Tasi è la stessa dell’Imu. Si parte dunque dalla rendita catastale, la si rivaluta del 5% e si moltiplica il risultato per il coefficiente che varia in base al tipo di immobile (160 per le abitazioni). Su questo valore si applica l’aliquota comunale, con le eventuali detrazioni. Il consiglio è quello di rivolgersi ad un professionista abilitato oppure di rintracciare la delibera per vedere aliquote ed eventuali esenzioni, quindi fare il calcolo con alcuni siti che su internet facilitano di molto l’adempimento.
Il pagamento - Per quanto riguarda il pagamento, inutile sperare nei bollettini precompilati che nessun comune manderà a casa dei contribuenti. Il versamento si potrà fare con F24 o bollettino postale dedicato da prelevare alle poste. C’è da ricordarsi, però, che dal primo ottobre chi deve pagare importi pari o superiori ai mille euro può utilizzare esclusivamente il modello F24 online e versare telematicamente la cifra tramite i servizi dell’Agenzia delle Entrate o il canale di home banking della propria banca. Si può pagare con modello F24 cartaceo solo per cifre inferiori ai mille euro. Mentre chi paga con bollettino postale non ha problemi anche nel caso in cui debba versare di più. Per chi non rispetta le scadenze della Tasi dovrebbe scattare la sanzione ordinaria pari al 30%.