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venerdì 19 settembre 2014

La telefonata tra De Benedetti e Scalfari: "Pronto Eugenio? Avevi ragione tu..." La stupefacente retromarcia dell'editore

Carlo De Benedetti a Eugenio Scalfari: "Avevi ragione tu, Matteo Renzi non vale niente"




Un periodaccio, per Matteo Renzi, alle prese con le accuse di "annuncite", con la battaglia per le nomine alla Consulta e al Csm, con i disastrosi dati economici piovuti dall'Ocse e con le altrettanto disastrose previsioni della Bce. E poi mettiamoci anche il padre indagato per bancarotta fraudolenta e, perché no, la minoranza Pd (che a Camera e Senato minoranza, forse, non è) che affila i coltelli per tendergli un'imboscata (in prima linea Massimo D'Alema). In Europa ha piazzato sì Federica Mogherini, ma per convesso, lui e il disastroso Hollande, hanno dovuto "digerire" una Commissione targata Merkel, dove "rigore" è la parola d'ordine. Insomma, a noi la Mogherini, a loro i posti che contano. E ancora, la disoccupazione alle stelle e il tribolatissimo iter delle riforme (lavoro e quella elettorale, per esempio), quando le riforme almeno esistono (per esempio, quella della scuola, era stata annunciata quando ancora non ne era stato scritto un rigo).

"Avevi ragione tu..." - Un periodaccio dunque, reso tale da una discreta sequenza di buchi nell'acqua. Flop dei quali anche uno dei principali estimatori dell'uomo da Rignano sull'Arno si sarebbe reso conto. Già, perché stando a quanto scrive Dagospia, Renzi incassa un'altra brutta notizia: anche Carlo De Benedetti, padrone della Repubblica che a Matteo ha tirato e tira la volata, avrebbe cambiato idea sul premier. Tanto che Eugenio Scalfari - che dalle colonne di Repubblica, invece, ha sempre bastonato Renzi in libertà - sarebbe "particolarmente di buon umore". Già, perché De Benedetti avrebbe telefonato a Barbapapà, per dirgli qualcosa del tipo: "Caro Eugenio, avevi ragione tu, Renzi non vale niente". Peccato che CdB se ne sia accorto dopo averlo aiutato con ogni mezzo possibile. Peccato che CdB se ne sia accorto dopo i vertici mattutini col plenipotenziario Graziano Delrio. Peccato che l'editore di Repubblica se ne sia accorto soltanto ora, mesi dopo le voci sulle sue ingerenze per decidere la squadra dei ministri di Matteo. Una squadra dei ministri che sperava potesse cambiare le sorti del Paese. Speranza che oggi appare vana. Anche a De Benedetti.

giovedì 18 settembre 2014

Ultim'ora - Il padre di Renzi indagato a Genova per bancarotta fraudolenta

Ultim'ora - Il padre di Renzi indagato a Genova per bancarotta fraudolenta 




Non bastano i politici. Adesso pure i padri. Addirittura quello di Matteo Renzi, proprio così. Leggiamo la notizia battuta dalle agenzie stampa: 

Tiziano Renzi, padre del premier Matteo è indagato per bancarotta fraudolenta dal Tribunale di Genova. La vicenda è relativa al fallimento della società di distribuzione Chil Post, nel maggio 2013. 

Il curatore avrebbe rilevato passaggi sospetti dei rami d'impresa, e comunque delle uscite di denaro ingiusitificate. L'inchiesta è seguita dal pm Marco Ayroldi e seguita in prima persona dal procuratore aggiunto Nicola Piacente. La bancarotta viene contestata ad altre tre persone, ex amministratori della società. 

L'avviso di garanzia è stato notificato a Tiziano Renzi tre giorni fa, e coincide con la richiesta di proroga di indagini al Gip. (Fonte) 

La società è fallita nel 2013, quando il padre di Renzi l'aveva già ceduta a un imprenditore genovese. La stessa società risulta essere stata intestata proprio a Matteo Renzi e alle sue sorelle tra il 1999 e il 2004. Risultano anche contributi figurativi versati all'attuale presidente del consiglio.

Caivano (Na): L'associazione Culturale "Idea Nuova" incontra i cittadini sull'attuale situazione sociale e culturale del Paese

Caivano (Na): L'associazione Culturale "Idea Nuova" incontra i cittadini sull'attuale situazione sociale e culturale del Paese


di Gaetano Daniele 


Venerdì 26 Settembre, ore 20.00, "Hotel Il Roseto" l'associazione Culturale "Idea Nuova" incontra i cittadini di Caivano per un confronto sociale, culturale ed ambientale, temi delicati ed importanti soprattutto dopo le dimissioni dell'ex Sindaco Tonino Falco, dimissionario per ben 3 volte in meno di 4 anni di mandato, lasciando appunto il Paese, già degradato, nelle mani del Commissario Prefettizio. Ospite della serata, presieduta dall'Avv. Luigi Lanna, l'ex Consigliere Provinciale e comunale, dott. Simone Monopoli. Prevista una forte affluenza anche di cittadini di altri comuni dell'hinterland a nord di Napoli. 

Lilli Gruber, il giallo si complica: "Tornerà tra qualche settimana..." L'annuncio in diretta di Mentana

Lilli Gruber, Enrico Mentana: "Non sarà in onda per qualche settimana"




Il giallo-Lilli Gruber si fa sempre più fitto e intricato. L'ultimo annuncio è quello di Enrico Mentana, che introducendo il suo TgLa7 spiega che "Lilli Gruber non sarà con noi per qualche settimana". Non un giorno, nemmeno due e nemmeno tre: "Qualche settimana", addirittura. Una frase che fa temere che le condizioni di salute di Lilli possano essere un poco più gravi del previsto (inizialmente si era parlato di un malore). Successiva Mentana ha aggiunto: "Abbiamo saputo che la Gruber non potrà andare in onda per qualche giorno, forse qualche settimane. Facciamo a Lilli i nostri più cari auguri". Eppure, dietro l'improvviso e prolungato forfait di Lilli, stando sempre alle indiscrezioni delle ultime ore, potrebbe esserci altro. E non ci si riferisce soltanto al mancato rinnovo contrattuale che l'avrebbe fatta imbestialire. Dietro potrebbe esserci lo "zampino" di Giovanni Floris, che l'avrebbe fatta arrabbiare e non poco "soffiandole" un ospite, Stefania Giannini, proprio a pochi minuti dalla messa in onda (questo, almeno, è quanto suggerisce Il Foglio di Giuliano Ferrara). Prima, nel pomeriggio, in uno scarno comunicato La7 aveva fatto sapere che "perdurando l'indisposizione di Lilli Gruber, che ci auguriamo di rivedere al più presto alla guida di Otto e Mezzo, da oggi nell'access prima time di La7 andrà in onda Faccia a Faccia, trenta minuti di approfondimento condotto da Enrico Mentana". Insomma, chi se la gode, nel frattempo, è Mitraglietta piglia-tutto, che si accaparra anche la striscia che segue il suo stesso telegiornale.

Incontro Renzi-Berlusconi, alleanza confermata: giudici e voto, tutti i retroscena del faccia a faccia

Incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi: regge il patto tra Pd e Forza Italia




Fari puntati sullo stallo per l'elezione dei membri del Csm, un punto sul quale in giornata è arrivato il duro richiamo di Giorgio Napolitano. Ma non solo. Nel faccia a faccia tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi si è parlato anche d'altro. Un lungo vertice a Palazzo Chigi, durato quasi due ore, al quale hanno preso parte anche Gianni Letta e Denis Verdini per Forza Italia e il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. Le prime indiscrezioni, però, sono state quelle relative ai membri della Corte Costituzionale: nessun cambio di passo, l'accordo tra Pd e azzurri regge, i nomi restano quelli di Luciano Violante e Donato Bruno nonostante l'ultima fumata nera in Parlamento. Una circostanza indirettamente confermata anche dalle parole di Guerini, che lasciando il vertice ha spiegato: "Non si è parlato di Consulta e di Csm se non nei termini in cui si è espresso il capo dello Stato".

Le decisioni - Sempre Guerini ha spiegato: "E' stato un incontro positivo, in cui abbiamo fatto il punto sulla legge elettorale e le riforme costituzionali. Abbiamo convenuto sulla necessità di accelerare sulla riforma della legge elettorale ed abbiamo confermato il percorso delle riforme". Il Patto del Nazareno, almeno stando alle dichiarazioni, sarebbe dunque destinato a tenere. E sempre Guerini, di fatto, lo conferma quando afferma che "non si è assolutamente parlato di elezioni anticipate. L'orizzonte è quello della legislatura", dunque i "mille giorni" chiesti dal premier Renzi. Il vicesegretario Pd chiude così all'ipotesi di elezioni anticipate, circolata con insistenza negli ultimi giorni (secondo alcune interpretazioni nel discorso di martedì alla Camera, Renzi aveva lasciato intendere che la strada del voto, nel caso in cui bloccassero le sue riforme, sarebbe quella principale).

Tassa di successione, aumenti stellari: ecco quanto devi pagare in più se erediti

Tassa di successione: spuntano gli aumenti




Il governo deve trovare le coperture economiche. Deve reperire soldi. Ecco quindi che guarda alla tassa di successione e alla possibilità di aumentarla considerato che nel resto d'Europa tale imposta è molto più alta che in italia. Lo scopo - secondo quanto scrive il Sole 24 Ore - è di recuperare almeno un miliardo di euro alzando le aliquote e abbassando la franchigia. La decisione potrebbe essere presentata con la legge di stabilità entro il 15 ottobre. 

Quanto si paga adesso  - La tassa di successione è un'imposta dovuta allo Stato per il trasferimento della proprietà o di altri beni avvenuta dopo la morte del proprietario o ad una sua donazione spontanea. Attualmente questa prevede una franchigia di un milione di euro, al di sotto della quale non viene effettuato alcun prelievo. Sopra questa soglia bisogna distinguere diverse aliquote a seconda del grado di parentela: 4%, per i benidevoluti a favore del coniuge e dei parenti in linea retta, (sopra 1 milione di euro);  6%, per i beni devoluti a favore di fratelli e sorelle, degli altri parenti finoal quarto grado e degli affini in linea retta, (sopra i 100mila euro);  8%, per i beni devoluti a favore di altri soggetti.

Come può aumentare - Da quanto scrive il Sole 24 Ore, l'ipotesi a cui il governo lavora è quella dell'aumento delle aliquote e l'abbassamento della franchigia sopra a cui scattano i prelievi. La soglia di 1 milione di euro per gli eredi in linea retta potrebbe essere ridotta tra 200 e 300mila euro. E contestualmente, innalzate le aliquote dal 4 al 5% per gli eredi in linea retta, dal 6 all’8% per gli altri parenti e dall’8 al 10% per gli estranei.

mercoledì 17 settembre 2014

UN PREMIER SOTTO TUTELA Napolitano adesso "scarica" Renzi Ecco chi preferisce a Matteo...

Napolitano e il vertice con Visco sull'Ecofin: tutti i dubbi del governatore




Un premier commissariato. Giorgio Napolitano non si fida delle parole di Matteo Renzi. Gli annunci, le promesse e i tweet hanno stufato il Colle. Mentre Matteo Renzi ruggisce contro l’Europa, "la flessibilità andremo a prendercela", e il ministro dell’Economia Padoan valuta invece come auspicabile un controllo europeo sulle politiche di bilancio dell’eurozona, Giorgio Napolitano riceve il governatore della Banca d’Italia. Un incontro, dicono il rumors, raccontati da La Stampa per capire bene come è andato davvero l'Ecofin. Si potrebbe dire che il Presidente, quantomeno, vuol vederci chiaro. Con Ignazio Visco come con Mario Draghi del resto il filo è sempre acceso, e col presidente della Bce Napolitano ha approfondito tutte le prossime mosse del governo riguardo alle riforme. 

Il vertice Visco-Re Giorgio - E così proprio con Ignazio Visco, Napolitano ha fatto il punto sui risultati dell’Ecofin ignorando comunque il premier e Pier Carlo Padoan. Il quadro dipinto da Visco ha colori cupi. Come la pensi poi il governatore Visco è noto, e non da ieri. La frustrante performance dell’Italia - confermata ieri dai dati Ocse - ha il suo motore nei mancati investimenti pubblici e privati. In una situazione di bassa inflazione -e l’Italia al momento è in deflazione- è più difficile consolidare il debito pubblico.

Renzi commissariato -  La Bce opererà sulla liquidità, ma non basterà senza riforme strutturali. Insomma, la soluzione alla recessione che al momento in Italia i dati raccontano come permanente non è nella politica monetaria, ma nella politica. Un piano di rifrome urgenti, soprattutto quella sul mercato del lavoro sono necessarie per la ripresa. E l'"annuncite" di Renzi non serve a molto. L'Europa più volte ha bollato come "chiacchiere" le promesse di Renzi a cui puntualmente non sono seguiti i fatti. Il monito del vice-Juncker, Katainen è chiaro: "Le riforme dopo gli annunci vanno fatte e attuate". Tutte cose dette non solo dall'Europa, ma anche da Visco e Draghi. Giorgio Napolitano le tiene ovviamente in debito conto. La fiducia in Renzi sta per esaurirsi...