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domenica 7 settembre 2014

Nel Pd monta la rabbia: il vice di Renzi ormai lo fa Denis Verdini

La rabbia del Pd: il vice di Renzi è Verdini




C'è D'Alema che dice che "il governo ha fin qui ottenuto risultati insoddisfacenti". La Bindi che attacca le ministre di Renzi, "scelte anche perchè belle". E Bersani, per il quale il premier dovrebbe mollare al più presto la carica di segretario del Pd". Sparate fatte utilizzando come palcoscenico la Festa de L'Unità, che testimoniano il senso di marginalità che affligge buona parte del Partito democratico nella determinazione della strategia politica piddina. A fronte del ruolo da protagonista che in questi mesi Renzi ha ritagliato per alcuni esponenti di Forza Italia, che in teoria starebbe all'opposizione, e a Denis Verdini in particolare. Un rapporto, quello tra i due toscani, che come scrive Francesco Verderami sul Corriere della Sera, fa pensare a un neo-consociativismo il cui perno è proprio lo storico consigliere di Silvio Berlusconi, perfettamente calato nel ruolo che un tempo fu di Gianni Letta. "Entrare nel governo non esiste" ha spiegato recentemente Verdini a una riunione di Forza Italia, "perchè non è utile a Renzi". Nemmeno Letta ha mai giocato così apertamente su due fronti, da una parte consigliando il leader di Forza Italia e dall'altro inondando di sms il cellulare di Renzi. Da cui il soprannome di "tessera numero due" del Pd che se irrita una parte degli azzurri fa letteralmente infuriare la vecchia guardia del Pd. Che oltre a vedersi "rottamata" dai renziani si vede pure scavalcata nei favori del premier da quello che dovrebbe essere "il nemico". 

In Nazionale scoppia una grana per Conte. Lotito è dappertutto e gli azzurri si ribellano: "Ora basta"

Bari, Claudio Lotito "l'onnipresente": gli Azzurri irritati dalla sua presenza




Scoppia una grana - Lotito in casa Conte: il consigliere federale Claudio Lotito secondo gli azzurri sarebbe troppo invadente. La costante presenza del numero uno della Lazio, nonché gran mediatore nella nomina del presidente Figc Carlo Tavecchio, nella "due giorni" di Bari ha irritato non poco i giocatori della Nazionale, con commenti piuttosto velenosi: "Ce lo ritroviamo dappertutto". Ma il consigliere difende la sua carica e ha replicato: "Ho il pieno diritto di stare al seguito del gruppo. E poi, non ho mai invaso gli ambienti che non mi competono".

Brusii di lamentele - L'astro nascente Lotito sembra non godere di buona luce agli occhi degli azzurri. Lui, che è stato il primo a puntare su Tavecchio come presidente della Figc e il più deciso nel prendere le sue difese dopo la battutaccia dei "mangiabanane". Lui, che si è dedicato con così tanta caparbietà nel definire tutti i dettagli del contratto di Antonio Conte e con le stessa tenacia sta lavorando ora sul progetto di sfoltire il numero di squadre di seria A, B e pure i 60 club della nuova Lega Pro. Insomma, un prezzemolino. E vederlo girovagare col k-way dell'Italia per il campo, ritrovarlo in panchina a parlare in privato con Tavecchio e a un ristorante di Bari sempre con il presidente, ha generato un generale presentimento comune: Lotito sta forzando l'interpretazione del ruolo di consigliere. Ma potrebbe non essere così, dato che lo stesso Tavecchio gli ha concesso l'ufficio in via Allegri (prima occupata da Albertini) con la delega a lavorare sulle riforme, quella sui campionati.

Drammatico tweet di Fabrizio Bracconeri, mito della tv: "Sono perseguitato dalla depressione"

Il dramma di Fabrizio Bracconeri: "Da 13 anni soffro di depressione, ma non mollo"




Da ragazzino era il volto buffo e paffuto di Bruno Sacchi nella serie tv cult I ragazzi della III C. Cresciuto, e dimagrito, è stato l'usciere di un altro mito del piccolo schermo come Forum. Da sempre molto amato dai telespettatori, per Fabrizio Bracconeri oggi sono tempi difficilissimi ed è lui stesso ad ammetterlo con un drammatico tweet.

Un problema lungo 13 anni - Naturalmente non sono mancati i messaggi di conforto e sostegno, piovuti a decine sul wall dell'attore romano. Il problema della depressione, rivela lo stesso Bracconeri, va avanti da 13 anni: "Ero in un buon periodo ma da 2 giorni e tornata". Come ben sa chi deve fare i conti con questa malattia, occorre combattere giorno dopo giorno e le medicine spesso non bastano: "Il medico me l'ha diagnosticata - ha proseguito Bracconeri -, ho preso il Prozac per tre anni".



Il Tweet 

Fabrizio Bracconeri @FabriBracco64
Due giorni che mi perseguita questa brutta depressione ma non vincerà la maledetta non mollo
23:35 - 3 Set 2014

A Venezia vince il Piccione di Andersson Coppa Volpi alla nostra Alba Rohrwacher

Venezia: Leone d'Oro al "Piccione" di Roy Andersson, Coppa Volpi ad Alba Rohrwacher




Il Leone d'Oro della 71ma Mostra del Cinema di Venezia va al "Piccione" del regista svedese Roy Andersson (A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence). La Giuria del concorso principale del Lido, Venezia 71, presieduta da Alexandre Desplat e composta da Joan Chen, Philip Groening, Jessica Hausner, Jhumpa Lahiri, Sandy Powell, Tim Roth, Elia Suleiman e Carlo Verdone, dopo aver visionato tutti i 20 film in concorso, ha premiato il film di Andersson che racconta il viaggio, in un non precisato paesaggio occidentale, di un venditore e un ritardato mentale. Un percorso fatto di incontri e situazioni inaspettate, che diventano strumento per offrire un punto di vista originale sulla società attuale, caratterizzata dalla supremazia della vanità. 

Il trionfo italiano - Il Leone d’Argento per la Migliore Regia è andato al russo Andrei Konchalovsky per The Postman’s White Nights. Il Gran Premio della Giuria è stato assegnato a The look of silence del regista statunitense Joshua Oppenheimer. Grande bottino per il film Hungry Hearts dell’italiano Saverio Costanzo che porta a casa con i due protagonisti della pellicola entrambe le Coppe Volpi per le migliori interpretazioni: quella femminile con Alba Rohrwacher e quella maschile con Adam Driver. Il Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente è andato a Romain Paul per la sua interpretazione nel film Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte. Il Premio per la Migliore Sceneggiatura è stato assegnato a Rakhshan Banietemad e Farid Mostafavi per il film Ghesseha diretto dallo stesso Banietemad. Un Premio Speciale della Giuria è andato infine a Sivas di Kaan Müjdeci.


L'ORRORE JIHADISTA ARRIVA NELL'ORFANOTROFIO Stato islamico senza pietà: 100 bambini in ostaggio

Iraq, le milizie jihadiste dello Stato islamico sequestrano 100 bambini in un orfanotrofio




Circa un centinaio di bambini sono tenuti in ostaggio dai miliziani dello Stato islamico (Is) in un orfanotrofio di Mosul, in Iraq. Lo riferiscono fonti interne alla città al sito di informazione curdo Rudaw e spiegando che circa 45 bambini della minoranza degli yazidi e una cinquantina di sciiti sono tenuti in ostaggio nell'istituto di Dar al-Baraim nel quartiere di Zuhir. Una delle fonti ha spiegato a condizione di anonimato che estremisti dello Stato islamico hanno portato i bambini yazidi e sciiti nell'orfanotrofio dopo aver preso il controllo della città di Talafar a giugno e di quella di Shingal ad agosto. "Il luogo viene sorvegliato attentamente da sei miliziani dell'Is", ha aggiunto la fonte. Prima dell’arrivo dello Stato islamico, che ha conquistato Mosul a giugno, l'orfanotrofio era guidato da cinque donne.

Napoli, scontri per il 17enne ucciso tra camorra e voglia di linciaggio

Napoli, scontri al corteo per il 17enne ucciso. De Magistris: "Risvolti inquietanti"




Rabbia e tensione a Napoli, nel quartiere Traiano, dove si sono registrati scontri tra gli agenti delle forze dell'ordine e oltre 200 manifestanti che hanno preso parte al corteo di protesta per la morte del 17enne Davide Bifolco, ucciso giovedì sera da un colpo di pistola esploso da un carabiniere dopo un inseguimento. Il corteo per chiedere giustizia si è trasformato rapidamente in "presidio", con le macchine lasciate passare una alla volta, qualche pedata a chi non rallentava, e l'uscita della tangenziale bloccata. Momenti di tensione con gli agenti, intervenuti in assetto anti-sommossa dopo il lancio isolato di alcune molotov. I manifestanti hanno allestito un altarino con un cartello "Lo Stato non ci difende ma ci uccide", mentre è stato srotolato uno striscione dietro il quale in molti espongono foto del ragazzo, al grido di "giustizia" e "Davide". "Non accetteremo violenza in nome di nostro figlio - ha spiegato la madre di Bifolco -, spero che quel carabiniere marcisca in carcere". Il fratello di Davide ha aggiunto, minaccioso: "Quel militare datelo a noi per 10 minuti...", evocando il linciaggio di piazza. E non sono mancati, tra i partecipanti, commenti a favore della camorra contrapposta allo Stato "che non fa niente per noi, non ci tutela, ci difende e anzi ci uccide".

Da Salvini a Saviano: le reazioni - "La morte, soprattutto se di un giovane, è sempre una tragedia. Ma fermarsi all'alt dei Carabinieri è un obbligo". Su Twitter il segretario della Lega Nord Matteo Salvini commenta così la tragedia di Napoli. Il ragazzino, insieme a due amici sullo scooter, non si era fermato a un posto di blocco. Quello che è successo dopo è ancora avvolto dal mistero, con ricostruzioni confuse e contraddittorie. Ciononostante, le analisi e le reazioni si sprecano. "Per Matteo Salvini fermarsi allo stop è un obbligo. Giusto. Ma sparare a ragazzo che non lo fa è inaccettabile. La vita vale di più", è la replica sempre su Twitter di Arturo Scotto, capogruppo dei deputati di Sinistra Ecologia e Libertà. Icastico, come al suo solito, Roberto Saviano: "Adesso anche l'Italia ha la sua Ferguson - scrive l'autore di Gomorra equiparando l'episodio di Napoli all'uccisione del giovane di colore in Missouri, che ha scatenato giorni di rivolte e disordini -. Un inseguimento che parte da Rione Traiano, periferia sud-est di Napoli, e si ferma presto, a Fuorigrotta. Un inseguimento che finisce in tragedia. Non esistono più né guardie, né ladri. Né bene né male".

De Magistris: "Risvolti inquietanti" - "La mancanza di chiarezza in questa vicenda ha risvolti inquietanti", ha ammesso il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, intervistato da RaiNews24. Lo stesso De Magistris ha telefonato alla madre di Bifolco per esprimere cordoglio e vicinanza, impegnandosi "in prima persona, in qualità di primo cittadino, affinché sia fatta piena luce su quanto accaduto". "Se ci sono delle responsabilità, chi le ha paghi - è invece il commento del presidente del Senato Pietro Grasso -. Ho sempre fiducia nella capacità da parte della magistratura di accertate le responsabilità".

"Sullo scooter c'ero io" - Intanto uno dei due amici con cui viaggiava Bifolco esce allo scoperto e spiega: "Non c'è nessun latitante, ero io il terzo sul motorino". La versione di Vincenzo Ambrosio anche in questo caso è discordante rispetto a quella dei carabinieri: "Stavamo sul motorino e all'improvviso una volante ci ha rincorso. Siamo scappati e alla fine ci hanno buttato a terra - ricorda - io sono scappato, il mio amico voleva scappare assieme a me ma non gliel'hanno fatto fare". A chi gli chiede perché non si siano fermati all'alt dei carabinieri, Vincenzo risponde: "Non avevamo né l'assicurazione né la patente". Ambrosio non è andato in caserma a fornire la sua versione dei fatti. Secondo quella fornita venerdì dai carabinieri, sul motorino assieme a Davide Bifolco e Salvatore Triunfo, fermato subito e che dovrà rispondere di favoreggiamento personale e resistenza a pubblico ufficiale, c'era invece Arturo Equabile, agli arresti domiciliari e oggi latitante.

sabato 6 settembre 2014

Swg: Pd in calo, Forza Italia e Lega su

Swg: Pd in calo, Forza Italia e Lega su

di Salvatore Dama 

Il Cav. come Superman: visto da Benny

Forza Italia torna a crescere nei sondaggi. Dopo la battuta d’arresto alle elezioni europee, piazza San Lorenzo in Lucina segna un più uno nella stima settimanale di Swg, passando dal 16,8 al 18 percento.  Salgono anche la Lega e il Nuovo centrodestra. A testimonianza che il centrodestra, per quanto, diviso, dà piccole testimonianze di vitalità. Soprattutto è il calo del Partito democratico che fa rumore. Sempre secondo l’istituto demoscopico triestino il movimento di Matteo Renzi, se si votasse oggi, scenderebbe al 37,9%. A maggio ottenne il consenso del 40,8% degli italiani. Un po’ in affanno anche il Movimento 5 Stelle. Che, pur rimanendo il secondo partito, scende di un punto rispetto al precedente sondaggio di agosto: 20,8%.

Anche Euromedia research ha numeri compatibili con quelli di Swg. A testimonianza che le tendenze negli umori del corpo elettorale sono questi. Cosa succede? Renzi nega che la luna di miele con gli italiani sia finita. Eppure... Eppure con la conferenza stampa di lunedì scorso, spiega Alessandra Ghisleri, il premier ha un po’ deluso i suoi supporter. Era partito, tutto sprintoso, a inizio mandato, annunciando il programma dei cento giorni. «Dopo questi mesi di governo, si azzera di nuovo il contatore. Si riparte da 0001 nel conteggio dei mille giorni. Così l’opinione pubblica si disorienta...». Sia chiaro, precisa il capo di Euromedia, la fiducia nel presidente del Consiglio, testata tra il 45-48% «è ancora molto alta», quindi non si parla di un decadimento del consenso personale. Però in questi mesi il governo ha fatto cose, tra cui le riforme, percepite dalla gente come poco vicine. E anche l’effetto degli 80 euro, carta vincente in campagna elettorale, adesso è una cosa finita nel mucchio. «Mentre il governo dà l’impressione che si riparta da zero, gli italiani sono alle prese con le tasse comunali...». Questo reset chiaramente appanna l’immagine del Renzi decisionista. Ed ecco spiegata la flessione del Pd. 

IL PATTO PAGA
Di contro c’è il caso Berlusconi. Proprio mentre quasi tutta la classe dirigente azzurra critica Silvio per l’eccessiva confidenza con il premier, ecco che, ops, arriva la sorpresa. La strategia della responsabilità non penalizza Forza Italia. Anzi. L’elettorato azzurro non è in fuga. Continua ad avere fiducia in Berlusconi e, dice Ghisleri, «apprezza il fatto che si metta in gioco in politica estera spendendo il suo rapporto personale con Putin». La responsabilità non è imputata a Silvio come una colpa dall’elettore forzista. Che invece apprezza la sua disponibilità a dare una mano in questo momento di difficoltà.

CASO CALABRIA
Con questi sondaggi in mano, Silvio nota che le distanze tra le coalizioni non sono siderali. E che un centrodestra a ranghi compatti può ancora battersela con la sinistra renziana. Il problema è che mai come oggi il fronte moderato è disunito. Giovedì l’ex premier ha ricevuto a Palazzo Grazioli la coordinatrice regionale della Calabria Jole Santelli. A breve lì si andrà al voto e Silvio sta tendando di rimettere insieme la coalizione. Condizione propedeutica alla scelta del candidato al ruolo di governatore. In pole ci sarebbe l’opzione Wanda Ferro, sulla quale il Cav spera convergano anche Udc, Fratelli d’Italia e il Nuovo centrodestra. Esclusa, per il momento, l’ipotesi che si possa ricorrere alle primarie per la scelta del nome. Uno strumento che il consigliere politico berlusconiano Giovanni Toti dichiara di non amare: «Mettersi insieme per fare le primarie mi pare un fine francamente modesto. Se ci saranno candidati condivisi non vedo le ragioni per farle». Ospite a #everest014, Toti si augura che possa riunirsi un «tavolo nazionale» per discutere con tutti gli alleati delle candidature. Quelle più imminenti, Calabria ed Emilia Romagna, e quelle della prossima primavera, quando andranno al voto altre sette Regioni. «Se il centrodestra vuole vincere queste prossime elezioni nel maggior numero di Regioni», insiste Toti, «deve stare insieme»