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mercoledì 30 luglio 2014

Vendola spacca la sinistra: Renzi trema Il piano di Silvio per salvare Matteo...

Riforme, Silvio Berlusconi e il piano per aiutare Renzi e il governo composto anche da NCD



La chiusura di Sel sulle riforme inguaia e non poco Matteo Renzi. Il governo al Senato teme il voto segreto e le minacce dei vendoliani incrinano gli equilibri a sinistra. Dopo il secco no di Sel al ritiro degli emendamenti scoppia la bufera. Il sottosegretario Lotti sbotta: "Non saremo mai più alleati con il Pd". Insomma tensione alle stelle. Tensione questa di palazzo Madama che può far detonare la situazione e portare al voto anticipato. Uno spauracchio che in molti vorrebbero evitare. Tra tutti Silvio Berlusconi. Forza Italia è in ripresa dopo l'assoluzione del Cav ne processo Ruby, ma il centrodestra va ricostruito per bene prima di approdare alle urne. Così il Cav tenendo fede ai patti del Nazareno prova ad aiutare Renzi. Berlusconi pensa soprattutto agli italiani: "Le riforme vanno fatte: i cittadini questo si aspettano e noi dobbiamo contribuire a sbloccare la situazione".

Il piano di Silvio - Questo l'input che arriva da Arcore anche se non è ancora chiaro come si può sciogliere il fronte ostruzionistico. A lavorarci, in prima linea, l'uomo cinghia di trasmissione con Matteo Renzi, Denis Verdini. È lui che ha gestito la faticosa partita della legge elettorale, argomento che per forza di cosa rientra nel capitolo riforme come paragrafo che potrebbe sbloccare la situazione di stallo. Che sia Verdini l'uomo chiave e che in queste ore sia lui a gestire la patata bollente in stretto contatto con il governo non è un mistero. L'ex coordinatore del Pdl è lì, in Aula, a condividere l'agonia di una maggioranza che cerca in tutti i modi di evitare voti segreti e prova a parare i colpi ostruzionistici che arrivano da tutte le parti. Si cerca di sbloccare la situazione. Il nodo resta quella della legge elettorale.

Legge elettorale - I piccoli partiti, Sel in testa, potrebbero ritirare gran parte degli emendamenti se avessero la certezza che le soglie di sbarramento previste dall'Italicum venissero riviste al ribasso. Per loro sarebbe una questione di vita o di morte. Ma fino a che punto l'asticella potrebbe calare? E soprattutto: il timore di Berlusconi - ma anche quello di Renzi - è che abbassandole troppo si stravolgerebbe il senso che sta alla base del patto: evitare che in futuro i piccoli partiti possano proliferare e tenere sotto scacco la maggioranza con il loro potere di veto. Un punto su cui Silvio e Matteo da tempo convergono. E che potrebbe essere quello decisivo per chiudere la partita sulla legge elettorale. 

Nodo canguro - Intanto a Palazzo Madama si litiga sul "canguro". La prassi che consente di saltare in un colpo solo tutti gli emendamenti simili ad un altro che viene bocciato dall’aula ha scatenato l’ira dei gruppi di opposizione che contestano l’applicazione drastica di questo metodo su una materia importante come quella costituzionale. In particolare, viene criticata al presidente Pietro Grasso la disinvoltura con cui la procedura, prevista dal regolamento del Senato, è stata adottata e che nella prima giornata di applicazione, martedì, ha consentito il superamento in blocco di 1.400 emendamenti a fronte di sole 5 votazioni. Per questo motivo alla ripresa della seduta, questa mattina, le minoranze sono insorte (ma non solo loro: tra gli interventi più critici va segnalato anche quello del senatore Pd, Massimo Mucchetti) e hanno ottenuto la sospensione dei lavori per consentire alla giunta per il regolamento di riunirsi per fare chiarezza e dare un’interpretazione «autentica» sulla norma. Doveva essere uno stop di un’ora, giusto per chiarire i dettagli. Invece il tema è talmente dibattuto che i lavori non riprenderanno prima delle 15, secondo l’ultima comunicazione.

Estate amara per Briatore. Flavio ora perde il posto da "boss" e "scompare" dalla Sardegna. Ecco perché...

Flavio Briatore, "Chi": Sky toglie dai palinsesti "The Apprentice"



Estate triste alla per Flavio Briatore. Sembra esserci qualche “cambiamento” per l'ex team manager di Formula Uno. Almeno stando a quanto racconta “Chi”. “Colpo di scena a Porto Cervo – fa sapere la rivista - Flavio Briatore, dopo dieci anni, ha fatto rimuovere la sua gigantografia sulla statale di Porto Cervo, a pochi metri dal Billionaire. "Chi" ha chiesto spiegazioni al boss, che ha risposto dicendo che era arrivato il momento di slegare il marchio del locale dal suo volto. Inoltre "Chi" anticipa che Flavio, nella prossima stagione, non sarà più il boss della trasmissione The Apprentice, programma non confermato da Sky dopo due edizioni”.

Renzi e Boschi fanno infuriare la Costamagna e lei li demolisce. Bordate al veleno: ecco cosa ha detto...

Renzi e Boschi fanno infuriare la Costamagna e lei li demolisce: ecco come...



"Il Pd non ha più alibi ora deve ascoltare e accettare le condizioni del Movimento Cinque Stelle". E' questo in sintesi l'appello di Luisella Costamagna che dal suo blog sul Fatto Quotidiano rivolge a Matteo Renzi. Quello dell'ex allieva di Santoro è un attacco duro al premier e al governo sulla partita delle riforme istituzionali. La stoccata è diretta a Renzi: "La cosa più grave (e triste) è che le tue scelte e vicende attuali riscrivano parte della tua storia, ridefiniscano quelli cui abbiamo assistito in passato appunto come “alibi”. Il timore, in chi ha creduto in te e ti ha votato – timore sempre più fondato –, è che non sia stato l’avvento di Renzi ad averti fatto #cambiareverso, bensì che questa sia solo un’operazione di maquillage per rivelarti agli italiani per quello che, in fondo, sei sempre stato. Renzi come la tua “operazione trasparenza”. E quello che si vede è tutt’altro che piacevole. Immagina com’è difficile, per chi per anni ha combattuto al tuo fianco contro Berlusconi, vederti ora stringere patti segreti con lui. Cambiare la Costituzione, il Parlamento, il mondo del lavoro, la giustizia, nella direzione che lui avrebbe voluto e tu dicevi di combattere. Sentirti dire che è “un’allucinazione” e “una bugia” che la riforma elettorale e del Senato siano svolte autoritarie (come sostengono fior di costituzionalisti e i centinaia di migliaia di italiani che hanno sottoscritto l’appello di questo giornale), come avrebbe fatto un Capezzone qualunque, e togliere la voce a chi si oppone imponendo la ghigliottina".

Frecciatina alla Boschi - Poi la frecciatina alla Boschi: "Fa tutto citando Fanfani. Immagina com’è doloroso, per chi ha creduto in te e nella tua presunta superiorità morale rispetto al centrodestra, assistere alle stesse inchieste, arresti, spartizioni di mazzette, e poi vedere salvati dalle stesse norme (che insieme avete votato) Penati e Berlusconi. Immagina com’è incomprensibile, e insieme illuminante, constatare che nonostante il M5s ti offra i suoi numeri sostanziosi su un piatto d’argento – tardivamente, ok, ma te li offra – per fare una legge elettorale migliore, ripristinare le preferenze, togliere l’immunità, istituire il reddito di cittadinanza, la legge sul conflitto d’interessi e tutte le altre cose che dicevate di voler fare una volta al governo, tu scegli sempre e comunque Berlusconi “anche se fosse stato condannato”. 

L'appello - Infine l'appello al Pd: "Ora che non hai più alibi, che non puoi più dire “sono costretto”, bensì scegli consapevolmente questa strada, una voragine si apre nella mente del tuo elettorato: che – ripeto – non sia stato Renzi a cambiarti, ma che tu sia così, che lo sia sempre stato. Che l’allucinazione sia quella che gli avete fatto vivere in tutti questi anni: di essere alternativi e non due facce della stessa medaglia. In autunno i nodi economici verranno al pettine, le promesse di Renzi si misureranno (schianteranno?) con la realtà. E allora, magari, chiederà il voto. Lui se la caverà (forse di nuovo alla grande) e Berlusconi – libero ormai dai servizi sociali – pure. Ma tu? E il Paese? Un cordiale saluto". Renzi risponderà a Luisella?




LOTTIZZATA E CONTENTA La zarina Berlinguer contro la Rai: giù le mani dal mio Tg3

La Berlinguer boccia il piano Gubitosi per i Tg Rai


La direttrice del Tg3: "Il vero obiettivo dell'azienda è ridurre il personale"


E' una abituata a misurare con cura le parole, Bianca Berlinguer. E la zarina del Tg3 lo fa magistralmente anche nell'intervista concessa oggi al Corriere della Sera, in cui parla del piano di riorganizzazione dei telegiornali Rai messo a punto dal dg Luigi Gubitosi. Nella creazione di due super redazioni (una per Tg1 e Tg2, l'altra che accorpa Tg3, Rainews e i Tgr), la direttrice del Tg3 vede "il pericolo di una ripetitività, di una sorta di anonimato informativo, di una indistinta linea editoriale". Parole che tradiscono l'attaccamento della direttrice alla cara, vecchia lottizzazione, che lei chiama elegantemente "politica di canale, cioè rete più testata giornalistica, ben pensata editorialmente e con chiare caratterizzazioni".

Sa bene, la Berlinguer, che "il nostro telegiornale è quello che corre il rischio maggiore di perdere fisionomia e identità, proprio perchè verrebbe inglobato in un modello di informazione così diverso come quello delle attuali news" e che se ciò accadesse, lei perderebbe il potere di cui gode oggi nell'ex telekabul. E per questo, piazza un dito in un occhio a Gubitosi svelando quelle che, a suo dire, sono le vere intenzioni del dg e dei vertici della televisione di Stato: "Penso che alla resa dei conti il primo esito del piano sarà quello di una riduzione del personale" dice al Corriere. "Normale che l'azienda si ponga obiettivi di risparmio - concede - ma dovrebbero essere chiaramente dichiarati". Poi, in chiusura di intervista, lancia il sasso: "Quanto al mio futuro, tutti i direttori sanno che il proprio incarico è a termine (lei guida il Tg3 dall'ottobre 2009, ndr). Credo di poter dare il mio contributo anche in altre vesti". 

martedì 29 luglio 2014

Calendario serie A: via il 31 agosto Subito duello Roma-Fiorentina, Alla terza c'è già Milan-Juventus

Serie A, c'è il calendario ufficiale: pronti via Roma-Fiorentina, Milan-Juve già alla terza giornata



Il campionato di Serie A prenderà il via domenica 31 agosto 2014 e si concluderà domenica 31 maggio 2015. Sono quattro i turni infrasettimanali previsti (24 settembre, 29 ottobre, 6 gennaio, 29 aprile). Quattro le soste previste per gli impegni delle nazionali (7 settembre, 12 ottobre, 16 novembre, 29 marzo), durerà poco più di due settimane la pausa per le festività natalizie (dal 21 dicembre al 5 gennaio). I criteri da tener conto sono i seguenti: evitare che nella prima giornata, così come nell'ultima e nei turni infrasettimanali si incontrino le big (Inter, Juventus, Milan, Napoli e Roma), evitare due derby in una sola giornata,  far sì che le squadre impegnate nelle coppe europee non si sfidino nella giornata precedente a un turno di coppe europee.

Prima giornata - Si comincia subito forte con Roma-Fiorentina. I campioni d'Italia della Juventus debuttano invece contro il Chievo, a Verona. L’Inter sarà a Torino sponda Toro a vedersela con i granata. Altro big match è Milan-Lazio, a San Siro.

Alla terza, sempre a Milano, il Milan incontrerà la Juventus dell'ex-Mister Allegri. Galliani: "Sarà una bella sfida, sono felice per Max che è un ottimo allenatore". Il derby di Milano a Novembre, appena alla dodicesima giornata, con il Milan, almeno nominalmente, in casa. Il derby di Torino arriva alla tredicesima giornata: subito dopo trasferta a Firenze per i bianconeri.

Berlusconi non incontra Renzi: perché è saltato il vertice

Riforme, salta il vertice Berlusconi-Renzi: "Il Cav è indisposto"



L'incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi non ci sarà più. Il Cav e il premier dovevano incontrarsi domani, martedì 29 luglio per discutere i punti chiave del piano per le riforme. Il vertice non si terrà a causa di una leggera indisposizione del Cavaliere. A quanto si apprende, Berlusconi è costretto a letto dalla febbre e probabilmente rimarrà ad Arcore tutta la settimana. Secondo alcuni rumors invece il Cav sarebbe stato vittima di una caduta in bagno. Insomma l'incontro per il momento non si farà. Al centro del vertice doveva esserci un confronto sull'Italicum con modifiche mirate ad appianare la divergenza dei dissidenti di Pd e Forza Italia. 

I punti in discussione - "Matteo non pensi di fare di testa sua solo perché adesso è nei pasticci con questo muro contro muro", ha commentato con i suoi l'ex premier, riferendosi alla riforma del Senato. Se come contrappeso per smussare le opposizioni di Sel il governo dovrà rimettere mano all'Italicum, non potrà accadere senza l'accordo con Forza Italia: "Qualsiasi modifica al Patto del Nazareno la stabiliamo insieme, alle mie condizioni", avverte il Cav. Renzi voleva incontrare Silvio anche per "sminare" i possibili inghippi sui voti segreti attesi in settimana, soprattutto quello dell'emendamento leghista che vincola rappresentanza delle minoranze e taglio dei deputati alla Camera. Una buccia di banana che può complicare tutto, portando conseguenze inimmaginabili per lo stesso governo. Insomma per il momento il faccia a faccia non ci sarà. Di fatto le posizioni di Forza Italia e Pd resteranno invariate...



Pensioni, la classifica degli assegni: città per città, ecco dove si prende di più

Pensioni, la classifica degli assegni: città per città, ecco dove si prende di più



Le pensioni non sono uguali per tutti. Nel rapporto tra ammontare complessivo delle prestazioni e numero di abitanti, è Biella la provincia con le pensioni più alte d'Italia, mentre fanalini di coda sono Crotone, Napoli e Catanzaro. Lo ha accertato, a poco più di due anni dall'introduzione della riforma Fornero in vigore dall'1 gennaio 2012, il Sole 24 Ore. Cinque le province piemontesi nelle top ten: oltre a Biella, Vercelli, Novara, Asti e Alessandria. Realtà come Crotone, Napoli o Catanzaro si posizionano in coda. A Oristano va, invece, il primato per incidenza delle invalidità civili. Quanto agli importi, i più elevati si individuano nel segmento anzianità/anticipata e nei prepensionamenti: 1.500 euro al mese la media segnalata dall'Osservatorio Inps. La pensione di vecchiaia si aggira sui 670 euro, per una media totale di circa 1.100 euro. Ma vediamo categoria per categoria e città per città dove l'assegno pensionistico è più alto.

Le classifiche - Per quanto riguarda le pensioni legate alla vecchiaia la città più "ricca" nel rapporto tra l'incidenza in percentuale dell'assegno sulla popolazione residente è Ancona con una media di 466 euro. Dietro ci sono Imperia, Trieste, Savona, Alessandria, Siena, Piacenza, L'Aquila, Ferrara e Firenze. 

Anzianità e invalidità - Sul fronte invece delle pensioni di anzianità a far da padrone è Biella con un assegno medio di 1390 euro. Dietro Ferrara con 1300 euro e a seguire Vercelli, Novara, Cuneo, Ravenna, Cremona, Lecco, Varese e Mantova. Infine sempre secondo i dati del Sole 24 Ore per quanto riguarda le pensioni di invalidità la città con l'assegno più alto è Oristano con 422 euro. Dietro c'è Nuoro con 406 euro poi Lecce con 416 euro. A seguire Reggio Calabria, Messina, Cosenza, Pescara, Benevento, Crotone e Catanzaro.