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mercoledì 30 luglio 2014

Renzi e Boschi fanno infuriare la Costamagna e lei li demolisce. Bordate al veleno: ecco cosa ha detto...

Renzi e Boschi fanno infuriare la Costamagna e lei li demolisce: ecco come...



"Il Pd non ha più alibi ora deve ascoltare e accettare le condizioni del Movimento Cinque Stelle". E' questo in sintesi l'appello di Luisella Costamagna che dal suo blog sul Fatto Quotidiano rivolge a Matteo Renzi. Quello dell'ex allieva di Santoro è un attacco duro al premier e al governo sulla partita delle riforme istituzionali. La stoccata è diretta a Renzi: "La cosa più grave (e triste) è che le tue scelte e vicende attuali riscrivano parte della tua storia, ridefiniscano quelli cui abbiamo assistito in passato appunto come “alibi”. Il timore, in chi ha creduto in te e ti ha votato – timore sempre più fondato –, è che non sia stato l’avvento di Renzi ad averti fatto #cambiareverso, bensì che questa sia solo un’operazione di maquillage per rivelarti agli italiani per quello che, in fondo, sei sempre stato. Renzi come la tua “operazione trasparenza”. E quello che si vede è tutt’altro che piacevole. Immagina com’è difficile, per chi per anni ha combattuto al tuo fianco contro Berlusconi, vederti ora stringere patti segreti con lui. Cambiare la Costituzione, il Parlamento, il mondo del lavoro, la giustizia, nella direzione che lui avrebbe voluto e tu dicevi di combattere. Sentirti dire che è “un’allucinazione” e “una bugia” che la riforma elettorale e del Senato siano svolte autoritarie (come sostengono fior di costituzionalisti e i centinaia di migliaia di italiani che hanno sottoscritto l’appello di questo giornale), come avrebbe fatto un Capezzone qualunque, e togliere la voce a chi si oppone imponendo la ghigliottina".

Frecciatina alla Boschi - Poi la frecciatina alla Boschi: "Fa tutto citando Fanfani. Immagina com’è doloroso, per chi ha creduto in te e nella tua presunta superiorità morale rispetto al centrodestra, assistere alle stesse inchieste, arresti, spartizioni di mazzette, e poi vedere salvati dalle stesse norme (che insieme avete votato) Penati e Berlusconi. Immagina com’è incomprensibile, e insieme illuminante, constatare che nonostante il M5s ti offra i suoi numeri sostanziosi su un piatto d’argento – tardivamente, ok, ma te li offra – per fare una legge elettorale migliore, ripristinare le preferenze, togliere l’immunità, istituire il reddito di cittadinanza, la legge sul conflitto d’interessi e tutte le altre cose che dicevate di voler fare una volta al governo, tu scegli sempre e comunque Berlusconi “anche se fosse stato condannato”. 

L'appello - Infine l'appello al Pd: "Ora che non hai più alibi, che non puoi più dire “sono costretto”, bensì scegli consapevolmente questa strada, una voragine si apre nella mente del tuo elettorato: che – ripeto – non sia stato Renzi a cambiarti, ma che tu sia così, che lo sia sempre stato. Che l’allucinazione sia quella che gli avete fatto vivere in tutti questi anni: di essere alternativi e non due facce della stessa medaglia. In autunno i nodi economici verranno al pettine, le promesse di Renzi si misureranno (schianteranno?) con la realtà. E allora, magari, chiederà il voto. Lui se la caverà (forse di nuovo alla grande) e Berlusconi – libero ormai dai servizi sociali – pure. Ma tu? E il Paese? Un cordiale saluto". Renzi risponderà a Luisella?




LOTTIZZATA E CONTENTA La zarina Berlinguer contro la Rai: giù le mani dal mio Tg3

La Berlinguer boccia il piano Gubitosi per i Tg Rai


La direttrice del Tg3: "Il vero obiettivo dell'azienda è ridurre il personale"


E' una abituata a misurare con cura le parole, Bianca Berlinguer. E la zarina del Tg3 lo fa magistralmente anche nell'intervista concessa oggi al Corriere della Sera, in cui parla del piano di riorganizzazione dei telegiornali Rai messo a punto dal dg Luigi Gubitosi. Nella creazione di due super redazioni (una per Tg1 e Tg2, l'altra che accorpa Tg3, Rainews e i Tgr), la direttrice del Tg3 vede "il pericolo di una ripetitività, di una sorta di anonimato informativo, di una indistinta linea editoriale". Parole che tradiscono l'attaccamento della direttrice alla cara, vecchia lottizzazione, che lei chiama elegantemente "politica di canale, cioè rete più testata giornalistica, ben pensata editorialmente e con chiare caratterizzazioni".

Sa bene, la Berlinguer, che "il nostro telegiornale è quello che corre il rischio maggiore di perdere fisionomia e identità, proprio perchè verrebbe inglobato in un modello di informazione così diverso come quello delle attuali news" e che se ciò accadesse, lei perderebbe il potere di cui gode oggi nell'ex telekabul. E per questo, piazza un dito in un occhio a Gubitosi svelando quelle che, a suo dire, sono le vere intenzioni del dg e dei vertici della televisione di Stato: "Penso che alla resa dei conti il primo esito del piano sarà quello di una riduzione del personale" dice al Corriere. "Normale che l'azienda si ponga obiettivi di risparmio - concede - ma dovrebbero essere chiaramente dichiarati". Poi, in chiusura di intervista, lancia il sasso: "Quanto al mio futuro, tutti i direttori sanno che il proprio incarico è a termine (lei guida il Tg3 dall'ottobre 2009, ndr). Credo di poter dare il mio contributo anche in altre vesti". 

martedì 29 luglio 2014

Calendario serie A: via il 31 agosto Subito duello Roma-Fiorentina, Alla terza c'è già Milan-Juventus

Serie A, c'è il calendario ufficiale: pronti via Roma-Fiorentina, Milan-Juve già alla terza giornata



Il campionato di Serie A prenderà il via domenica 31 agosto 2014 e si concluderà domenica 31 maggio 2015. Sono quattro i turni infrasettimanali previsti (24 settembre, 29 ottobre, 6 gennaio, 29 aprile). Quattro le soste previste per gli impegni delle nazionali (7 settembre, 12 ottobre, 16 novembre, 29 marzo), durerà poco più di due settimane la pausa per le festività natalizie (dal 21 dicembre al 5 gennaio). I criteri da tener conto sono i seguenti: evitare che nella prima giornata, così come nell'ultima e nei turni infrasettimanali si incontrino le big (Inter, Juventus, Milan, Napoli e Roma), evitare due derby in una sola giornata,  far sì che le squadre impegnate nelle coppe europee non si sfidino nella giornata precedente a un turno di coppe europee.

Prima giornata - Si comincia subito forte con Roma-Fiorentina. I campioni d'Italia della Juventus debuttano invece contro il Chievo, a Verona. L’Inter sarà a Torino sponda Toro a vedersela con i granata. Altro big match è Milan-Lazio, a San Siro.

Alla terza, sempre a Milano, il Milan incontrerà la Juventus dell'ex-Mister Allegri. Galliani: "Sarà una bella sfida, sono felice per Max che è un ottimo allenatore". Il derby di Milano a Novembre, appena alla dodicesima giornata, con il Milan, almeno nominalmente, in casa. Il derby di Torino arriva alla tredicesima giornata: subito dopo trasferta a Firenze per i bianconeri.

Berlusconi non incontra Renzi: perché è saltato il vertice

Riforme, salta il vertice Berlusconi-Renzi: "Il Cav è indisposto"



L'incontro tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi non ci sarà più. Il Cav e il premier dovevano incontrarsi domani, martedì 29 luglio per discutere i punti chiave del piano per le riforme. Il vertice non si terrà a causa di una leggera indisposizione del Cavaliere. A quanto si apprende, Berlusconi è costretto a letto dalla febbre e probabilmente rimarrà ad Arcore tutta la settimana. Secondo alcuni rumors invece il Cav sarebbe stato vittima di una caduta in bagno. Insomma l'incontro per il momento non si farà. Al centro del vertice doveva esserci un confronto sull'Italicum con modifiche mirate ad appianare la divergenza dei dissidenti di Pd e Forza Italia. 

I punti in discussione - "Matteo non pensi di fare di testa sua solo perché adesso è nei pasticci con questo muro contro muro", ha commentato con i suoi l'ex premier, riferendosi alla riforma del Senato. Se come contrappeso per smussare le opposizioni di Sel il governo dovrà rimettere mano all'Italicum, non potrà accadere senza l'accordo con Forza Italia: "Qualsiasi modifica al Patto del Nazareno la stabiliamo insieme, alle mie condizioni", avverte il Cav. Renzi voleva incontrare Silvio anche per "sminare" i possibili inghippi sui voti segreti attesi in settimana, soprattutto quello dell'emendamento leghista che vincola rappresentanza delle minoranze e taglio dei deputati alla Camera. Una buccia di banana che può complicare tutto, portando conseguenze inimmaginabili per lo stesso governo. Insomma per il momento il faccia a faccia non ci sarà. Di fatto le posizioni di Forza Italia e Pd resteranno invariate...



Pensioni, la classifica degli assegni: città per città, ecco dove si prende di più

Pensioni, la classifica degli assegni: città per città, ecco dove si prende di più



Le pensioni non sono uguali per tutti. Nel rapporto tra ammontare complessivo delle prestazioni e numero di abitanti, è Biella la provincia con le pensioni più alte d'Italia, mentre fanalini di coda sono Crotone, Napoli e Catanzaro. Lo ha accertato, a poco più di due anni dall'introduzione della riforma Fornero in vigore dall'1 gennaio 2012, il Sole 24 Ore. Cinque le province piemontesi nelle top ten: oltre a Biella, Vercelli, Novara, Asti e Alessandria. Realtà come Crotone, Napoli o Catanzaro si posizionano in coda. A Oristano va, invece, il primato per incidenza delle invalidità civili. Quanto agli importi, i più elevati si individuano nel segmento anzianità/anticipata e nei prepensionamenti: 1.500 euro al mese la media segnalata dall'Osservatorio Inps. La pensione di vecchiaia si aggira sui 670 euro, per una media totale di circa 1.100 euro. Ma vediamo categoria per categoria e città per città dove l'assegno pensionistico è più alto.

Le classifiche - Per quanto riguarda le pensioni legate alla vecchiaia la città più "ricca" nel rapporto tra l'incidenza in percentuale dell'assegno sulla popolazione residente è Ancona con una media di 466 euro. Dietro ci sono Imperia, Trieste, Savona, Alessandria, Siena, Piacenza, L'Aquila, Ferrara e Firenze. 

Anzianità e invalidità - Sul fronte invece delle pensioni di anzianità a far da padrone è Biella con un assegno medio di 1390 euro. Dietro Ferrara con 1300 euro e a seguire Vercelli, Novara, Cuneo, Ravenna, Cremona, Lecco, Varese e Mantova. Infine sempre secondo i dati del Sole 24 Ore per quanto riguarda le pensioni di invalidità la città con l'assegno più alto è Oristano con 422 euro. Dietro c'è Nuoro con 406 euro poi Lecce con 416 euro. A seguire Reggio Calabria, Messina, Cosenza, Pescara, Benevento, Crotone e Catanzaro. 

lunedì 28 luglio 2014

Napoli: Mi chiamo Mario Setola... Ecco la lettera che ha commosso il web

Napoli: Mi chiamo Mario Setola... Ecco la lettera che ha commosso il web 


a cura di Gaetano Daniele  

Avv. Mario Setola 

Mi chiamo Mario Setola, sono un avvocato di Napoli. Ho 34 anni e sono tifosissimo del Napoli. Lo seguo sempre. Dal momento che sono pubblicista e collaboro per varie testate sportive, quasi sempre lo seguo in tribuna stampa. Quest'anno tuttavia, per qualche immotivato capriccio dell'ufficio stampa del Calcio Napoli, sono stato "costretto" a seguire qualche partita in curva. Non vi nascondo un briciolo di disagio preconcetto. "Che ambiente sarà? Ho sempre sentito cori inneggianti alla violenza ed all'antistato?! La fede era troppo più forte e ci sono andato. Proprio nelle partite clou ROMA e JUVE. Due grandi vittorie! Sapete cosa? Con mia piacevolissima e graditissima meraviglia, ho scoperto che la passione per il Napoli, per i colori, per la città superava di gran lunga i propositi quasi bellicosi dei (per la verità pochi) soliti imbecilli. Ma questo mó che vuole? Vuole fare il moralista o cosa? Vi chiederete. Affatto, altro che moralista. Lasciatemi finire.

Durante la partita, in particolare quella contro la Roma, ad un certo punto notavo che la folta delegazione del tifo giallorosso inneggiava con astio evidente all'eruzione del Vesuvio. Guardavano la curva in cui sedevo toccandosi i genitali e facendo gesti schifosissimi. Ricambiati, per carità. Ma non riuscivo a soprassedere. Sono un ragazzo molto mite e sportivo. Chi mi conosce lo sa! Amo il calcio! Ma quell'odio dichiarato di quei facinorosi giallorossi mi toccó molto. Troppo! Quasi senza pensarci mi lanciai nel mio primo coro ROMANO OHOH BASTARDO...In particolare notavo un romano, forse mio coetaneo che mi fissava e inveiva contro di me. A chiari gesti mi faceva capire "ti taglio la gola, se ti incontro per strada ti accoltello"! Rimanevo così. Basito. "Ma chist over fa? Ma che gli ho fatto?- mi chiedevo- ma chi lo conosce?". Non vi nascondo che, sbagliando, mi veniva sempre più di urlare cori contro di loro. Erano irritanti. Non capivo tanto astio. Nettamente al di la di un risultato sportivo. In ogni caso, finita la partita, e dopo una grande vittoria, tornai a casa felice e soddisfatto per averli battuti. "Con la Roma se ne parla il prossimo anno, capitolo chiuso - pensai- ed il prossimo anno vinciamo noi lo scudetto". Poi arrivó il giorno della finale di coppa Italia. Gli spari di tor di quinto. Ciro in coma. Io davanti alla TV ad assistere ad una partita surreale. Con la morte nel cuore. Con l'immagine di quel romanista che al San Paolo mi guardava in cagnesco. Mi tornarono alla mente quei momenti. E pensando che Ciro poteva averci rimesso la vita, mi fece quasi odiare quella tifoseria. Quei vili attentatori. Quasi non pensavo più al mio mite carattere tollerante e sportivo. "Ma questi sono pazzi davvero?- mi interrogavo- sono assassini. Girano armati e ti sparano solo perché hai un vessillo azzurro?".  La fine del calcio! Manco i nazisti sparavano a vista gli ebrei! Qualcosa non andava. Però ripensavo a quel ragazzo che mi avrebbe tagliato la gola se fossi stato in mezzo a loro quella sera a Napoli e non riuscivo a non provare un odio profondo. Per chi mi disprezzava pur non conoscendomi per il sol fatto che incitavo gli azzurri. L'apice lo si è raggiunto qualche giorno fa.

Quando Ciro è volato in cielo, quando ai funerali le sciarpe coprivano la bara, non il dolore e la rabbia. Tante tifoserie gemellate nel dolore. Tutti, molti, tranne i romanisti. Che inondavano Facebook con frasi del tipo "finalmente è morto il napolecane" e simili. Avevo deciso, li odiavo con tutto me stesso. Speravo potesse capitare anche a loro. Magari a Napoli! Maledetti, tutti! Un desiderio deprecabile che ho portato con me fino ad oggi. Perché oggi? Perché oggi c'è il concerto di Vasco Rossi a Roma. Un evento. Amo Vasco e sono qui, nella tribuna numerata a pochi minuti dallo "START". Mi è successa una cosa stranissima appena arrivato allo stadio. Mentre parcheggiavo, distratto, ho tampinato una 500 rossa. Nuova! Cazzo, proprio mo?! C'è il concerto, mo questo si incazza, mi fa perdere tempo, vuole che gli ripari l'auto per qualche graffietto che si è fatto. Scende il bullo, con fare a guappo e dall'accento romano. "Mi hai sfasciato l'auto, ma dove guardi?". Io mi scuso e con un sorriso gli faccio notare che la botta è stata più fragorosa del danno. Senza ricambiare il sorriso mi chiede se stavo andando al concerto. Al mio Si, guarda gli amici, stavolta sorride, mi da una pacca sulla spalla e mi fa "nun te sta a prepccupà, Napoli, n'amose a sentì Vasco va...".

Mi sorprendo. Ma prendo per mano la mia ragazza e ci incamminiamo. Lei conversa di cose di donne con la ragazza del tipo, e io ne approfitto per offrirgli una birra. E poi un'altra. La terza la offre lui a me. Sorridiamo e facciamo a gara a chi ha visto più concerti di Vasco. Lo batto di gran lunga. Io 12 lui 7. Il discorso scivola inevitabilmente allo sport ed alla nazionale flop di questo mondiale. Dalla sua camicia aperta scruto un lupacchiotto in oro e ne deduco che tifa giallorosso. Preferisco non aprire l'argomento. Ma lo fa lui e mi chiede "che tifi Napoli? Beh non potevi essere perfetto". Sempre sorridendo. Ricambio la battuta non nascondendo un pizzico di rabbia. Le birre ed una sintonia su troppe cose, e con le nostre fidanzate già amiche ci confidiamo che non siamo solo tifosi, ma che frequentiamo lo stadio. Lui anche in trasferta. Avrei voluto chiedergli mille cose, fare mille domande. Ma la musica e la birra ci facevano solo sorridere e socializzare. Solo dopo averlo guardato più attentamente, mi rendevo conto, udite udite, che era il tizio che voleva tagliarmi la testa al San Paolo (mi ha detto che era lì). Quello che mi guardava fisso ed adirato. Si proprio quello che abbracciavo mentre Vasco cantava ogni volta. Non glie l'ho detto, e non so se lo farò prima che finisca il concerto.

Ma è così strano?! Ci ha appena invitati a casa sua a fregene al mare. D'un tratto ho smesso di odiarli. Ho smesso di odiare (non di condannare) chi va allo stadio con astio e propositi bellici. Ho capito che sono dettati da ideali estremizzati e che, come ha detto la mamma di Ciro dal pulpito, l'amore può sconfiggere la violenza. Ciro, per me (e spero per tutti), non è morto per caso. Ciro potrebbe davvero aprire le porte del rispetto e chiudere quelle della deficienza. Ciro da lassù ha fatto già il suo primo, piccolo miracolo. Ora sogno stadi festosi, che coincideranno col primo tricolore azzurro. Tanto gli assassini pagheranno per mano della giustizia. NOI AMIAMO IL CALCIO! SEMPRE E COMUNQUE FORZA NAPOLI!

IL PALINSESTO DI RENATO La nuova Rai secondo Brunetta: "Ecco chi metto a Tg1 e Ballarò"

Forza Italia, Renato Brunetta fa il palinsesto Rai: "Piero Sansonetti al Tg1 e Nicola Porro a Ballarò"



Dopo decenni di immobilismo, qualcosa sta cambiando nell'organizzazione interna della televisione di Stato, con l'obiettivo di ridurre i costi delle produzioni e del personale. Il dg Gubitosi, tra le altre cose, sta mettendo mano alle redazioni dei telegiornali, secondo uno schema che prevederebbe l'accorpamento di Tg1 e Tg2, che pur manterrebbero ciascuno il proprio nome, con il Tg3 (insieme a Rainews24 e Tgr) a svolgere una funzione di approfondimento. Ed è in questo clima di cambiamento che si fa largo la proposta avanzata dal "Mattinale" di Forza Italia, la tradizionale nota politica dei deputati azzurri. "In questo bailamme estivo che coinvolge anche i palinsesti Rai, vogliamo ripartire dalla nostra proposta per dare una ventata d’aria nuova all’approfondimento e all’informazione Rai. Ci vuole un sano spirito d’iniziativa. E mentre La7 si avvia a diventare la nuova Telekabul del panorama televisivo italiano, perché non affidare la direzione del Tg1 al direttore de “Il Garantista” Piero Sansonetti (già direttore, tempo fa, de Il Manifesto, ndr)? Questa è la nostra provocazione ragionata ai vertici Rai, per un servizio pubblico che sappia intraprendere una vera rivoluzione liberale dell’informazione e dell’approfondimento.

La nota politica di Renato Brunetta si occupa poi dell'altra patata bollente in mano ai piani alti di viale Mazzini in questi giorni: la sostituzione di Giovanni Floris alla conduzione di Ballarò sui Raitre: "Mentre Massimo Giannini sta valutando attentamente la proposta arrivata dalla Rai di condurre la prossima edizione di Ballarò - si legge ancora nel Mattinale - noi chiediamo a Viale Mazzini di valutare attentamente di affidare Ballarò al bravo Nicola Porro (già giornalista di punta de Il Giornale), che si è già misurato, su Raidue, nelle vesti di padrone di casa di “Virus, il contagio delle idee”, che potrebbe invece avere in Giannini un nuovo papà.