Papa Francesco nella "Terra dei Fuochi", ad attenderlo più di 200mila persone
«Questa visita improvvisa, che io definisco ufficiale, ma familiare, certamente scuoterà le coscienze». Il vescovo di Caserta, monsignor Giovanni D'Alise, ripone forti aspettative nella visita pastorale che papa Francesco farà sabato pomeriggio nella città campana, la sua sesta in Italia, ancora una volta in una realtà del Sud.
«Noi siamo in attesa di una parola del Santo Padre, perchè qui a Caserta viviamo anche, come tutti ripetono continuamente, una situazione difficile - dice il presule alla Radio Vaticana -. Io sono vescovo qui da due mesi e la frase che più ho sentito dire è stata 'situazione difficilè, a livello civile ma anche a livello ecclesiale. Quindi, la visita del Papa sarà per noi di consolazione e incoraggiamento». Introducendo i temi della visita, mons. D'Alise si sofferma su uno dei più gravi problemi del territorio, quello dei rifiuti tossici interrati dalla camorra e delle morti nella «terra dei fuochi».
Per il vescovo, che gli ha descritto la situazione, il Papa «è già aggiornato e ha fatto già qualche intervento nel suo magistero». «Noi speriamo che abbia da dirci qualche parola non solo di incoraggiamento ma anche di guida, del come comportarci, perchè noi siamo immersi in queste problematiche», aggiunge. C'è poi «la presenza della malavita organizzata: qui è sottile ma si sente. Come anche è difficile per i giovani. La disoccupazione è tanta e io soprattutto spero tanto che il Papa ci dica una parola anche per le nuove generazioni».
Secondo il vescovo, l'«impegno fondamentale» è «non scoraggiare i giovani», dare loro delle «possibilità»: «ma soprattutto - spiega - ci aspettiamo una parola decisiva dal Santo Padre. Come la gente ha risposto a questo annuncio della visita del Papa mi fa avere fiducia che non sarà solamente un venticello che smuove un pò di polvere, ma sarà certamente qualcosa che penetra nella profondità del terreno delle nostre vite e anche delle relazioni nella nostra società». Per D'Alise, «qui non c'è solo degrado, ma c'è tanta gente che vuole non una riscossa ma una ripresa. Ed è volenterosa e c'è bisogno solo di prenderla un attimo per mano e incoraggiarla».
Tanti, quindi, i 'nodì attorno a cui ruoteranno le quasi quattro ore che il Papa trascorrerà a Caserta nel giorno della festa patronale di Sant'Anna, prima di ritornare lunedì mattina in forma strettamente privata per visitare la comunità evangelica pentecostale guidata dal suo amico pastore Giovanni Traettino, dal cui invito è nata la decisione iniziale di recarsi a Caserta. Domani il Papa arriverà in elicottero alle 15.45. Alle 16.00 incontrerà il clero nella Reggia e alle 18.00 celebrerà la messa nella piazza antistante, alla presenza - si prevede - di 200 mila persone. Alle 19.30 ripartirà per Roma. E in attesa dell'arrivo del Papa, diverse comunità e associazioni cattoliche del posto gli hanno fatto presente in una lettera di vivere in una città «condannata dalla feudalità politica locale e dal potere economico, al ruolo inequivocabile di un grande dormitorio di Napoli».
Caserta, «lasciata da sempre senza programmazione, diventa così il luogo dove tutto precipita, che mortifica le istanze dei meno abbienti, che emargina i piccoli, gli offesi, i più deboli». Mentre sul dramma della «terra dei fuochi» ha posto l'accento don Domenico Dragone, rettore del santuario della Madonna di Fatima a Marcianise: «da noi - ha denunciato - stanno morendo di cancro tanti bambini, tanti uomini, tante donne, per quest'aria così degradata». Un argomento che incontra sicuramente l'attenzione di Bergoglio, che proprio sul tema della difesa dell'ambiente, unito a quello della povertà, ha in cantiere un'enciclica. Alla vigilia dell'arrivo a Caserta, la Curia di Napoli, il cui cardinale arcivescovo Crescenzio Sepe sarà domani alla Reggia ad accoglierlo, fa sapere che domani il Papa «certamente non mancherà di annunciare la data della sua visita pastorale a Napoli». Ma oggi un annuncio è venuto soprattutto dei vescovi americani: quello che Francesco, avendo accettato l'invito dell'arcivescovo di Filadelfia Charles Chaput a partecipare all'Incontro mondiale delle famiglie (22-27 settembre 2015), sarà negli Stati Uniti nel settembre del prossimo anno.
Fonte: Il Mattino