Ezio Greggio paga al fisco: mega sanatoria da 20 milioni di euro
Un conto salatissimo. Venti milioni di euro per mettersi in regola con il Fisco, una delle transazioni più alte mai pagate da un singolo contribuente. La batosta è toccata ad Ezio Greggio. Il conduttore ha scelto di sottoscrivere con l’Agenzia delle Entrate per sanare un contenzioso incentrato nelle Procure di Milano e di Monza sulla realtà o strumentalità, a fini di indebito risparmio fiscale, della sua residenza ufficiale a Montecarlo.
La vicenda - Greggio aveva avuto il primo round con il Fisco con l’avvio di un accertamento più di un anno fa, quando nel mirino dell'Erario, che già in passato si era interessato alle modalità di incasso dei suoi compensi negli anni dal 2001 al 2009, erano finiti i 23 milioni di euro con i quali Mediaset tra il 2009 e il 2013 aveva remunerato il conduttore di Striscia la notizia, l’ospite di Paperissima, l’anima di Veline , insomma il personaggio tv di tante trasmissioni del Biscione. Come in altri analoghi casi di star dello spettacolo, il contenzioso nasceva dal fatto che il Fisco non riteneva tutto corretto né nei rapporti con la società irlandese "Wolf Pictures Ltd", alla quale Greggio risultava aver ceduto tutti i diritti di sfruttamento economico della sua immagine poi venduti a Mediaset, né la dichiarata residenza a Monaco, che permetteva al conduttore televisivo di vedere tassati i propri redditi in misura molto minore che in Italia.
La trattativa - Va detto che in questo caso non si tratta di un caso di residenza fittizia. L’accordo riconosce infatti che Greggio dal 2001 al 2010 era residente effettivamente all’estero, anche fiscalmente. Tant’è che dal 2011 è tornato a fare la sua dichiarazione in Italia. Durante questo periodo, però, l’attore non avrebbe versato tributi su quanto incassato da una società irlandese che era titolare dei suoi diritti d’immagine. In base alla normativa tributaria italiana, infatti, anche i professionisti stranieri che lavorano in Italia (come in questo caso Greggio) devono versare una ritenuta pari al 30% del compenso. L’adempimento sarebbe spettato alla società irlandese che però, per quella che è stata definita una questione interpretativa, non ha eseguito le trattenute e i versamenti. Società che ora, pur di chiudere la vicenda, si è accollata tutti gli oneri connessi alla verifica fiscale.