Imu, Tari e Tasi, Renzi toglie gli sgravi sulla casa a malati, anziani e militari
di Sandro Iacometti
I consulenti dei Caf hanno già indossato l’elmetto. Da qui al 16 giugno, quando ci sarà il lunedì nero del fisco con un ingorgo devastante di 8 scadenze, gli uffici saranno letteralmente presi d’assalto dai contribuenti. L’appuntamento di fuoco, inutile dirlo, è quello che riguarda le imposte sugli immobili. Per tentare di arginare la marea i Centri di avviamento fiscale hanno già predisposto sportelli dedicati esclusivamente al pagamento del trittico Imu-Tari-Tasi. Ma il numero elevatissimo delle prenotazioni e la giungla di norme diverse con cui bisognerà fare i conti lasciano prevedere che gli accorgimenti non saranno sufficienti.
Il caos, insomma, è assicurato. Anche perché l’architettura della legge (e l’inerzia del governo, che solo la scorsa settimana ha ufficializzato il rinvio della Tasi per i comuni che non hanno deliberato le aliquote) ha di fatto consentito ad ogni sindaco di piegare a proprio piacimento l’imposta. A pochi giorni dal pagamento, ad esempio, si scopre che il tributo potrebbe non essere compensabile con altri crediti fiscali. A rigore, essendo contemplato il pagamento con l’F24, il contribuente dovrebbe poter versare la Tasi anche attraverso l’annullamento di un credito con l’erario. In pratica, però, non tutti i comuni lo permettono aggrappandosi al fatto che si tratta di imposta municipale e non statale. In questo caso, l’unico scambio previsto sarebbe quello tra tasse sulla casa (Imu-Tasi-Tari) oppure, come qualche comune ha previsto, quello tra il tributo sulla casa ed eventuale eccedenze di altre imposte municpali.
Ma la vera beffa è quella che si sta per abbattere su alcune categorie che erano state tutelate con la precedente normativa: in particolare gli anziani lungodegenti e i militari domiciliati per ragioni di servizio in un comune diverso da quello di residenza. Per costoro una serie di interventi legislativi (volti principalmente a garantire l’equiparazione degli immobili di proprietà non abitati e non affittati alle prime case) avevano garantito l’esenzione dal balzello sulla casa.
Con l’introduzione della Tasi, però, non solo pagheranno, ma pagheranno paradossalmente più di chi ha una seconda casa. Il meccanismo delle aliquote incrociate Imu-Tasi, infatti, ha spinto la maggior parte dei sindaci (che già avevano alzato la tassa sulle seconde case al massimo) a caricare tutto il peso della service-tax sulle prime case, applicando l’aliquota massima del 2,5 per mille e disattenendo quasi ovunque la richiesta del governo di riproporre le detrazioni presenti con la vecchia Imu.
Il risultato è che l’equiparazione delle abitazioni sfitte alle prime case salverà dall’Imu, ma costringerà gli anziani ricoverati in case di cura e gli esponenti delle forze dell’ordine e della sicurezza che hanno residenze fuori dal proprio comune per motivi di servizio a pagare un’aliquota più che doppia rispetto a quella base dell’1 per mille (che molti sindaci hanno addirittura azzerato). Della svista si era accorto anche il Parlamento, che aveva provato ad inserire un correttivo nella legge di conversione del decreto casa. Il tentativo è però fallito.
Così come nulla è stato previsto per i militari, su cui solo ieri il governo si è svegliato, passando la patata bollente ai sindaci. Il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, ha infatti preso carta e penna e ha scritto al presidente dell’Anci, Piero Fassino, per chiedere di reintrodurre le esenzioni per gli impiegati nel comparto difesa, sicurezza e soccorso di cui nelle delibere comunali non c’è traccia. Rossi auspica un «intervento affinché vi sia l'univoca applicazione della citata previsione da parte degli enti locali interessati anche al fine di evitare inutili contenziosi». «Siamo disponibili a ragionare», si è limitato a rispondere il sindaco di Torino. Ancora peggio andrà ai genitori che danno la casa in comodato gratuito ai figli. A causa di un ingarbuglio sulle soglie di rendita per l’assimilazione alla prima casa, questi potrebbero pagare sullo stesso immobile sia una quota di Imu seconda casa sia una quota di Tasi prima casa. L’inferno fiscale è servito.