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martedì 27 maggio 2014

L'On. Lara Comi (F.I), ringrazia il suo elettorato per l'eccellente risultato

L'On. Lara Comi (F.I), ringrazia il suo elettorato per l'eccellente risultato 

a cura di Gaetano Daniele 



“Desidero ringraziare tutti quelli che mi hanno votato, il mio partito Forza Italia e il presidente Silvio Berlusconi, per il sostegno e la fiducia che mi hanno concesso. Sono onorata per l’affetto trasmesso dagli elettori, che mi hanno riconfermato la loro fiducia, dandomi la possibilità di tornare al Parlamento Europeo. 

Il risultato raggiunto è frutto del buon lavoro svolto in questi anni, dell’ascolto e della vicinanza al territorio. Ma soprattutto è un punto di partenza e un ottimo stimolo per continuare a vincere le sfide ancora aperte a livello locale ed europeo. E la madre di tutte le battaglie in sede europea è quella a difesa del “made in”, su cui il Parlamento si è già espresso positivamente e che dobbiamo difendere contro la volontà della Germania di mantenere lo status quo. Il risultato, indubbiamente insoddisfacente di Forza Italia, ci spinge a rimboccarci le maniche e a ripartire dalla base, dal territorio, perchè quella è sempre la ricetta migliore". 

Così l’Onorevole Lara Comi, a commento del risultato delle Europee 2014, in cui ha ottenuto 83.856 preferenze, seconda in Italia dopo il capolista Giovanni Toti. Nella scorsa legislatura erano state 63.222. A Saronno, sua città di origine, Lara Comi è stata la più votata con 1.073 preferenze; nella provincia di Varese ha raccolto il maggior numero di voti in Forza Italia, con 9.669 preferenze.

Forza Italia, la verità

Forza Italia, la verità


di Alessandro Sallusti



Berlusconi ha deciso che fare, Alfano ancora bara. Renzi (furbo) fa il finto modesto, Grillo (furente) la butta sullo scherzo


Matteo Renzi (complimenti al vincitore) è il più furbo di tutti e getta acqua sul fuoco minimizzando un trionfo. Angelino Alfano, che furbo non è, si esalta invece per una sconfitta spacciata per un successo. Fa il duro, Alfano, con Forza Italia («quando sono pronti mi telefonino»), fa l'arrogante con Renzi («siamo un pilastro, il suo non è un governo monocolore»). Urge che qualcuno alzi sì la cornetta, ma per spiegargli che, al netto del decisivo contributo di Casini (almeno l'uno per cento), il Nuovo Centrodestra si è fermato sotto il tre. Un risultato inferiore a quello degli eroici Fratelli d'Italia, dei comunisti salottieri di Tsipras, meno della metà dei voti della Lega di un ottimo Salvini. In una seconda telefonata lo si potrebbe mettere davanti a un'altra amara realtà. Il governo, in effetti, non è monocolore puro: sul rosso sgargiante del Pd al 40 per cento c'è una macchiolina neppure visibile ad occhio nudo, quella appunto dell'Ndc.

Capiamo l'imbarazzo. Ci saremmo aspettati non dico un mea culpa, ma almeno una autocritica per aver inutilmente mutilato Forza Italia. Riflessioni serie sul passato e, ancora di più, sul futuro. Per esempio, in una terza telefonata, affrontare il tema che il centrodestra non può che ripartire dal 17 per cento di Forza Italia e da Silvio Berlusconi. Il quale non ha alcuna intenzione di disarmare («ripartirò anche questa volta») o di dare il via libera a Renzi su riforme non condivise. Il trionfo di Renzi resta infatti fuori dal Parlamento italiano, dove le riforme o le fanno Pd e Forza Italia, o non vedranno la luce.

Errori e orrori, nel centrodestra, in questi anni non sono mancati, questo è vero. Ma lo zoccolo duro resiste e il calo di voti complessivo più che a esodi verso lidi ostili e innaturali è dovuto a chi si è ritirato nell'astensionismo. Si pagano gli inciuci (prima Monti, poi Letta, ora Renzi a corrente alterna). Per questi elettori non c'è Renzi o Grillo che tenga. Sono liberali, aspettano chiarezza su programmi e obiettivi. Pretendono che torni l'unità dentro rapporti di forza ed equilibri non decisi a tavolino ma dagli elettori. Se è il caso, passando anche attraverso primarie per la leadership dall'esito peraltro scontato se vi parteciperà Berlusconi (Dio ci scampi da una nuova guerra sotterranea e logorante tra i due candidati più votati, Fitto al Sud e Toti al Nord). Forza Italia è il perno, ma da sola non può farcela (non ce l'avrebbe fatta neppure ai tempi d'oro). Fratelli d'Italia e Ncd da soli sono inutili sia come alternativa sia come stampelle alla sinistra. Più che una telefonata, urge una teleconferenza.

lunedì 26 maggio 2014

Risultati Elezioni Europee 2014

Risultati Elezioni Europee 2014

a cura di Gaetano Daniele



Guarda i dati di ogni circoscrizione 

Partito Democratico: 42,95%

Movimento 5 Stelle: 20.9%

Forza Italia: 15,6%

Lega Nord-die freiheitlchen-basta Euro: 5.77%

L'altra Europa con Tsipras: 4.33%

Nuovo Centro Destra-Udc: 4.11%

Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: 3.49%

Verdi Europei-graeen italia: 0.87%

Scelta Europea: 0.65%

Svp: 0.63%

Italia dei Valori: 0.54%

Io cambio - maie: 0.15%

I: Italia Nord-Occidentale

partito democratico: Voti: 1142324  Percentuale: 42.16%

movimento 5 stelle beppegrillo.it:  Voti: 495631  Percentuale: 18.29%

forza italia: Voti: 425772  Percentuale: 15.71%

lega nord-die freiheitlichen-basta €uro: Voti: 278034  Percentuale: 10.26%

l'altra europa con tsipras:  Voti: 120026  Percentuale: 4.42%

nuovo centro destra - udc:  Voti: 99076  Percentuale: 3.65%

fratelli d'italia - alleanza nazionale:  Voti: 82784  Percentuale: 3.05%

verdi europei-green italia:  Voti: 26972  Percentuale: 0.99%

scelta europea:  Voti: 19249  Percentuale: 0.71%

italia dei valori:  Voti: 15469  Percentuale: 0.57%

io cambio - maie:  Voti: 4109 Percentuale: 0.15%

II: Italia Nord-Orientale

partito democratico:  Voti: 1131701  Percentuale: 43.23%

movimento 5 stelle beppegrillo.it:  Voti: 493848  Percentuale: 18.86%

forza italia:  Voti: 345335  Percentuale: 13.19%

lega nord-die freiheitlichen-basta €uro:  Voti: 257967  Percentuale: 9.85%

l'altra europa con tsipras:  Voti: 95776  Percentuale: 3.65%

nuovo centro destra - udc:  Voti: 83829  Percentuale: 3.2%

fratelli d'italia - alleanza nazionale:  Voti: 80662  Percentuale: 3.08%

svp:  Voti: 67434  Percentuale: 2.57%

verdi europei-green italia:  Voti: 28875  Percentuale: 1.1%

scelta europea: Voti: 17101  Percentuale: 0.65%

italia dei valori: : Voti: 10766  Percentuale: 0.41%

io cambio - maie:  Voti: 4551 Percentuale: 0.17%


III: Italia Centrale 

partito democratico:  Voti: 1472660   Percentuale: 47.81%

movimento 5 stelle beppegrillo.it:  Voti: 669507  Percentuale: 21.74%

forza italia:  Voti: 423390  Percentuale: 13.74%

l'altra europa con tsipras:  Voti: 155788  Percentuale: 5.05%

fratelli d'italia - alleanza nazionale:  Voti: 133812  Percentuale: 4.34%

nuovo centro destra - udc:  Voti: 101665  Percentuale: 3.3%

lega nord-die freiheitlichen-basta €uro:  Voti: 64084  Percentuale: 2.08%

verdi europei-green italia:  Voti: 24476  Percentuale: 0.79%

scelta europea:  Voti: 15354  Percentuale: 0.49%

italia dei valori:  Voti: 14572  Percentuale: 0.47%

io cambio - maie:  Voti: 4287  Percentuale: 0.13%

IV: Italia Meridionale 

partito democratico:  Voti: 539237  Percentuale: 37%

movimento 5 stelle beppegrillo.it:  Voti: 350892  Percentuale: 24.08%

forza italia:  Voti: 316575  Percentuale: 21.72%

nuovo centro destra - udc:  Voti: 93127  Percentuale: 6.39%

l'altra europa con tsipras: Voti: 63413  Percentuale: 4.35%

fratelli d'italia - alleanza nazionale:  Voti: 48980  Percentuale: 3.36%

scelta europea: Voti: 12233  Percentuale: 0.83%

italia dei valori:  Voti: 11216  Percentuale: 0.76%

verdi europei-green italia:  Voti: 9490  Percentuale: 0.65%

lega nord-die freiheitlichen-basta €uro:  Voti: 9465  Percentuale: 0.64%

io cambio - maie:  Voti: 2543  Percentuale: 0.17%

V: Italia Insulare

partito democratico: Voti: 304663  Percentuale: 37.05%

movimento 5 stelle beppegrillo.it:  Voti: 224018  Percentuale: 27.24%

forza italia:  Voti: 151289  Percentuale: 18.39%

nuovo centro destra - udc:  Voti: 62315  Percentuale: 7.57%

l'altra europa con tsipras: Voti: 27787  Percentuale: 3.37%

fratelli d'italia - alleanza nazionale:  Voti: 27437  Percentuale: 3.33%

lega nord-die freiheitlichen-basta €uro:  Voti: 7925  Percentuale: 0.96%

scelta europea: Voti: 6162  Percentuale: 0.74%

italia dei valori:  Voti: 5862  Percentuale: 0.71%

verdi europei-green italia: Voti: 3575   Percentuale: 0.43%

io cambio - maie:  Voti: 1254  Percentuale: 0.15%

domenica 25 maggio 2014

Non votiamo Berlinguer

Non votiamo Berlinguer

di Alessandro Sallusti 


Se tra di voi c'è qualcuno che in anni duri e pericolosi si è rifiutato di votare Berlinguer, non lo faccia oggi. È rinnegare la nostra storia e quella dei nostri padri. Le icone comuniste lasciamole a Grillo e Renzi. E allora, Forza Italia



Nelle ultime ore della campagna elettorale Beppe Grillo e Matteo Renzi hanno fatto gara a intestarsi l'eredità di Enrico Berlinguer, storico segretario del Partito comunista italiano dal '72 all'84. Da dove sia sbucato il fantasma del «più amato» (così veniva chiamato dai compagni in contrapposizione a Togliatti, «il migliore») è un mistero. Che rivela però più verità di tante parole pronunciate in questa campagna elettorale. E cioè che Grillo e Renzi hanno come modello e stella polare l'ultimo vero comunista. Uno che strinse la mano a Stalin, il più grande carnefice della storia. Uno che appoggiò l'ascesa di Pol Pot, il macellaio cambogiano tanto caro alla sinistra italiana. Uno che ci mise un po' più del dovuto a prendere le distanze dal nascente terrorismo rosso («sono compagni che sbagliano»). Uno che benedì la violenza fisica dei sindacati contro la Fiat alle prese con la grande crisi degli anni Settanta. Uno a cui non faceva schifo che il partito si sporcasse le mani facendosi finanziare dall'Unione Sovietica con quattro miliardi di dollari all'anno, ovviamente in nero e intrisi del sangue dei pochi ed eroici dissidenti.

Ma soprattutto Renzi e Grillo si rifanno all'uomo che inventò la «questione morale», che detta così è cosa buona. È che Berlinguer intendeva che chiunque stesse a sinistra (anche i ladri) era puro e onesto per definizione e chi stava dall'altra parte era ladro e indegno a prescindere. Un razzista politico, che introdusse in Italia il concetto, ancora vigente e applicato da opinionisti e magistrati, della superiorità morale, intellettuale e politica della sinistra.

Ecco, chi oggi è tentato di dare il suo consenso al partito di Renzi o a quello di Grillo deve sapere su che storia va a mettere il suo voto. Se quella passata è stata devastante per l'Italia e per il mondo, quella futura potrà essere certo meno sanguinaria ma mai liberale. Renzi - come ha dimostrato osannando, proprio lui ex democristiano, Berlinguer - è ostaggio mani e piedi della tradizione comunista. Grillo è a capo di una setta che vuole riesumare il comunismo berlingueriano e servirlo agli allocchi via internet.

Se tra di voi c'è qualcuno che in anni duri e pericolosi si è rifiutato di votare Berlinguer, non lo faccia oggi. È rinnegare la nostra storia e quella dei nostri padri. Le icone comuniste lasciamole a Grillo e Renzi. E allora, Forza Italia.



Europee, il valzer di poltrone tra Roma e Strasburgo

Europee, il valzer di poltrone tra Roma e Strasburgo



Dopo il 25 maggio tra Strasburgo e Roma comincerà il grande valzer di poltrone. Diversi parlamentari hanno scelto di candidarsi nelle liste per le Europee. Se dovessero farcela a quel punto al loro posto in Parlamento arriverebbero i loro sostituiti. Molti deputati, senatori e amministratori locali avendo ottenuto il pass alle urne per Strasburgo dovranno abbandonare la loro carica con le dimissioni. È il caso, ad esempio, di Alessandra Mussolini, che corre nella circoscrizione Centro sotto le insegne di Forza Italia. Se l'azzurra dovesse farcela e decidesse di lasciare il Senato, a Palazzo Madama approderebbe Domenico Auricchio detto Mimmo, che da ex sindaco di Terzigno. Sempre dalla zona potrebbe arrivare anche un’altra new entry: Anna Maria Carloni , moglie dell’ex governatore campano Antonio Bassolino. Per lei, come racconta l'Espresso sarebbe in realtà un ritorno, visto che nelle due precedenti legislature la Carloni è stata senatrice. Il seggio della ex first lady partenopea è legato all’elezione in Europa del deputato Pd Massimo Paolucci, sostenuto nel collegio Sud da Massimo D’Alema. 

Chi entra e chi esce - Quasi certo è invece lo sbarco alla Camera di un’altra consorte, ancorché meno celebre: Camilla Sgambato, prima dei non eletti nel collegio Campania 2. Dipende se la capolista Pd al Sud Pina Picierno volerà davvero a Strasburgo. Al posto della capolista al Centro, la renziana Simona Bonafè, arriverebbe alla Camera l’ex senatore Paolo Rossi. Non proprio un nome qualunque: il politico varesino è fra i testimoni dell’accusa nel processo per corruzione che vede imputato a Napoli Silvio Berlusconi per la presunta compravendita di senatori. Spera invece nel successo di Nino Germanà (Ncd) l’ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca , che in questo modo potrebbe prendere il suo posto nell’Assemblea regionale siciliana. 

sabato 24 maggio 2014

Il falso mito del re del web: la Rete se ne frega di Beppe

Il falso mito del re del web: la Rete se ne frega di Beppe


di Massimiliano Parente



Grillo è un minuscolo punticino nella galassia della Rete. Perché i siti più visitati sono quelli porno. Molto più di Google, Facebook e Twitter. Così, se Youporn facesse un partito politico appellandosi alla Rete, le elezioni le vincerebbe Sasha Grey


Lo decide la Rete, lo pensa la Rete, eleggiamo il presidente della Repubblica in Rete, adesso perfino il Tribunale della Rete, immagino corredato di ghigliottine stampate con le stampanti 3D come le turbine dei Jumbo. È la retorica della volontà collettiva di internet, un'altra bufala di questi anni. D'altra parte la piazza suona vecchia, il concetto di partito troppo corrotto e politico (meglio chiamarlo «movimento»), mentre la Rete è evanescente, ha l'appeal a metà tra lo spettro comunista che si aggira per l'Europa e una religione moderna. 

Mi rendo conto, se Beppe Grillo dicesse «gli iscritti al mio blog» non farebbe la scena che fa evocando la divinità della Rete e proponendosi come suo unico sacerdote e grande domatore, però spiegherebbe perché Stefano Rodotà prese poco più di cinquemila voti (prima di prendersi il solito vaffanculo di rito). Insomma, tutto questo casino e la Rete sono cinquemila persone? 

Dunque, se c'è un astensionismo record alle urne, la Rete, interpretata politicamente, è peggio. O meglio, è tutto e il contrario di tutto. A livello di pensiero individuale è come la rete ferroviaria, la rete telefonica, la rete stradale e la calze a rete, e a nessuno verrebbe in mente di evocare una volontà collettiva di viaggiatori in Eurostar, utenti Tim e Vodafone, automobilisti e acquirenti di lingerie. Tra l'altro, tra gli account Twitter più seguiti, Barack Obama ha «solo» 43 milioni di follower, al primo posto c'è Katy Perry, e al secondo Justin Bieber, che è nato nel 1994 e ha quattro volte i follower del papa. 

Oppure: il video di Beppe Grillo a Porta a porta su Youtube ha totalizzato circa cinquecentomila visualizzazioni, mentre un discorso medio di Grillo (amplificato tra l'altro da telegiornali e giornali) si aggira tra le trentamila e le cinquantamila visualizzazioni. Niente a confronto con le recensioni trash di Yotobi (oltretutto, rispetto ai comizi di Grillo, mica tanto trash, e fanno pure ridere), un ragazzo che posta video su Youtube (si chiama «youtuber») che sfiora tranquillamente il milione di visualizzazioni a botta. Yotobi, che si chiama Karim Musa, per capirci, Grillo se lo mangia in un boccone. 

Eppure, se proprio volessimo cercare una volontà della Rete, un inconscio collettivo, la verità è che la Rete se ne fotte. Letteralmente, perché i siti più visitati, che tirano di più, sono quelli porno. Molto più di Google, Facebook e Twitter. Solo Xvideos registra quasi cinque miliardi di pagine visitate al mese. E ancora ci chiediamo com'è che Marco Pannella portò Cicciolina in Parlamento? Piuttosto immaginate se Youporn facesse un partito politico appellandosi alla Rete, probabilmente le elezioni le vincerebbe Sasha Grey, la quale tra l'altro ha smesso con i film hard, ha scritto un romanzo più bello di tutti quelli candidati allo Strega, e ora è libera, basterebbe offrirle la cittadinanza italiana o fare una legge per renderla candidabile. E io sarei il primo a votarla, perché sono un vero uomo della Rete, mica un grillino.

venerdì 23 maggio 2014

Silvio Berlusconi chiama l'Italia alle urne: "Il voto di domenica è un referendum su Renzi"

Silvio Berlusconi chiama l'Italia alle urne: "Il voto di domenica è un referendum su Renzi"



Ultimi scampoli di campagna elettorale: alle elezioni mancano tre giorni. Tour de force per Silvio Berlusconi, che si divide tra televisione, radio, interviste e comizi, tra cui quello romano al Palazzo dei congressi dell'Eur.Dal Cav ecco l'ultimo appello al voto e contro l'astensionismo: "Gli italiani devono andare a votare perché dall'Europa dipenderà il nostro futuro". Da Roma il leader di Forza Italia attacca Matteo Renzi: "Il voto di domenica è anche un referendum su quello che è il nostro giudizio sul governo non eletto dai cittadini, il governo di Renzi". Pioggia di tasse - Sul premier continua: "Devo manifestare quella delusione che colgo in tutti coloro con cui affronto questo argomento: tutti avevamo sperato che l'avvento al vertice del Pd di un non nato nella storia del comunismo, di quell'ideologia disumana e la più criminale della storia, potesse dar vita a una pacificazione per collaborare per il bene del Paese. Invece - continua Berlusconi - la delusione è stata grande, abbiamo visto che questo governo si è esposto con 12 o 13 impegni, ma quando si è passati dall'impegno alla realizzazione in un solo caso si è passati alla realizzazione". Dunque il Cav ribadisce la sua linea: "Erano nate incertezze sulla nostra posizione nei confronti del governo. Noi siamo all'opposizione, Renzi è un premier di sinistra e guida un governo di sinistra ed è un governo che fa le stesse cose che ha sempre fatto la sinistra. Le prime cose prodotte da questo governo sono state aumenti di tasse sulla casa e aumenti dell'imposta sui risparmi delle famiglie, attraverso una manovra elettorale che se l'avessimo fatta noi avrebbe portato la rivoluzione in Italia: 80 euro a pochi italiani, quelli che questo governo ritiene siano i suoi elettori".

Tasse sulla casa - Berlusconi, dall'Eur, annuncia: "Ci impegniamo per quando saremo, ancora, al governo: nel primo Consiglio dei ministri aboliremo l'Imu". Resta un dubbio: si riferisce alla Tasi (la stangata sulla prima casa) o all'Imu che è restata sulle seconde abitazioni. Il Cavaliere, inoltre, ha promesso mille euro al mese ai pensionati che oggi ne percepiscono di meno e un uguale reddito alle casalinghe. In chiusura del comizio romano, una battuta: "Devo scappare, perché se per le 23 i Carabinieri non mi trovano a casa ad Arcore mi portano a San Vittore". La platea, però, chiede al leader di restare e lo incita con applausi. Così il Cav scherza ancora: "Se prolungate la mia permanenza qui mi mettete a rischio..."

"I vostri risparmi..." - Ai microfoni del Tg4, in precedenza, Berlusconi ha aggiunto: "Il nostro futuro dipenderà in gran parte dall'Europa, dove è necessario esserci. E' necessario votare". Per l'ex premier gli italiani "devono scendere in campo e col voto, da spettatori, devono diventare protagonisti". Dunque il Cav ha spiegato perché Matteo Renzi e Beppe Grillo sono due cavalli sui quali non si deve puntare: "Votare significa affidare il proprio futuro a qualcuno, un po' come le decisioni che si devono prendere quando qualcosa ti costringe ad affidare i tuoi risparmi a qualcuno. A chi li affidereste? A Renzi, che non ha mai lavorato? A Grillo, che non fa nemmeno ridere ma solo paura? O a Berlusconi, che da imprenditore, da uomo di sport, da uomo di Stato ha realizzato tutto ciò che si propone come obiettivo?". 

Moneta unica - Dagli studi di Matrix, il leader di Forza Italia ha inoltre spiegato la sua idea di Europa. Nel mirino del partito c'è il tetto del 3% al rapporto tra deficit e Pil, quindi le politiche monetarie della Bce. Una volta arrivati all'Europarlamento, gli azzurri - ha affermato Berlusconi - per prima cosa dovranno battersi per eliminare il tetto del 3 per cento. "Oggi siamo in recessione - afferma Berlusconi -, bisogna utilizzare la maggior possibilità di deficit per diminuire le tasse". Una battuta, poi, anche sull'uscita dall'euro, un'ipotesi da escludere perché l'abbandono alla moneta unica "può essere pericoloso e negativo". Per restare nell'Eurozona, però - insiste il Cavaliere - è necessario che la Bce diventi una vera banca centrale, come la Fed americana: "Altrimenti - ha sottolineato - non si può uscire dalla crisi". L'ex premier, infine, indica le quattro mosse che l'Eurotower dovrebbe compiere per sconfiggere la recessione: garantire i debiti degli Stati membri, stampare moneta quando occorre, immettere liquidità e infine svalutare l'euro per riportarlo in parità col dollaro, proprio come quando la moneta unica fu introdotta.