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mercoledì 23 aprile 2014

Giornata del Libro, è festa nel mondo

Giornata del Libro, è festa nel mondo 



Si celebra oggi la Giornata mondiale del Libro e del diritto d'autore, istituita dall'Unesco nel 1996, per promuovere la lettura e la protezione della proprietà intellettuale. Iniziative e manifestazioni sono previste in tutto il mondo. La data del 23 aprile è stata scelta perchè è il giorno in cui, nel 1616, morirono tre importanti scrittori: Cervantes, Shakespeare, Garcilaso Vega. In occasione della Giornata, l'Associazione Italiana biblioteche promuove presso i cittadini e le istituzioni il tema della lettura digitale in biblioteca. 

Sondaggio Emg: cala il Pd, tiene Forza Italia, bene Fdi-An

Sondaggio Emg: cala il Pd, tiene Forza Italia, bene Fdi-An



Il consueto sondaggio del lunedì di Enrico Mentana, complice la Pasquetta, slitta al martedì. Un'ultima rilevazione, quella di Emg per il TgLa7, che offre molteplici spunti interessanti. Un dato su tutti: nonostante gli 80 euro e nonostante l'infinita sequela di promesse, dopo diverse settimane di ascesa, perde quota il Partito democratico, che cala dello 0,6% al 33,8 per cento. In parallelo, scende per la prima volta dal suo arrivo a Palazzo Chigi anche la fiducia nel premier, Matteo Renzi, che passa al 44%, in flessione di 1 punto percentuale.

Grillini e azzurri - Il Pd resta "al momento" primo partito con un significativo margine di vantaggio sul Movimento 5 Stelle, dato al 23,4% e in crescita dello 0,5 per cento. Forza Italia morta?? Non proprio!. Lo dicono i numeri: gli azzurri sono al 20,3%, in salita rispetto alla precedente rilevazione. Un dato che però ancora non risente degli effetti dell'impegno di Silvio Berlusconi (toghe permettendo) nella campagna elettorale per le Europee (si vota il 25 maggio): il Cav, infatti, ha appena annunciato il suo ritorno in televisione dopo 14 mesi, e giovedì sera sarà ospite di Bruno Vespa negli studi di Porta a Porta.

Altre formazioni - Tra gli altri partiti, tiene l'asse Ncd-Udc, dato al 4,9% e in calo dello 0,3 per cento. La Lega Nord, in calo dello 0,2%, viene data al 4,4 per cento. Buono il dato della rossissima lista Tsipras, quotata al 4% tondo tondo e in ascesa di 0,6 punti percentuali. Continua la cavalcata di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, oggi in crescita dello 0,2% al 3,7% e a un passo dal superare la soglia di sbarramento per entrare al Parlamento europeo (fissata al 4%). Quindi Scelta europea, stabile al 2,5%, i Verdi (riammessi) allo 0,7% e in calo dello 0,1%, l'Idv allo 0,7% in crescita dello 0,1 per cento. Gli altri partiti collezionano l'1,6%, in calo dello 0,2 per cento. Enorme la platea degli astenuti, al 33,6% e in crescita dell'1,4%; gli indecisi stanno al 19,5% (in calo del 3,2%) mentre l'1% del campione annuncia di voler votare scheda bianca (in calo dello 0,4 per cento).


"La grande bellezza" in Vaticano: attici di lusso, sauna party e champagne nell'auto blu

"La grande bellezza" in Vaticano: attici di lusso, sauna party e champagne nell'auto blu

di Rachele Nenzi

Dall'appartamento di Bertone all'alto prelato "fidanzato" con un coreografo: viaggio negli eccessi in Vaticano


Bella vita quella degli alti prelati. A leggere un articolo de il Fatto Quotidiano, infatti, non sembra che in Vaticano se la passino poi male, in barba al voto di povertà. Tutto inizia con l'appartamento dell'ex segretario di Stato vaticano, Tarcisio Bertone, che passerà la pensione in un lussuoso attico da 600 mq a pochi passi dal sobrio alloggio a Santa Marta scelto da Papa Francesco.

Nei giorni scorsi alcune fonti hanno rivelato al quotidiano di Travaglio e Padellaro altri dettagli "piccanti" della vita dei cardinali e di altri personaggi di rilievo in Vaticano. Come il capo della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani, che vive in un appartamento molto spazioso e appena ristrutturato con affaccio su via di Porta Angelica. "Sopra il terzo piano è comparso all'improvviso un piano nuovo con tre finestre e due ampie vetrate, a cui si aggiungono due bagni con una vasca idromassaggio e una terrazza", racconta Valeria Pacelli, "Ma passeggiando all'interno delle mura vaticane, ci sono tanti sontuosi palazzi con all'interno appartamenti che vanno dai 200 ai 250 metri quadrati. Molti di questi sono abitati da cardinali che non li usano del tutto, lasciando molte stanze completamente chiuse".

Ma la vita di lusso all'interno della Chiesa non finisce qui. Sempre sul Fatto viene riportata la testimonianza di un altro prete. "Non avete idea di cosa accade, di come si comportano", rivela, raccontando di un alto prelato "ufficialmente fidanzato con un coreografo". I due - si legge ancora - sono "promotori di serate pensate intorno a una sauna installata dentro un appartamento nel centro di Roma, meglio non andare troppo lontani dal Cupolone, terzo piano di una palazzina vicino piazza Navona e di proprietà di una congregazione cattolica. La coppia trova anche il tempo per investire e seguire alcune attività commerciali, il futuro è sempre un'incognita". E ancora: "Un cardinale si è fatto anche montare il frigo bar dentro l'auto blu, lo champagne è sempre pronto". Insomma, "La grande bellezza" è solo un film, ma a quanto pare non si scosta molto dalla realtà.

martedì 22 aprile 2014

Rivellini: Grazie Berlusconi. Ancora in campo per difendere il Sud in Europa

Rivellini: Grazie Berlusconi. Ancora in campo per difendere il Sud in Europa


L’eurodeputato Enzo Rivellini, candidato alle elezioni europee del 25 maggio nella lista Forza Italia/Berlusconi, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «La ricandidatura è per me motivo di grande orgoglio e ringrazio il Presidente Silvio Berlusconi per la fiducia. Sarò in campo, come cinque anni fa, per difendere le ragioni del Sud in Europa. Un filo diretto ha segnato e continuerà a segnare il mio percorso politico, dal discorso in lingua napoletana tenuto nell’aula di Strasburgo nel 2009 alle tante iniziative intraprese per difendere i diritti della Comunità Meridionale. In un momento di anti-politica, giusta, i cittadini devono esprimere la propria preferenza e invito tutti a verificare il lavoro di ogni candidato, affinché al Parlamento Europeo ci vada una classe politica rappresentativa e non auto-referente. 

Se i cittadini mi confermeranno al Parlamento Europeo desidero battermi, senza inutili chiacchiere e senza "fantasmagorici" programmi, per quattro obiettivi ben precisi: 

1) abolizione della formazione professionale. E’ inutile buttare centinaia di milioni di euro per corsi di veline o giocatori di biliardo, ma bisogna destinare le risorse ad aziende serie che devono investirle in contratti a tempo determinato (sei ore di lavoro e due di vera formazione per insegnare il "mestiere" ai nostri giovani); 

2) regole comuni in tutti gli Stati aderenti all’Ue: stessa burocrazia, stessa sicurezza sul lavoro, stesso cuneo fiscale, per evitare che le nostre aziende chiudano in Italia per aprire in Paesi dell’Ue che tra l’altro ricevono contributi a fondo perduto che ricadono anche sulle tasche degli italiani; 

3) libero accesso ai fondi indiretti da parte di tutti gli Enti e le Associazioni di Categoria per evitare "tappi" regionali e tentare di sfruttare il 100% delle risorse comunitarie; 

4) proporre all’Ue (che ha legislazione sovrastante agli Stati nazionali) che le imprese titolari di concessioni o contributi, che diminuiscono per investimenti tecnologici la propria manodopera, rivedano i canoni delle concessioni. Tutto ciò perché non è giusto che la riduzione della propria forza-lavoro le aziende che hanno concessioni pubbliche la facciano ricadere sull’intera collettività».

Di sinistra e anti-impresa: la nuova legge sul lavoro aumenterà i disoccupati

Di sinistra e anti-impresa: la nuova legge sul lavoro aumenterà i disoccupati

di Vittorio Feltri


Quella di cui trattiamo è una legge destinata a complicare ulteriormente la soluzione del problema principale del nostro Paese


Pasqua è alle nostre spalle, davanti abbiamo subito - oggi stesso - il decreto sul lavoro, che è al centro di polemiche destinate ancora una volta a creare disagi nella maggioranza renziana. Il provvedimento probabilmente passerà, ma chissà con quanta fatica e, forse, con troppi cambiamenti rispetto al testo originario. Bisogna sapere che su questa delicata materia i pareri sono contrapposti anche nell'ambito dei singoli partiti.

Il commento scatologico più calzante sarebbe il seguente: siamo nel casino più totale. Poiché, tuttavia, il premier vanta virtù taumaturgiche, non ce la sentiamo di escludere a priori che accada un miracolo, magari col ricorso alla solita fiducia da tutte le forze politiche detestata e da tutte praticata, e cioè che all'ultimo si trovi un accordo in grado di appianare ogni ostacolo. Ci rendiamo conto: prevale in noi un vago ottimismo. Se dovessimo però attenerci alla realtà che abbiamo sotto gli occhi, diremmo che quella di cui trattiamo sia una legge destinata a complicare ulteriormente la soluzione del problema principale del nostro Paese: la disoccupazione.

Infatti, pur riconoscendo la necessità di regolamentare le assunzioni a termine, nonché quelle a tempo indeterminato, per non trascurare quelle degli apprendisti, che oggi avvengono in modo caotico e tale da complicare i rapporti tra aziende e dipendenti, occorre aggiungere che il nodo è un altro: per creare posti di lavoro non è sufficiente modificare le norme da imporre agli imprenditori, ma serve incentivare la produzione, quindi i consumi e le esportazioni. E per fare ciò è indispensabile trasformare l'Italia da Paese inospitale a Paese ospitale per l'industria, l'artigianato e il commercio.

Come? Anzitutto consentendo alle ditte, grandi o piccole che siano, di essere concorrenziali, non soffocate da un fisco predatorio, e di riguadagnare la stima (perduta) dello Stato e della società: è assurdo considerare, per esempio, le cosiddette «partite Iva» fonti potenziali o, peggio, attive di evasione. Inoltre le aziende hanno bisogno non solo di pagare l'energia come e non più che in altre nazioni europee, ma anche di non dover sopportare un costo eccessivo del denaro e della manodopera.

Sembrano, i nostri, discorsi semplici o addirittura semplicistici; in realtà o se ne accoglie la sostanza oppure fra un anno, due o dieci saremo ancora qui a discutere sui metodi più adatti per il rilancio dell'economia, ignorando che essa si basa sulla contabilità della serva. Per vendere un prodotto sul mercato è obbligatorio che il suo prezzo sia alla portata di chi lo acquista, altrimenti il consumatore si rivolge ai cinesi, agli indiani o ai vietnamiti che praticano tariffe notoriamente più basse, e non importa se la qualità delle loro merci è più scadente. Chi ha pochi soldi in tasca, chi è disoccupato, chi ha un reddito basso non può concedersi il lusso di sottilizzare.

La piena occupazione non è una chimera. Per raggiungerla però sarebbe opportuno un cambio radicale di mentalità: meno spese, lavorare di più, sgobbare tutti, uniformarsi ai parametri della crisi per ripartire. Le liti nell'ambito del Pd e quelle fra il Pd, Scelta Civica e Ncd sulla riforma del lavoro sono utili esclusivamente a incrementare la disoccupazione. Che in effetti è in aumento.

Le banche rottamano gli sportelli, verso il taglio di 1.500 filiali

Le banche rottamano gli sportelli, verso il taglio di 1.500 filiali



Cambia tutto. Comincia la rivoluzione delle banche. Gli istituti dicono addio agli sportelli e puntano tutto sull'home banking, ovvero le operazioni a portata di click. La rottamazione è iniziata già da qualche anno sotto la spinta della crisi: dopo i circa 800 sportelli persi dal 2007, nei prossimi anni è prevista la chiusura di altri 1.500, considerando solo i grandi istituti. La chiusura degli sportelli per il momento ha riguardato di più gli istituti che hanno le agenzie nei centri urbani, mentre resistono le agenzie delle banche di credito cooperativo o popolari presenti soprattutto nei piccoli centri rurali. Da qui al 2017 così Intesa Sanpaolo prevede di passare da 4100 a 3300 sportelli (erano 6100 nel 2007), Unicredit di ridurre 500 sportelli da qui al 2018 sulle attuali 4100 e Mps 200 degli attuali 2300. Mantengono invece le tedesche come il colosso Deutsche Bank. La crisi economica, il crollo del mercato immobiliare e l’introduzione delle nuove tecnologie hanno reso gli sportelli superflui lasciando spazio a quelli online.

Addio agli sportelli - Dando uno sguardo ai piani industriali delle grandi (Unicredit, Intesa, Mps), insomma, le filiali faranno sempre meno cassa e sempre più consulenza, che resta indispensabile per siglare un mutuo o stipulare un finanziamento per un’impresa. "I clienti per le operazioni giornaliere come bonifici, estratto conto o pagamento bollette non sono più disposti a fare file e operano da casa o dall’ufficio con pc e smartphone o anche dall’Atm ma per accendere un mutuo o realizzare operazioni complesse o percepite tali vogliono ancora parlare con qualcuno", spiega un banchiere. Insomma la rottamazione è cominciata e nel corso dei prossimi anni gli sportelli sono destinati a scomparire del tutto. 

Tutte le tasse nascoste che ci impone Renzi

Tutte le tasse nascoste che ci impone Renzi

di Chiara Sarra


Se non arrivano i soldi dalla spending review, il governo dovrà tagliare fondi a enti locali e aumentare accise. E pure per le imprese...



Siamo alle solite: il governo fa finta di dare da una parte e toglie dall'altra. Così, perché alcuni abbiano 80 euro al mese in busta paga, a tutti vengono aumentate le tasse per 4 miliardi. Secondo quanto racconta Libero, infatti, lo ha ammesso anche Pier Carlo Padoan in un'intervista al Corriere della Sera. Se i 4,5 miliardi attesi dalla spending review non dovessero arrivare "ci sono clausole di salvaguardia misura per misura, altrimenti il provvedimento non potrebbe ricevere il visto della Ragioneria generale. Clausole che prevedono, secondo i casi, utilizzo di risorse accantonate per altri fini, tagli lineari, aumenti di imposta". Detto in parole povere, a pagare saranno - al solito - Regioni e Comuni, che si vedranno ridurre il budget per scuola e sanità, ma anche - probabilmente - i consumatori che potrebbero assistere a ulteriori aumenti di iva e accise su tabacchi e carburanti. 

Non solo. Salvo modifiche dell'ultim'ora, anche le imprese saranno beffate: se da una parte Palazzo Chigi promette la riduzione dell'Irap, dall'altra taglia alcune agevolazioni fiscali, come la limitazione dell'esenzione Imu per le aziende agricole, l'eliminazione del regime di esonero per le cosiddette imprese marginali e la riduzione degli sgravi per le imprese agricole che utilizzano energia da fonti rinnovabili. Oltre a ben 600 milioni derivanti dall'eliminazione della rateizzazione di una imposta sostitutiva introdotta dal governo Letta e che doveva essere pagata in tre anni. Risultato? Complessivamente nelle tasche degli imprenditori arrivano 700 milioni di euro, ma ne esce un miliardo. Insomma, alla fine le aziende perderanno comunque 300 milioni di euro.

Tutto ciò va ad aggiungersi, ovviamente, all'aumento delle aliquote per le rendite fiscali, che passano dal 20% al 26%. Norma che potrebbe essere persino retroattiva, se non ci si avvale del cosiddetto "affrancamento" entro il 30 settembre e solo per le plusvalenze maturate entro il 30 giugno.