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lunedì 21 aprile 2014

Alfano bugiardo

Alfano bugiardo


di Alessandro Sallusti


Ncd smentisce la lettera dei senatori contro il leader, ma il documento esiste e lo pubblichiamo


Alfano dice di non aver ricevuto alcuna lettera di dissenso da parte dei suoi senatori. Strano, visto che nessuno degli interessati ha smentito di averla scritta e noi ne abbiamo copia che oggi pubblichiamo. Come dire: caro Alfano, il postino suona sempre due volte (e le bugie hanno le gambe corte). Da traditore a bugiardo, una carriera in ascesa. Mi chiedo quale sarà il prossimo passo dell'uomo senza quid, da ieri anche per i suoi. Leader non ci si inventa né ci si autonomina, si nasce. E lui non lo nacque, per dirla alla Totò.

Piccolezze a parte, quello che sta succedendo dentro Ncd dimostra che il centrodestra o è uno o non c'è. E che piaccia o no, a tutt'oggi o è berlusconiano - così dicono i sondaggi - o è destinato a un ruolo assolutamente marginale sulla scena politica. Se alle europee gli alfaniani supereranno o no la soglia del quattro per cento indispensabile per eleggere parlamentari è solo un problema psicologico, di orgoglio e dignità degli scissionisti. Non certo fatto politico. I moderati di questo Paese, che sono la maggioranza, non saprebbero che farsene di un partitino del cinque o anche sei per cento totalmente irrilevante, al massimo utile a quei ricatti di bassa lega che sono il cancro della politica. 

Alfano e amici ci hanno provato per capire se fosse maturo il tempo del post berlusconismo. I fatti dicono di no. Hanno perso comunque, anche nel caso in cui riescano a sopravvivere. I milioni di italiani non di sinistra non sanno che farsene della loro inutile sopravvivenza. Noi abbiamo diritto a lottare per battere il Pd di Renzi nelle urne, non a fargli eventualmente da stampella accontentandoci di briciole, tipo quelle che si buttano ai cani randagi per pietà.

Io non so se siamo ancora in tempo a fermare questa follia autodistruttiva. Riunire le forze è ancora possibile. Non dico per le europee (ormai è andata così), ma nella prospettiva non lontana di tornare a contarsi per il governo del Paese. E Cicchitto, che non è uomo stupido, la smetta col ritornello di «Forza Italia in mano agli estremisti». In Forza Italia non si muove foglia che Berlusconi non voglia. Di estremo, in questa storia, c'è solo il bluff del bugiardo Alfano.

Lite in casa M5S, Pizzarotti si ribella a Casaleggio: "Non governi, non puoi capire"

Lite in casa M5S, Pizzarotti si ribella a Casaleggio: "Non governi, non puoi capire"


M5S sempre più bellicoso e litigioso. Dopo le espulsioni in parlamento, la crociata contro Pizzarotti. Casaleggio lo vuole fuori, ma lui punta i piedi. Il fiore all'occhiello di Grillo si trasforma in uno dei tanti flop targati Cinque Stelle. C'è troppa litigiosità nel Movimento 5 Stelle. Volano insulti via web, saltano i nervi e qualcuno rischia di lasciarci le penne. Dietro al violentissimo battibecco tra Gianroberto Casaleggio e Federico Pizzarotti c'è molto di più del flop amministrativo del sindaco di Parma. I grillini spediti alle Camere, infatti, non stanno certo facendo di meglio. Eppure il guru sellato sembra prendersela solo col primo cittadino. Lo fa in un'intervista fiume al Fatto Quotidiano, e lo fa minacciando di sbatterlo fuori dal movimento. Ma Pizzarotti, il "Capitan Pizza" portato in palmo di mano da Beppe Grillo e ora caduto in disgrazia, non se ne sta zitto. E alza la testa: "Non vincere alcune battaglie non vuol dire tradire un ideale".

Al centro del braccio di ferro c'è la mancata chiusura dell'inceneritore. Un errore che a Casaleggio basta e avanza per motivare la cacciata di Pizzarotti dal Movimento 5 Stelle. "Se uno entra nel movimento sottoscrive dei patti, e li deve mantenere - spiega - nessuno, dopo essere stato eletto, può pensare di entrare dentro un recinto privilegiato, dentro un’area protetta". Un discorso che vale per i senatori "ribelli", rei di "un comportamento continuativo contro il movimento", ma che è diretto in particolar modo al sindaco di Parma che nelle settimane scorse ha avuto l'ardire di salire a Milano per vedersi col sindaco Giuliano Pisapia e il piddì Pippo Civati senza fare nemmeno una telefonata a Casaleggio. Da qui la scomunica del guru stellato: "Se io prendo l’impegno di chiudere un inceneritore, o lo chiudo o vado a casa".

Pizzarotti incassa. E risponde. "Amministrare è affrontare problemi reali, a volte, vuol dire anche non vincere alcune battaglie - spiega in un post su Facebook - ma questo non vuol dire tradire un ideale". Secondo il sindaco di Parma, infatti, "non conta solo il risultato ottenuto per i cittadini, ma anche l’idea di politica che si vuole lasciare per la propria città". E assicura: "Tutto questo significa amministrare in piena sintonia con i valori del Movimento". Ma è la stoccata finale, quella dedicata al ruolo di Casaleggio all'interno del movimento, l'accusa più grave. Tanto grave da suonare come una sorta di ammutinamento. "Fintanto che non si governa tutte queste cose non si possono capire, senza viverle ogni giorno sulla propria pelle non si capiranno mai". Nel frattempo Grillo tace, sorvola, pensa alla campagna elettorale per le europee. Resta il fatto che il primo cittadino targato Cinque Stelle è già in rotta con la dirigenza del partito. Quello che avrebbe dovuto essere il fiore all'occhiello dell'amministrazione grillina è solo un altro flop del M5S.

Nuova ondata di sbarchi in Sicilia: strutture di accoglienza in difficoltà

Nuova ondata di sbarchi in Sicilia: strutture di accoglienza in difficoltà

di Sergio Rame

Oltre 800 immigrati al centro di Pozzallo. Regione e Comuni chiedono l'intervento del governo: sale la tensione


Non si arresta l'ondata di sbarchi sulle coste italiane. Questa mattina a Pozzallo, nel Ragusano, sono arrivati altri 800 immigrati soccorsi nelle ultime ore dalla fregata Espero e dal pattugliatore Cassiopea della Marina Militare coadiuvate dal mercantile Red Sea nello Stretto di Sicilia, a sud di Lampedusa. Da metà ottobre, da quando cioè ha avuto inizio l'operazione Mare nostrum, il totale degli extracomunitari soccorsi è vorticosamente salito oltre i 20mila.

Nave Espero è intervenuta in soccorso ad un natante con 433 persone a bordo, tra cui 75 donne e tre minori, in seguito alla richiesta di aiuto da parte dei immigrati. Due donne sono in stato di gravidanza. Nave Cassiopea ha, invece, soccorso un barcone con a bordo 385 migranti, in cooperazione con la nave mercantile Red Sea, recuperandone 219, tra cui 40 donne e 10 minori. Un immigrato in precarie condizioni di salute è stato trasferito con l'elicottero della fregata Aliseo, intervenuta in assistenza, verso l'ospedale civile di Lampedusa. Le altre 166 persone sono state trasbordate sulla nave mercantile.

Da settimane i sindaci chiedono al governo e, in particolar modo, al Viminale un intervento tempestivo. "La situazione rischia di diventare esplosiva. Nei primi tre mesi del 2014 abbiamo ricevuto 15 volte richieste di asilo rispetto allo stesso periodo del 2013", ha detto il sindaco di Catania, Enzo Bianco, secondo il quale "il governo potrebbe eventualmente ricorrere ad un decreto legge". Regioni e i Comuni chiedono con forza all'esecutivo di affrontare il tema "in un contesto di leale collaborazione fra i livelli istituzionali, in quanto la gestione dell'accoglienza diffusa, tramite le Prefetture e senza il coinvolgimento dei territori, sta creando disagi e tensioni".

venerdì 18 aprile 2014

Toghe rosse KO alle primarie del CSM

Toghe rosse KO alle primarie del CSM 


"Md" perde quattro punti e rischia di passare da tre a due consiglieri. Avanzano i grillini, spunta Rodotà come vicepresidente Sarà anche colpa, come scrivono i leader di Magistratura democratica nel loro primo commento non tanto autocritico, di «una fase politica che sembra premiare scelte corporative e ottiche di breve periodo». Sta di fatto che dalle primarie con cui i magistrati hanno scelto i loro candidati per il prossimo Csm, la corrente storica delle toghe di sinistra è uscita malconcia. Nonostante la grande visibilità che la presenza in posti chiave dà ai suoi leader, Md ha perso quattro punti percentuali, ha visto trombare il suo esponente di punta e rischia di ridurre da tre a due i suoi posti dentro il prossimo Consiglio superiore della magistratura. Dinamiche che sembrano riguardare solo gli addetti ai lavori, e che invece mandano più di un segnale sull'umore della «toga» media, e sul ruolo che i giudici si preparano a svolgere nel prossimo futuro: sapendo che insieme al declino di Md si staglia una novità potenzialmente dirompente: lo sbarco dentro il Csm dei grillini, che - secondo un'ipotesi che circola con insistenza - punterebbero a conquistare la vicepresidenza dell'organismo di autogoverno dei giudici con Stefano Rodotà, già candidato dei 5 Stelle alla presidenza della Repubblica.

Le «primarie» dei giudici si sono tenute alla fine di marzo: una novità voluta da tutte le correnti per ripristinare un po' di democrazia interna, visto che l'attuale sistema elettorale per il Csm produceva di fatto liste bloccate, dieci candidati per dieci posti. Ma con le primarie sono arrivati i dolori per Md: che alle elezioni si presenta nel raggruppamento di «Area», insieme ai colleghi dei Movimenti riuniti, ma da sempre - e legittimamente - punta a portare avanti i propri militanti. Invece se l'esito delle primarie verrà rispettato, per la Cassazione il candidato di «Area» sarà il movimentista Ercole Aprile, che ha sconfitto Giovanni Diotallevi di Md; tra i pubblici ministeri, Antonio Ardituro e Fabio Napoleone, entrambi dei «Movimenti» hanno sconfitto a sorpresa Giuseppe Cascini, segretario dell'Associazione nazionale magistrati. A questo punto, gli unici esponenti di Md nel prossimo consiglio saranno il palermitano Piergiorgio Morosini, gip del processo Stato-mafia, e un moderato come Lucio Aschettino. Fine. Mentre invece si consolidano i «centristi» di Unicost e avanzano i conservatori di Magistratura Indipendente, su cui convergono i voti delle toghe vicine a Comunione e liberazione: il giudice più votato d'Italia è il milanese Claudio Galoppi, ciellino doc.

Ma la vera svolta rischia di arrivare soprattutto dall'irruzione del ciclone Grillo nella vita interna della giustizia italiana. Anche tra i giudici, il mito a 5 stelle della democrazia diretta ha i suoi fan: come Milena Balsamo, magistrato a Prato e leader della cosiddetta «Proposta B», che in vista delle elezioni ha scelto i candidati per sorteggio tra tutte le toghe italiane, in segno di rivolta contro «un sistema di potere bloccato e antidemocratico». E, quel che più conta, adesso il 5 Stelle è in Parlamento, dove voterà per eleggere gli otto componenti «laici», ovvero politici, del Csm, tra i quali viene poi scelto il vicepresidente dell'organismo.

Ovviamente, i grillini vorranno piazzare anche alcuni dei loro. E voci insistenti dicono che il primo nome che faranno è quello di Stefano Rodotà, giurista, ex garante della privacy ed ex parlamentare Pds, con l'obiettivo di portarlo alla vicepresidenza. A meno che non venga impallinato dai franchi tiratori, come quando Grillo lo candidò al Quirinale.


Caivano (Na): L'Mpa da lezioni di "ballo del grillo": un passo avanti e due indietro

Caivano (Na): L'Mpa da lezioni di "ballo del grillo": un passo avanti e due indietro

di Pietro Mugione


Giusto per farvi capire come, con sapienza occulta, i grandi politici operano all'interno dei partiti in modo profano per stabilizzare un equilibrio di potere che impone la supremazia "di pochi" attraverso l'asservimento di molti. La piramide, dall'alto verso il basso, finalizzata alla diffusione di un modello sociale feudale e neo-schiavistico, a grandi linee. Prima sto con te, poi contro di te. Non posso sconfiggerti? per disperazione mi alleo nuovamente. Mi accorgo che sono inutile? mi dissocio. Insomma, un vero e proprio ballo del Grillo: un passo avanti e due indietro. L'Mpa del segretario Alessio Vanacore, da lezioni di ballo del Grillo. Adesso, sulla carta il primo cittadino, Antonio Falco, amico delle eco-balle, ha 17 voti a favore, un brutto numero considerando le superstizioni, il minimo sindacale, e per restare in ambienti di danza, c'è ancora da sciogliere il nodo "Mario Della Rossa", sulla carta è in maggioranza, quest'ultimo, uscito poche settimane fa proprio dall'Mpa, partito da cui prese le distanza nel 2013. A far prendere una decisione cosi drastica all'Mpa, ma comunque più o meno scontata, le numerose polemiche sull'arrivo a Caivano di 21000 tonnellate di rifiuti che, secondo l'Mpa, il Sindaco Falco non avrebbe preso in tempo misure per contrastare la decisione della Provincia di Napoli ed in più i partiti di maggioranza dal Pd all'Udc dicono di non sapere nulla. Insomma, a Caivano l'immondizia arriva autonomamente, provate ad immaginare 21000 sacchetti di spazzatura in fila indiana che con le loro gambette raggiungono lo Stir di Caivano. 

Altra stangata: Torna l'Imu sui fabbricati rurali

Altra stangata: Torna l'Imu sui fabbricati rurali 

L'imposta sul mattone coprirà gli 80 euro in busta paga. Tagli a sanità e Pubblica Amministrazione 


Roma - Niente detrazioni, ma un bonus modulato sulle diverse fasce di reddito, compresi gli incapienti, cioè chi non paga tasse. Coperture da nuove tasse: come il ritorno del'Imu sui fabbricati rurali, già da quest'anno e la tassazione sulle rendite finanziarie. Poi tagli orizzontali agli acquisti delle Pa, alle società pubbliche e alla sanità.

Al Consiglio dei ministri di oggi approderà la bozza di decreto con la misura per dare gli 80 euro ai redditi inferiori a 1.500 euro al mese. I dettagli sono stati messi a punto ieri in un vertice tra il premier Matteo Renzi, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio e dal ministro delle Riforme Maria Elena Boschi.

Per quanto riguarda il 2014, la bozza di ieri prevedeva un credito al 3,5% del reddito complessivo per redditi sotto i 17.714 euro e un bonus di 620 euro se il reddito complessivo è superiore a 17.714 fino a 24.500 euro. La somma calerà fino alla soglia dei 28.000 euro di reddito complessivo.

Il beneficio mensile medio è di 77,5 euro. Il bonus riconosciuto ai contribuenti salirà a 950 euro per la fascia tra i 19.000 e i 24.500 euro nel 2015, quando si spalmerà per l'intero anno. Sotto questa soglia il beneficio sarà del 5% sul reddito.

Per gli incapienti, cioè chi ha redditi bassi e non paga tasse, il bonus potrà arrivare attraverso il datore che potrà versare in busta paga i contributi previdenziali.

Nel decreto ci sarà anche il taglio dell'Irap, anche se a valere dal 2015. L'aliquota principale passa dal 3,9% al 3,5%. Scendono anche le altre aliquote Irap dal 4,2% al 3,8%; dal 4,65% al 4,2%; dal 5,9% al 5,3%. Un risparmio medio del 10%.

Il quadro degli incentivi è chiaro. Le coperture, invece, hanno dato da lavorare al premier Matteo Renzi e al ministero dell'Economia e Palazzo Chigi anche ieri. Ad aprire la giornata, una versione della bozza che prevedeva un taglio delle detrazioni su polizze, mutui e prestiti, per i redditi sopra i 55mila euro all'anno. In sostanza, a pagare buona parte dello sconto Irpef sarebbe stata la classe media con il solito aumento dell'imposizione fiscale. Una scelta tecnica, dettata dal fatto che parte della spending review è stata impegnata dal governo Letta per coprire il mancato taglio orizzontale delle stesse detrazioni. Palazzo Chigi ieri mattina ha smentito con forza e nelle bozze successive il taglio è scomparso.

Il grosso delle coperture per il dl sugli sgravi Irpef arriverà ad tagli alla Pa. Sugli acquisti per beni e servizi, scatterà una tagliola del 5%. C'è anche la sforbiciata sulle società pubbliche (comprese le ex municipalizzate) che dovranno tagliare i costi «nella misura non inferiore al 2% nel 2014 e al 3,5% nel 2015».

Ma le tasse ci sono. Ad esempio (sempre secondo la bozza di ieri sera) si elimina l'esenzione Imu dei fabbricati rurali ad uso strumentale. C'è anche l'aumento dell'aliquota sulle rendite finanziarie dal 20% al 26%. Servirà quindi a coprire in parte il taglio dell'Irap, non solo quello dell'Irpef che scatta nel 2015.

Dalla sanità dovrebbero arrivare 700 milioni di euro. Ma ieri sera tra il ministero di Beatrice Lorenzin e il dicastero dell'Economia c'è stato uno scontro molto acceso. Perché i tagli metterebbero a rischio il patto con le regioni e i livelli essenziali di assistenza.

Berlusconi: "Un piacere fare volontariato" e avverte: "Rivedere il Fiscal Compact". Sulla Giustizia: "Area politicizzata"

Berlusconi: "Un piacere fare volontariato" e avverte: "Rivedere il Fiscal Compact". Sulla Giustizia: "Area politicizzata"


"Io sono un uomo delle Istituzioni, in attesa che sia riconosciuta la mia innocenza non posso che rispettare le decisioni della magistratura". Cosi Berlusconi, in conferenza stampa per la presentazione delle liste dei candidati di Forza Italia alle Europee. Poi afferma di aver accolto con piacere la decisione del Tribunale di sorveglianza di affidargli i servizi sociali in una struttura per anziani: "Lo farò più che volentieri e cercherò di essere utile". Sulla sua non candidatura: "Va a tutto vantaggio della sinistra". E sulla condanna: è stata "ingiusta", sulla base di "un fatto inesistente". La sentenza si Strasburgo "sarà annullata". Sul Fiscal Compact: "Si devono rivedere tutti i trattati, eliminare il Fiscal Compact e consentire ai Paesi lo sforamento del 3% annuo nel rapporto tra Deficit e Pil", un vincolo "antistorico" nella situazione attuale dell'economia. L'euro? "Sì, ma a precise condizioni". Sulle riforme assicura: "Abbiamo dato il nostro impegno ad approvarle". Ho parlato personalmente con Renzi, probabile, "l'elezione diretta del presidente della Repubblica". Sulla giustizia nota: "Sappiamo come ci sia una corrente della giustizia che ha dichiaratamente finalità di intervento nella politica". "La grande maggioranza degli italiani ritiene quella della giustizia la riforma delle riforme", sottolinea il Leader di Forza Italia. Ed evita di rispondere ad altra domande sui giudici politicizzati. Infine ribadisce che il suo governo, "l'ultimo eletto dal popolo", fu buttato giù da "un colpo di Stato".