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giovedì 17 aprile 2014

Europee: Forza Italia, rientri e volti nuovi

Europee: Forza Italia, rientri e volti nuovi 


Gianfranco Miccichè
Presentate le liste di Forza Italia per le Europee del 25 maggio. Molti volti nuovi, qualche rientro e 30 donne. Al nord-ovest capolista è Giovanni Toti, mentre al nord-est sarà Elisabetta Gardini, affiancata anche da Simone Furlan, leader dell'Esercito di Silvio. Confermato nella circoscrizione Centro, il vicepresidente della Commissione Ue uscente Antonio Tajani. Rientra Paolo Guzzanti. A guidare il sud sarà Raffaele Fitto. In lista anche il giornalista Alessandro Cecchi Paone, new entry, e Clemente Mastella. Nel collegio Sicilia e Sardegna, capolista è Gianfranco Miccichè, seguito dall'europarlamentare Salvatore Iacolino. 

mercoledì 16 aprile 2014

Alessandro Sallusti contro Massimo D'Alema: "Ecco tutti i suoi scheletri nell'armadio"

Alessandro Sallusti contro Massimo D'Alema: "Ecco tutti i suoi scheletri nell'armadio"


Dopo la decisione di affidare Silvio Berlusconi ai servizi sociali, Massimo D'Alema ha mostrato tutto il suo disappunto, commentando così: "Normali cittadini vanno in prigione per reati minori". Baffino, insomma, sognava un Cavaliere in cella. Una frase che ha fatto discutere e infuriare Forza Italia. E una dura risposta a D'Alema è arrivata da il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, che in un editoriale si rivolge all'ex premier, ricordandogli in primis che "onestamente non conosco casi di normali cittadini che all'alba degli 80 anni scontano nove mesi di condanna chiusi in carcere".

Chi non paga - Poi Sallusti alza il tiro: "Ma, ignoranza a parte, chiedo a D'Alema: un 'normale cittadino' che incastrato dai magistrati ammette di aver incassato e girato al partito una tangente da 20 milioni di lire deve restare a piede libero?". Il riferimento è alla mazzetta presa nel 1985, un reato "più che provato" che finì in prescrizione. "Già - continua Sallusti -, perché D'Alema non ha pagato il conto, né giudiziario né politico (è addirittura diventato primo ministro). Il direttore continua nel suo attacco: "Lui stesso (D'Alema) da sempre non si tratta da 'normale cittadino', prova ne è il caso di Affittopoli: casa di lusso ad affitto ridicolo da ente pubblico, alla faccia dei poveri cristi 'normali cittadini'".

E l'Ingegnere... - Scheletro dopo scheletro, Sallusti arriva fino a far saltare fuori dall'armadio Filippo Penati, l'ex presidente della Provincia di Milano: "Colpisce poi che il rigore morale di D'Alema non sia emerso con forza quando il compagno Penati (...) venne beccato a intascare mazzette". "Penati l'ha sfangata: niente cella, niente condanna. Altra prescrizione nel silenzio di D'Alema". Ultimo, ma non ultimo, il riferimento a Carlo De Benedetti. "Nel 1993 - ricorda Sallusti - ammise di aver pagato 10 miliardi di lire in tangenti a partiti e funzionari per ottenere dallo Stato un appalto per la sua azienda, la Olivetti. Roba da prigione - sottolinea il direttore de Il Giornale -, per chiunque. Finì con un'ora, dicasi un'ora, di fermo in carcere e una assoluzione per prescrizione". Dunque, la conclusione. "Ha ragione D'Alema. Non tutti i cittadini sono uguali. Soprattutto se si chiamano Silvio Berlusconi: 43 processi in 18 anni sono davvero un trattamento eccezionale".

Mafia, già alle Europee con nuove norme

Mafia, già alle Europee con nuove norme 


Passa in un clima di scontro, il ddl relativo al voto di scambio politico-mafioso. Si applica al voto Europeo. Palazzo Madama ha approvato il provvedimento con 291 sì, 32 no, 18 astenuti. Il disco verde della Camera c'era già stato, cosi ora il provvedimento è legge. Il Movimento 5 Stelle ha praticato una opposizione durissima. Dai banchi si sono alzate urla di protesta e sono state mostrate fotografie che accostavano Berlusconi a Renzi. Grasso ha minacciato espulsioni di gruppo. La legge fissa una pena detentiva da 4 a 10 anni "per chiunque accetta la promessa di procurare voti in cambio di erogazione o di promessa di denaro o di altra utilità. 

Caivano si conferma "spazzatura city", si dimette Monopoli, il Sindaco getta acqua sul fuoco, il Pd e la maggioranza tacciono

Caivano si conferma "spazzatura city", si dimette Monopoli, il Sindaco getta acqua sul fuoco, il Pd e la maggioranza tacciono 


di Francesco Celiento


Antonio Falco
Sindaco di Caivano 
In arrivo altre 21000 tonnellate di spazzatura nell’ex Cdr di Caivano. Si dimette il consigliere provinciale Monopoli, il sindaco Falco – che stranamente è intervenuto sulla questione solo dopo che la notizia è stata divulgata dai media (poteva non sapere?) – rassicura che il pattume subito ritornerà indietro, il Pd, partito moralizzatore per eccellenza, questa volta si dimentica di criticare il presidente della Provincia Pentangelo.

Quest’ultima, infatti, ha deciso di spostare da Acerra a Caivano un grosso quantitativo di spazzatura tale e quale da trasformare, nello Stir di Caivano, in ecoballe che verranno poi bruciate nell’inceneritore di Acerra. Non sembra nulla di strano, ma la questione ha assunto contorni politici:

il consigliere provinciale Simone Monopoli, componente di Forza Italia e quindi di quella maggioranza che governa la Provincia, si è dimesso stamane con una lettera ufficiale perché lamenta di non essere stato, ancora una volta, coinvolto nella scelta. Il suo mandato comunque sarebbe scaduto fra qualche mese.

Sotto accusa soprattutto il sindaco di Caivano il quale, oltreché primo cittadino, è consigliere provinciale come Monopoli e pure di maggioranza. Falco ieri ha diramato un comunicato sul sito del Comune rassicurando che è solo un deposito temporaneo, ma nella Terra dei Fuochi chi ci crede? Ricordiamo che l’allora governatore-commissario Antonio Bassolino, con l’appoggio del governo Berlusconi (La B2 dei rifiuti, per intenderci) depositò a Caivano 40000mila o forse più tonnellate ecoballe che attualmente, dopo oltre 10 anni, sono ancora lì e rappresentano una vera e propria discarica a cielo aperto. Bassolino e soci sono stati processati per questa vicenda (accusati di truffa allo stato e disastro ambientale) ma assolti, anche grazie alla famigerata prescrizione.

Strano il comportamento del Pd, il partito che a Caivano detiene il vicesindaco e assessore all’ambiente Casaburo. Quando la stessa provincia nel 2011 deposito 4000 ecoballe nella sede dell’allora Igica (un quantitativo dieci volte inferiore a quello attuale) espose due striscioni fuori la sede chiedendo rispetto per Caivano, adesso tace e si accontenta delle spiegazioni del suo sindaco. Come del resto il resto della presunta maggioranza del primo cittadino, che appare sempre più debole politicamente.

Napoli: Il dott. Simone Monopoli, si dimette da consigliere Provinciale

Napoli: Il dott. Simone Monopoli, si dimette da consigliere Provinciale 


Dott. Simone Monopoli
Consigliere Provinciale di Napoli
Consigliere comunale di Caivano
Altra immondizia, altre 21000 tonnellate di spazzatura "direzione" Caivano. Un vero e proprio menefreghismo da parte delle istituzioni locali e provinciali. A dire "NO" questa volta, sbattendo i pugni sulla scrivania è il Consigliere provinciale, Simone Monopoli. "Il sottoscritto, in qualità di consigliere provinciale del gruppo di Forza Italia, avendo appreso a mezzo stampa che la SAPNA sta operando un altro sfregio o detrimento del territorio sede del proprio collegio elettorale consentendo che 21000 tonnellate di "eco balle" siano trasferite dal sito di stoccaggio di Acerra allo STIR di Caivano, prende decisamente le distanze dal suddetto provvedimento che, per l'ennesima volta, contribuisce a rendere ancora più esplosiva la situazione ambientale caivanese creatasi sotto la guida dell'amministrazione Falco, a vantaggio di quella dei paesi limitrofi. Impotente difronte a tanta sfrontata prepotenza, non essendo stato coinvolto in nessun modo in questa scellerata decisione, non resta al sottoscritto che presentare con l'unico ed ultimo mezzo a sua disposizione, con la speranza che questo gesto serva a rivedere le posizioni prese in merito e a prestare più attenzione a Caivano e a Cardito, due Paesi che da troppo tempo stanno pagando per la disattenzione delle istituzioni. Vi prego pertanto di voler accettare le mie irrevocabili dimissioni. Dott. Simone Monopoli. Insomma, un gesto forte quello del dott. Monopoli che si ribella al potere duro, talmente duro e prepotente da determinare la vita e la morte dei cittadini. Solidarietà al Consigliere Monopoli da parte de "Il Notiziario sul web". 

Salone del Libro 2014, Focus sul bene: La Santa Sede sarà l'ospite d'onore

Salone del Libro 2014, Focus sul bene: La Santa Sede sarà l'ospite d'onore 


Sarà "il bene" il filo conduttore del Salone del Libro di Torino. Lo ha annunciato il presidente della Fondazione Rolando Picchioni presentando la manifestazione. "Il tema del bene - ha detto - è legato a doppio filo con l'ospite d'onore, la Santa Sede. Di questa partecipazione desidero ringraziare il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Cardinale Ravasi, che il 7 maggio terrà la prolusione introduttiva al Lingotto". Inaugurerà il Salone il ministro dei Beni Culturali, Franceschini. Tra i Paese ospiti: Albania, Arabia Saudita, Brasile, Francia, Israele, Perù, Polonia e Romania. Ospite d'onore la Germania. 

Il Cavaliere incassa il "Sì" dei giudici. Ora avanti tutta con le riforme

Il Cavaliere incassa il "Sì" dei giudici. Ora avanti tutta con le riforme 

A Renzi: "Su Italicum e abolizione del Senato noi di parola". E si prepara  a una campagna elettorale da protagonista. "Io da rieducare? Mah..."


Roma - Il male minore. «Sono innocente... Rieducato... Mah...». Si morde la lingua, allarga le braccia il Cavaliere quando gli dicono che il Tribunale ha deciso per i servizi sociali blandi. Certo, la vive come una profonda ingiustizia ma almeno l'agibilità politica è garantita. Ha scansato l'incubo arresto che non lo ha fatto dormire per giorni. E gli sarà garantito fare la campagna elettorale per le Europee e le amministrative di maggio. Sintetizza Toti: «La condanna continuiamo a considerarla ingiusta ma l'applicazione della sentenza da parte del tribunale di Milano ci sembra ragionevole». Certo, sarà una campagna monca perché il tema giustizia è intoccabile. «Alta tensione»: così hanno deciso i giudici. «Se Dio mi darà la forza, continuerò a combattere la mia battaglia di libertà, perché credo di poter dare ancora molto a questo Paese» dice ai tanti che lo vanno a trovare a palazzo Grazioli. Dall'ex parlamentare Amedeo Laboccetta, che gli parla di «magistratocrazia» e gli dice «io non ti abbandonerò mai e sbaglia chi pensa che la pratica Berlusconi sia finita», alla fedelissima Michaela Biancofiore; passando per l'uomo di punta per il Sud, Raffaele Fitto. «In palla - lo descrivono tutti - e concentrato alla prossima sfida elettorale». Si spenderà in prima persona, soprattutto con messaggi audio e video. «È sereno e combattivo come sempre», giura un ex ministro molto vicino al Cavaliere.

E poi c'è la squadra dei 35 europarlamentari da mettere a punto. Per questo, all'ora di pranzo, si chiude a Grazioli per un summit fiume assieme ai big di partito: presenti i capigruppo di Camera e Senato, Brunetta e Romani, il consigliere politico Giovanni Toti, Denis Verdini e Altero Matteoli. Il tempo stringe e, come sempre, la quadra si troverà in zona Cesarini. La presentazione ufficiale dei candidati sarà oggi, nella sede di Forza Italia di piazza San Lorenzo in Lucina. Appuntamento anticipato alle 16 perché poi l'ex premier dovrà correre a Milano. Per lui scatta il coprifuoco alle 23.

Al di là dello schiaffo - seppur lieve - dei servizi sociali, Berlusconi incassa quello che è un dato di fatto: essere al centro della partita politica. L'incontro con il premier è andato bene e il percorso delle riforme prosegue. «Sulle riforme ci stiamo, sul resto no. Non chiederci voti sulla politica economica che non condividiamo - pare abbia detto Berlusconi al premier - Ma sul Senato e sulla legge elettorale siamo di parola e manterremo i patti». La prova che il patto tiene è il dietrofront sull'atteggiamento ostruzionistico degli azzurri in Senato su riforma di palazzo Madama e Titolo V. Inizialmente, in commissione Affari istituzionali, erano iscritti a parlare tutti e 60 i senatori forzisti. Ieri si sono abbassati a una decina.

Certo, la bozza Boschi-Renzi così com'è non va bene. Altero Matteoli, per esempio, non fa mistero che il provvedimento così com'è è invotabile. Ci sono troppi buchi neri. Forza Italia, quindi, non voterà il pacchetto a scatola chiusa. Ma Berlusconi ha avuto rassicurazioni che certe correzioni verranno fatte. Al lavoro, su questo, oltre a Verdini, il capogruppo Romani ma anche Anna Maria Bernini, Donato Bruno e Paola Pelino. Il premier sarebbe disposto a rivedere la nomina dei 21 senatori da parte del capo dello Stato, la rappresentanza paritaria di tutte le Regioni e, forse, anche l'istituto del laticlavio per gli ex presidenti della Repubblica. La trattativa prosegue. In cambio, Berlusconi avrebbe aperto alla calendarizzazione voluta dal premier: primo voto entro fine maggio e approvazione finale dell'Italicum dopo l'estate.