Il Cavaliere incassa il "Sì" dei giudici. Ora avanti tutta con le riforme
A Renzi: "Su Italicum e abolizione del Senato noi di parola". E si prepara a una campagna elettorale da protagonista. "Io da rieducare? Mah..."
Roma - Il male minore. «Sono innocente... Rieducato... Mah...». Si morde la lingua, allarga le braccia il Cavaliere quando gli dicono che il Tribunale ha deciso per i servizi sociali blandi. Certo, la vive come una profonda ingiustizia ma almeno l'agibilità politica è garantita. Ha scansato l'incubo arresto che non lo ha fatto dormire per giorni. E gli sarà garantito fare la campagna elettorale per le Europee e le amministrative di maggio. Sintetizza Toti: «La condanna continuiamo a considerarla ingiusta ma l'applicazione della sentenza da parte del tribunale di Milano ci sembra ragionevole». Certo, sarà una campagna monca perché il tema giustizia è intoccabile. «Alta tensione»: così hanno deciso i giudici. «Se Dio mi darà la forza, continuerò a combattere la mia battaglia di libertà, perché credo di poter dare ancora molto a questo Paese» dice ai tanti che lo vanno a trovare a palazzo Grazioli. Dall'ex parlamentare Amedeo Laboccetta, che gli parla di «magistratocrazia» e gli dice «io non ti abbandonerò mai e sbaglia chi pensa che la pratica Berlusconi sia finita», alla fedelissima Michaela Biancofiore; passando per l'uomo di punta per il Sud, Raffaele Fitto. «In palla - lo descrivono tutti - e concentrato alla prossima sfida elettorale». Si spenderà in prima persona, soprattutto con messaggi audio e video. «È sereno e combattivo come sempre», giura un ex ministro molto vicino al Cavaliere.
E poi c'è la squadra dei 35 europarlamentari da mettere a punto. Per questo, all'ora di pranzo, si chiude a Grazioli per un summit fiume assieme ai big di partito: presenti i capigruppo di Camera e Senato, Brunetta e Romani, il consigliere politico Giovanni Toti, Denis Verdini e Altero Matteoli. Il tempo stringe e, come sempre, la quadra si troverà in zona Cesarini. La presentazione ufficiale dei candidati sarà oggi, nella sede di Forza Italia di piazza San Lorenzo in Lucina. Appuntamento anticipato alle 16 perché poi l'ex premier dovrà correre a Milano. Per lui scatta il coprifuoco alle 23.
Al di là dello schiaffo - seppur lieve - dei servizi sociali, Berlusconi incassa quello che è un dato di fatto: essere al centro della partita politica. L'incontro con il premier è andato bene e il percorso delle riforme prosegue. «Sulle riforme ci stiamo, sul resto no. Non chiederci voti sulla politica economica che non condividiamo - pare abbia detto Berlusconi al premier - Ma sul Senato e sulla legge elettorale siamo di parola e manterremo i patti». La prova che il patto tiene è il dietrofront sull'atteggiamento ostruzionistico degli azzurri in Senato su riforma di palazzo Madama e Titolo V. Inizialmente, in commissione Affari istituzionali, erano iscritti a parlare tutti e 60 i senatori forzisti. Ieri si sono abbassati a una decina.
Certo, la bozza Boschi-Renzi così com'è non va bene. Altero Matteoli, per esempio, non fa mistero che il provvedimento così com'è è invotabile. Ci sono troppi buchi neri. Forza Italia, quindi, non voterà il pacchetto a scatola chiusa. Ma Berlusconi ha avuto rassicurazioni che certe correzioni verranno fatte. Al lavoro, su questo, oltre a Verdini, il capogruppo Romani ma anche Anna Maria Bernini, Donato Bruno e Paola Pelino. Il premier sarebbe disposto a rivedere la nomina dei 21 senatori da parte del capo dello Stato, la rappresentanza paritaria di tutte le Regioni e, forse, anche l'istituto del laticlavio per gli ex presidenti della Repubblica. La trattativa prosegue. In cambio, Berlusconi avrebbe aperto alla calendarizzazione voluta dal premier: primo voto entro fine maggio e approvazione finale dell'Italicum dopo l'estate.