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martedì 28 gennaio 2014

Accusa choc del M5S: "Napolitano Boia"

Accusa choc del M5S: "Napolitano Boia"
(Il Notiziario sul web: Solidarietà al Presidente Napolitano)


Nuovo affondo del Movimento 5 Stelle sul presidente della Repubblica: il "boia Napolitano avalla queste posizioni" per "cucirci la bocca", afferma il deputato Giorgio Sorial. Il riferimento è al decreto legge Imu Bankitalia e alla possibile tagliola sui tempi di approvazione. Il pesante j’accuse arriva in una conferenza stampa in cui i 5 Stelle denunciano l’illegittimità e l’incostituzionalità di altri decreti, privi di coperture e approvati dalle Camere. Ribadiscono che la richiesta di messa in Stato d’accusa arriverà a breve, ma intanto al presidente Napolitano hanno deciso di scrivere tante lettere quanti saranno i dl che verranno approvati, a loro giudizio, in violazione della legge e delle regole del Parlamento. A partire dalla legge di stabilità e di bilancio.

"Lo abbiamo detto da tempo, ci lavoriamo da tempo, non escludiamo a breve una formalizzazione", afferma anche il capogruppo al Senato Maurizio Santangelo spiegando anche che su questo tema non è prevista al momento alcuna consultazione degli iscritti. "Non credo ce ne sia bisogno. Su questo concordiamo tutti". Sorial spiega invece che la messa in stato di accusa del Presidente sarà una cosa che "procederà parallelamente" alle iniziative di denuncia di violazione della legge e dei regolamenti sull’approvazione dei decreti. Per la deputata Laura Castelli, invece, la decisione di inviare lettere di protesta al Presidente per denunciare le violazioni nell’iter di approvazione di molti decreti «in realtà è un atto per difendere Napolitano. Noi lo aiutiamo denunciando fatti di cui neppure i giornali parlano", dice.

Cardito (Na): Si avvicina San Biagio, si parte con la tradizione, il pansanto è pronto per essere servito sulla tavola dei devoti

Cardito (Na): Si avvicina San Biagio, si parte con la tradizione, il pansanto è pronto per essere servito sulla tavola dei devoti


di Mario Setola


Pansanto

Il Maestro Antonio Castaldo
della Pasticceria Charlot
Si avvicina la festa del Santo Patrono a Cardito. San Biagio. E si parte con la tradizione. Si narra che San Biagio aiutò un bambino che stava soffocando, a causa di una lisca di pesce, con una mollica di pane recitando una preghiera, riuscendo cosi a salvare il bambino. Ed è proprio in onore a questo Santo, protettore di Cardito, che i pasticceri Antonio e Giampiero Castaldo, hanno ideato un nuovo dolce: "Il Pansanto Carditese", capace di deliziare le "gole" e i palati di tutti i cittadini. E' una pasta lievitata farcita con gusti vari, come i frutti di bosco, le fragole e il cioccolato; da accompagnare al classico tortanetto (torrone bianco friabile con mandorle e ricoperto con ostia) che già da anni è sempre presente nelle case carditesi. e che tradizionalmente viene regalato ad amici e conoscenti di altre località. Si punta a farlo diventare un dolce tipico della cittadina, ma principalmente, lo scopo di questo dolce è, sostituire la classica merendina industriale ricca di conservanti, con una merenda buona e naturale, soffice e soprattutto senza conservanti. Ormai da decenni, la famiglia Castaldo meglio conosciuti come Charlot, grazie ai numerosi premi ed attestati di stima, stanno portando la pasticceria carditese a livelli di competitività mondiali. 

Legge Voto: Nodi su premio, collegi, primarie. Presto nuovo incontro Renzi-Berlusconi? Forza Italia: nessun accordo su soglia al 38%

Legge Voto: Nodi su premio, collegi, primarie. Presto nuovo incontro Renzi-Berlusconi? Forza Italia: nessun accordo su soglia al 38%


Renzi, in riunione con i membri Pd della Commissione dove oggi alla Camera si votano gli emendamenti alla legge elettorale, ha detto che sono tre i punti ancora aperti tra Pd e Forza Italia: innalzamento della soglia premio dal 35 al 38%, primarie facoltative per legge e delega al governo per i collegi. Il segretario ha ottenuto il mandato per continuare a trattare con Forza Italia ma ha chiesto il ritiro tecnico degli emendamenti, esclusi quelli sui tre punti. La minoranza Pd ha accettato, ha riferito D'Attorre. Smentita intanto da Brunetta l'intesa sul 38% che, secondo quanto riferito, sarebbe scaturita nell'incontro ieri pomeriggio tra Renzi e Verdini. 

"In riferimento alla notizia pubblicata da molti siti Internet e agenzie di stampa circa un possibile accordo per alzare la soglia relativa al premio di maggioranza per le coalizioni, Forza Italia precisa che per quanto la riguarda tale soglia resta ferma al 35%, come stabilito dagli accordi presi tra il presidente Berlusconi e il segretario del Pd Renzi. Nessuna altra ipotesi è stata presa in considerazione". E' la puntualizzazione in una nota di Forza Italia. "Verdini sa bene che quelle modifiche sono per noi fondamentali", risponde a stretto giro di comunicato Lorenzo Guerini, portavoce del segretario Renzi. 

Intanto Renzi e Berlusconi potrebbero tornare a vedersi oggi. E' quanto si apprende da fonti Pd, secondo le quali l'incontro servirebbe a concordare alcune modifiche alla legge elettorale, soprattutto per accontentare quella fetta di Pd non in combutta con Renzi, come la soglia al 38% e le primarie facoltative ma regolate dalla legge. E' stata infatti aggiornata a stamane la seduta della Commissione Affari Costituzionali della Camera, nella quale devono essere votati gli emendamenti al testo base di riforma elettorale. Poco prima scadrà il termine per presentare i subemendamenti. 

Casa al Colosseo "a sua insaputa": Scajola assolto, Anemone prosciolto

Casa al Colosseo "a sua insaputa": Scajola assolto, Anemone prosciolto 


Claudio Scajola
ex ministro allo Sviluppo economico 
L'ex ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola è stato assolto in merito alla vicenda della compravendita della casa con vista Colosseo. Per il Giudice il fatto non costituisce reato. Il Giudice ha deciso di "non doversi procedere" per l'imprenditorie Diego Anemone, perchè il reato è estinto per prescrizione. "Ho sempre detto la verità. Questo processo non doveva neanche cominciare perchè era tutto prescritto: la decisione del Giudice di assolvermi assume ancora maggiore valore". Queste le parole dell'ex ministro Claudio Scajola dopo la sentenza che lo ha assolto stabilendo che il fatto non costituiva reato, in relazione appunto alla compravendita dell'appartamento vicino al Colosseo. Per difendersi dalle accuse l'ex ministro parlò di eventuali pagamenti fatti da altri "a sua insaputa". 

lunedì 27 gennaio 2014

La First Lady napoletana Pascale: "Nessun ritorno di Nunzia De Girolamo, ha tradito Silvio. E' peggio di Fini"

La First Lady napoletana Pascale: "Nessun ritorno di Nunzia De Girolamo, ha tradito Silvio. E' peggio di Fini"


di Gaetano Daniele


Francesca Pascale
Fidanzata di Silvio Berlusconi 
"De Girolamo ha lasciato Forza Italia per interessi personali e di visibilità e non per interessi del Cavaliere o del Paese". Con queste parole Francesca Pascale smentisce le indiscrezioni riportate da alcuni quotidiani circa un suo intervento per far rientrare in Forza Italia Nunzia De Girolamo dopo le dimissioni da ministro del governo Letta. La fidanzata di Berlusconi, dopo aver letto i giornali questa mattina, ha precisato con chi ha avuto modo di sentirla in queste ore che non ha notizie dell'ex ministro De Girolamo che, da ultime indiscrezioni, sembra anche essere indagata dalla Procura di Napoli, dal giorno in cui lasciò senza giusta causa Forza Italia, o meglio per una sola causa, il suo interesse personale, lasciando chi fino a qualche mese addietro aveva consentito appunto alla De Girolamo di arrivare a ricoprire la poltrona di ministro nonostante i suoi "circa" 180 voti. Una scelta inaccettabile. L'sms di fuoco: "Da quando l'ex ministro boccia De Girolamo Nunzia, avrebbe detto la Pascale secondo il Corriere del Mezzogiorno, ha tradito suo padre politico, Silvio Berlusconi, non ho avuto nessun contatto con lei. Le inviai indignata - aggiunge la Pascale - un sms con il riassunto della sua carriera politica e di tutta la sua trafila il giorno stesso del tradimento e da allora non l'ho più sentita e non ho alcuna intenzione di sentirla in un futuro prossimo". Secondo la Pascale, Nunzia De Girolamo è peggio di Fini. E quanto alla probabile possibilità che sia Berlusconi a riaccogliere "la figliol prodiga" in Forza Italia, la First Lady, Pascale, è categorica: "Il presidente Berlusconi non rivuole nessuno di questi traditori. I singoli casi saranno valutati a livello territoriale dai coordinatori regionali". "Gli alfaniani sono stati peggio di Fini", rimarca la Pascale: "Farei fatica a votare la coalizione se all'interno ci fosse il Nuovo Centro Destra. Quello che hanno fatto all'Italia e al presidente Berlusconi - conclude la Pascale - è gravissimo e non deve essere dimenticato: hanno usato l'Italia per i propri interessi personali e hanno accompagnato chi li ha creati politicamente fuori dal Senato". Insomma, effettivamente in politica chi ha tradito una volta tradirà sempre!. 

27 Gennaio 1945, l'orrore svelato: Shoah, il giorno della memoria

27 Gennaio 1945, l'orrore svelato: Shoah, il giorno della memoria


Con la legge 211 del 20 luglio 2000, il Parlamento italiano ha dichiarato il 27 gennaio Giornata della Memoria, "al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonchè coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati". La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945, quando le truppe dell'Armata Rossa aprirono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz. Accanto allo sterminio sistematico degli ebrei, che fece circa 6 milioni di vittime, il nazismo estese il genocidio ad altri gruppi etnici e religiosi considerati "indesiderabili", come Rom, Sinti e Testimoni di Geova, agli omosessuali, ai portatori di handicap, agli oppositori politici. Tragedie ricordate in tono minore, tanto da essere spesso definite "olocausti dimenticati", come quello dei Rom, "porrajmos" (divoramento) per loro. Le cifre ufficiali parlano di centinaia di migliaia di vittime in tutta Europa, molte di più secondo alcuni, nei campi di concentramento e non solo. 

La Repubblica: "Il generale corrompeva per essere promosso"

La Repubblica: "Il generale corrompeva per essere promosso"

di Maria Elena Vincenzi


Roma, 27 gen - «Processate il generale Cretella così ha corrotto quel giudice per sbloccare la sua promozione». Una storia all’italiana, fatta di piccoli favori e raccomandazioni. I cui protagonisti, però, sono tre alti funzionari pubblici: il generale di divisione della Gdf Walter Cretella Lombardo, il consigliere di Stato Fulvio Rocco e il giudice del TarBrunella Bruno. I primi due accusati di corruzione per aver barattato piaceri personali. Il terzo di rivelazione del segreto d’ufficio e di calunnia. Ingredienti per una storiaccia che come scenografia ha il Tar del Lazio e il Consiglio di Stato.
La storia inizia quando il pm napoletano Henry John Woodcock iscrive il generale Walter Cretella Lombardo per corruzione. Insieme al suo "mentore" ed ex capo del Sismi, Nicolò Pollari, l’ufficiale avrebbe acquistato appartamenti a Roma a un prezzo di favore. In cambio i due avrebbero assicurato all’immobiliarista l’affitto, a cifre esorbitanti, di una caserma delle Fiamme Gialle a Napoli. È la fine di novembre 2012, dopo pochissimi giorni si riunisce la commissione che deve valutare se Cretella può diventare generale di corpo d’Armata. Lui, allora comandante del Veneto, vuole la promozione, chi lo conosce lo descrive come un uomo ambizioso. Ma sa che quel nuovo problema (già nel 2007 fu indagato da De Magistris per l’inchiesta Why Not e ne uscì prosciolto) gli bloccherà la carriera, come puntualmente avviene.
A questo punto, il generale decide di mettere in campo tutte le sue conoscenze. Contatta prima Brunella Bruno, magistrato del Tar della Campania ed ex capitano della Finanza. È lei, secondo l’accusa, a redigere il ricorso di Cretella al Tar del Lazio per bloccare la sospensione dell’avanzamento. E per farlo la Bruno chiede e ottiene da un maresciallo del comando generale informazioni coperte da segreto. Per questo i pm romani (che hanno ricevuto il fascicolo da Napoli) contestano alla giudice e al maresciallo, Paolo Colaneri, la rivelazione del segreto d’ufficio (accusa dalla quale la Bruno ha cercato di difendersi parlando di una perquisizione illegale, per questo le viene contestata anche la calunnia).
Cretella, però, teme che quell’aiuto non basti. Si rivolge anche a un consigliere di Stato, Fulvio Rocco (in servizio, peraltro, alla commissione che dovrà giudicare il secondo grado del contenzioso di Cretella). Il giudice ha una figlia, Diana, ufficiale della Finanza. L’accordo è chiaro: Cretella si occupa di sostenere la carriera della ragazza in cambio di un aiuto sul suo ricorso. Un do ut des tra alti funzionario dello stato che per la procura è corruzione.
Questi gli atti dell’inchiesta che a metà febbraio finirà davanti al gup. Tutto il resto è il racconto di un malcostume che non fa onore alla giustizia amministrativa, gestita come se fosse cosa propria, con magistrati che curano gli interessi propri e degli amici. Si scopre così che il generale e i due giudici avevano un telefonino dedicato, trovato a Rocco durante una perquisizione. Quando il pm, durante l’interrogatorio, gli chiede conto di quel "citofono" (così si chiama, in gergo, il cellulare usato per evitare le intercettazioni), il consigliere di stato risponde che è una «cosa fatta così, un po’ per gioco», salvo poi svelare che lo scopo era di non essere ascoltati. Si scopre anche che il ricorso del generale Cretella viene depositato al Tar del Lazio sabato 22 dicembre 2012 a mezzogiorno, tre giorni prima di Natale. Non c’è tempo da perdere, la sospensione va bloccata subito. L’avvocato dell’ufficiale chiama direttamente il presidente della II sezione, Luigi Tosti. Il giudice non è al lavoro (spiegherà al pm che «non ama recarsi in ufficio il sabato») ma avvisa un collega che, in pochi minuti, arriva in tribunale e blocca tutto. Regalo di Natale per il generale che ora, però, rischia di trascinare in tribunale lui e chi glielo ha fatto.