Casolla terra di nessuno. Benvenuti tra "le terre fumanti", dove l'aria è irrespirabile per i residenti
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Il Reportage di Sossio Barra |
Caivano- Caivano è terra di conquiste per molti affaristi del territorio, si sa. Ma c'è chi sta peggio. Proprio cosi. Parliamo di Casolla, amena frazione di Caivano. Un angolo di "monnezza" al di fuori del mondo conosciuto. Distante poco più di 2 chilometri dal centro città. Un autentico inferno. Non appena si entra c'è la statua di Gesù Cristo ad accogliere i viaggiatori. Quasi per sfottò. Ma apriti cielo. Dopo un tratto asfaltato, condito di una piccola chiesetta, c'è il nulla. Buche dappertutto, mancanza di segnaletica. Addirittura manca il manto nelle zone restanti. Per non parlare dell'immondizia. Una bomba ad orologeria. Ci sono cumuli dappertutto. Finanche nelle campagne, che fanno da paesaggio ad uno scenario terribile. Ma eccone un assaggio. Incontriamo il signor Pietro, incuriosito del nostro reportage. Ci saluta in maniera cordiale. Ed esclama: "Qui non c'è niente! Ma proprio niente! C'è spazzatura ovunque. Le vie non sono rinomate. Non c'è una scuola. Siamo il cesso della Campania. Serve altro?. Per non parlare delle terre fumanti. Approfittano di questa zona perchè lontana da occhi indiscreti per nascondere i rifiuti tossici addirittura sotto terra. Dov'è l'amministrazione Falco? Dove sono le autorità? Perchè nessuno ci tutela?". Il signor Pietro si scusa per l'eccessivo tono. Ma è comprensibile. Queste sono urla di disperazione. E continua: "Guarda le strade, se cosi si possono chiamare. In caso di pioggia ti lascio immaginare cosa potrebbe accadere. Non ci verrebbe a morire nemmeno un topo"!. Effettivamente parrebbe cosi. Le strade sono dissestate. Ricordiamo. Per il 90% manchevoli di manto stradale. Procedendo in avanti, troviamo finalmente l'unica segnaletica, peraltro quasi del tutto distrutta, che rinomina una stradina. Via A. Segni. Stop. Non c'è altro. Vergogna! Vergogna! Vergogna! Ed ancora Vergogna. Non c'è limite al peggio. Percorrendo una breve salita, si annusa un tanfo irrespirabile. Ancora immondizia sparsa per la carreggiata. Inaudito. Per non parlare delle siringhe. Ve ne sono un'infinità. Ci sarebbe da cosparrgersi il capo di cenere. Percorrendo un piccolo viale, un contadino ci ferma. Sembra alquanto infastidito. E dice: "Attenzione. State entrando nel mio moggio di terra. Non essendoci la segnaletica, non vi siete accorti di nulla. Qui ci sono più cani che persone. Perchè, secondo voi, dobbiamo vivere in queste condizioni? Per non parlare del resto. Puntualmente ogni notte ci sono persone che si accampano qui vicino per consumare cannabis, o semplicemente per gettare l'immondizia in maniera nettamente incivile. Ed ecco che di mattina c'è una puzza irrespirabile. Mio figlio qualche giorno fa è andato in giro con la sua bici nei dintorni. Entro mezz'ora sarebbe tornato. Ma tornò dopo due ore. Ed io, preoccupato, gli chiesi il motivo di questo suo ritardo. Esso mi rispose di aver perso i sensi a causa della forte puzza emanata dalla spazzatura. Ovviamente il posto in cui era andato con la bici è isolatissimo durante tutta la giornata, essendo appunto zona di campagna. Alche nei prossimi giorni andrò io stesso dalle autorità per segnalare quanto accaduto". Il contadino ci saluta e torna a lavorare. Abominevole. Cose da pazzi. Il figlio del nostro interlocutore ha rischiato la vita. Poi dicono che aumenta il tasso di morti per tumore. Casolla è diventata la pattumiera di tutti i Paesi circostanti. Qui arrivano gente da ogni parte solamente solamente per gettare le buste di spazzatura. Altrimenti non esisterebbe. E' davvero la fine. Continuano il nostro reportage, entriamo in un altro viale, ovviamente, anch'esso manchevole di manto stradale e segnaletica. Il suolo è pieno di buche. Altro che Africa. Non ci sono nemmeno i marciapiedi. La gente cammina per strada. Ma anche qui non c'è noente. Svoltiamo a destra e ritorniamo al punto di partenza. Spazzatura, spazzatura, spazzatura ed ancora spazzatura. Non c'è altro. Quindi torniamo nei pressi della Chiesetta, ove c'è quel tratto asfaltato con una decina di case. Questo sarebbe il centro cittadino. Non c'è nemmeno un negozio. Niente di niente. Questo è il Paese delle "terre Fumanti", dove i rifiuti tossici non sono smaltiti, ma nascosti sotto terra secondo indiscrezioni dei residenti. Assurdo. Deprimente. La vita di tutti è messa a repentaglio da quattro mascalzoni. Stavolta siamo davvero tutti qui. La storia non è sempre scritta dai vincenti. E la bilancia non è affatto in equilibrio.