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domenica 6 dicembre 2015

"Per la Siria", e gli taglia la gola: è terrore nella metro a Londra

Londra, taglia la gola a un uomo in metropolitana: "Questo è per la Siria"




Un uomo ha tentato di tagliare la gola a una persona e ha attaccato altre tre persone nella stazione di Leytonstone della metropolitana di Londra urlando "Questo è per la Siria". Lo riportano i media britannici spiegando che l'aggressore è stato "neutralizzato" dai taser della polizia ed è stato arrestato. L'attacco è avvenuto intorno alle 19 (ora locale). L'uomo, secondo quanto riporta il Daily Mail, avrebbe minacciato alcune persone con un coltello dopo aver ferito gravemente un uomo. Alcuni testimoni oculari hanno raccontato che l'uomo, durante l'attacco, gridava "Questo è per la Siria" e "Tutto il vostro sangue sarà sparso". 

sabato 5 dicembre 2015

La rivolta degli studenti islamici: cos'è successo in una scuola italiana

Milano, si parla di Islam a scuola e i musulmani se ne vanno: "È già tutto scritto nel Corano"




Si fa presto a parlare di integrazione. I guai arrivano se c'è chi non è disposto ad ascoltare. Quanto andato in scena nell'aula magna dell'Istituto tecnico commerciale Schiapparelli di Milano fornisce un esempio inquietante: circa 300 studenti delle ultime due classi, di età compresa tra i 17 e i 19 anni, sono riuniti a parlare di Isis e Islam. Sul palco siedono due giornalisti del Corriere della Sera e i rappresentanti degli studenti. In platea c'è anche una quarantina di giovani musulmani: sono loro a far scattare le proteste. 

"Il Corano dice tutto" - Si sta parlando di guerra per la successione tra sunniti e sciiti, tema più storico che religioso. Amina, di religione islamica, si alza e prende la parola: "Chi l'ha detto che sciiti e sunniti si scontrano sulla successione? Per l'Islam non ci può essere successore di Maometto. E comunque è tutto spiegato nel Corano. Non servono altri libri, il Corano spiega tutto, dice tutto". I relatori cercano di spiegare che il Corano è stato scritto prima dello scisma, e dunque difficilmente potrebbe fornire una spiegazione "laica" di quanto accaduto nella storia. Ed è questo il problema: di "laico", i giovani musulmani presenti nell'Aula magna, sembrano avere poco o nulla. "Sono una quarantina di studenti musulmani che la appoggiano sempre quando parla. Per noi è davvero difficile replicare. In genere gli studenti italiani restano zitti, non sanno bene cosa dire, non hanno argomenti", spiega Andrea, uno dei due rappresentanti di istituto. 

Fuori dall'aula - I giornalisti del Corriere sottolineano come il mondo occidentale sia impregnato di cultura rinascimentale e illuministica, da Voltaire a Rousseau, e che per il nostro mondo sia scontato farsi domande e avere dubbi su tutto, religione in testa. Amina e i ragazzi musulmani, però, escono dall'aula. La loro visione della religione non ammette contestazioni

La furbata-Renzi sulle pensioni Si inventa una nuova tassa

Arriva una nuova tassa con la scusa delle pensioni




Sì, bella l'idea di mandare in pensione prima circa 36mila lavoratrici: si chiama "Opzione donna" e il governo Renzi, con l'ennesimo spottone, l'ha lanciata qualche settimane fa. Prevede un anticipo dell'entrata in pensione di qualche mese, in cambio di un ricalcolo contributivo dell'assegno. Ma le belle idee costano. E abbiamo già avuto modo di vedere quanto costino quelle di Renzi. Servono soldi, per "Opzione donna", e quindi serve una tassa. Tassa nuova o tassa in più? Tassa in più. Nella legge di stabilità che si sta discutendo in parlamento è incluso un emendamento, che è già stato approvato dalla commissione Lavoro della Camera e dovrà ora andare al vaglio della commissione Bilancio, che prevede il raddoppio della famigerata "Tobin Tax", il prelievo dello 0,2% sulle operazioni finanziarie che è stato introdotto con la Finanziaria del 2013. Alla voce copertura di "opzione donna", si stabilisce che "l'aliquota dello 0,2% sul valore della transazione prevista dalla vecchia legge sia sostituita con l'aliquota dello 0,4%". Con buona pace del fatto che gli studi comparativi mettano l'Italia in fondo alle classifiche dei Paesi dove conviene investire".

Jet russo abbattuto e petrolio dall'Isis: Erdogan chiuso in un angolo chiede aiuto a De Benedetti

Su "Repubblica" lo spot a tutta pagina per la Turchia




A Pagina 10 c'è Putin che strilla contro Erdogan a proposito della ormai famosa vicenda del petrolio che Ankara acquisterebbe dall'isis: "Ve la faremo pagare" minaccia dal titolo di testata lo zar di Mosca. Trentacinque pagine più in là, a tutta pagina la "Tigre del Bosforo" pubblicizza la sua velocità e perseveranza con lo slogan: "Spicca il volo con la Turchia". Lo spot di dubbio gusto (vallo a dire ai parenti del pilota del jet russo abbattuto, che "spicca il volo con la Turchia") campeggia a pagina 45 di "La Repubblica". Unico tra i grandi quotidiani italiani ad ospitare oggi la pubblicità del gigante turco, che dal punto di vista dell'immagine internazionale sta conoscendo il punto più basso della sua storia dai tempi del genocidio operato nei confronti degli armeni. Nella pagina si vede il grande ponte sul Bosforo, che collega la parte europea con quella asiatica di Istanbul, con l'immagine di un container sollevato in cielo da decine di uccelli. No, non di aerei. Quelli, almeno, ce li hanno risparmiati.

La proposta della Santanchè alla Lucarelli: "Vieni con me, ti voglio..."

Daniela Santanchè offre a Selvaggia Lucarelli la direzione di Novella Duemila




Daniela Santanché starebbe corteggiando per questioni di lavoro Selvaggia Lucarelli. Come riporta il sito Dagospia qualche giorno fa la Pitonessa avrebbe invitato a pranzo la giornalista de Il Fatto quotidiano in gran segreto per farle una proposta molto allettante. L'esponente di Forza Italia è la neoproprietaria di due giornali di gossip nazionali molto venduti: Novella 2000 e Visto. E proprio durante questo pasto di affari la Santanché avrebbe proposto alla Lucarelli la direzione di Novella 2000. Alcune indiscrezioni però sostengono che comunque Selvaggia non accetterà e rimarrà fedele a Marco Travaglio. 

Renzi: Il Natale? Ma chissenefrega E il preside pro-islam resta dov'è

Il preside pro-islam della scuola di Rozzano resta al suo posto


Foto dell'Istituto di Rozzano in carenti condizioni di agibilità

Alcune classi dell'Istituto di Rozzano

Tanto rumore per nulla. Marco Parma resta al suo posto. Per chi non ricordasse il suo nome, è il preside che in una scuola di Rozzano, alle porte di Milano, aveva sostituito la "Festa musicale di Natale" con una laica "Festa d'inverno" per non irritare gli scolari e le loro famiglie di credo diverso rispetto a quello cristiano. ne era venuto fuori un circo, con titoloni sui giornali. Il preside anti-Natale o pro-islam aveva pure ricevuto la non gradita visita del leader leghista Matteo Salvini, che ne aveva approfittato anche per immortalare le condizioni di grave degrado dell'istituto comprensivo Garofani. "Anzichè pensare al Natale, il preside veda di rimettere in buone condizioni la sua scuola" aveva tuonato Salvini, postando le immagini sulla sua pagina fecebook. nei giorni scorsi, poi Parma ha ricevuto un'altra visita: quella degli ispettori del ministero dell'Educazione, che non hanno rilevato anomalie nella condotta del preside tali da giustificarne il sollevamento dall'incarico. "Abbiamo appurato che questo preside non ha interferito nelle decisioni che riguardano il Natale, e per giunta ciascuna scuola ha l'autonomia di interpretare il valore del Natale come altri valori con gli strumenti di iniziativa che ritiene" è stato il commento del ministro dell'educazione Stefania Giannini.

LA SFIDA DEL DRAGONE Navi, soldati e una base La Cina prepara la guerra

La Cina aprirà una sua base militare a Gibuti




Va bene fare affari in Africa con miniere, petrolio e grandi opere. Ma alla Cina il business non basta più. Pechino, che negli ultimi vent'anni è diventata la potenza dominante nel continente nero, vuole ora metterci gli scarponi. Quelli dei suoi soldati, oltre agli scafi delle navi e alle carlinghe dei suoi jet da caccia. Dal 2008, come scrive il quotidiano Italia Oggi, le forze navali cinesi eseguono pattugliamenti dell'oceano Indiano nord-occidentale in funzione anti-pirateria. Finora le navi e il personale di Marina si appoggiavano alle basi di altri Paesi, come la Francia e gli Stati Uniti, presenti nella zona. Rifornendosi da loro in fatto di armi, carburante e viveri.

Ora, però, gli occhi a mandorla di Pechino sono puntati più che mai verso il Corno d'Africa, perchè il presidente del piccolo stato di Gibuti ha dato il suo ok (in cambio di sonanti yuan) alla creazione di una base militare cinese entro i confini del Paese, che si trova in una posizione ultra-strategica anche per i traffici tra Europa e Asia, trovandosi lungo la rotta che attraversa il canale di Suez nelle due direzioni.

Se da un lato il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato che lo scopo di questo insediamento a Gibuti è quello di agevolare il contributo alla pace nell' area, dall' altro molti osservatori sono convinti che Pechino ne approfitterà per difendere i propri interessi commerciali e strategici. Attualmente la Cina conta più di 22 mila aziende con un valore superiore a mille miliardi di dollari (926 mld euro) all' estero. Per proteggerle ci si affida principalmente alla collaborazione con le nazioni interessate, investendo per favorire il loro sviluppo. Spesso, però, ciò non basta e gli interessi delle imprese sono minacciati. E allora anche le basi militari, i soldati e le navi possono fare la loro parte per garantire una maggiore tranquillità a chi si trova oltreconfine in situazioni precarie.

AEREI, NUOVE REGOLE Allarme terrorismo nei cieli cosa cambia per chi vola

Terrorismo, nuove regole nei cieli cosa cambia per chi va in aereo




I ministri dell’Interno europei hanno raggiunto un accordo unanime sulla proposta negoziata questa settimana con il Parlamento europeo di creazione del registro europeo dei dati dei passeggeri aerei (Pnr), per concludere i negoziati entro la fine dell’anno. I 28 hanno accettato di far scendere a sei mesi il tempo in cui i dati dei passeggeri saranno accessibili, prima che vengano oscurati, a fronte dei nove mesi chiesti in precedenza al Parlamento europeo,  hanno riferito fonti comunitarie. In cambio, chiedono che i Paesi possano includere nel registro i dati dei voli interni all’Ue, non solo quelli esterni, aspetto riconosciuto fondamentale dalla Francia a seguito degli attentati di Parigi. 

Il registro - L’accordo sul Pnr, registro dei dati personali di quanti viaggiano in aereo dentro e fuori l’Ue, è stato ritenuto dai ministri utile a "prevenire, identificare, e perseguire minacce terroristiche e forme gravi di crimini". Il Parlamento dovrà ora esprimersi in merito. Tutto il mondo comprende che non c’è tempo da perdere. L’accordo è equilibrato e proporzionato, ha detto il commissario europeo agli Affari interni, Dimistris Avramopoulos. "Dobbiamo migliorare la sicurezza, al tempo stesso rispettando i diritti", ha aggiunto. L’accordo raggiunto prevede la registrazione dei dati dei passeggeri su tutti i voli intraeuropei compresi i charter, come ha precisato il ministro lussemburghese Etienne Schneider, a nome della  presidenza di turno del Consiglio.

venerdì 4 dicembre 2015

ELSA COLPISCE ANCORA La stangata sulle pensioni Assegni giù, costi su

La Fornero colpisce ancora: pensioni sempre più magre


di Sandro Iacometti



Prosegue, senza sosta, il calvario dei pensionati italiani. Da una parte c’è l’Istat, che certifica i primi frutti deformi della riforma Fornero: pensioni più basse e spesa previdenziale più alta. Dall’altra c’è il combinato disposto della bassa inflazione e della mancetta di Renzi, che nel 2016 befferà le fasce più povere con tagli identici a quelli dei pensionati d’oro. Il primo bilancio della legge annunciata  dall’ex ministro del governo Monti tra le lacrime, di cui sempre più si capisce il motivo, è stato messo nero su bianco ieri dall’Istituto nazionale di statistica nel Rapporto annuale sui trattamenti pensionistici relativo al 2014.

Il quadro generale è il solito scenario di miseria e povertà, con 4 pensionati su 10 (il 40,3%) con un assegno inferiore a mille euro al mese. Rapporto che sale a uno su due (49,2%) per le donne. Il 25,7% delle pensioni è addirittura di importo mensile inferiore ai 500 euro. Mentre il 39,6% va dai 500 ai mille euro. La quota dei superpensionati, oggetto continuo di attacchi e polemiche, resta confinata all’1,4% del totale. I lavoratori in quiescenza che possono contare su oltre 5mila euro al mese sono infatti appena 240mila su un totale di 16,25 milioni di pensionati. Altri 767mila, il 4,7%, incassano invece un assegno mensile che va dai 3 ai 5mila euro.

Più o meno invariata la suddivisione per tipologia di trattamento, con le pensioni di vecchiaia che assorbono oltre i due terzi (70%) della spesa totale. Seguono quelle ai superstiti (14,9%) e le pensioni assistenziali (8,0%); più contenuto il peso delle pensioni di invalidità (5,6%) e delle indennitarie (1,6%).  Fin qui poche novità. Ma a leggere i dati in controluce sulla scorta delle novità introdotte nel 2012 dal governo Monti si scopre, innanzitutto, che il numero dei pensionati è calato. Rispetto al 2013 ce ne sono circa 134mila in meno. E dal 2011 il calo è di circa 400mila unità. Si tratta, evidentemente, dell’effetto Fornero dovuto all’aumento dell’età pensionabile. Un altro effetto, impressionante, legato alla riforma riguarda gli assegni di chi ha lasciato il lavoro dopo il cambio di calcolo che ha introdotto per tutti (pro quota per chi ha una maggiore anzianità professionale) il calcolo contributivo. Ebbene, secondo i dati diffusi ieri dall’Inps, i pensionati sopravviventi hanno un reddito medio di 17.146 euro lordi all’anno, quelli nuovi, che hanno lasciato il lavoro nel 2014 (541mila persone), percepiscono invece un reddito medio di 13.965 euro. Le lacrime della Fornero hanno quindi prodotto un taglio secco (sempre considerando i valori medi) degli assegni di oltre 3mila euro. Un sacrificio inevitabile, ci hanno detto, per garantire la sostenibilità del sistema pensionistico.

Ebbene, nel 2014, malgrado la decurtazione delle nuove pensioni e il calo dei percettori, la spesa previdenziale complessiva è arrivata a quota 277 miliardi, l’1,6% in più rispetto al 2013. Mentre rispetto al Pil la spesa è passata dal 16,97 al 17,17%, con un incremento dello 0,2%. Agli scherzi della Fornero si aggiungono, per il prossimo anno, quelli di Renzi. La trovata del governo di modulare la restituzione delle somme tolte ai pensionati con il blocco incostituzionale della perequazione per sborsare solo 2 miliardi rispetto ai 18 previsti produrrà nel 2016 effetti paradossali.  A metterci lo zampino è la bassa inflazione, che ha azzerato l’adeguamento per il prossimo anno e ha fatto sballare i conti del governo per l’anno in corso (le stime provvisorie fissavano la perequazione allo 0,3%, quelle definitive allo 0,2%), costringendo i pensionati a restituire uno 0,1% di aumento non dovuto. Il Sole 24 Ore ha calcolato gli effetti concreti dei due fattori sugli assegni futuri dei lavoratori in quiescenza. Il risultato è qualcosa che rende i continui appelli all’equità dell’esecutivo poco più di una barzellletta.  Considerando una pensione alta di 3.200 euro lordi al mese (sopra sei volte il minimo) il taglio complessivo nel 2016 sarà di 37,18 euro. Andando all’altro capo dello scala, e prendendo in esame un assegno da 1.400 euro lordi al mese (sotto tre volte il minimo) la sforbiciata sarà di 36,40 euro. Praticamente la stessa cifra. Un po’ meglio andrà alle fascie intermedie da tre a quattro volte il minimo. In questo caso il combinato disposto della restituzione disposta dal governo per il blocco 2012-2013 e della bassa inflazione produrrà piccoli aumenti dai 23 ai 98 euro.

Caivano (Na): il ministro Poletti inaugura la nuova Wbo Italcables

Caivano (Na): il ministro Poletti inaugura la nuova Wbo Italcables


ilgiornaledicaivano
foto a cura di Ugo Cerrito





Una vecchia azienda è rinata oggi a Caivano, nella zona industriale di Pascarola, con la presenza del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, il parroco Don Maurizio Patriciello che ha benedetto l’azienda, e tutti i dipendenti hanno inaugurato la Wbo Italcables, dove Wb sta per “Workers buy out”, cioè lavoratori che acquistano la società di cui sono stati dipendenti.

Ognuno dei 51 dipendenti, di cui 45 operai e 6 funzionari, ha versato 25mila euro dalla sua mobilità (di due anni). Pagheranno il fitto del ramo d’azienda per 3 anni, per poi pagare una maxi rata finale e acquisire definitivamente i 75 mila metri quadri dello stabilimento: solo allora diventeranno effettivi proprietari.

I dipendenti dopo la crisi del 2013  e la susseguente cassa integrazione e mobilità hanno fatto gruppo e man mano dopo anni di sacrificio sono riusciti nell’intento di far ripartire una filiale della multinazionale portoghese Italcables, specializzata nella produzione di cavi d’acciaio per infrastrutture, che prima delle difficoltà fatturava 50 milioni annui.

Il ricatto diabolico di Pisapia a Renzi Che vuole (a Roma) per levarsi di mezzo

Dagospia: ecco le condizioni di Pisapia a Renzi




Da quando ha detto che non si sarebbe più ripresentato a sindaco di Milano nel 2016, Giuliano Pisapia è diventato per Matteo Renzi un problema grosso come una casa. Perchè sì, il sindaco arancione saluta, ma vuol mettere becco su chi si candiderà a sinistra al suo posto. E non molla. Secondo quanto riporta il sito dagospia.com, in realtà il primo cittadino uscente avrebbe secondi fini che vanno ben al di là delle anguste mura della metropoli lombarda e punterebbero dritti dritti su Roma.

L'ex penalista avrebbe chiesto a Renzi un posto da ministro, e più precisamente da ministro della Giustizia. Ma il suo disegno si scontrerebbe con l'opposizione dei magistrati. In più, nell'ambito della compagine di Palazzo Chigi, Andrea Orlando è uno dei più docili, mentre il premier non andrebbe altrettanto sul velluto con Pisapia. Il quale, in alternativa, avrebbe allora chiesto un posto alla Corte costituzionale, ma lì la partita è ancora più in salita perchè Renzi deve trovare l'accordo coi 5 Stelle e con Forza Italia, i quali non hanno certo quello di Pisapia in cima alla loro lista dei nomi di candidati.

Importo delle bollette, ecco la rivoluzione Nuove regole, dal 1° gennaio ti spennano

Elettricità, dal primo gennaio cambiano le regole per le bollette




Arriva una nuova rivoluzione sulla tariffe elettriche. Dal primo gennaio 2016 partirà il processo di riforma delle tariffe di rete e per gli oneri generali di sistema per 30 milioni di utenti che entro il 2018 porterà a rendere più omogenei i costi delle bollette, imponendo una sorta di costo standard di base del 40% uguale per tutti. Con il superamento del vecchio sistema inoltre le bollette saranno più semplici da leggere poiché semplificate.

Cosa cambia per le famiglie - Per le famiglie bisognose l'Autorità ha previsto un "ammortizzatore" che annullerà ogni possibile effetto negativo: il bonus sociale di sconto. A tal proposito con la riforma del 2016 l'agevolazione viene automaticamente potenziata dall'Authority dal 20% fino al 35% sulla spesa in bolletta. Si stima inoltre che per la famiglia tipo la spesa media però aumenterà tra il primo gennaio 2015 e il primo gennaio 2018 di 21 euro (con un +0,9 euro al mese nel 2016, +0,09 euro nel 2017 e +0,76 euro nel 2018). Per le famiglie numerose è invece previsto un risparmio di circa 46 euro. Il rincaro maggiore sarà per i single benestanti, che pagheranno 78 euro in più (+2 euro al mese nel 2016, +3,7 euro nel 207 e +0,6 euro nel 2018).

In linea con l'Ue - L'obiettivo dell'Autorità per l'energia è quello di sostenere la diffusione di consumi efficienti in base al consumo effettivo, penalizzato da costi eccessivi, e di rendere le tariffe più eque e aderenti ai costi dei servizi di rete. La riforma delle tariffe, imposta dalla direttiva Ue sull'efficienza energetica allineerà l'Italia agli altri Paesi europei così che ogni utente si troverà sulla bolletta il costo veritiero dei servizi di cui usufruisce e nient'altro. Per le famiglie numerose e per chi abita in aree non metanizzate, ci sarà dunque una sostanziale riduzione del sovraccosto.

Luci e ombre di Bergoglio Telese, radiografia del Papa

Telese: il Bergoglio che non t'aspetti, luci e ombre del futuro Papa


di Luca Telese




La scena più bella di Chiamatemi Francesco è questa, e ve la devo raccontare: siamo nell' Argentina feroce del 1978, in piena dittatura, nel tempo dei desaparecidos e delle esecuzioni sommarie nelle strade di Buenos Aires, dei corpi inermi gettati nell' Atlantico. Per ordine dei suoi superiori, che scelgono di convivere con il regime di Videla, il futuro Papa è costretto a togliere la "protezione" dei gesuiti a due sacerdoti che predicano il Vangelo dei poveri nelle favelas. I due sacerdoti, dopo il drammatico dialogo in cui Jorge da loro la notizia, vengono rapiti dai militari e torturati nella famigerata segreta di Garage Olimpo. Saranno liberati solo dopo l' intercessione del giovane Bergoglio che è combattuto tra i suoi affetti e la sua umanità, da un lato, e la "ragion di Stato" della Chiesa Argentina, dall' altro. E qui si arriva al dialogo più duro.

Una battagliera suora che dopo la liberazione dei sacerdoti ospita i due superstiti va da Bergoglio a domandare per loro due salvacondotti: «Prima devo vederli!», grida il priore gesuita. «Non puó padre», risponde la suora in un crescendo drammatico. «Devo vederli!», ripete Bergoglio. «Non vogliono!» risponde lei: «Lei gli hai tolto la protezione dell' ordine!». Campo largo sul cortile del collegio, la scena finisce con il futuro Papa che, senza nessun accenno di santità, se ne va urlando e inveendo contro la sorella.

La zona grigia -  Prendo questa scena a modello come il paradigma di tutto un film sorprendente, dove mancano del tutto i toni del racconto edificante. Non ci sono buoni e cattivi tagliati con l' accetta, non c' è il male contro il bene, il peccato contro l' innocenza, nell' Argentina del terrore: le scelte decisive sono tutte drammatiche e laceranti, e tutti abitano nella "zona grigia" dove le vittime si confondono con i carnefici, a partire dal futuro Papa. La chiesa abbandona i due sacerdoti, Bergoglio non è d' accordo ma è costretto suo malgrado ad adeguarsi, per tutelare la propria comunità.

Bergoglio riesce a salvare i due prigionieri ma solo pagando il prezzo altissimo di una messa lunare e algida (altra scena asciutta, cruda e bellissima) celebrata alla presenza del dittatore e dei suoi cari. Una complessità di racconto, nella rappresentazione dei rapporti di forza indotti dal potere autoritario, che sarebbe di sicuro piaciuta a Primo Levi, lo scrittore che ha inventato la categoria della "zona grigia" proprio per raccontare la perdita di qualsiasi innocenza indotta dall'universo concentrazionario del lager.

Ma Chiamatemi Francesco è sorprendente anche per un altro motivo, che riguarda sia i suoi autori che il Santo Padre. Confesso: avendo stima di Daniele Luchetti, sono andato a vedere il suo film sul giovane Papa pensando: sarà apologetico, inevitabilmente, ma di sicuro fatto bene. E invece, fin dai primi minuti, sono rimasto stupito dell' opposto: il suo "Francesco" è un film complesso, pieno di sfumature, che nulla a che vedere con le vite dei santi, un film anti-agiografico, un film sorprendente, perché non solo è stato in qualche modo "autorizzato" dalla Santa sede, ma proiettato proprio ieri in Vaticano davanti a una platea sterminata convocata ufficialmente dalla segreteria di Stato del Pontefice, con l' ormai immancabile fusione di alto e basso, il popolo di Roma che siede in platea vicino ai più alti prelati e gerarchie. Ecco perché la cosa più sorprendente di questo racconto (che sarà bello, a questo punto, valutare anche nella versione integrale da quattro ore che sarà trasmessa in televisione tra un anno) è proprio la figura del Papa, la narrazione della sua formazione che Luchetti e il produttore Pietro Valsecchi hanno immaginato e messo in scena, ma che lui stesso ha acconsentito e sottoscritto.

I divulgatori dell' interpretazione più semplicistica di questo pontificato, infatti, immaginavano questo film come una favoletta funzionale, edificante e calligrafica, la storia di un futuro Papa che inizia la sua carriera di santi benedicendo storpi, bambini e poverelli. E invece questo racconto, anche in una chiave di grande romanzo, è accessibile a chiunque, ma ci racconta molto di più: è come se il giovane sacerdote di Chiamatemi Francesco, l' intellettuale che media, che fa compromessi, che soffre la contraddizione di avere alle sue spalle Cristo e davanti a sé la forza del potere, diventasse un calco ribaltato del Bergoglio di oggi. Come se diventasse l' unico modo per spiegarlo. A partire dal dialogo con gli amici peronisti nel pub, prima della conversione: «Come potrà uno come te essere un rappresentante della Chiesa-gorilla?». Vuole dire, con un nomignolo dispregiativo argentino: come potrai sopravvivere nella Chiesa conservatrice, nella Chiesa che contribuisce ad abbattere il populismo di Perón, nella Chiesa collaborazionista? Il giovane Bergoglio risponde con una spruzzata di selz in faccia all' amico. Goliardia, certo, ma anche la passione di chi non pensa di doversi giustificare.

Studio e fatica - La risposta che questo film ci fornisce all' interrogativo su come nasce un Papa è spiazzante, ed è questa: è il gesuita che dialoga col potere, il presupposto del Papa dei poveri. Il prelato giovane che si china senza spezzarsi, ciò che permette al Papa anziano di restare intransigente nel terzo millennio ci sono gli esercizi spirituali, dietro la spontaneità, ci sono lo studio e la fatica intellettuale di Ignazio da Loyola. Dice Luchetti: «Conducendo la nostra inchiesta sulla vita di Francesco prima di diventare Pontefice ho incontrato le luci e le ombre. E ho capito - racconta il regista - che le ombre, se raccontate, potevano diventare ricchezza: questo Papa non è grande perché assomiglia a un santo, ma è grande perché è stato ed è un uomo». Forse è per questo che la grandezza crepuscolare di Benedetto XVI è stata raccontata da un laico di sinistra come Nanni Moretti, e adesso la grandezza problematica di Francesco viene raccontata da un altro laico di sinistra come Luchetti. Due amici, non credenti, sedotti dalla grandezza drammatica degli uomini di fede nel tempo della crisi. «Lei crede?», hanno chiesto al regista. E lui, con grande umiltà: «Ho imparato a credere agli uomini che credono». Con Chiamtemi Francesco abbiamo scoperto perché la forza comunicativa di Bergoglio e il suo neo-francescanesimo si fondano sulla forza simbolica del Collegio Romano, la fortezza da cui è partita tutta la storia dei gesuiti. Dentro il dramma di chi nel terrore della repressione deve scegliere tra due errori, tra la vita e la morte del suo maestro spirituale, scopriamo che solo dentro il peccato c' è la premonizione di un nuovo Papa che sa combattere il peccato.

La Chaouqui e il sesso con il Monsignore: ora spuntano la madre e un babydoll...

Vatileaks 2, la Chaouqui e la frase maliziosa sul sesso con monsignor Balda: "C'era anche sua madre..."




Le versioni cambiano ancora per la Papessa Chaouqui, la donna al centro del caso Vatileaks 2. Sulla presunta notte d'amore tra monsignor Balda e Francesca Immacolata Chaouqui, imputati in Vaticano e indagati per istigazione alla concussione e spionaggio informatico, non si conosce ancora la versione ufficiale.

I fatti - Monsignor Balda ha rivelato che fece l'amore con la Chaouqui, sua collaboratrice nella commissione economica vaticana. Lei continua a negare e martedì sera, a Ballarò, ha ribadito e aggiunto: "Nell'albergo di Firenze c'erano due stanze prenotate, e monsignore è venuto con la madre. A meno che non avessimo coinvolto la madre...". Balda, citando due testimoni, ai suoi legali aveva invece riferito che le camere offerte da un tour operator erano tre. Il giorno dopo il personale delle pulizie del Cavalieri Palace, secondo il Monsignor Balda, avrebbe trovato la stanza della Chaouqui in perfetto ordine e nella stanza di monsignor Balda avrebbe recuperato un baby doll molto strizzato, rimasto in custodia all'albergo. La sera successiva il monsignore, sua madre e la Chaouqui sarebbero andati a vedere lo spettacolo di Panariello.

Avviso di garanzia - Ma la procura di Roma non tarda ad arrivare ed è stato notificato un avviso di garanzia a Francesca Immacolata Chaouqui e al marito Corrado Lanino. I coniugi, la cui casa è stata perquisita martedì dal nucleo di polizia valutaria della guardia di finanza, sono indagati tra l'altro per associazione a delinquere, accesso abusivo a sistemi informatici ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche. Dello stesso reato rispondono l'imprenditrice Rossana Daniela Guarnieri e l'ex dirigente di Palazzo Chigi, Mario Benotti. Contestati nell'ambito della stessa indagine i reati di concussione e induzione in concorso a Chaouqui, all'editore e al direttore del Giornale Paolo Berlusconi e Alessandro Sallusti, all'imprenditore Sauro Moretti. Chaouqui è indagata anche per millantato credito.

Eurozona ancora a rischio, Draghi agisce: dalla Bce soldi "illimitati" fino al 2017

Bce, Mario Draghi allunga il quantitative easing fino al 2017




"Liquidità illimitata e a tasso fisso per tutto il 2017" per riportare l'inflazione verso il 2% e contrastare i rischi di frenata dell'Eurozona: nessuna sorpresa dalla Bce, il numero uno Mario Draghi ha annunciato che il quantitative easing proseguirà "almeno fino a marzo 2017". "Le nostre nuove misure garantiranno condizioni finanziarie accomodanti e rafforzeranno ulteriormente l'impatto delle misure adottate dal giugno 2014, che hanno avuto significativi effetti positivi sulle condizioni di finanziamento, di credito e l'economia reale", ha spiegato l'ex governatore di Bankitalia.

Tasso sui depositi straordinari - Intanto cala dal -0,2 al -0,3% (nuovo minimo storico) il tasso sui depositi straordinari (il costo sostenuto dagli istituti di credito dell'Eurozona per "parcheggiare" liquidità presso l'Eurotower): "Non siamo intervenuti sul tasso di rifinanziamento principale perché quello sui depositi è diventato il tasso che guida i mercati", ha aggiunto Draghi prevedendo "conseguenze positive".

Borse in calo - Le mosse della Bce però non sembrano aver convinto fin qui i mercati, che forse si aspettavano qualcosa in più. Piazza Affari è in calo dell'1%, Francoforte e Parigi sono a -3% mentre lo spread tra il Btp e il Bund è schizzato a 130 punti, per poi riassestarsi a quota 110.

Crocifisso in aula alla Regione Veneto Ma il Pd dice no: "Sbagliato e illogico"

Regione Veneto, crocifisso nell'aula del Consiglio. Il Pd contrario: "È un luogo laico"




Il crocifisso esposto nella sala del Consiglio regionale del Veneto non va giù al Pd. La proposta è di Sergio Barlato, consigliere di Fratelli d'Italia, e ha raccolto il consenso di Stefano Casali, eletto nella Lista Tosi e passato da poco al progetto lanciato dall'ex Ncd Gaetano Quagliariello, della Lega Nord e del presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti. "Stiamo cercando il crocifisso adatto, abbiamo chiesto alle Gallerie dell'Accademia e alla Basilica di San Marco e ad altri enti di verificare se hanno qualcosa disponibile nei loro depositi", spiega lo stesso Ciambetti al Gazzettino. Fuori dal coro solo gli esponenti del Partito democratico: "Io dissento - si espone Piero Ruzzante -. È una scelta sbagliata e illogica: l'aula consiliare è un luogo laico. Nessun simbolo, non solo il crocifisso, dovrebbe essere esposto perché deve essere l’aula di tutti. E poi - aggiunge Ruzzante - più che giocare con i simboli bisognerebbe chiedersi cosa rappresentano. Dietro al crocifisso ci sono messaggi come aiutare i carcerati o dare una mano agli stranieri: li condividono quelli che vogliono l'esposizione del simbolo della cristianità?". Polemico anche il compagno di partito Stefano Fracasso: "Io non ho nulla in contrario all'esposizione del crocifisso, ma mi infastidisce e mi insospettisce questo improvviso interesse della politica per la religione. Tra l'altro si sta scoprendo l'acqua calda: il simbolo del Veneto è San Marco. San Marco l'Evangelista".

Berlusconi ricoverato in ospedale Va sotto i ferri per colpa del cuore

Silvio Berlusconi ricoverato all'ospedale San Raffaele: intervento per sostituire il pacemaker




Ricovero all'ospedale San Raffaele per Silvio Berlusconi: dalla serata di oggi, giovedì 3 dicembre, l'ex premier è alla casa di cura fondata da Don Verzè a Segrate per effettuare un intervento chirurgico di routine in day hospital. Fonti di Forza Italia riferiscono infatti che Berlusconi dovrà essere sottoposto alla sostituzione del pacemaker. Il leader azzurro, 79 anni, dovrebbe tornare a casa già nella mattinata di sabato.

giovedì 3 dicembre 2015

La Boldrini denunciata dal suo vice: accusa e dimissioni, caos alla Camera

Laura Boldrini denunciata dal suo vice, che si dimette: caso alla Camera




Duro scontro alla Camera tra la "presidente" Laura Boldrini e il suo vice, Roberto Giachetti. Tutto gravita attorno alle nomine al vertice dell'Ufficio Stampa di Montecitorio dopo l'addio di Anna Masera, che dal 31 dicembre tornerà a La Stampa. Giachetti, ora, ha rassegnato le sue "dimissioni irrevocabili" dall'incarico alla Comunicazione della presidenza, denunciando di aver appreso da "notizie di stampa non smentite", pubblicate su Libero, la volontà di Lady Montecitorio di non sostituire la Masera al vertice dell'ufficio con un altro giornalista, ma di voler adottare una soluzione interna, commissariando de facto la comunicazione della Camera. Boldrinova, infatti, vuole affidare la comunicazione istituzionale di Montecitorio al coordinamento tra i tre giornalisti attualmente contrattualizzati, e anche loro in scadenza. Laura, inoltre, prevede l'ingresso di un nuovo capo servizio, secondo AdKronos "molto vicino alla presidenza".

La replica - Alle dimissioni e alla denuncia di Giachetti, la Boldrini ha risposto con una dichiarazione in cui ha bollato come "infondate" le ragioni della protesta. "Stupisce la polemica di Giachetti - afferma la Boldrini -, che trovo priva di alcun fondamento. Il vicepresidente Giachetti motiva infatti la sua scelta di dimettersi dalla guida del Comitato per la Comunicazione della Camera sulla base di qualche articolo che attesterebbe una mia presunta volontà di attrarre l'Ufficio Stampa nell'orbita della presidenza. Un politico di così lungo corso dovrebbe saper distinguere tra le informazioni fondate e le illazioni". Eppure, ad oggi, la Boldrini le presunte "illazioni" ancora non le ha smentite..

Jet non risponde, si alzano i caccia Un allarme rosso nei cieli italiani

Jet Falcon non risponde alla radio, due caccia Eurofighter lo intercettano




Allarme rosso nei cieli italiani questa mattina. Dopo le notizie di intelligence su un attentato che potrebbe compiersi in occasione delle festività natalizie con un aereo dirottato contro un obiettivo sensibile, stamattina un jet privato Falcon 900 decollato da Atene e diretto a Londra non ha risposto ai controllori di volo italiani. Dopo qualche minuto di tentativi andati a vuoto, l'allarme è stato dato al 4° Stormo dell'Aeronautica militare di stanza a Grosseto. Due caccia Eurofighter si sono alzati in volo secondo una procedura di "scramble" ("decollo immediato") e in pochi minuti hanno affiancato il Falcon, comunicando con l'equipaggio. Una volta accertato che il silenzio radio del jet executive era dovuto a un problema tecnico, i due Eurofighter hanno fatto rientro alla base.

Renzi, imbarazzante particolare: come si è vestito? Grosso problema col sarto, è più elegante il filippino

Matteo Renzi incontra il presidente delle Filippine. Imbarazzo: i pantaloni sono cortissimi





Momenti di imbarazzo a Palazzo Chigi. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha incontrato il presidente della Repubblica delle Filippine Benigno Aquino III. Cerimonia di rito ma ai più attenti non è sfuggito un particolare: i pantaloni del premier erano talmente corti da far intravedere i calzini azzurri. A questo punto, il dubbio è lecito: problema di portamento, di orlo o di sarto?

La notte di fuoco a casa Malgioglio: sesso selvaggio, arriva la polizia

Notte di fuoco a casa Malgioglio: sesso selvaggio, arriva la polizia




Una notte movimentata (ma poco divertente) per Cristiano Malgioglio. L'opinionista cult del Grande Fratello, come racconta Chi, ha avuto qualche problema "casalingo". Il settimanale diretto da Alfonso Signorini racconta che Malgioglio, "disturbato ancora una volta dalla passione urlata a squarciagola da una vicina focosa, ha chiamato la polizia per raffreddare il caldo momento d’amore dei suoi dirimpettai. Soddisfatto, alla fine si è fatto un selfie con gli agenti in divisa".

Allarme regali di Natale per i bimbi Bambole tossiche nei negozi / Foto

Bambole tossiche nei negozi, allarme regali di Natale




Dopo i quintali di cibo vario scaduto da sette anni e sequestrati l'altro giorno, è ancora allarme acquisti sotto Natale. In Inghilterra è infatti stato sequestrato un carico di merchandising di personaggi della Disney che proveniva dalla Cina ed era stato realizzato con materiali e coloranti tossici, talmente nocivi da poter causare cancro, asma e malattie genetiche. Tra il materiale sequestrato anche centinaia di esemplari di bambole di "Maleficient", il personaggio delle fiabe tornato alla ribalta dopo l'omonimo film con protagonista Angelina Jolie, che impersonava la strega della Bella Addormentata raccontando il classico Disney dal suo punto di vista. Ma la Trading Standard, l'agenzia inglese che si occupa di vigilare su dogane e commercio, lancia un allarme a livello europeo: "Ormai esiste un mercato globale sia per i beni che per i servizi e scopriamo ogni giorno che molti piccoli esercenti importano direttamente i prodotti da rivendere appoggiandosi a fornitori al di fuori dell'Ue.

La multa è finta, il vigile fa i soldoni: quanti soldi ha rubato in due anni

La multa è finta, il vigile fa i soldoni: quanto ha intascato in 2 anni di attività illecita


di Dino Bondivalli




Si sarebbe appropriato in maniera illecita di 65.924 euro l’addetto all’ufficio cassa dell’ufficio della polizia locale di via Friuli, che era stato rimosso dal suo incarico e trasferito nel mese di febbraio dopo che un’indagine interna ai “ghisa” aveva fatto emergere un buco negli incassi derivati dalle multe. A tanto ammonterebbe infatti il “bottino” di cui l’uomo si è indebitamente appropriato tra il 2013 e l’inizio del 2015 secondo la ricostruzione fatta dagli stessi vigili.

Una goccia nel mare rispetto ai 140 milioni di euro incassati da Palazzo Marino nel 2014 grazie alle multe. Ma comunque una somma ingente, che l’agente della polizia locale ha già cominciato a risarcire.

L’uomo, che è stato indagato per peculato e che ha chiesto il patteggiamento, ha infatti già versato nelle casse comunali un assegno da 10.500 euro, che la giunta Pisapia ha deliberato nei giorni scorsi di accettare a titolo di “acconto per risarcimento dei danni patrimoniali e morali derivati al Comune di Milano”. Solo una prima rata, alla quale si dovranno aggiungere tutte quelle necessarie per saldare quanto sottratto e, in aggiunta, una somma che Palazzo Marino ha chiesto per il danno di immagine derivato dal comportamento del ghisa.

La condotta illecita dell’agente si sarebbe infatti protratta per più di un anno, attraverso un meccanismo tanto semplice quanto apparentemente efficace. Stando alle prime ricostruzioni l’addetto avrebbe incassato il denaro in contanti versato dai cittadini per le contravvenzioni e, anziché registrare l’entrata e chiudere la pratica a carico dell’automobilista, si sarebbe limitato a rilasciare una ricevuta intascandosi il denaro.

Un escamotage che ha inizialmente funzionato ma che alla lunga non è passato inosservato. Nonostante il caos agli sportelli di via Friuli, frutto del boom di contravvenzioni emesse in seguito all’attivazione dei nuovi autovelox, il progressivo aumento degli ammanchi di cassa ha infatti fatto scattare il campanello d’allarme e la conseguente indagine interna. Il risultato finale è stata la denuncia nei confronti dell’agente. E, per quanto riguarda la cifra frutto dell’illecito, il sequestro di beni patrimoniali dell’uomo per 65.924 euro disposto dal Gip in attesa dell’udienza.

La star di Sanremo, lesbo-confessione: "Amo una donna". Si svela / Guarda

La cantante di Sanremo diventa lesbica: "Sì, amo una donna"




La cantautrice Laura Bono, l'artista italiana più famosa in Finlandia, vincitrice di Sanremo Giovani 2005, fresca di pubblicazione di un nuovo album intitolato Segreto, racconta di amare una donna. Ma non vuole che questo venga chiamato "coming out".  "Io non ho mai detto chi sono/non sono - confida in un'intervista rilasciata a Vanity Fair - In Segreto parlo della mia esperienza, ma anche di quella di tante persone che mi stanno intorno. Dopo una storia di tredici anni con un uomo mi sono innamorata per la prima volta di una donna. E per un po' l'ho tenuto nascosto". Perché? "La società questo suggeriva di fare - prosegue - Ma poi, ascoltando i miei fan, omosessuali e non, ho capito quanto bisogno ha la gente di liberarsi. E che l’amore non va mai soffocato". 

Nuova strage in California: sparatoria, "almeno 12 morti"

California, sparatoria a San Bernardino: almeno 12 morti




Sparatoria a San Bernardino, in California: le vittime accertate sarebbero almeno 12, altre fonti riferiscono di 11 morti e almeno 20 feriti. L'attacco sarebbe avvenuto fuori da un consultorio per famiglie e disabili e le autorità starebbero cercando tre uomini bianchi in tenuta militare, in una dinamica che ricorda in modo inquietante quanto accaduto in Colorado lo scorso 28 novembre. Secondo testimoni i tre presunti killer indossavano maschere da sci.

"Bomba" detonata - Il centro dove si è verificata la sparatoria si chiama Inland Regional Center e si trova sulla South Waterman Avenue. I vigili del fuoco hanno soccorso direttamente alcuni feriti sulla strada. Si tratta di una delle 21 strutture dello Stato della California che si occupano di curare persone con disabilità, secondo quanto riferito da Nancy Lungren, portavoce del California Department of Developmental Services. La CNN ha mostrato le immagini dell'evacuazione di diverse persone dallo stabile con le mani alzate. Secondo il Los Angeles Times la polizia ha detonato un oggetto sospetto. 

In fuga sul Suv - Almeno due dei tre autori della sparatoria a San Bernardino sono fuggiti a bordo di un Suv nero, secondo quanto riferito da alcuni testimoni alla Cnn. Un terzo killer sarebbe ancora nella zona, "armato fino ai denti". Da qui il panico e le misure di sicurezza estreme messe in atto dalle autorità, con interi palazzi evacuati. 

mercoledì 2 dicembre 2015

Bomba doping sullo sport italiano: chi sono i 26 big a rischio squalifica

Atletica, 26 atleti italiani a rischio doping: chiesti 2 anni di squalifica per Howe, Gibilisco e Donato




Sono 26 gli atleti italiani a rischio squalifica per doping. Terremoto nella Federatletica azzurra a seguito dell'indagine "Olimpia" svolta dalla Procura della Repubblica di Bolzano: gli sportivi avrebbero violato gli articoli 2.3 (elusione del controllo) ed art. 2.4 (mancata reperibilità) del Codice Sportivo Antidoping. Tra i 26 atleti diversi nomi di spicco dell'atletica leggera ai quali è stata richiesta la sanzione di due anni di squalifica, come Fabrizio Donato (salto in alto), Matteo Galvan, Daniele Greco, l'astista Giuseppe Gibilisco, il lunghista Andrew Howe, Andrea Lalli, Daniele Meucci, Christian Obrist, Ruggero Pertile, Fabrizio Schembri e Silvia Weissteiner. 

La lista degli atleti a rischio - Ecco la lista completa degli atleti a rischio. Si tratta di, Roberto Bertolini, Migidio Bourifa, Filippo Campioli, Simone Collio, Roberto Donati, Fabrizio Donato, Giovanni Faloci, Matteo Galvan, Giuseppe Gibilisco, Daniele Greco, Andrew Howe, Anna Incerti, Andrea Lalli, Stefano La Rosa, Claudio Licciardello, Daniele Meucci, Christian Obrist, Ruggero Pertile, Jacques Riparelli, Silvia Salis, Fabrizio Schembri, Daniele Secci, Kaddour Slimani, Gianluca Tamberi, Marco Francesco Vistalli e Silvia Weissteiner.

Maxi-multa per Enel, Eni e altri 5 colossi: così ci fregavano sulle bollette luce e gas

Antitrust, multe da 6 milioni a Enel, Eni e altre 5 imprese: attivazione di forniture non richieste




Multe per 6 milioni di euro dall'Antitrust a sette imprese di luce e gas per l'attivazione di forniture non richieste: si tratta di Enel Energia (sanzione di 2,15 milioni), Eni (2,1 milioni), Acea Energia (600mila euro), Hera Comm (366mila), Gdf Suez Energie (200mila), Green Network (340mila) e Beetwin (320mila euro). È quanto annuncia la stessa Autorità dopo che nel corso del mese di novembre ha chiuso sette procedimenti sulle modalità di offerta e conclusione dei contratti a distanza di energia elettrica e gas naturale nel mercato libero, ovvero quelli raccolti attraverso la rete degli agenti porta-a-porta e attraverso il canale telefonico (il cosiddetto teleselling).

Durante i procedimenti istruttori, avviati tra ottobre 2014 ed aprile 2015 sulla base di numerose segnalazioni di singoli consumatori, associazioni di consumatori, imprese concorrenti, l'Autorità per l'energia elettrica (Aeegsi) ha reso un articolato parere, nell'ambito della collaborazione prevista dal Protocollo di Intesa tra le due Autorità. Le ispezioni presso le imprese si sono avvalse, inoltre, della collaborazione del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

A giudizio dell'Antitrust, i 7 operatori hanno alterato "considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori, adottando procedure di contrattualizzazione in violazione del Codice del Consumo. Queste pratiche sfruttavano il contesto di asimmetria informativa in cui avvengono le scelte dei consumatori, a causa della complessità intrinseca delle offerte commerciali di energia elettrica e gas naturale nel mercato libero".

Orrore in sala operatoria (a Napoli): il paziente a cuore aperto, e i dottori...

Napoli, i selfie dei dottori in sala operatoria: l'addome aperto in due finisce sul web






La mania del selfie invade anche gli ospedali. Sanguinanti, sorridenti, con le mascherine colorate e intenti a operare i poveri pazienti sedati e ignari di tutto. Scatti privati e raccapriccianti che poi finiscono sulla rete, postati da incoscienti dottori in cerca di "diverimento social". Fotografie che diventano pubbliche, anche se pubbliche non sarebbero mai dovute diventare. 

L'ultimo caso a Napoli, dove una équipe medica tutta al femminile ha pensato bene di pubblicare una foto mentre era in corso l’intervento mostrando l’incisione sull'addome insanguinato di un paziente. Il tutto per mostrare al popolo social le mascherine e le cuffiette sterili con i cuoricini. Stessa cosa accade a Salerno dove sempre altre due dottoresse hanno postato una foto con un paziente intubato, per giunta parzialmente riconoscibile. E ancora, in provincia di Avellino invece sono i colleghi maschi a scatenarsi pubblicando scatti dalla sala operatoria con tanto di tuta anti contaminazione. Immagini in cui in primo piano si vedono i medici che fanno "ok" col pollice all'insù e, sullo sfondo, la gamba di un infermo.

LA FOLLIA DELLA NATO Così umiliano lo zar Putin E lui: "Reazione durissima"

La Nato scherza col fuoco, lo schiaffo a Putin: la Russia minaccia durissime reazioni




La Nato sfida apertamente la Russia di Vladimir Putin. L'Alleanza Atlantica, infatti, ha invitato il Montenegro ad aderire all'organizzazione. Una decisione formalizzata in apertura della seconda giornata della ministeriale esteri in corso a Bruxelles dal segretario generale, Jens Stoltenberg. Così, dopo il negoziato di accesso e la successiva ratifica dei parlamentari dei 28 stati membri, il Montenegro diventerà il 29esimo paese della Nato, nonostante la contrarietà a più riprese espresse dalla Russia.

Qui Balcani - Il Montenegro, dopo Croazia e Albania, sarà il terzo stato balcanico ad entrare nell'Alleanza. Sui tempi di adesione, il segretario generale ha affermato di attendersi che si possano concludere "all'inizio del 2017". Il premier montenegrino, Igor Lusic, ha affermato che "l'ingresso nella Nato del Montenegro cambia i giochi per il paese, spingendolo ulteriormente sulla via della democratizzazione ed è un passo importante per la stabilità dei Balcani".

Mosca attacca - Durissima la reazione della Russia. Il capo del Consiglio della Federazione russa ha detto che il Paese interromperà i programmi di collaborazione con il Montenegro. Poi il portavoce del Cremlino, Dimitri Peskov, ha precisato che l'espansione del Patto Atlantico potrebbe comportare misure di ritorsione da parte della Russia. Per Peskov, "un eventuale ingresso del Montenegro nella Nato renderebbe impossibili molti programmi che prima erano realizzati con la Russia, anche di cooperazione tecnico-militare". Quindi Viktor Ozerov, presidente della Commissione Difesa del Senato Russo: "Il Montenegro - ha affermato - oggi diventa per la Russia un paese che è un membro potenziale della minaccia alla sua sicurezza".

Rapporti interrotti - Da tempo, i rapporti tra Nato e Russia sono ai minimi termini: i ministri degli Esteri della Nato nel mese di aprile dell'anno scorso hanno interrotto ogni contato formale con Mosca, dopo l'annessione della penisola ucraina della Crimea e l'inizio del conflitto in Ucraina orientale, che ad oggi ha mietuto oltre 8mila vittime.

"Così Obama ha coperto il Califfo" Il generale Usa mostra le prove

Usa, l'ex generale della Dia: "Obama insabbiò gli allarmi sull'Isis per fini elettorali"




I rapporti dei servizi segreti erano chiari già parecchio tempo fa: "L'Isis costituisce un pericolo imminente". L'allarme suonò per ben due anni di seguito, nel 2011 e 2012. Peccato però che la Casa Bianca però lo ignorò clamorosamente. A svelare il retroscena che getta ulteriori ombre sul governo di Barack Obama è il generale Michael Flynn, ex numero uno della Dia (Defense Intelligence Agency), l'agenzia di intelligence del Pentagono. Frasi, che pesano come macigni, conservate in una intervista alla Cnn.

Minaccia ignorata - L'ex ufficiale sostiene che il mancato allarme sarebbe stato colpa della più stretta cerchia di consiglieri del presidente, preoccupati per l'imminente campagna elettorale. E insomma, per non mettere a rischio la rielezione hanno scelto di insabbiare i segnali - ripetuti e concreti - relativi alla minaccia jihadista. "Invece di tenere in considerazione il pericolo, la Casa Bianca fece passare nell'opinione pubblica l’idea che un ritiro delle truppe Usa dall'Iraq non avrebbe creato alcun problema nella regione, rendendola più vulnerabile di fronte alla crescita di gruppi islamici radicali come l'Isis". L’ex capo dell'intelligence del Pentagono, inoltre, si è detto preoccupato per futuri attacchi terroristici simili a quelli di Parigi negli Stati Uniti, mettendo tutti in guardia: "Penso che sia solo una questione di tempo".

Sanremo, nomi "forti" (e anche da ridere) Una autorevole soffiata sui cantanti

I big a Sanremo: i primi nomi dei cantanti in gara




I nomi ufficiali saranno comunicati durante l'Arena di Massimo Giletti domenica 13 dicembre. Ma intanto il settimanale Tv Sorrisi e Canzoni prova ad anticipare qualche cantante che potrebbe partecipare al prossimo Festival di Sanremo condotto da Carlo Conti. Dal 9 al 13 febbraio 2016 potrebbero vedere in gara "Noemi, Arisa e Giusy Ferreri, tre cantanti che parteciparono all'edizione del 2014".

Si parla anche della presenza di Valerio Scanu, visto il suo recente trionfo a Tale e quale show. Scanu vinse con Per tutte le volte che, quella del celebre tormentone "in tutti i luoghi in tutti i laghi". Potrebbero tornare sul palco dell'Ariston anche gli Elio e le Storie Tese. Addirittura, un pezzo da novanta come il rapper Fabri Fibra. Si parla anche di un clamoroso ritorno dei Ricchi e Poveri (che non cantano al Festival dal 1992). Insomma, il cast sembrerebbe molto buono e capace di accontentare tutti i gusti.

Bruzzone nei guai: l'accusa della polizia lei si difende (che c'entra pure Vespa)

La Bruzzone nei guai: l'accusa della polizia, lei smentisce e si difende e Vespa s'infuria




Un gruppo di dirigenti che si raccoglie dietro la sigla Polizia Nuova Forza Democratica ha presentato un esposto contro la criminologa Roberta Bruzzone. Secondo le accuse, che la Bruzzone smentisce categoricamente, l'esperta di crimini avrebbe fatto "pubblicità occulta, forniture di materiale per la polizia scientifica. E convegni organizzati presso la Questura di Roma da società private". Nessun comportamento illecito, ma la lettera sta facendo discutere molto anche perché la Bruzzone è un volto noto della tv, spesso ospite del salotto di Bruno Vespa. Il sindacato - secondo quanto scrive il Fatto - "punta il dito sui costi del materiale in uso alla polizia scientifica come la polvere per il rilievo delle impronte digitali. Sarebbe possibile - si sostiene - acquistare prodotti della medesima qualità evitando i dazi doganali sui prodotti americani con un risparmio dal 20 al 30%". Il Fatto ha verificato che la Bruzzone non risulta socia dell'impresa importatrice.

La difesa - Il quotidiano ha intervistato Filippo Bertolami, segretario Pnfd, che aggiunge: "Dai siti internet della società di Bruzzone emerge che l'importatore ha una partnership con la sua fondazione. Così come, peraltro, con lo stesso programma della tv pubblica Porta a Porta anche con magliette e sottopancia nel corso delle trasmissioni". I sindacati accusano di fare pubblicità occulta nel salotto di Porta a Porta ma Vespa smentisce categoricamente: "Mi pare impossibile. Sto molto attento. Se qualcuno l'ha fatto, non accadrà più. Stiamo attentissimi". Bruzzone aggiunge: "Quella lettera riferisce un mucchio di falsità. Ho già consegnato personalmente una lettera al capo della polizia per chiarire le cose"

Sicignano ha sparato dentro casa: "Non si tratta di omicidio volontario"

"Francesco Sicignano ha sparato in casa": verso la derubricazione del reato




Gli accertamenti parlano chiaro: Francesco Sicignano ha sparato in casa. Il ladro albanese, espulso due volte dall'Italia ma regolarmente libero per le vie del Paese, che si era introdotto nell'abitazione del pensionato di Vaprio D'Adda lo scorso 20 ottobre avrebbe raggiunto l'esterno della casa solo dopo essere stato ferito dai colpi di pistola del pensionato. Il 65enne, accusato di omicidio volontario, lo aveva dichiarato da sempre e adesso dopo un mese dall'accaduto e dopo le necessarie verifiche si va verso la derubricazione dell'accusa di omicidio volontario, ovvero verso la qualificare un fatto come reato di minore gravità rispetto a una precedente configurazione giuridica.