Crisi di governo, Gentiloni a casa: lui in Sicilia, il Pd lo fa fuori
Legge elettorale entro fine giugno, scioglimento delle Camere entro luglio, voto a settembre. Matteo Renzi ha già tutto chiaro e in parte lo ha pure confermato. La verità brutale è che il governo di Paolo Gentiloni è giunto al capolinea, e con la delicatezza che contraddistingue i renziani il primo colpo è arrivato mentre il premier era a Taormina per il G7.
Sui voucher sempre Renzi scarica la responsabilità del pasticcio tutta sull'esecutivo: "Loro ordinano e noi votiamo", è stata più o meno la sintetica risposta a chi lo accusava di aver organizzato il trappolone sul lavoro. La situazione è caldissima: il reinserimento dei voucher ha provocato l'uscita dalla maggioranza di Mdp e le critiche fortissime di quel che resta della sinistra Pd. Risultato: in Commissione la misura è passata con i voti decisivi di Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d'Italia. Tragedia a sinistra? Farsa? Semplice pretesto e gioco delle parti? Di sicuro, come suggerisce il capogruppo azzurro alla Camera Renato Brunetta, "si sente l'odore della crisi di governo, una cosa pazzesca". Ora basterà un piccolo "incidente" in aula, su una delle prossime fiducie. Ah, a proposito. Maurizio Lupo di Alternativa popolare ha già annunciato che gli alfaniani non le voteranno più se verrà confermato lo sbarramento al 5% nella nuova legge elettorale alla tedesca. Dopo Trump, per Gentiloni è arrivato il momento della tranvata.
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