Giallo in Borsa: qualcuno sta scalando la Juventus
Si sta molto parlando di Juventus, in questi giorni, causa vicende legate ai biglietti per le tifoserie ultras. Non si è invece parlato, ma lo ha fatto oggi Il Sole 24 Ore, del "rally" che il titolo della società bianconera ha fatto da un mese a questa parte in Borsa. Segno che qualcuno sta rastrellando le azioni della Juventus, con volumi impazziti a punte di 15 milioni di pezzi scambiati al giorno. Il risultato è il prezzo-record del titolo in borsa: 0,45 euro ad azione, cioè il più alto degli ultimi cinque anni.
Il record coincide con il valore più alto di capitalizzazione del club (frutto anche di due ricapitalizzazioni): 450 milioni di euro. Circa il 1% del capitale è passato di mano, nell'anno in cui si celebrano i 120 anni, era il 1897) di proprietà Agnelli. Visto che la "cassaforte" di famiglia Exor detiene il 64% del club, di spazio per mettere in piedi una posizione, come si dice in gergo, ce ne sarebbe.
Ma su chi stia tentando di "scalare" i bianconeri è mistero profondo. Comunicazioni della Consob (obbligatoria qualora un singolo investitore superasse il 25%) non ce ne sono. Per il momento, l'unico altro grande azionista juventino, scrive sempre Il Sole, è un fondo inglese, Linsdell Train, che la scorsa estate aveva raddoppiato la sua quota di partecipazione passando dal 5 al 10%. Ma resta pur sempre flottante un 27% circa.
Il record coincide con il valore più alto di capitalizzazione del club (frutto anche di due ricapitalizzazioni): 450 milioni di euro. Circa il 1% del capitale è passato di mano, nell'anno in cui si celebrano i 120 anni, era il 1897) di proprietà Agnelli. Visto che la "cassaforte" di famiglia Exor detiene il 64% del club, di spazio per mettere in piedi una posizione, come si dice in gergo, ce ne sarebbe.
Ma su chi stia tentando di "scalare" i bianconeri è mistero profondo. Comunicazioni della Consob (obbligatoria qualora un singolo investitore superasse il 25%) non ce ne sono. Per il momento, l'unico altro grande azionista juventino, scrive sempre Il Sole, è un fondo inglese, Linsdell Train, che la scorsa estate aveva raddoppiato la sua quota di partecipazione passando dal 5 al 10%. Ma resta pur sempre flottante un 27% circa.
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