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sabato 25 marzo 2017

Ecco i 10 punti del governo Pd-M5S Emiliano: "E mando Renzi col Cav"

Bechis, Emiliano vuole portare il Pd al governo con il M5S


di Franco Bechis



Ha parlato per quasi un'ora, come sempre da grande affabulatore e talvolta anche divertendo con qualche uscita. È stato solo alla fine però che Michele Emiliano - alla sua prima a Roma da candidato alla segreteria del Pd - sollecitato da un intervento del pubblico ha sfoderato la sua unghiata. Con chi farebbe le alleanze dovesse conquistare la segreteria del Pd? Emiliano non si è tirato indietro, e ha lasciato un po' sorpresi anche i parlamentari che lo affiancavano in questa uscita (Francesco Boccia, Khalid Chaouki e Umberto Marroni per primi). «Io sarei - come credo tutti gli italiani - per il ripristino del Mattarellum», ha esordito il governatore della Puglia, «che consentirebbe l'individuazione di una leadership, di una maggioranza e soprattutto consentirebbe agli italiani di avere di nuovo il deputato del luogo, che accanto al sindaco costruisce la relazione politica. Il problema quale è? Che un parlamento pieno di deputati del luogo, che quindi vengono scelti da voi - e non dalle segreterie di partito - viene giudicato probabilmente dall'attuale maggioranza del Partito Democratico un parlamento ingovernabile, perché sarebbe un parlamento di deputati e deputate liberi. E questo ha fatto accantonare immediatamente il progetto, con il Pd d'accordo con Forza Italia».

E qui Emiliano ha segnato la differenza da Matteo Renzi e Andrea Orlando, i suoi competitori alla conquista del Pd: «È evidente che le due altre mozioni sono chiaramente e inevitabilmente orientate a chiudere un eventuale accordo di governo con Forza Italia: non c'è alcuna altra possibilità. Loro hanno un rapporto impossibile con le altre forze della sinistra. Forse un po' meno Orlando, che però è ritenuto poco credibile da chi se ne è andato dal Pd: lui è ancora ministro nel governo fotocopia di quello Renzi, che ne rappresenta la continuità assoluta. Quelle due mozioni di fatto isolano il Pd e lo chiudono in un rapporto esclusivo con Forza Italia che per altro non ne fa neanche mistero».

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Emiliano invece chiude la porta ad ogni accordo con Forza Italia e con forze del centrodestra, e guarda al Movimento 5 stelle, come già aveva fatto in Puglia all' inizio del suo mandato. «Io penso che aprire la discussione come facciamo nel nostro progetto subito sul programma consentirebbe di aprire a quelle forze politiche - mi riferisco al Movimento 5 stelle - che del programma fanno un elemento dirimente. Perché mentre a Forza Italia del programma frega fino a un certo punto, io penso invece che col Movimento 5 stelle sia difficile in questo momento complicato fare alleanze di sistema, ma si potrebbe individuare 10 punti di programma da realizzare congiuntamente.

Molti dei loro punti programmatici sono per altro compatibili con la nostra mozione dal mio punto di vista e rappresenterebbero di certo un modo per risolvere la crisi italiana». Secondo Emiliano invece il resto del Pd, e in particolare quello di Renzi, punterebbe ad assegnare direttamente al Movimento 5 stelle il governo del paese per farlo fallire ed essere richiamato in servizio.

«Da quel che ho capito», ha detto sornione il governatore della Puglia, «qualcuno in modo non particolarmente saggio sta cominciando a pensare che se anche vincesse come primo partito il M5s e ricevesse l'incarico, se per caso dovessero andare completamente in tilt un po' come è successo a Roma, vuoi vedere che poi vengono tutti sotto casa di Matteo Renzi a chiamarlo e dirgli vienici tu a salvare? Perché questo stanno pensando a Roma: che l'eventuale fallimento della Raggi vi mandi tutti da Matteo Orfini a chiedergli di tornare a governare. Io ho l'impressione che ci prendano tutti per deficienti. Ma in Italia non accadrà questo, e noi dobbiamo preoccuparci che dentro il Pd ci sia una prospettiva politica che renda il Paese governabile e consenta di ricostruire una coalizione di centrosinistra. L'unica mozione congressuale che può consentirlo è la nostra».

Dopo l'incontro, Emiliano ha chiarito ulteriormente quel passaggio sull' alleanza programmatica con Beppe Grillo: «Io penso che il Pd debba soprattutto puntare a mettere a punto - se avesse l'incarico di governo, ma anche se lo avessero altri partiti - un programma condivisibile con altri, privilegiando quelle forze politiche che tendono all' innovazione senza confondere la destra con la sinistra. Dal mio punto di vista in primis i Cinque Stelle, anche per la mia esperienza in Puglia: noi abbiamo varato la commissione antimafia l'altro giorno e la sua presidenza è andata alla consigliera del M5s. Con loro abbiamo fatto insieme molte battaglie, non facendo alleanze, ma condividendo obiettivi che sono stati raggiunti. E quindi onestamente io ho un'esperienza che mi fa guardare al Movimento 5 stelle in modo positivo».

Emiliano poi ha ironizzato sulle polemiche per il suo essere magistrato in aspettativa: «Qui ne arrestano uno al giorno, e il problema sarei io perché sono magistrato? La Costituzione consente a qualsiasi cittadino di fare politica. Ma io che sono magistrato dovrei farla solo soletto, in isolamento, perché fa scandalo farla in un partito...».

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