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mercoledì 1 marzo 2017

"Cosa c'è nella testa dei preti pedofili e perché non possono mai guarire"

Preti pedofili, la parola all'esperto: "Vi dico perché non possono guarire"




"I preti pedofili vanno curati, nel caso rimossi o comunque allontanati dai bambini, mai parcheggiati". A parlare al Giorno è il dottor Cosimo Schinaia, autore del libro Pedofilia Pedofilie. La psicoanalisi e il mondo del pedofilo diventato un cult nel mondo e tra i massimi esperti di patologie sessuali. Nella sua carriera trentennale ha avuto spesso a che fare con preti e frati pedofili, ma "che non hanno messo in pratica le loro fantasie. Queste persone avevano un livello di sofferenza talmente elevato da permettere loro di rivolgersi autonomamente a me per approfondire e superare quest'attrazione nei confronti dei bambini". Erano tormentati da una angoscia "che si accompagnava al terrore non tanto di essere scoperti quanto piuttosto di far del male ai piccoli che desideravano sessualmente".

Nel pedofilo, spiega il dottor Schinaia, "il bambino è un soggetto gaudente che non desidera altro se non di essere soddisfatto dall'adulto a livello sessuale". Negli uomini religiosi c'è questa visione distorta, cui si aggiunge un altro elemento disturbante: "Colpisce in queste persone una certa discrepanza fra l'origine socio-culturale spesso modesta e il ruolo, non certo umile, che sono chiamate a ricoprire avviandosi al sacerdozio. Ciò può generare l'assunzione di un'identità posticcia che maschera un senso d'inadeguatezza e altre fragilità". Spesso la formazione sacerdotale ricevuta in seminario non aiuta: "Porta a un'immagine idealizzata del proprio ruolo paterno tale da forgiare soggetti al di sopra della figura del padre reale dei ragazzi da formare".

Che fine fanno i preti che hanno avuto fantasie sessuali su bambini? "Nei casi di pedofilia non uso mai il termine guarigione... Diciamo che si è arrivati, attraverso anche un lavoro centrato sulla loro storia e sui rapporti con le famiglie d'origine, a un'elaborazione sufficientemente buona delle ragioni che li spingevano a essere attratti dai bimbi". Chi ha tenuto le sue pulsioni al livello di fantasie può tornare al suo ruolo, magari non a contatto con dei minori. "Chi ha perpetrato atti di pedofilia, invece, andrà curato - conclude il professore -, dovrà rispondere penalmente dei suoi comportamenti. La malattia non inficia di per sé la capacità d'intendere e volere. Qualsiasi prete pedofilo va curato e non parcheggiato". Il riferimento è alle strutture religiose in cui "si rischia un eccesso di identificazione che snaturerebbe gli intenti terapeutici".

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