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martedì 8 novembre 2016

La truffa del Chianti: altro che doc Cosa mettono dentro alle bottiglie

La truffa del chianti, altro che doc, al posto del sangiovese uve di Puglia e Sicilia allungate con l'acqua



Certo, rispetto a quelli del vino al metanolo, questi sono dei santarellini. Là c'erano dei morti, qui forse appena qualche palato insoddisfatto. Dal Chianti che non era chianti. Cioè non era prodotto con uve sangiovese coltivate nella zona Doc e Docg. Di sangiovese, infatti, nelle bottiglie delle note Cantine Coli, di proprietà della Coli Spa e produttrice di Chianti, Chianti classico e Chianti Colli Senesi tutti, almeno sull'etichetta Doc e Docg, non c'era traccia. Le analisi eseguite in laboratorio hanno permesso di appurare che quel vino era fatto con uve e mosti provenienti da Puglia e Sicilia allungate con "acqua di vegetazione", cioè con gli scarti reflui del lavaggio della cantina. Gli imprenditori a capo dell'azienda sono finiti ai domiciliari per truffa, falso in commercio, ma anche per altri reati legati al lavoro nero e a false fatturazioni

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