Padoan alla Ue: "O accetta la manovra o sarà l'inizio della fine"
"L’Europa deve scegliere da che parte stare. Può accettare il fatto che il nostro deficit passi dal 2 al 2,3% del Pil per far fronte all'emergenza terremoto e a quella dei migranti. Oppure scegliere la strada ungherese, quella che ai migranti oppone i muri e che va rigettata. Ma così sarebbe l’inizio della fine". Così il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervistato da Repubblica. Toni durissimi, tranchant, contro Bruxelles, in scia a quelli recentemente usati dal premier, Matteo Renzi.
"Dal 2011 in poi l’Italia ha speso miliardi e miliardi per affrontare una emergenza migranti che non era e non è un problema solo suo - ha aggiunto Padoan - ma dell’intera Unione. E nessuno finora ci ha riconosciuto questo impegno economico.
Qualche mese fa alla Turchia sono stati riconosciuti dall’Europa 3 miliardi proprio per far fronte a all'emergenza migranti. L’Italia ha speso più di tutti per questa emergenza e ha reso un servizio agli altri stati - continua il ministro dell’Economia - ha difeso un ’bene pubblicò comune. È un problema politico, che riguarda il futuro del continente".
Padoan ricorda che "le indicazioni che vengono dal G20 sono tutte indirizzate alla crescita, contro l’austerità e per contrastare le diseguaglianze. In questo senso l’Italia con questa manovra può essere un modello per l’Europa. Oggi il problema non è dire sì o no all’Europa, ma dire sì a un’Europa diversa, che non stia ferma e invece si muova". Il ministro infine sottolinea il suo "rapporto dialettico e collaborativo" con il presidente del Consiglio Renzi e afferma che al referendum voterà "un sì convinto, perché la riforma costituzionale avrà un effetto di traino su tutte le altre riforme".
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