Fo è morto a 90 anni: addio al Nobel che fu un "Mistero Buffo"
È morto Dario Fo. L'attore e regista, scenografo e impresario, eclettico artista, premio Nobel contestatissimo, si è spento a 90 anni e sette mesi per un problema polmonare. Era ricoverato da 12 giorni all'ospedale di Milano. Finisce così quella che lui definì "un'esistenza esageratamente fortunata". Figlio di un capostazione, nato il 24 marzo del 1926 in un paesino del lago Maggiore, forse non avrebbe mai immaginato di diventare Nobel per la letteratura, nel 1997, perché "seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi", spiegò la commissione.
La sua vita è legata a doppio filo con quella di Franca Rame, la donna della sua vita, la compagna, la donna corteggiata da tutti riuscì a conquistare, scomparsa nel maggio 2013. La coppia ha avuto un figlio, Jacopo, che ha ereditato da loro la passione per il teatro e la recitazione.
Un controverso passato da repubblichino, Dario Fo sarebbe stato messo al bando per 14 anni dalla Rai democristiana a causa della "scandalosissima", per l'epoca, Canzonissima del 1962. Dunque nel 1969 il grande successo di Mistero Buffo, dove Fo riprende la lezione dei cantastorie, raccontando le storie di Bibbia, Vangeli e Papi attirandosi le ire del Vaticano. Negli anni della strategia della tensione e dopo la strage di Piazza Fontana del 1969, modifica in diretta le sue piéce teatrali, per adattarle agli eventi: lo fa per Morte accidentale di un anarchico, sulla morte di Pinelli; lo fa per Il Fanfani rapito, Non si paga non si paga, Pum pum! Chi è? La polizia, Tutta casa, letto, chiesa, Clacson, trombette e pernacchi.
Il filo conduttore della sua carriera è la satira, il grammelot, ossia un assemblaggio a tratti folle di suoni e parlate diverse, un nonsense linguistico. Un'invenzione che, di fatto, gli valse il Nobel del 1997. Il premio, soprattutto in Italia, fu accolto con sospetto: parte del mondo intellettuale, infatti, si ribellò per essere stato scavalcato da quello che si autodefiniva un "buffone irriverente".
Negli ultimi anni la scrittura, un libro dopo l'altro, e la pittura: i suoi quadri sono denotati da colori vivacissimi e sono esposti in mostre in Italia e all'estero. Fervente contestatore di Silvio Berlusconi, sin dal momento della discesa in campo, fu vicino e quasi organico alla sinistra, salvo poi avvicinarsi al Movimento 5 Stelle, di cui era diventato una sorta di icona e protavoce. Era molto legato a Gian Roberto Casaleggio, così come era molto legato ad Enzo Jannacci: dopo la morte della sua Franca, la scomparsa del cantautore fu un altro colpo durissimo. Ora, in cielo, ritroverà sia Enzo sia la sua Franca.
Nessun commento:
Posta un commento