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venerdì 10 luglio 2015

LAVORO, LUNEDI' A PALAZZO GIURECONSULTI CONFRONTO BIPARTISAN SU JOBS ACT CON ROSATI E APREA

LAVORO, LUNEDI' A PALAZZO GIURECONSULTI CONFRONTO BIPARTISAN SU JOBS ACT CON ROSATI E APREA


di Gaetano Daniele




Al via a Milano, lunedì 13 luglio a Palazzo Giureconsulti, il primo confronto bipartisan sul Jobs Act in Lombardia, regione chiave per testare gli effetti del provvedimento sul lavoro, anche dal punto di vista politico. L’occasione è il convegno "Il Jobs Act tra politiche attive e Agenzia nazionale", promosso da Jobbing Centre e Fondazione Anna Kuliscioff, dalle 14 alle 18 in Piazza Mercanti. Un tavolo a cui presenzieranno la politica, le parti sociali e i tecnici del settore lavoro, del sindacato e dell’impresa. Per la politica c’è attesa per il confronto tra Onorio Rosati, consigliere regionale PD, già Segretario generale della Camera del lavoro di Milano, e Valentina Aprea, assessore regionale all'Istruzione, Formazione e Lavoro. “Il PD lombardo - dichiara Rosati -  valuta positivamente la nascita dell’Agenzia Nazionale per le politiche attive del Lavoro (Anpal), che garantirà standard minimi comuni per tutte le Regioni sui servizi per l’accesso all’impiego e la ricollocazione, così come svolgerà funzione di rating rispetto alla qualità e all'efficacia delle politiche attive e dei soggetti pubblici e privati. Non si tratta di centralismo, ma di garanzie omogenee per tutti i territori: il diritto al lavoro è sancito dalla Costituzione, non può dipendere dalla Regione in cui si risiede". "Non deve però esserci un livellamento al ribasso”, aggiunge Rosati. “Le esperienze migliori di cui la Lombardia fa parte vanno salvaguardate. Sì dunque ad un ombrello nazionale, ma sì anche alla salvaguardia di spazi di autonomia per le diverse eccellenze regionali”. Teme invece un ritorno allo statalismo Valentina Aprea: “Il decreto attuativo del Jobs Act sulle politiche attive propone un modello neo-statalista, in cui domina lo Stato centrale e viene meno ogni forma di flessibilità territoriale. In Lombardia ha vinto la collaborazione pubblico-privato: si rischia di tornare indietro. La Lombardia chiede modernità: chiede che i centri pubblici per l'impiego e gli operatori pubblici e privati che hanno garantito al sistema lombardo di raggiungere l'efficienza siano parte di un sistema misto dove i diversi attori giocano alla pari, senza nostalgie per un centralismo che ha già fallito nel passato”. Un confronto aperto, che lunedì sarà arricchito dalle proposte dei tecnici e del mondo del lavoro. 

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