Papa Francesco: "Quello degli Armeni primo genocidio del Novecento". Turchia "irritata", richiama l'ambasciatore in Vaticano
La denuncia di Papa Francesco del "genocidio armeno" scatena un caso diplomatico tra Vaticano e Turchia. Il governo di Ankara si è detto "molto irritato" per le parole del Santo Padre e sta valutando l'ipotesi di richiamare il proprio ambasciatore. Una protesta clamorosa che rischia di complicare non poco anche il già faticoso percorso di avvicinamento tra la Turchia musulmana e l'Unione europea. Già nel giugno 2013, da poco salito al Soglio pontificio, Francesco aveva stigmatizzato il dramma degli armeni.
L'accusa di Papa Francesco - "La nostra umanità ha vissuto nel secolo scorso tre grandi tragedie inaudite: la prima, quella che generalmente viene considerata come il primo genocidio del XX secolo» che "ha colpito il vostro popolo armeno - prima nazione cristiana -, insieme ai siri cattolici e ortodossi, agli assiri, ai caldei e ai greci. Furono uccisi vescovi, sacerdoti, religiosi, donne, uomini, anziani e persino bambini e malati indifesi". Così il Papa aveva salutato in mattinata i fedeli armeni prima della messa celebrata nella Basilica di San Pietro, per il centenario del "martirio" armeno con il rito di proclamazione a dottore della Chiesa di San Gregorio di Narek. Una denuncia che ha offerto la possibilità al Pontefice di allargare lo sguardo agli altri stermini di massa in nome della religione, "come quelli in Cambogia, in Ruanda, in Burundi, in Bosnia. Eppure sembra che l'umanità non riesca a cessare di versare sangue innocente". Il riferimento è a un avvenimento storico spesso rimosso o sminuito dalla storiografia ufficiale turca: deportazioni, torture ed esecuzioni avvenute tra il 1915 e il 1916 ad opera dell'Impero Ottomano ai danni della minoranza armena che secondo l'Armenia provocarono 1,5 milioni di vittime, "solo" 300mila per Ankara.
La Turchia richiama l'ambasciatore - La reazione del governo turco è durissima. Ankara ha convocato il nunzio vaticano Antonio Lucibello comunicandogli che le autorità turche sono "profondamente dispiaciute e irritate" dalle parole del Papa. La Turchia ha poi deciso di richiamare il proprio ambasciatore presso la Santa Sede Kenan Gursoy. Il vice ministro degli Esteri Levent Murat Burhan ha lamentato le dichiarazioni "di parte e tutt'altro che accurate" di papa Francesco, spiegando che la Turchia non capisce perché il Pontefice faccia una "gerarchia" tra le sofferenze dei musulmani e quelle dei cristiani. E ancora, al nunzio è stato fatto presente come le parole di Francesco "creino una perdita di fiducia nei rapporti bilaterali" cui "la Turchia certamente risponderà". Secondo il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu, le dichiarazioni del Papa "sono lontane dalla realtà storica e legale, non possono essere accettate". Secondo il ministro le autorità religiose non dovrebbero "incitare al risentimento e all'odio con affermazioni infondate".
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