Claudio Velardi: "Massimo D'Alema da psicanalisi, meglio se resta a fare il vino"
Claudio Velardi |
All'improvviso è tornato nel dibattito politico Massimo D'Alema che con quattro parole sparate dal palco davanti alla minoranza Dem ha scatenato gli sfottò di mezzo partito renziano. A cominciare dal presidente del consiglio che lo ha definito "una vecchia gloria del wrestling", fino al suo ex lothar Claudio Velardi che gli consiglia serenamente di stendersi sul lettino dello psicologo. "Vi pare possibile che uno si presenti dicendo io sono un extraparlamentare e vi suggerisco di fare così? - ha detto Velardi intervistato dal Giorno - C'era da alzarsi e dirgli 'Si accomodi'" oppure addirittura da "portarlo fuori di peso".
Da ricovero - Velardi è stato uno dei principali collaboratori di D'Alema all'epoca della presidenza del consiglio a fine anni '90, ma è stato anche il primo ad andare via. Per questo dice di poter giudicare le parole di Baffino con maggiore distacco rispetto a tutti gli altri: "La vicenda di ieri - ha aggiunto Velardi - rientra più nella sfera della psicanalisi che in quella della politica". Perché secondo Velardi: "Non è mica normale consigliare di essere uniti e intransigenti al tempo stesso: se sproni all'unità devi saper mediare".
Dentro il tunnel - Ormai intorno e dietro D'Alema sono rimasti in pochissimi, anzi forse non è rimasto più nessuno visto che anche gli ex fedelissimi Gianni Cuperlo e Matteo Orfini gli hanno voltato le spalle: "Il problema è che lui non si chiede perché è rimasto solo" dice Velardi che non poco avventato spera in un "bagno di umiltà" di D'Alema, che ormai butta tutto "in caciara". Servirebbe uno specialista bravo per l'ex leader dei Ds, almeno per "razionalizzare la sconfitta". Ma forse anche per accettare il fatto che, secondo Velardi, oggi Renzi sta facendo tutto quello che avrebbe potuto fare Baffino vent'anni fa, ma che non ha avuto il coraggio di portare avanti: "Meglio se si dedica al vino", chiude Velardi.
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