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giovedì 26 febbraio 2015

Sindaci dem all'ultimo delirio: arriva la tassa sui menu e gli zerbini

La tassa delirio del Comune di Bologna su zerbini, menù dei ristoranti e cartelli degli orari





La fantasia al potere partorisce grandi colpi di genio quando i sindaci dem la applicano per tassare esseri viventi e oggetti inanimati in nome del bilancio. A Bologna è nata la Delirium tax, come l'ha chiamata in prima pagina il quotidiano Italia Oggi. Il sindaco Pd Virginio Merola ha deciso che qualsiasi forma di pubblicità deve essere tassato. Nel ventaglio di bersagli capita davvero di tutto e soprattutto sfuggire alla morsa degli esattori comunali è praticamente impossibile. Il delirio è destinato a non fermarsi a Bologna, dove certo non si sono inventati niente, ma l'inedito sta nell'applicazione della gabella che sta piacendo a diversi sindaci pronti a portare la genialata anche nei proprio comuni.

Lo zerbino - La Delirium tax bolognese si applica, ad esempio, sui menu dei ristoranti esposti all'esterno dei locali. Una bella fregatura considerando che i ristoratori sono obbligati ad esporre piatti e relativi prezzi fuori dal proprio locale, se non vogliono rischiare il multone. I gabellieri del comune di Bologna, racconta Italia Oggi, sono arrivati a far rientrare nella tassa delirante anche il cartello "Qui si fa lista nozze" in un negozio di oggettistica, la proprietaria ha dovuto sborsare 500 euro. Colpito anche un cartello con le offerte del mese di un ottico e udite udite anche quello con gli orari di apertura: "Era esposto in vetrina" si sono giustificati gli zelanti funzionari. Si arriva anche al tragicomico delirio per le 52 euro pagate da un tabaccaio che ha esposto la scritta "Self service 24 ore su 24". Tassato anche lo zerbino di un gioielliere con le sue iniziali, l'adesivo con le carte di credito accettate in un ristorante e un barista si è visto arrivare una cartella da 3000 euro per aver esposto un adesivo con i nomi delle ditte dei suoi gelati.

Meglio fuggire - I commercianti bolognesi ora hanno un diavolo per capello. Il sindaco ha preferito mandare il suo vice per incontrare i rivoltosi che hanno strappato solo uno sforzato: "Siamo pronti a migliorarla". Commercianti e artigiani di Bologna saranno contenti di lavorare nella seconda città con la pressione fiscale più alta d'Italia. La Cna ha stimato che una piccola impresa commerciale bolognese arriva a pagare fino al 74,2% del proprio reddito per soddisfare la voracità del fisco. In piena crisi economica, dal 2011 al 2014 la pressione fiscale sui piccoli esercizi bolognesiu è cresciuta del 9,6%. C'è anche chi ha rinunciato a organizzare la Sensation white night, una specie di flash mob in cui ci si ritrova a centinaia per cenare all'aperto vestiti di bianco: le tasse da pagare sono aumentate rispetto lo scorso anno e stavolta sarebbero state insostenibili.

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