Tiziano Renzi, nelle sue aziende solo precari
Il paradosso è che proprio mentre il dibattito politico è concentrato sulla riforma del lavoro, emergono nuovi particolari sull’azienda del papà di Renzi indagato a Genova per bancarotta fraudolenta. Ne dà notizia il Fatto Quotidiano che spiega come il signor Tiziano con le sue dieci società in trent’anni abbia avuto solo un dipendente a tempo indeterminato. Indovinate che? Matteo. Suo figlio. Il signor Tiziano ha fatto ampio uso di contratto atipici nei suoi rapporti con i dipendenti e, come fa notare il Fatto, anche le sorelle del premier sono tuttora co.co.co. Non solo. Dall’inchiesta del quotidiano di Padellaro emerge anche il premier è stato regolarizzato solo una settimana prima della candidatura alla poltrona di presidente della provincia di Firienze. “così da vedersi versare i contributi previdenziali prima da Palazzo Medici Riccardi e, una volta diventato sindaco, da Palazzo Vecchio”.
Le testimonianze - E ora Renzi si trova a difendere la sua riforma del lavoro contro i sindacati che lo attaccano e a cui lui risponde: “A quei sindacati che vogliono contestarci io chiedo: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia, tra chi il lavoro ce l’ha e chi no, tra chi ce l’ha a tempo indeterminato e chi precario?”. Il Fatto sottolinea come in molti a Firenze hanno collaborato con la Chil e ha raccolto alcune testimonianza di alcuni giovani che poi sono diventati giornalisti: “Era faticoso perché ci svegliavamo all’alba, ma per il resto era il classico lavoro da studenti e ci ripagavamo sigarette e qualche uscita di sera”. Il contratto era atipico. “Ma era regolare, cioè potevano farlo e fra l’altro devo dire che era onesto perché oltre al fisso ci riconosceva una percentuale, seppur minima, su ogni copia che riuscivamo a vendere”. Lo stipendio più alto ricevuto? “400 euro, mi sembra di ricordare, su un annetto buono di lavoro”. Insomma, nessun contratto a tempo indeterminato. Eppure alcune aziende, seppur rimanessero in vita meno di due anni impegnate in diversi settori, hanno raggiunto anche buoni risultati economici: la Chil Post per esempio nel 2009 supera i 4 milioni di euro di fatturato o - come riporta il Fatto - la Mail Service che nel 2006 prima di essere ceduta chiude il bilancio indicando nello stato patrimoniale un attivo da 4 milioni.
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